Juan Moisés de la Serna
Versi per Bambini II
Versi
per
Bambini
II
Juan Moisés de la Serna
Traduzione di Jessica Falcioni
Editoriale Tektime
2020
“Versi per Bambini II”
Scritto da Juan Moisés de la Serna
Traduzione di Jessica Falcioni
1ª edizione: aprile 2020
© Juan Moisés de la Serna, 2020
© Edizioni Tektime, 2020
Tutti i diritti riservati
Distribuito da Tektime
Traduzione dallo spagnolo di Jessica Falcioni
https://www.traduzionelibri.it
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Guardando in silenzio
era divertita
quando udì da lontano
una voce che conosceva.
Continuando a volare
la colombella stava
e per trovare il suo amico
in fretta si avvicinava.
Perché la nostra piccola amica
nel mare aveva sentito
qualcuno che la chiamava
e da quella parte si era recata.
AMORE
Dedicato ai miei genitori
1.PASSEGGIANDO PER IL PORTO
Guardando in silenzio
era divertita
quando udì da lontano
una voce che conosceva.
Continuando a volare
la colombella stava
e per trovare il suo amico
in fretta si avvicinava.
Perché la nostra piccola amica
nel mare aveva sentito
qualcuno che la chiamava
e da quella parte si era recata.
Era la voce del delfino
che l’aveva chiamata
stava entrando nel porto
in una rete intrecciata.
La colombella vide immediatamente
il pericolo quale era
pensò a cosa poter fare
e a chiunque potesse aiutarla.
Per quanto ci pensava
una soluzione non trovava
e il tempo passò
quando poi però pensò.
Cercherei un amico
tra quelli che ho
un anziano che mi dà
da mangiare ogni giorno.
E fino al suo balcone
la colombella arrivò
e sul vetro beccò
e il vecchietto aveva trovato.
Cosa c’è, colombella?
non è ora di pranzo
le disse il vecchietto
non appena la vide.
Continuò a beccare
non si voleva fermare
qualcosa gli deve dire
e lui lo deve scoprire.
Grazie alla sua intelligenza
si fece capire
avvisò l’anziano
che svelto andò a vedere.
Nel porto lì vicino
il vecchio sta guardando
e vide il delfino
i dispiaceri che stava attraversando.
Non lo poteva lasciar andare
perché la rete lo stava trattenendo
l’anziano con fermezza
e velocità le cose sistemò.
La barca è di suo figlio
e subito rilasciò
quel piccolo delfino
che via nuotò.
E grazie alla colombella
che il la soluzione individuò
per aiutare il tuo amico
la felicità trovò.
AMORE
2. LA GABBIANELLA STUPITA
Volando una mattina
come ha sempre fatto
una gabbianella stava
e qualcosa l’avrebbe stupita.
Rapidamente si avvicinò
perché non ci credeva
una nave lì si arenò
tra le rocce la vedeva.
Ma cosa sarà successo?
stranita si domandava
Lì come ci sarà arrivata?
e girava e girava.
Guardando dappertutto
non si può immaginare
come fosse arrivata
così lontano dal mare.
Lei sa perché è intelligente
e molte ne vide
di barche nell’acqua
sempre ne vedeva.
Ma questa sta tra gli scogli
Come sarebbe andata avanti?
non lo capiva.
e facile non sarebbe stato.
Non sapeva cosa fosse successo
e nessuno glielo disse
molti erano lì bloccati
la gabbianella vide.
Pittori, c’erano pittori
Non li aveva mai visti prima.
laggiù, vicino a quelle rocce
e volò via.
Stavano dipingendo la barca
quella che si era arenata
anche a quei pittori
lì aveva stupiti.
Perché la costa rocciosa
è sempre stata lì
ma una barca su di essa
non era mai stata trovata prima.
Cosa accadde alla barca?
continuava a pensare
all’improvviso udì qualcosa
e rimase ad ascoltare.
Sono due uomini, sorveglianti
l’un l’altro dicendo:
“Sicuramente è stata la tempesta
da ieri sera la stava trascinando”.
La tempesta? dice l’altro
Come può essere?
“Con un vento insidioso
la barca mossa si sarebbe”.
Il pensiero nella gabbianella
per un po’ è rimasto
e tornando alla nave
seria la guardò.
Sì, il vento soffia forte
lo so molto bene
ma la nave è così grande
Come si poteva spostare?
E così la gabbianella
pensando lì stava
intorno alla nave
e questa non si muoveva.
È bloccata sulle rocce
e non si muove più
mentre la chiglia è rotta
non navigherà mai più.
Sicuramente la tempesta
la trascinò
da un mare infuriato
ed è per questo che si arenò.
AMORE
3. IL RICCIO E LA PERNICE
Volando era arrivata
stava per mangiare
era molto affamata.
quando qualcosa vide.
La pernice guardò e guardò
e a guardare continuò
quello che cibo sembrava
a dimenarsi cominciò.
Un po’ si scansò
ma a guardarlo, continuò
quello, che cos’è quello?
quello che sto vedendo ora.
Che cosa sei? Chiese.
e sorpresa rimase
pensava di conoscere tutto
tutto quello che sul campo c’era.
L’altro aveva sentito
rispose subito.
“Un riccio, non vedi?”
e non si mosse.
“Vedendoti, ti vedo molto bene”
la pernice rispose
“Ma mai da queste parti
ti incontrai prima”.
“Forse perché qui non sei mai passata
perché non mi sono mai mosso
Qui ho la mia casetta
ma non ho amici”.
La pernice lo fissò e poi
gli aghi vide
e anche se non gli piaceva
al riccio ha disse:
“Se vuoi posso esserlo io
ma non mi piaci affatto”.
Cosa? chiese.
perché nulla ne sapeva.
“I tuoi aghi son pericolosi
e potrei infilzarmi
su un’ala o negli occhi
e più volare non potrei”.
“Andiamo, stai esagerando
Come potrei pungerti?
se nemmeno ti avvicini
io lì non ci arrivo”.
La pernice ci pensò un po’ su
e a volare iniziò
Dove vai? chiese l’altro
che solo sarebbe rimasto.
““Forse un giorno tornerò
quando ci avrò pensato
perché non mi piacciono gli aghi
e te li sei tolti”.
E volò via
più non tornò
il riccio rimase
triste in solitudine.
Ma aveva capito
le motivazioni che aveva
con quegli aghi che ha
sarebbe stata infilzata.
AMORE
Un’ape una mattina
volando si avvicinava
a qualcosa di strano che lì
sul suolo stava.
“Che cos’è?” sta dicendo
quello non rispondeva
l’ape a guardar continuava
e un po’ si spaventava.
Volando se ne andò
ma improvvisamente si fermò
su un ramo lì accanto
e di nuovo lo guardò.
Quello era ancora sul suolo
e dato che è molto curiosa
si avvicinò una volta ancora
per vedere cos’era quella cosa.
“Perché non vuoi parlare con me?”
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