Blake Pierce - Il Killer Dell’orologio

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Il Killer Dell’orologio: краткое содержание, описание и аннотация

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Un capolavoro del giallo e del mistero! L’autore ha svolto un magnifico lavoro, a sviluppare i personaggi con un approfondito lato psicologico, così ben descritto, che ci fa sentire all’interno della loro mente, provare le loro paure e gioire del loro successo. La trama è molto intelligente e vi intratterrà per tutta la durata del libro. Ricco di colpi di scena, questo libro vi terrà svegli fino all’ultima pagina. Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (su Il Killer della Rosa) IL KILLER DELL’OROLOGIO è il libro #4 nella serie di bestseller dei misteri di Riley Paige, che comincia con IL KILLER DELLA ROSA, bestseller (Libro #1) ! Delle donne vengono ritrovate morte sul ciglio solitario di un’autostrada nel Delaware. Alcune sono scomparse inspiegabilmente da molto tempo, mentre altre vengono ritrovate cadaveri, esposti in modi bizzarri e misteriosi. Quando viene scoperta una pista, diventa chiaro all’FBI, che un contorto serial killer è a piede libero – adescando ragazze, secondo subdoli schemi – e che non smetterà mai di uccidere. L’FBI, disperata di risolvere il caso, affida il compito di occuparsene all’Agente Speciale Riley Paige. Ma la brillante Riley, ancora riprendendosi dai casi precedenti, ha finalmente trovato la quiete nella sua vita domestica, ed è determinata ad aiutare la figlia April a tornare in piedi. Ma quando gli omicidi diventano troppo inquietanti, troppo urgenti – e quando l’ex partner, Bill, la implora – Riley finalmente realizza di non potersi tirare indietro. La caccia conduce la donna nelle profondità di un mondo oscuro formato da autostoppiste, girovaghe, donne di cui non importa a nessuno. Quando scopre che diverse donne sono tenute prigioniere, in vita, e che c’è ancora il tempo per salvarle, si rende conto che non si fermerà davanti a niente, ossessionata dal caso e spingendosi al limite. Tuttavia, Riley realizza che la sua stessa vita sta crollando, e che la sua fragile psiche può a malapena gestire la tensione. In una frenetica corsa contro il tempo, dovrà penetrare nella mente del killer per salvare quelle donne – e per impedire a se stessa – di crollare. Un cupo thriller psicologico, caratterizzato da una suspense mozzafiato, IL KILLER DELL’OROLOGIO è il libro #4 in un nuova serie affascinante – con un nuovo amato personaggio – che vi terrà incollati alle pagine fino a notte fonda. Il libro #5 nella serie di Riley Paige sarà presto disponibile.

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Riley pensò di raggiungere Bill in auto, ovunque lui fosse. Probabilmente le ci sarebbero volute quasi tre ore per arrivarci.

“Hai finito lì?” Bill le chiese.

Riley aveva detto a Bill e Brent Meredith che sarebbe stata in Maryland oggi, per l’udienza sulla libertà condizionale.

“Sì” rispose.

“Bene” Bill disse. “Ho mandato un elicottero a prenderti.”

“Tu cosa?” Riley esclamò con un sussulto.

“C’è un aeroporto privato vicino a dove ti trovi. Ti invierò la località via sms. L’elicottero è già lì probabilmente. A bordo, c’è un cadetto che riporterà la tua auto indietro.”

Senza un’altra parola, Bill mise fine alla telefonata.

Riley guidò in silenzio per un momento. Si era sentita sollevata, quando l’udienza era terminata durante la mattina. Voleva essere a casa, quando la figlia sarebbe tornata da scuola. Il giorno prima non c’erano stati ulteriori litigi, ma April non aveva detto molto altro. Quella mattina, Riley era uscita prima che la figlia si svegliasse.

Ma, per lei, la decisione era stata presa. Pronta o meno, era sul nuovo caso. Avrebbe parlato con April più tardi.

E non dovette riflettere a lungo prima che le sembrasse perfettamente giusto. Fece inversione, e seguì le istruzioni che Bill le aveva inviato. La cura più sicura al suo senso di fallimento sarebbe stato consegnare un altro killer alla giustizia—la vera giustizia.

Era ora.

*

Riley rimase ferma a guardare il corpo della ragazza che giaceva su di un palco, formato da assi di legno. Era una mattina luminosa e fresca. Il palco era situato in un gazebo, proprio al centro della piazza principale, circondato da erba ed alberi ben tenuti.

La vittima assomigliava in maniera scioccante alle due vittime nelle foto che Riley aveva visto. Giaceva a faccia in su, ed era così magra che sembrava come mummificata. I suoi vestiti sporchi e logori, che una volta potevano esserle andati bene, ora sembravano grottescamente larghi su di lei. Mostrava vecchie cicatrici e ferite più recenti, che sembravano i segni di una frusta.

Riley immaginò che avesse circa diciassette anni, l’età delle altre due vittime di omicidio.

O forse no, pensò.

Dopotutto, Meara Keagan aveva ventiquattro anni. Il killer poteva aver cambiato il suo modus operandi. Questa ragazza era ridotta così male, che per Riley era difficile determinarne l’età.

Riley era tra Bill e Lucy.

“Sembra che abbia patito la fame più delle altre due” Bill sottolineò. “Deve averla tenuta molto più a lungo.”

Riley scorse un mondo di rimprovero per se stesso, nelle parole del partner. Gli lanciò uno sguardo. Notò anche l’amarezza che traspariva sul volto dell’uomo. Riley sapeva ciò che Bill stava pensando. Quella ragazza era senz’altro in vita, e tenuta prigioniera, quando lui aveva indagato sul caso e non aveva avuto alcun riscontro. Stava biasimando se stesso per la sua morte.

Riley sapeva che non doveva farlo ma non riusciva a trovare le parole per farlo sentire meglio. I suoi rimorsi, per il caso di Larry Mullins, le lasciavano ancora l’amaro in bocca.

Riley si voltò per osservare ciò che la circondava. Da lì, la sola struttura completamente visibile era il tribunale dall’altra parte della strada, un grosso edificio di mattoni con una torre dell’orologio. Riley non era sorpresa del fatto che il corpo potesse essere stato portato lì nel bel mezzo della notte, senza che nessuno se ne accorgesse. L’intera città era stata profondamente addormentata e la piazza era circondata da marciapiedi, così che l’assassino non rischiasse di lasciare alcuna impronta.

La polizia locale aveva delimitato con il nastro la piazza, e stava allontanando i curiosi. Ma Riley vide che alcuni membri della stampa si erano radunati davanti al nastro.

Era preoccupata. Finora, la stampa non aveva capito che i due omicidi precedenti e la sparizione di Meara Keagan erano collegati. Ma, con questo nuovo omicidio, qualcuno aveva senz’altro unito i puntini. Il pubblico lo avrebbe saputo prima o poi. A quel punto, l’indagine sarebbe diventata molto più difficile.

Lì nei pressi, c’era il capo della polizia di Redditich, Aaron Pomeroy.

“Come e quando è stato trovato il corpo?” Riley domandò.

“Abbiamo uno spazzino che entra in servizio prima dell’alba. E’ stato lui a trovarla.”

Pomeroy sembrava piuttosto scosso. Era un uomo di una certa età, in sovrappeso. Riley immaginava che, persino in una piccola cittadina come questa, un poliziotto della sua età avesse gestito un omicidio o due, durante la sua carriera. Ma non aveva probabilmente mai avuto a che fare con un evento così inquietante.

L’Agente Lucy Vargas si accovacciò accanto al cadavere, e lo studiò attentamente.

“Il nostro killer è incredibilmente sicuro di sé” Lucy disse.

“Come lo sai?” Riley chiese.

“Dunque, dispone i corpi in modo da mostrarli” fu la risposta. “Metta Lunoe è stata trovata in un campo aperto, Valerie Bruner sul lato di una strada. Solo circa la metà di tutti i serial killer trasporta le proprie vittime via dal luogo del delitto. Di quelli che lo fanno, circa la metà le nasconde. E molti corpi che sono lasciati in vista sono solo gettati via. Questo tipo di esposizione suggerisce che è molto impudente.”

Riley fu contenta che Lucy avesse prestato buona attenzione in classe. Ma, in qualche modo, non pensava che l’impudenza fosse la chiave della mente di quel killer. Non stava provando a vantarsi o a deridere le autorità. Puntava ad altro. Ma Riley non sapeva ancora di che cosa si trattasse.

Tuttavia, era sicura che avesse a che fare con il modo in cui il corpo era disposto, al contempo fastidioso ed intenzionale. Il braccio sinistro della ragazza era allungato sopra la testa. Anche il braccio destro era allungato ma disposto leggermente su un lato del corpo. Persino la testa, con il suo collo spezzato, era stata raddrizzata per allinearsi quanto più possibile con il resto del corpo.

Riley ripensò alle foto delle altre vittime. Notò che Lucy stava trasportando con sé un tablet.

Riley le chiese: “Lucy, potresti mostrarmi le foto degli altri due cadaveri?”

A Lucy occorsero pochi secondi per eseguire la richiesta. Riley e Bill si avvicinarono a Lucy, per guardare le due immagini.

Bill indicò e disse: “Il corpo di Metta Lunoe era il riflesso di questo, braccio destro sollevato, braccio sinistro sul lato del corpo. Il braccio destro di Valerie Bruner era sollevato, ma il braccio sinistro era allungato dall’altra parte del corpo, portato verso il basso.”

Riley si chinò e afferrò il polso del corpo, provando a muoverlo. L’intero braccio era immobile. Il rigor mortis aveva pienamente svolto il suo compito. Ci sarebbe voluto un coroner per determinare l’ora esatta del decesso, ma Riley era sicura che la ragazza fosse morta da almeno nove ore. E, come le altre ragazze, era stata spostata in quel punto, subito dopo l’omicidio.

Più guardava la scena, più qualcosa sembrava tormentare Riley. Il killer aveva avuto molta difficoltà a disporre il cadavere. Lo aveva trasportato al di là della piazza, giù per sei scalini, e lo aveva manipolato meticolosamente. Ma la sua posizione proprio non aveva alcun senso.

Il corpo non era allineato con nessuna delle pareti del gazebo. Non era collegato all’apertura del gazebo o al tribunale, o ad altro che Riley potesse vedere. Sembrava fosse stato deposto in un angolo a caso.

Ma questo tipo non fa nulla a caso, pensò.

Riley sentiva che l’assassino stava provando a comunicare qualcosa. Non aveva idea di che cosa fosse però.

“Che cosa ne pensi delle pose?” Riley chiese a Lucy.

“Non lo so” Lucy rispose. “Non molti killer mettono i corpi in posa, a dire il vero. E’ strano.”

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