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Keira salì di corsa i gradini della casa di Shelby e David. Faceva un gran freddo, e lei indossava un minuscolo abitino nero. Rabbrividì sulle scale mentre premeva ripetutamente il campanello, impaziente di vedere la porta aprirsi.
Finalmente si spalancò, inondando Keira di luce, musica e chiacchiere. Lei si strofinò le braccia e alzò lo sguardo per vedere Rob, il fratello di David, alla porta.
“Ehi,” disse lui, squadrandola da capo a piedi. Poi gli apparve una ruga divertita tra le sopracciglia. “Keira Swanson? Sei davvero tu?”
“Già,” rispose Keira. “Posso entrare? Sto gelando!”
“Ma certo!” esclamò Rob, spostandosi di lato. Keira lo superò rapidamente, emergendo dall’oscurità ed entrando nel corridoio luminoso. Lui chiuse la porta alle sue spalle. “Non ti avevo riconosciuta. Sei cambiata.”
“Non ho più ventun anni, se è questo che vuoi dire,” replicò la donna, sfilandosi la giacca.
Rob gliela prese di mano per appenderla a un gancio vuoto. “È stata allora l’ultima volta che ci siamo visti?”
Keira annuì. “Già. Alla fine del college.” La temperatura dentro l’appartamento iniziò a scaldarla e lei smise di strofinarsi tanto vigorosamente le braccia. “Quindi, come va?” chiese a Rob, cercando di fare conversazione.
“Alla grande,” rispose lui, con un largo sorriso. “Sì, molto bene.” Si grattò la testa, a quanto pareva a corto di argomenti. “Uhm, perché non vieni con me?”
“Certo,” confermò Keira.
Lui le fece cenno di seguirlo dentro l’appartamento. Keira obbedì, avanzando verso i rumori provenienti dalla cucina. David e Shelby avevano una bella casa, soprattutto considerando che nessun altro dell’età di Keira era ancora riuscito a permettersi di comprarne una. Che diavolo, Keira stessa non era nemmeno riuscita a mettere insieme il denaro per la cauzione di un appartamento in affitto!
Trovò tutti in cucina, Shelby seduta vicino a una grande isola intenta a chiacchierare con alcune persone che lei non conosceva. Colleghi di lavoro, suppose. Erano eleganti, con bei tagli di capelli, abiti alla moda e sorrisi sicuri. All’improvviso si sentì estremamente a disagio in presenza degli amici così calmi e tranquilli di Shelby.
“Keira!” esclamò Shelby, notandola. “Sei arrivata!” Appoggiò con forza il bicchiere sul bancone e barcollò verso l’amica, chiaramente già un po’ brilla. “Oddio, non pensavo che ti avrei mai più rivista,” strillò, gettandole le braccia attorno al collo e stringendolo.
Lei diede qualche pacca sul braccio che la stava strozzando. “Non essere sciocca,” disse con voce stridula. “Mi sono solo riposata un po’.”
Shelby la liberò dalla sua morsa e la guardò da capo a piedi. “Wow, sei bellissima!” Pizzicò la stoffa dell’abito di Keira tra le dita, per poi lasciarlo ricadere sul suo fianco. Poi voltò la testa per rivolgersi a tutta la sala. “Guardate quanto è splendida la mia amica Keira!” gridò. “Ed è SINGLE!”
Keira arrossì immediatamente. “Ti prego, Shelby,” borbottò tra i denti. Non si sentiva affatto attraente, per via dei chili di troppo che aveva messo su di recente.
“Che c’è?” ridacchiò Shelby. “Sei di nuovo sulla piazza e io ho degli amici molto affascinanti. E sappi che il tuo culo ha un aspetto magnifico.”
“È grasso, non magnifico,” borbottò Keira. “E ancora non sono pronta a uscire con nessuno. Oggi è letteralmente la prima volta che emergo dalle lande desolate della Depressione dopo due settimane.”
“Okay, okay,” rispose Shelby, roteando gli occhi. “Non insisto. Ma ti offrirò del vino.” E sorrise con aria maliziosa.
“No!” protestò Keira. Sapeva fin troppo bene quanto perdeva il controllo quando beveva troppo, e con quanta facilità si ubriacava quando era preda delle emozioni. L’alcol era l’ultima cosa che le serviva in quel momento.
Ma era troppo tardi. Un bicchiere pieno fino all’orlo di vino bianco attraversò la folla per piombarle davanti. Lei lo accettò dalla mano tesa e senza corpo, sbirciando lo spazio tra le teste di due persone per capire chi glielo stava offrendo.
“MAX!” gridò poi, quando alla fine capì che era l’altra sua migliore amica.
La donna sgusciò in mezzo a due uomini alti e dall’aria inamovibile, e abbracciò Keira.
“Ehi, straniera,” disse. “È bello vederti.” Si separarono e Maxine le sorrise, i suoi occhi scuri rilucenti di dolcezza. “Ero così preoccupata per te che ho persino mandato un messaggio a tua sorella.”
Keira alzò di scatto le sopracciglia. Maxine e Bryn si odiavano. Una qualche faida inesplicabile di cui nessuna ricordava le origini aveva reso la loro relazione quantomeno gelida.
“Non me l’ha detto,” replicò lei.
“Figurarsi,” ribatté Maxine, alzando gli occhi al cielo. “Comunque, sono felice che tu sia qui ora. Adesso posso dirti in faccia che sei una donna forte, potente e perfetta che non si lascia definire da nessun uomo.”
Keira scoppiò a ridere. Aveva l’impressione che fosse il primo sorriso autentico che faceva da giorni.
“Grazie, Max,” disse, sgomitando l’amica.
Sentendosi un po’ più felice, Keira bevve un sorso di vino. Era piacevole, con un sapore leggero e delicato. Immediatamente sentì la voce di Cristiano nella testa, a informarla che sarebbe stato benissimo insieme a del pesce. Fu attraversata da un senso doloroso di perdita.
“Hai notato che Rob ti sta fissando?” chiese tutto a un tratto Maxine, distogliendola dai suoi pensieri.
“No,” disse Keira, lanciando uno sguardo verso l’uomo appoggiato al frigo. Lui distolse subito gli occhi.
“Dovresti parlare con lui,” la esortò l’amica. “È chiaro che gli piaci.”
Keira scosse la testa. “Non sono dell’umore giusto per questo adesso. Quella con Cristiano è stata una relazione di rimbalzo dopo Shane, te lo ricordi? E guarda quanto è finita male.”
“Shane era stato un modo per superare la relazione con Zach,” le ricordò Maxine. “Ed è stata la miglior decisione che tu abbia preso per te in tanto tempo.”
Keira scosse di nuovo la testa. Abbassò la voce. “Ti prego, posso avere una sola serata senza dover pensare all’amore?”
Maxine sospirò con riluttanza. “Va bene. Ma a una condizione.” Afferrò la mano di Keira. “Ballerai con me tutta la notte!”
Keira sbuffò rumorosamente ma non oppose particolare resistenza mentre Maxine la trascinava al centro del soggiorno. I divani erano stati spinti verso le pareti, il tavolino da caffè spostato di lato, e già un certo numero di persone ballava in quello spazio. Ritrovarsi nel bel mezzo della stanza in quel modo non era certo il divertimento ideale di Keira, ma qualsiasi cosa era meglio che essere costretta a fllirtare.
Shelby le raggiunse saltellando, gettando le braccia attorno alle due amiche allo stesso tempo.
“Le mie preferite!” gridò. “Vi ho detto ultimamente quanto vi voglio bene?”
Keira rise.
“Qualcuno è ubriaco,” commentò Maxine.
“Già!” confermò l’amica. Poi alzò la voce e gridò sopra la musica: “Ed è bellissimo!”
Iniziarono a ballare insieme al ritmo della canzone, esibendosi in mosse di danza buffe ed esagerate. Keira si permise di rilassarsi per un momento. Bevve un’altra sorsata di vino, concedendosi di divertirsi e di lasciarsi andare almeno un po’. Insieme alle sue migliori amiche poteva scatenarsi.
Aveva svuotato il bicchiere, quando Shelby esclamò all’improvviso ad alta voce: “Oddio! Quando è stata l’ultima volta che ci siamo fatte degli shottini insieme?”
Afferrò le mani di entrambe, guardando prima una e poi l’altra con ansiosa anticipazione, come se avesse avuto l’idea migliore del mondo.
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