“Nessuna idea del perché gli sia stato infilato un calzino in gola?” chiese Chloe.
“No, nessuna. Abbiamo controllato i suoi cassetti al piano di sopra, pensando che forse avremmo trovato l’altro calzino, ma non è stato così.”
“Detective, possiamo avere il nome e il numero del coroner che ha in custodia il corpo?”
“Certo” disse, prendendo il telefono e scorrendo tra i contatti per recuperare le informazioni.
“E della prima vittima che ci dice?” chiese Chloe.
“Il suo nome era Richard Wells. Viveva a una ventina di chilometri di distanza, a Eastbrook. Un quartiere abbastanza simile a questo. Se ne sta occupando la polizia di Eastbrook, ma conosco alcuni dettagli, se vi interessa.”
“Sì, grazie.”
“Praticamente è una copia di quanto accaduto qui. Wells è stato trovato morto nella sua camera da letto, con il cranio sfondato e un calzino nero in bocca. Dal punto di vista della personalità, però, i due erano molto diversi. Wells aveva divorziato l’anno scorso. Si dice a causa di un problema di alcolismo. Lavorava come appaltatore privato e i suoi pochi dipendenti sono gli unici da cui siamo riusciti a ottenere informazioni. L’ex-moglie è già fidanzata con un altro e vive a Rhode Island. Entrambi i genitori sono morti, non aveva fratelli...non c’è nessuno a cui poter porre domande più approfondite.”
“Quindi un vicolo cieco, in pratica?” chiese Rhodes.
“In pratica, sì” convenne Anderson.
Chloe tornò a osservare le assi che formavano il pavimento del portico. Studiò la macchia di sangue, incapace di togliersi dalla mente l’immagine del sangue che aveva visto sul bollitore del padre. Quell’immagine affondò i suoi artigli dentro di lei, e Chloe provò un gelo improvviso, come quando si lascia il tepore di una casa per uscire durante una tempesta di neve. E in quel momento, seppe con certezza che non sarebbe riuscita a liberarsene; la scomparsa di Danielle l’avrebbe assillata fino a quando non fosse riuscita a parlare con lei, a prescindere dal caso.
La cosa peggiore di tutte era che stava iniziando ad avercela con Danielle per tutto quello, preoccupata che la ragazza sbandata che era stata un tempo stesse riemergendo.
Se la trovo, forse posso impedirlo, pensò Chloe.
Era un’idea allettante, ma mentre continuava a guardare il sangue di Bo Luntz, realizzò che se si trattava di salvare sua sorella, era esattamente come salvare la vita di Luntz, ovvero troppo tardi.
***
Secondo l’esperienza di Chloe, i medici legali di solito si dividevano in due tipologie: silenziosi e a tratti scontrosi, oppure entusiasti e forse un po’ troppo zelanti nel loro lavoro. La donna che incontrarono nell’ufficio del coroner e che aveva avuto il compito di esaminare Bo Luntz apparteneva alla seconda tipologia. Si chiamava Gerda Holloway e sembrava uscita da uno di quei reality dove bisogna conquistare uno scapolo, piuttosto che qualcuno che si occupava di cadaveri. Persino Chloe, quando la donna andò loro incontro nell’atrio, dovette riconoscere quanto fosse bella, con i capelli raccolti in una coda di cavallo e gli occhi incorniciati da occhiali in stile da bibliotecaria.
“Agenti Rhodes e Fine” disse Rhodes dopo che Holloway si fu presentata.
“Venite. Il corpo è pronto, ma potete dare un’occhiata, prima che inizi ufficialmente l’autopsia.”
La seguirono fuori dall’atrio e lungo un corridoio. Quando giunsero nella sala esami dove si trovava il corpo di Luntz, Holloway tenne aperta la porta per loro con un sorriso, come se stesse organizzando una cena con gli amici, invece che prepararsi a esaminare il cadavere di una persona assassinata.
Entrarono e Chloe si prese un momento per abituarsi alle luci forti e alle superfici sterili. Ogni volta che entrava nella sala esame di un coroner, le sembrava di mettere piede in un altro mondo. Quando però vedeva il cadavere sul tavolo, tornava nel mondo reale.
Fu quello che accadde in quel momento, con Bo Luntz. Era lì sul tavolo, con gli occhi chiusi e senza vita. Se non fosse stato per la ferita sulla fronte, sarebbe sembrato normale. Holloway si prese un momento per permettere alle agenti di ambientarsi, prima di avvicinarsi al tavolo con un tablet in mano.
“Come potete vedere, la lesione al cranio è stata procurata da un corpo contundente. Non c’è modo di sapere con certezza di cosa si tratti, ma considerando l’angolazione, la profondità della ferita e il fatto che il cranio sia come collassato, scommetterei su qualcosa di semplice come una roccia, o di più complesso come un qualche elemento decorativo da giardino.”
“Possiamo ricavare qualcosa sull’assassino da una di queste informazioni?” chiese Chloe.
“Beh, come potete vedere, la ferita sembra avere una leggera inclinazione verso l’alto. Quindi il colpo è stato inferto verso l’alto. Ci sono molti fattori che potrebbero causare questa situazione, ma la più probabile è che l’assassino fosse più basso della vittima.”
“Secondo il dossier” intervenne Rhodes, “Bo Luntz era alto un metro e ottantacinque. Il che significa che moltissime persone sono più basse di lui.”
“Sono d’accordo” replicò Holloway. “Tuttavia, se si guarda attentamente il margine della rientranza sul cranio, ci sono anche prove che suggeriscono che non è stato inferto un colpo solo, bensì due. E il secondo sembra essere stato più forte, ma non lo ha preso in pieno.”
Chloe si avvicinò al tavolo e vide precisamente quello che intendeva Holloway. Lungo il lato sinistro dell’incavo sulla fronte di Luntz, la ferita era più profonda di cinque centimetri. Inoltre, la pelle lì intorno sembrava leggermente più scura, come se fosse stata colpita con più forza. Chloe inclinò la testa, cercando di immaginare se fosse possibile che si trattasse semplicemente di un corpo contundente dalla forma strana.
“La mia teoria” proseguì il medico legale, “È che sia stato colpito una prima volta e poi una seconda subito dopo, quindi due rapidi colpi successivi. Questo spiegherebbe la mira imprecisa, un colpo dietro l’altro. Ma poiché il secondo colpo sembra averlo ferito a malapena, presumo sia stato inferto mentre lui stava già cadendo.”
“Ed entrambi i colpi sono proprio al centro” notò Chloe. “Se qualcuno lo avesse colto di sorpresa, magari arrivandogli alle spalle, un colpo così perfetto sarebbe improbabile, giusto?”
“Sì. Non impossibile, badate bene. Ma molto improbabile.”
“Quindi potrebbe trattarsi di qualcuno che sapeva si trovasse in casa?” suggerì Rhodes.
“È proprio quello su cui scommetterei dei soldi” disse Holloway.
Chloe pensò ai dettagli che Johnson aveva condiviso con loro e a quel poco che Anderson gli aveva riferito. Nessun segno di effrazione, nessun segno di lotta, ed era il giorno dell’anniversario dei coniugi. La semplice deduzione e l’esperienza di Chloe sembravano indicare la moglie.
“Gli ha trovato altro in gola, oltre al calzino?” chiese Chloe.
“No. Ma probabilmente è stato messo lì dopo l’omicidio. Sembrava essere stato posizionato con grande cura. La lingua era stata spinta indietro. Se fosse stato infilato in bocca mentre era ancora vivo, i muscoli della lingua avrebbero immediatamente premuto contro la stoffa.”
Il particolare del calzino rendeva tutto più strano. Era il tipo di peculiarità a cui Chloe di solito si aggrappava, poiché doveva essere sicuramente un gesto simbolico. E di solito dove c’era simbolismo, si nascondeva anche un movente.
Chloe osservò il cadavere ancora un po’, cercando di trovare qualche altro elemento che puntasse in una direzione diversa da quella della moglie. Quando fu chiaro che non avrebbe trovato nulla, lei e Rhodes ringraziarono Holloway, prima di andarsene.
“Anche tu pensi alla moglie?” chiese Rhodes mentre tornavano verso la parte anteriore dell’edificio.
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