Certo che no. Io sto qui, a sospirare frustrata, mentre lui si sazia con la scopata del giorno.
Vi starete chiedendo perché non cambio casa, perché non cambio la mia vita.
Vi rispondo subito, anche se sono sicura che penserete che sia ancora più pazza: ciò che mi trattiene qui, è la speranza... È ciò che mi fa restare qui e accettare un lavoro che non sognavo, che mi fa rinunciare al mio desiderio e trascorrere le notti ad ascoltare i gemiti della casa accanto. La stupida speranza che un giorno lui si svegli e capisca che sono io la donna della sua vita. Oh, Dio. Sembra stupido anche a me. Ma chi dice che io possa rinunciare a quest’uomo?
Ed è per questo che ogni notte vivo lo stesso tormento. Prima la rabbia e poi la frustrazione. Mi alzo e bevo un po’ d’acqua per cercare di calmarmi, perché mi rifiuto di masturbarmi per trovare un po’ di sollievo dal tormento mentre lui fa sesso con qualche ragazza. Così mi sdraio di nuovo sul letto, accendo la televisione, accedo a internet per vedere se c’è qualcosa d’interessante sui social o almeno qualcuno con cui parlare. Mi giro di nuovo nel letto. A volte sono ispirata e scrivo delle canzoni che non canterò mai a nessuno e che esprimono tutto l’amore che provo per questo idiota. E così vado avanti, finché non arriva l’alba, la casa accanto è silenziosa ed io, esausta, riesco a dormire.
Il giorno dopo, mi costringo ad alzarmi alle sette del mattino per fare la doccia e prepararmi per la mia corsa mattutina.
Ci sono due cose cui non rinuncio la mattina: la mia dose gigante di caffeina e la corsa. Sono fondamentali per me per affrontare il resto della giornata, dato che sono una persona che lavora e vive di notte.
Oggi vado a lavorare all’“After Dark” e devo essere di buon umore per affrontare la giornata.
Indosso un paio di leggings , metto le scarpe da ginnastica, prendo il mio telefono e seleziono la playlist “Pop Divas”, su cui ci sono delle canzoni che m’incitano a correre.
Esco dalla porta cantando Baby One More Time ancora una volta mentre mi scaldo per andare a casa di George, il mio compagno di corsa e mio migliore amico. Sa tutto di me, conosce i miei gusti musicali e sa anche della mia cotta non corrisposta per Danny.
— George, andiamo! Svegliati!
Busso forte alla sua porta.
— Sto arrivando, ragazzina — grida da dentro. — Fammi salutare il mio amore .
Se George non fosse gay e felicemente sposato con Ben, lascerei perdere questa folle cotta per Danny e lo prenderei per me. È bellissimo, intelligente, di successo, ha un buon profumo e si veste bene. Ha i capelli scuri e gli occhi azzurri profondi. È praticamente un Colin Egglesfield più giovane... sarebbe perfetto, se non gli piacesse la stessa cosa che piace a me!
— Ragazzina, cos’è quella faccia? Sembra che tu sia caduta da un camion in corsa. Che c’è? Non hai dormito di nuovo? — Mentre parla, George s’infila una ciambella in bocca, senza darmi il tempo di protestare che sta mangiando del cibo spazzatura. Sta seguendo una dieta ferrea, perché deve andare a un matrimonio e deve entrare nel suo abito elegante di Armani.
— Già. Lo speciale di Playboy TV mi ha di nuovo tenuta sveglia tutta la notte — rispondo, cercando a questo punto di trovare un po’ di umorismo.
— Devi fare qualcosa: o salti addosso a Danny Boy, il dio greco del sesso, o trovi un altro ragazzo che tolga le ragnatele e cancelli tutta la tua frustrazione.
— Se gli salto addosso, penserà ancora che sia una bambina e che voglio giocare a fare la lotta, e non ho amici o conoscenti che siano attraenti. Dai, metti su Rihanna e andiamo a correre.
Corriamo per circa cinque chilometri in compagnia delle nostre dive del pop e, sulla via del ritorno, ci fermiamo da Starbucks. Questa è un’abitudine cui non rinunciamo mai: prendere un cappuccino alla vaniglia e riposare su uno dei divanetti del caffè.
— Julie, che mi dici dell’ audizione da corista in quel gruppo pop? Quando è?
— La prossima settimana. Ma non so...
— No, no, no! — m’interrompe lui. — Non prendermi per il culo con questi discorsi sul fatto che non sai se devi andare o meno. Lavori all'“After Dark” da anni e quel bell’idiota non ti ha mai dato una possibilità. Non puoi buttare dalla finestra questa possibilità. Hai una voce fenomenale.
In quel momento il mio telefono emette il suono di un messaggio in arrivo.
Jo: Qualche novità? Gli hai parlato?
Mi manda lo stesso messaggio tutti i giorni. La mia amica spera che, dopo tutti questi anni, un giorno mi sveglierò, busserò alla porta di Daniel, gli chiederò di sposarmi e la farò finita con questa storia.
Io: No .
È la mia solita risposta. Non appena premo “Invia”, vengo sorpresa dal telefono che mi vibra in mano e rispondo senza neanche controllare chi mi stia chiamando così presto.
— Pronto?
— Ju, sono Danny. — È l’unica persona che mi chiama così. — Sei fuori? Sto bussando alla tua porta e non mi rispondi…
— Ciao, buongiorno — rispondo. George alza gli occhi al cielo quando sente la mia voce mielosa al telefono. Lo spingo leggermente. — Io e George siamo da Starbucks. Ti serve qualcosa?
— Ti volevo solo far sapere che sto partendo per un viaggio importante. C’è un locale che, secondo l’agente immobiliare, sarebbe perfetto per la nuova succursale dell’“After Dark”. I ragazzi stanno pensando di espandersi in altre città.
— Ah, va bene. Starai via a lungo?
— Ancora non lo so. Ho intenzione di rimanere una settimana per studiare il posto e fare qualche indagine. Forse un po’ di più, ma ti farò sapere.
— Va bene, Danny. Puoi stare tranquillo, andrà tutto bene all’“After Dark”. Vengono anche i ragazzi?
— Viene Zach, ma Rafe resta e si occuperà di tutto. Se hai bisogno di qualcosa, chiamalo. Devo correre o farò tardi. Abbi cura di te. Baci.
— Lo farò. Buon viaggio. Baci.
Attacco il telefono con un’espressione triste sul viso e George alza il sopracciglio chiedendo che cosa sia successo.
— Sta partendo per andare a vedere un locale. Non posso credere che non vedrò Danny per così tanti giorni.
— Dio mio, Julie, dimentica quell’uomo! Devi crescere, ragazza ti trascinerò a qualche festa pazzesca, rimorchierai un figo pazzesco e ti toglierai Daniel dalla testa.
Rido al suo commento.
— Lascia perdere. In questo momento l’unica cosa pazzesca che voglio è un bagno caldo.
***
Alle cinque del pomeriggio, arrivo all’“After Dark” e mi preparo per il mio turno. Prima di iniziare a lavorare, le cameriere si riuniscono sempre per ripassare i dettagli, ascoltare le prove della band e avere un feedback della sera precedente.
Prima di entrare nella sala principale vengo sorpresa dalle grida di Rafe che sta al telefono.
— figlio di puttana! Non posso credere che tu mi stia facendo questo proprio oggi!
Spalanco gli occhi e porto le mani alla bocca. Questo è il tipo di reazione, qualunque essa sia, che mi aspetterei da chiunque ma non da Rafe. È educato, affascinante, ha un timbro di voce un po’ roco, che fa impazzire molte delle ragazze al bar, e non dice mai parolacce.
Ovviamente, tutti i dipendenti sono scioccati, proprio come me.
Attacca il telefono come se avesse perso il suo migliore amico. E tutti si dileguano, spaventati da questo suo lato nuovo e strano.
Tranne me, che non ho paura del pericolo.
— Rafe, che cosa è successo? Posso aiutarti? — chiedo, senza lasciarmi scuotere troppo dal suo nervosismo.
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