Davina era sempre in guardia, a causa dell'umore instabile del marito. Qualche volta lui dimostrava un'attenzione amorevole e le sussurrava promesse; l'attimo dopo le dava la colpa di qualsiasi cosa gli rovinasse l'umore. Le girava la testa per quel torrente di accuse diverse e di ragioni per quel carattere mutevole. A volte, Davina non riusciva a distinguere l'alto dal basso ed ogni raziocinio veniva meno, nel caos della sua situazione. Quando vide suo padre venire in sua difesa e apprese che lui aveva occhi capaci di scorgere la verità, si aggrappò alla parete per calmare le gambe rese instabili da un puro sollievo. Non era pazza1 Non era colpa sua!
“Tieniti i forzieri, quindi, Munro. Fino a quando Ian non si sarò dimostrato più gentile con Davina, lei tornerà a stare qui e il corteggiamento ricomincerà da capo.”
Ian voltò la testa di scatto verso suo padre e Munro restò a bocca aperta. “Credo che adesso tu stia andando troppo oltre, Parlan. Non c'è bisogno di sconvolgere Davina, facendola ritornare qui e imponendole l'instabilità di una vita domestica mutevole.”
“Una vita domestica sicura e piena d'amore è meglio della prigionia che ha sopportato sotto il tuo tetto. Darò disposizioni affinché le sue cose siano riportate qui immediatamente.” Parlan strinse lo sguardo su Ian. “Se sei avido di legami con la corona, ragazzo, farai meglio a dimostrare di essere un marito innamorato e di meritare il frutto dei miei nipoti.”
Davina lottò per calmare il rimbombare del suo cuore, che batteva fuori controllo. Sarebbe stata a casa!
“Parlan.” Munro posò una mano tranquillizzante sulla spalla del padre di Davina. “Posso assicurarti che Davina sarà al sicuro sotto il mio tetto. Ora che sono al corrente della situazione...”
“Il maltrattamento è andato avanti sotto il tuo naso e tu non hai saputo vederlo!” ruggì Parlan.
Munro chinò la testa, indietreggiò e annuì. “Hai ragione, Parlan. Non posso esprimere il mio rammarico per avere ignorato il dolore che ho causato alla tua preziosa figlia. Sono giunto a considerare Davina come la figlia che ho sempre desiderato e mi dispiace che mia moglie non abbia vissuto abbastanza da conoscerla.” Munro si voltò e iniziò a camminare avanti e indietro con un'espressione affranta e le mani dietro la schiena: l'immagine stessa del pentimento. “Credo che se Ian fosse stato influenzato dall'amore di mia moglie, avrebbe imparato ad essere un marito più gentile. Temo di essere stato troppo occupato con gli affari riguardanti le mie proprietà e la ricchezza, per passare del tempo con lui, quindi sono venuto meno al mio dovere di insegnargli queste cose.” Munro sostenne la propria causa, rivolgendo a Parlan uno sguardo addolorato. “Capisco la tua decisione e non mi opporrò, se vorrai mantenere questa posizione. Nonostante ciò, ti imploro di darmi la possibilità di sistemare le cose. Ho aperto gli occhi e sarò il protettore di Davina. Manterrò il controllo su Ian.”
Davina aspettava con il fiato bloccato nel petto, osando sperare nella sicurezza che suo padre le offriva. Gli attimi si allungarono all'infinito, mentre guardava Parlan riflettere sulle parole di Munro. Con un profondo sospiro, Parlan annuì. “Te lo concedo.”
Davina restò a bocca aperta e il suo cuore precipitò nel più profondo del suo essere.
“Ad una condizione: resterete tutti qui come nostri ospiti per due settimane o persino di più. Desidero passare del tempo con mia figlia, darle la possibilità di una tregua ed osservare per un certo periodo tuo figlio.” Parlan puntò il dito verso il viso di Munro e fece una smorfia. “Ma se vedrò il minimo accenno di dolore negli occhi di mia figlia o anche il più piccolo segno sul suo corpo, se non vedrò il suo comportamento trasformarsi in quello di una donna beatamente felice in breve tempo, scioglierò questo matrimonio e non mi importa dello scandalo che ciò potrà causare o di quanto potrà costarmi.”
Munro strinse la mascella e i suoi occhi divennero freddi. “Sì, sono sicuro che lo scandalo sia qualcosa che sei pronto ad affrontare, considerate le tue origini.”
Il volto di Parlan divenne scarlatto. “Nonostante le mie origini, io sono ancora quello con i legami con la Corona e non solo grazie alla mia nascita illegittima. Condividere la nursery ed essere cugino stretto di colui che è attualmente sul trono ha i suoi vantaggi.”
I due uomini si fissarono in uno scontro silenzioso, ma alla fine un ampio sorriso si allargò sul viso di Munro. “Non preoccuparti, amico mio! Non sarai deluso. Ian sarà un genero modello e noi avremo molti nipoti dei quali esser fieri!” Le pacche sonore di Munro sulla schiena di Parlan non riuscirono a cancellare la linea determinata della bocca di quest'ultimo, che tuttavia annuì di nuovo in assenso.
Davina inghiottì le nuove lacrime di sgomento che minacciavano di tradirla. Retrocedendo dalla soglia, percorse il corridoio in silenzio e si allontanò da quell'incontro tra uomini, quell'insieme di potere maschile che le imponeva una vita dominata dal destino. Barcollò nella cucina, poi all'esterno nel cortile deserto e dietro le scuderie, mentre il suo cuore sprofondava ancora di più all'idea della protezione di Munro, nella quale non credeva affatto. Davina non aveva mai detto niente a suo padre, e Parlan era venuto a sapere che Ian la maltrattava durante le poche visite che i suoi genitori le avevano fatto, o durante le brevi visite che lei e il marito avevano fatto a casa. Com'era possibile che Munro fingesse di ignorare ciò che avveniva sotto il suo stesso tetto? Si lasciò cadere su un piccolo mucchio di paglia dietro alcuni barili di acqua piovana, avvicinò le ginocchia al petto e nascose il viso tra le braccia, lasciando scorrere le lacrime.
Non si era confidata con suo fratello Kehr neppure una volta durante quell'orribile farsa di matrimonio. Persino adesso, non poteva andare da lui, perché Kehr si trovava ad Edimburgo, ad almeno tre giorni di viaggio dalla loro casa a Stewart Glen. In quel momento Davina non riusciva a capire la ragione per la quale non aveva mai condiviso i suoi guai riguardo a Ian con il fratello. Gli aveva sempre raccontato tutto, incluse le sue fantasie di diventare la moglie dello zingaro indovino. Non i dettagli più intimi, ovviamente, ma l'idea che lui sarebbe tornato e le avrebbe dichiarato il vero amore. Era stata felice che suo fratello accettasse i suoi sogni, anche se ogni tanto la prendeva in giro. Kehr l'aveva sempre sostenuta, ma l'aveva ammonita di non farsi intrappolare eccessivamente nel mondo dei sogni. Dopotutto, erano solo fantasia.
Trasse un profondo respiro per calmare il battito del cuore e le mani tremanti, cercando quelle fantasie per alleviare le preoccupazioni. Che impressione aveva fatto su di lei, quello zingaro gigante che prediceva la sorte! Aveva fatto molte visite all'accampamento degli zingari durante il loro ultimo soggiorno e aveva conversato con Amice, mentre sorseggiavano il tè accanto al fuoco. Broderick andava e veniva senza quasi degnare Davina di uno sguardo, prediceva la sorte e andava avanti con le sue occupazioni. Troppo timida per rivolgergli direttamente la parola, Davina approfittava di ogni opportunità per vederlo e la sua infatuazione cresceva. E quando lui le rivolgeva la parola, lei non riusciva a mettere insieme più di due parole senza una raffica di risatine. Tuttavia, aveva memorizzato ogni lineamento del viso di Broderick: la curva del suo naso aquilino, il bell'angolo dei suoi zigomi, la linea dritta della sua mascella squadrata. Alla tenera età di tredici anni, l'innocenza e la mancanza di esperienza davano ai suoi sogni il gusto di passeggiate attraverso le foreste illuminate dalla luna e baci rubati. Mentre cresceva, quelle fantasie erano maturate e bruciavano di abbracci pieni di passione. Amice aveva detto che sarebbero tornati. Negli otto anni trascorsi da quando lo aveva incontrato, ogni gruppo di zingari che attraversava il loro piccolo villaggio di Stewart Glen le incendiava il cuore, ma la delusione di non vedere Broderick tra loro gettava acqua su quel fuoco. Quando suo padre aveva stipulato il contratto matrimoniale con Munro e aveva concesso la sua mano a Ian, lei si era costretta ad abbandonare i sogni ed era giunta alla conclusione realistica di dover mettere da parte i capricci, come le consigliava suo fratello.
Читать дальше