Elros ha bisogno di soldi, e in fretta. Il suo capo gli propone di essere il suo finto fidanzato in cambio di una bella somma di denaro. Elros non è sicuro che vivere una soap opera nella vita reale faccia per lui, ma i soldi che gli vengono offerti sono troppi per lasciarsi sfuggire un'occasione del genere, non con sua madre malata di cancro e i debiti che si accumulano in fretta.
Forse fingere potrebbe essere la soluzione migliore per entrambi.
Dedica
Grazie, Susan, per avermi spinta a scrivere questa storia.
Mercy, grazie per tutto l'aiuto che mi hai dato.
Questo libro è per voi.
Riconoscimenti
L'autore riconosce lo stato di marchio registrato e i proprietari dei seguenti marchi menzionati in questa opera di fantasia:
General Motors: General Motors LLC
War Memorial Coliseum: Board of Commissioners of the County of Allen, Allen County, Indiana
AutoCAD: Autodesk Inc.
The Embassy Theater: Embassy Theater Foundation
Netflix: Netflix Inc.
Corona: Cerveceria Modelo S.A. De C.V. Corporation
Via col vento: Margaret Mitchell, Lowe’s Inc.
Hot Fuzz: Universal Pictures, Rogue Pictures
Intensity: Dean Koontz
Il luogo delle ombre: Dean Koontz
Grand Wayne Center: Fort Wayne-Allen County Convention and Tourism Authority
Hall’s Guesthouse: Don Hall Guesthouse Hotel
The Journal Gazette: The Journal Gazette Company
PFLAG: Jeanne Manford
American Cancer Society: American Cancer Society Inc.
Domino’s Pizza: Domino’s IP Holder LLC
Paul: Universal Pictures
Shaun of the Dead: United International Pictures, Mars Distribution, Rogue Pictures
Jack Daniel’s: Jack Daniel’s Properties Inc.
Band-Aid: Johnson & Johnson Corporation
Capitolo Uno
Remington Marlow fissò il telefono sulla sua scrivania come se potesse prendere vita e morderlo. Suo padre era in vivavoce, intento a sputacchiare sciocchezze a quell'ora insana del mattino. Remi aveva bisogno di molto caffè per riuscire a sopportare quella conversazione.
“Dannazione, papà. Questo è ridicolo.” Sbattendo la mano sulla scrivania, Remington sollevò la cornetta.
L'intera azienda non aveva bisogno di conoscere i suoi affari privati. Jackson Marlow poteva anche essere suo padre, ma era fuori di testa se pensava che Remi avrebbe semplicemente assecondato quel piano stravagante che prevedeva che si accasasse. Era contento che suo padre fosse nell'ufficio principale, a circa cinque minuti di distanza, e non in fondo al corridoio, perché in quel caso avrebbe fatto qualcosa di avventato. Tipo strozzarlo. Odiava discutere della propria vita sentimentale… di nuovo. Non era più un bambino. Aveva appena festeggiato il suo trentaseiesimo compleanno, per la miseria.
“No, non lo è,” dichiarò Jackson. “Avevo rinunciato alla speranza di avere un erede quando mi hai detto di essere gay, ma adesso ci sono molte altre opzioni là fuori, Remi.”
“Papà…”
“Non provarci. Leggo i giornali, sai? So che i bambini possono essere adottati, oppure potresti anche pensare di usare un surrogato. Non sto dicendo che devi avere figli ora , ma non lascerò che ti faccia tutti gli uomini di Fort Wayne.”
“Non mi sto facendo tutti …” Remi si strofinò una tempia, incapace di ripetere le sue parole.
Suo padre sospirò e continuò la filippica. “Voglio che ti sistemi. Esci con un uomo. Conoscilo. Innamorati di lui e poi sposalo. Voglio che tu abbia quello che ho avuto io. Gli anni che ho passato con tua madre sono stati i migliori della mia vita e darei qualsiasi cosa per riaverli.”
“Lo so, papà. Lo so. Manca anche a me.”
“Forse ho sbagliato con te. Forse darti tutto quello che volevi, e assicurarmi che tu avessi una rendita mensile fino a quando fossi entrato in possesso del fondo fiduciario, non è stata la migliore delle idee. Bene, da oggi in poi puoi scordartela. Dovrai imparare a contare solo sui soldi che guadagnerai, senza alcun aiuto da parte mia. Ti taglierò fuori se non farai qualcosa della tua vita. Inizia a frequentare seriamente qualcuno e farò in modo che il fondo fiduciario sia completamente a tua disposizione il giorno del tuo quarantesimo compleanno, e non ti taglierò neppure lo stipendio mensile.”
“È per questo che hai messo quella clausola al fondo fiduciario? Capisco la rendita, ma come fa una persona a sopravvivere fino a quarant'anni?” Remi voleva lanciare il telefono dall'altra parte della stanza. Era così frustrato, dannazione. Aveva quasi quarant'anni e suo padre gli dava ancora la paghetta .
“Sei fortunato che non abbia aggiunto una clausola matrimoniale, Remi.” Le parole di suo padre furono più o meno come benzina gettata sul fuoco che stava iniziando a divampare nel suo corpo.
“Sapevo che mi stavi controllando, ma questo supera davvero il limite.” Remi si pizzicò il ponte del naso. “Sai che la mamma voleva che avessi quei soldi quando ho compiuto ventuno anni. Tutti. Senza clausole. Senza rendite mensili. Tutti insieme.”
“Sì, ma l'ho convinta a ripensarci. Volevo che fossi più maturo. Ventuno anni sono troppo pochi per gestire una somma di denaro del genere. Quando è morta, ho capito di aver fatto la cosa giusta. La sua scomparsa ha distrutto un po' del tuo istinto di sopravvivenza.”
“Avevo appena perso mia madre. Ma non è questo il punto. Lo sai che sono un uomo adulto, vero? Che gestisco una società multimiliardaria?” Remi si coprì il viso con una mano. La testa gli martellava. Aveva bevuto troppo la sera precedente, e si era portato un ragazzo a casa. Remi non riusciva a ricordare il suo nome, ma aveva un culo bello stretto. Quello era qualcosa che valesse la pena ricordare.
La voce di suo padre lo riscosse dai postumi della sbronza.
“Lo so. E so anche che spendi soldi come se non ci fosse un domani.”
“Stai parlando come se dovessimo fallire entro il fine settimana.”
La testa pulsò più forte. Non era ancora del tutto sveglio. E oltretutto ora pensava a sua madre.
Caffè .
Dio, una tazza di caffè sarebbe stata perfetta in quel momento, ma non aveva ancora avuto la possibilità di berne neppure una goccia. E non poteva neanche dire alla sua segretaria, Sara Jo, di portargliene una tazza, perché stava già usando il telefono per parlare con suo padre.
Al diavolo la mia vita.
“Non sai mai quello che ti può riservare il futuro, figliolo.”
“Sei fortunato che ti voglio bene, papà.” Remi poteva essere arrabbiato con suo padre, perfino esasperato dalla sua insistenza, ma gli voleva bene.
Tutto quello che Remi doveva fare era dissuaderlo dall'idea che avesse bisogno di innamorarsi di qualcuno. Di solito ci volevano un paio di settimane per far cadere quel discorso. Non era la prima volta che succedeva.
Remi era abbastanza felice della propria vita. Non voleva sistemarsi.
Non voleva essere il daddy di qualcuno. Come avrebbe potuto sapere se un uomo lo voleva solo per i suoi soldi? Aveva già commesso quell'errore. Gli si era spezzato il cuore quando aveva scoperto che il suo conto in banca era tutto ciò che interessava al suo ex. Appena sapevano il suo nome, tutti gli si avvicinavano cercando di incastrarlo. Fort Wayne non era così grande e, anche ad Indianapolis, il nome Marlow era molto conosciuto in certi ambienti.
Non era il tipo da avere una storia seria… non più. Non dopo Harry.
“Sei fortunato che anche io ti voglio bene. Non ti darei un ultimatum se non fossi preoccupato per te. E non pensare di riuscire a dissuadermi. In qualità di esecutore testamentario del fondo che io e tua madre abbiamo istituito per te, ho già chiesto agli avvocati di redigere i documenti che stabiliscono i nuovi termini. C'era una clausola specifica negli accordi.”
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