A mia moglie Paola
Ai miei figli Diego e Debora
Alle mie nipoti Maeve e Eileen
Stefano Vignaroli
Tranquilla Cittadina di Provincia
I Misteri di Villa Brandi
ISBN 9788835430384
©2013 MJM Editore (I Misteri di Villa Brandi)
©2021 Tektime (seconda edizione riveduta e modificata)
Tutti i diritti di riproduzione, distribuzione e traduzione sono riservati
I brani sulla storia di Jesi sono stati tratti e liberamente adattati dai testi di Giuseppe Luconi
Sito web http://www.stedevigna. com
E-mail per contatti stedevigna@gmail.com
Piazza Federico II
Olio su tela dell’artista Jesino Mario Ciccoli
Stefano Vignaroli
TRANQUILLA CITTADINA DI
PROVINCIA
I Misteri di Villa Brandi
Le Indagini del Commissario Caterina Ruggeri
ROMANZO
LEGENDA
1 – Piazza Federico II (Piazza San Floriano – Ex Acropoli o Foro)
2 – Palazzo Baldeschi-Balleani
3 – Porta Valle (Porta Pesa)
4 – Palazzo Battaglia
5 – Torrione Rotondo
6 – Porta Bersaglieri (Porta Nova o Porta Marina)
7 – Via Pergolesi (Via degli Orefici)
8 – Giardinetti delle Carceri
9 – Torretta di guardia
10 – Cantiere per costruzione impianto di risalita
11 – Costa del Montirozzo e Torrioncino
12 – Palazzo Pianetti II (ex Carcere mandamentale)
13 – Antica cisterna romana
14 – Complesso San Floriano (Museo civico e teatro sperimentale)
15 – Porta Garibaldi (porta San Floriano)
16 – Enoteca Regionale delle Marche
17 – Area antico anfiteatro romano
18 – Palazzo del Governo (o della Signoria)
19 – Piazza A. Colocci
20 – Palazzo e Museo Fondazione Colocci
21 – Palazzo Carotti-Honorati (sede del Tribunale)
22 – Palazzo Mestica
23 – Piazza Baccio Pontelli
24 – Costa Mezzalancia (Scalette della Morte)
25 – Arco del Magistrato (Porta della Rocca)
26 – Duomo (San Settimio)
27 – Via delle Terme
28 – Piazza Indipendenza (Piazza delle scarpe)
29 – Piazza Spontini (Piazza del Soccorso)
30 – Piazza delle Monnighette
31 – Arco del Soccorso (Arco della Morte)
32 – Torrione di Mezzogiorno
33 – Piazza Sansovino
34 – Area vecchio saponificio (ex Chiesa di San Benedetto)
A-B – Cardo Massimo (Arco del Magistrato – Via Pergolesi - Piazza Federico II – Via delle Terme – Porta Bersaglieri)
C-D – Decumano Massimo (Porta Valle - Via Lucagnolo – Costa Lombarda – Piazza Federico II - Via del Fortino – Porta Garibaldi)
1 PREFAZIONE
Il Commissario di Polizia Caterina Ruggeri è una donna arguta, brillante e coraggiosa. È madre di una splendida bambina di nome Aurora e adora trascorrere le serate in compagnia di Stefano, suo immancabile compagno. Ma sotto questa facciata da donna qualunque si nasconde un’eroina intraprendente e avventurosa, sempre pronta a caricarsi di nuove indagini. Come quella che la vede coinvolta direttamente durante l’inaugurazione di Villa Brandi - una residenza settecentesca delle Marche, acquistata da un famoso Mister del calcio internazionale – in un attacco dinamitardo magistralmente portato a termine da un nemico senza nome e senza volto. È l’inizio di una nuova avventura, che trascinerà l’irrefrenabile commissario in un enigma senza fine, che affonda le proprie radici addirittura nella antiche Logge Massoniche.
Con “I Misteri di Villa Brandi”, Stefano Vignaroli scrive un romanzo che, meglio di qualunque altro, tratteggia i contorni di una Jesi misteriosa e affascinante. Colori, suoni, immagini e profumi si condensano in un libro che ha il sapore della storia e il retrogusto dell’arcano.
Dal III secolo a.C. ai giorni nostri, un thriller mozzafiato che regala emozioni e ricordi. E quando avrete finito di leggerlo, nel momento esatto in cui volterete l’ultima pagina, non potrete fare a meno di rivalutare il fascino del nostro Paese.
Filippo Munaro
1 PROLOGO
Agosto 2009
CATERINA…
Il ponte di Ferragosto era passato veloce e la mattina del 17 mi ritrovavo di nuovo sul volo Ancona – Genova per rientrare nella mia sede di lavoro, ancora una volta immersa nei miei pensieri. Era stato bello passare due giorni interi con Stefano, a far progetti per il futuro, a parlare di noi e del figlio che avremmo avuto e a scambiarci coccole reciproche. Il mio compagno, in quel breve lasso di tempo che io avevo passato in Liguria, aveva cambiato stile di vita, e non parlo solo della passione per la musica. Aveva abbandonato la sua stanza all'interno della clinica, per trasferirsi in una cascina a pochi chilometri da lì. Era un luogo stupendo, immerso nel verde delle colline marchigiane. La casa era accogliente e arredata con gusto, in perfetto stile rustico. Un caminetto, che troneggiava nel soggiorno, avrebbe riscaldato le fredde serate invernali. Attraverso un ampio cortile, ideale per trascorrere all'aperto giornate e serate estive, si giungeva alle scuderie, dove già facevano bella mostra di sé due cavalli e un Pony. Poco più in là c'erano dei box per i cani, due dei quali già occupati da un Alano e da un Setter Gordon. La cascina confinava con un boschetto sul lato posteriore e con dei campi coltivati sugli altri lati.
«È meraviglioso», dissi a Stefano, mentre eravamo nel cortile a goderci i colori di uno splendido tramonto. «Peccato che non mi potrò godere a lungo questo luogo insieme a te!»
«Oh, non è detta l'ultima parola. Grazie alla tua gravidanza, potresti chiedere un avvicinamento. E comunque, dal momento in cui andrai in congedo per maternità, verrai qui e non ti permetterò di allontanarti in alcun modo fino a che nostro figlio non sarà ben cresciuto. I due cavalli li monteremo noi, ma il Pony è riservato al piccolo.»
«O piccola! Perché parlare solo al maschile?»
Sorridendo e scherzando, Stefano mi prese per mano, mi condusse di corsa verso la scuderia, sciolse i cavalli, senza neanche sellarli, e mi invitò a saltare sopra la giumenta, mentre lui saliva in groppa al maschio. I cavalli erano docili ed era facile cavalcarli anche senza sella e finimenti. Tutto ciò mi ricordava i tempi quando, da ragazzina, spesso facevo a gara con lui per conquistare il miglior cavallo che c'era nella scuderia da noi frequentata, spronando il malcapitato animale per sentieri e strade sterrate aggrappata alla sua criniera. Bei tempi! Certo, mi sarebbe piaciuto molto vivere la mia vita lì con Stefano, ma come avrei potuto fare con il lavoro? Anche quello mi piaceva moltissimo e non l'avrei cambiato per nulla al mondo.
Il lunedì mattina Stefano mi aveva accompagnato all'aeroporto, restandomi vicino fino alla chiamata per l'imbarco. Il momento di salutarsi fu davvero duro, ma il dovere mi chiamava e salii, un po' a malincuore, sull'aereo. Ora che era prossimo l'atterraggio, le emozioni stavano lasciando il posto alla voglia di rientrare al lavoro. Tutto sommato, a Imperia mi trovavo bene e con i colleghi c'era una grandissima intesa. Mi ero accorta che il Distretto era un po' come una grande famiglia e io mi sentivo ormai un buon capo, accettato da tutti non perché imponevo la mia volontà, ma perché avevo la capacità di coordinare quello stupendo gruppo di volenterosi poliziotti, dimostrando di fare la mia parte quando ce n'era bisogno. Certo era che, a parte l'indagine sui delitti di Triora, i luoghi erano piuttosto tranquilli. Certo, episodi di microcriminalità non mancavano e, considerando il fatto che i distretti di Polizia sono cronicamente sotto organico, tutti noi eravamo costretti a fare turni di lavoro prolungati per coprire il servizio in maniera adeguata. Ero stata felice che l'Ispettore Giampieri, messo davanti alla scelta se rimanere al distretto o ritornare a lavorare accanto al questore, avesse senza dubbio scelto la prima alternativa. Mi ero ormai molto affezionata a lui, era il mio vice, lo consideravo il mio alter ego e sarebbe stato difficile per me doverne fare a meno, anche in considerazione del profondo affiatamento che si era fin da subito stabilito fra noi due.
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