Da piccola aveva accarezzato il pensiero di sposarlo. Fantasie semplici e innocenti nate tanto dall’affetto che provava per lui quanto dalle canzonature di sua sorella Mary. Ma essendo allora una bambina e lui quasi un uomo, aveva accettato l’impossibilità di quel destino.
E adesso? Sebbene l’idea di sposarlo sembrasse del tutto improbabile, non poteva fare a meno di sperare che tornassero amici. Ma in tutti quegli anni lui l’aveva creduta morta e Molly non era tuttora sicura che fosse finalmente convinto della sua identità. Dubitava che le circostanze tra di loro sarebbero mai state le stesse di un tempo.
D’improvviso le lacrime le bruciarono gli occhi. Nulla sarebbe mai stato uguale. Imponendosi di non piangere, sbatté decisa le palpebre.
«Tutto bene?» s’informò Matt. Smontando dalla sella si era girato a guardarla e adesso camminava tenendo per le redini il cavallo di lei.
Molly tossì e si guardò le mani. «Sì. Solo un po’ di polvere negli occhi.»
Stava smontando a sua volta, imitata da Claire, quando un uomo tarchiato con barba e baffi grigi spuntò da dietro la casa.
«Ehilà, Matt. Ci si chiedeva dove fossi finito ieri sera.»
«Mi ha sorpreso la tempesta, Dawson. Mio padre?»
L’uomo lanciò una sbirciatina alle due giovani e sorrise. «È andato a controllare la mandria sul pianoro a nord. Tua madre è in casa.»
«Grazie. Molly e Claire, questo è Randall Dawson, il nostro caposquadra.»
«Piacere d’incontrarvi, signorine. Chiamatemi pure Dawson.»
Lieta per la distrazione, Molly sorrise.
«Matthew?» Una donna uscì dalla porta d’ingresso. «Mi sembrava di aver sentito la tua voce…» Si fermò di scatto. «Non mi ero accorta avessi portato ospiti.» Un’espressione deliziata le attraversò fugace il viso.
Non avendola vista che una manciata di volte, Molly aveva solo un vago ricordo della madre di Matthew.
Alta, snella e sorprendentemente femminile per una donna che viveva in una terra tanto selvaggia, aveva gli stessi lineamenti del figlio: naso lungo e sottile, occhi leggermente a mandorla e capelli scuri, sebbene i suoi fossero spruzzati di argento e raccolti in un nodo sulla testa.
«Te le presento subito» disse Matt, facendo segno a Molly e Claire di precederlo in casa. «Ma prima entriamo.»
«C’è qualche problema?» chiese la madre.
«No, ma forse è meglio che ti sieda.»
Lei increspò lievemente la fronte, quindi si rivolse alle due giovani. «Nonostante lo strano comportamento di Matthew, siete entrambe le benvenute qui.»
«Grazie, signora Ryan» rispose Molly.
La donna le sorrise. «Mi ricordate qualcuno...»
Entrarono in casa e Matt fece subito strada verso un’ampia zona salotto. Un divano con piedi a rocchetto in tappezzeria rosso cupo e un paio di poltrone imbottite di colore simile al precedente erano sistemati le une di fronte all’altro, mentre un largo camino in pietra dominava la parete opposta. L’arredamento era rustico e maschile, e a Molly piacque.
Si tolse il cappello, come fece anche Claire, e d’un tratto fu conscia di quanto sudicia e stanca per la cavalcata dovesse apparire. Nonostante l’aspetto altrettanto sozzo e spossato, infatti, i capelli dell’amica erano ancora luminosi, pensò meravigliata. La sua chioma bionda, raccolta in un’unica treccia, scendeva lungo la schiena e splendeva nella luce dei due lumi a olio sulla mensola del camino, contro il cielo via via più scuro e ben visibile da una larga finestra che si apriva sulla veranda.
Matthew lanciò il cappello su un tavolinetto e fece cenno a Claire di accomodarsi sul lungo divano. «Questa è Claire Waters.»
«Piacere di fare la vostra conoscenza, signora» disse la giovane, con una buona dose d’imbarazzo.
«Vi prego, chiamatemi entrambe Susanna. Come avete incontrato Matthew?»
Molly andò a sedersi accanto all’amica che intanto chiedeva silenziosamente aiuto a Matt.
«La risposta sarà un po’ difficile da accettare» rispose lui per loro.
Incrociando il suo sguardo, Molly si sentì un fascio di nervi. Dopo dieci anni erano tutti cambiati, lei più degli altri, e questo ritorno si faceva ancor più imbarazzante di quanto avesse immaginato.
«Ricordi quando gli Hart furono uccisi?» chiese Matt a sua madre.
«Certo che lo ricordo.» Un’espressione addolorata attraversò il viso di Susanna Ryan.
«E quando Cale trovò il corpo di Molly?»
«Sì. Ma perché ne parli proprio adesso?»
«Sembra che in tutti questi anni ci siamo sbagliati. Non era il suo quello che trovò.»
Confusa, Susanna guardò il figlio. «Non capisco.»
«È ancora viva.» Matt esitò. « Questa è Molly.»
Gli occhi della donna, sbarrati per lo stupore, cercarono veloci quelli della giovane. «Buon Dio» sussurrò.
Indecisa su come reagire, Molly non si mosse. Doveva offrire prove? Forse, per convincerla della propria identità, avrebbe potuto raccontarle qualcosa di dieci anni prima. Ma non le tornava in mente nulla.
«Certo» disse infine Susanna. «Somigli così tanto a tua madre.» Con gli occhi colmi di lacrime, si alzò e attraversò la stanza. «Molly, mia cara bambina.»
Istintivamente, la giovane scattò in piedi e si lasciò avvolgere dall’abbraccio di Susanna.
«Non riesco a crederci» continuò quella, traboccante di emozione. «È un miracolo. Dopo l’accaduto eravamo tutti così sconvolti, e soprattutto per aver perso proprio te .»
Fece un passo indietro e le toccò piano il viso.
Non sapendo ancora una volta come reagire, Molly rispose con un timido sorriso.
«Com’è accaduto?» volle sapere Susanna.
La giovane lanciò uno sguardo a Matt, ma gli occhi chiusi erano imperscrutabili. «Decidi tu quanto ti va di raccontare» le disse piano.
Molly inspirò a fondo. «Gli uomini che ci attaccarono quella sera mi rapirono e furono poi assaliti da una banda di Comanche che mi portò via con sé. Con noi c’era un’altra bambina, più o meno della mia età. Fu lei quella uccisa, ma per qualche ragione tutti voi pensaste che fossi io.»
«Oh Molly» rispose Susanna, mortificata «sei rimasta con i Comanche tutto questo tempo?»
«Per un periodo, poi fui venduta a un trafficante che a sua volta mi vendette a un minatore. Rimasi con lui per due anni. Sono riuscita a tornare solo di recente. Fino a due settimane fa non sapevo che i miei erano stati uccisi.»
«Mi dispiace così tanto» sussurrò Susanna. «Non posso crederci. Come ha fatto Matthew a trovarti?»
«È successo ieri, al ranch degli Hart» rispose lui.
Susanna fissò il figlio. «È meraviglioso» disse, quindi tornò a guardare Molly. «Non riesco neanche a immaginare quello che devi aver passato. Sarai esausta. Vi aiuto a sistemarvi» concluse, rivolgendosi anche a Claire.
«Vi siamo molto grate per la vostra ospitalità» disse Molly.
«Vado a cercare papà» s’intromise Matt. «Logan è in giro?»
«No. È andato a controllare il confine a sud. Non so bene quando tornerà, forse non stasera.»
Matt prese il cappello e si diresse verso la porta. «Non aspettare per la cena. Di sicuro Molly e Claire non mangiano qualcosa di decente da chissà quanto.»
Gli occhi di Molly incrociarono i suoi per un istante, poi lui uscì e lei provò l’irrazionale desiderio che restasse.
Stanca e affamata com’era, si concentrò sulla piacevole idea di dormire in un vero letto, il che non le capitava da molto tempo. Dieci anni, per l’esattezza.
Nell’udire il lieve colpo alla porta, Molly andò ad aprire.
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