Semplice. Quando ti ho lasciata a casa, sono ritornata al Pub e mi sono fatta dare il numero da Cade.
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Da: Naomi
Ore: 3.46 a.m.
E perché te lo sei fatta dare?
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Da: Naomi
Ore: 3.49 a.m.
Non puoi aspettare tutto questo tempo per dargli una risposta. E comunque se ti può tranquillizzare non era con nessuna ragazza intorno. Era solo, nel banco dove
servivano i drink e aveva lâaria di uno che aspetta una risposta importante.
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Da: Naomi
Ore: 3.50 a.m.
O poverino! E comunque non voglio il suo numero. VerrÃ
lui a trovarmi al bar. Detto ciò, domani ho un lavoro che mi attende per tutto il giorno, quindi se mi vorrai scusare, vado a dormire per quel poco tempo che mi è rimasto a disposizione per riposare.
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Da: Naomi
Ore: 3.51 a.m.
Non ti arrabbiare. Domani ti porto ugualmente il numero. Deciderai tu cosa farci. Notte.
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Finalmente alle quattro del mattino poggio il cellulare sul comodino e vado a dormire immersa nei pensieri per Cade. Quando mi addormento sogno di essere in un incendio, non capisco dove di preciso. Sono bloccata
in una stanza. Quando allâimprovviso la porta viene buttata giù ed entra un vigile del fuoco. <>
<> Chiedo confusa. Ha la faccia tutta piena di cenere. Riesco a vedere solamente gli occhi. Sono verdi.
<> Mi prende in braccio e mi porta fuori.
Mi sveglio di soprassalto e vado in bagno per lavarmi il viso. Guardo la sveglia e sono le sette. Decido di prepararmi. Metto un paio di shorts neri e un top bianco, poi mi dirigo verso la porta, metto le infradito, prendo le chiavi di casa e mi incammino verso la spiaggia. Il sole già comincia a riscaldarsi e dopo dieci minuti sono costretta a mettere gli occhiali da sole. Quando arrivo al bar sono le otto e regna la quiete. Guardo la spiaggia e câè qualche persona qua e là , chi corre in riva, chi gioca con le racchette da tennisâ¦
<>
<> à sorpreso di vedermi così presto la mattina. E ha ragione ad esserlo. Di solito sono in ritardo. Ma oggi sono in anticipo di ben unâora.
<> Dico con gli occhiali da sole ancora poggiati sul naso.
<> Di solito Xavier apre il bar alle sei del mattino. Ci sono sempre i mattinieri oppure qualche turista che arriva qui a quellâorario. Sta spolverando il banco e mentre sistema i bicchieri. Ã molto perfettino a riguardo.
<>
<> Mi fa un sorriso.
<> Affermo. Anche se ci lavoro non vuol dire che la posso mangiare senza pagare. Anche se per una volta potrebbe chiudere un occhio. Ma non sarebbe Xavier altrimenti.
Mangio lâultimo boccone e mi vado a cambiare. Metto la divisa da me tanto âadorataâ e raggiungo il mio capo.
<> Gli propongo mentre guardo la mini gonna di raffia.
<> Esclama. <<���à così bella.>>
<
dei fiori e una maglia senza maniche. Io devo stare al novanta percento nuda. Ã troppo striminzita.>>
<>
<> Mi guardo il seno, poi la mini gonna e infine Xavier.
Mi sta guardando e ride. So che non la cambierà mai. Quando gli piace una cosa è molto, molto difficile fargli cambiare idea.
<> Gli mostro il faccino triste facendo sporgere il labbro inferiore nella speranza di corromperlo.
<> Si porta lâindice al mento come per
pensare.
<> Questa è la risposta definitiva che mi porterà a indossare a vita questa divisa.
Mi rassegno al fatto e vado al banco aspettando che arrivi qualche cliente. Nel frattempo poggio i gomiti sul marmo e sui pugni il viso. Mentre guardo le persone che si sono moltiplicate sulla spiaggia, vedo un ammasso di capelli rossi, lisci, con gli occhi marroni che si dirige verso di me.
à Naomi. Indossa un tailleur a gonna nero, una camicetta bianca, le scarpe con i tacchi neri in mano e nellâaltra un bigliettino.
Arriva da me con un sorriso smagliante. <> <> Poi penso ai messaggi di ieri notte. <>
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<> Mi faccio infastidita. Non lo voglio per davvero quel numero. Anche se in cuor mio vorrei chiamarlo e vederlo. Provare tutte le sensazioni che sento quando mi sfiora. <>
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<> Ora il sorriso è scomparso. à seria, dispiaciuta. Perché ci tiene tanto che io esca con Cade?
Alzo gli occhi al cielo. <>
<> Dopo avermi fatto la predica la vedo andare via.
Prendo il numero e vado nel camerino ma mi accorgo che ho dimenticato il cellulare a casa. Evidentemente è destino che non devo chiamarlo. Piego il bigliettino e lo metto nella tasca degli shorts.
Mentre servo aperitivi, succhi e torte, il mio sguardo analizza spesso i clienti sperando di vedere una testa ricoperta di capelli neri, un paio di occhi verdi che mi fissano e una bella tartaruga con contorno di âVâ che
attendono di essere accarezzate dalla mia mano.
<> Una voce femminile parla da sopra il banco mentre sono abbassata per prendere un bicchiere.
Mi alzo e vedo Beverly con in testa una ghirlanda di fiori fuxia che circondano i suoi biondi capelli leggermente mossi. Oddio ma non mi danno pace! <> Esclamo. <> Faccio la finta tonta.
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Mi guarda con i suoi occhi blu. <>
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<> Mi porge il suo telefono. <> Mento spudoratamente.
<> Certo che si dicono proprio tutto e allâistante.
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<> Esclama. Non ha staccato lo sguardo dai miei occhi neanche per un attimo. Quasi mi mette a disagio. Sta diventando inquietante.
<> Questo è vero. Anzi verissimo. <> Borbotto.
<> Mi ammonisce con il dito e va via. Fuori un'altra. Non mi daranno tregua finché non lo chiamerò. Le conosco fin troppo bene. Almeno che non venga lui qui prima di stasera.
Ma visto la penultima chiacchierata mi sa che non verrà a causa del lavoro. âLui salva le personeâ già .
<> à Amber. In questo momento Arizona è libera, perché è venuta proprio da me? <>
<> Chiede in un colpo secco senza giri di parole. Sembra quasi infastidita dallâaverci visti insieme quella sera in riva.
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