Brower Dawn - Confessione Di Una Piantagrane

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Confessione Di Una Piantagrane: краткое содержание, описание и аннотация

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Jason Thompson, il conte di Asthey ha bisogno di sposarsi, e Lady Samantha Cain è determinata a essere la fortunata donna  che lo condurrà al sacro vincolo del matrimonio. Come la maggior parte degli scapoli Jason Thompson, il conte di Asthey. non ha alcuna intenzione di sposarsi. Resta fedele a quell'idea  finché non gli vengono lette le ultima volontà di suo nonno: se non si fosse sposato entro sei mesi dalla sua morte, avrebbe perso tutta la sua eredità. Se fosse per lui non gliene fregherebbe molto, ma purtroppo ha delle proprietà da salvaguardare.. Si trova quindi nella necessità di prendere una decisione difficile a cui mai e poi mai avrebbe voluto pensare. Lady Samantha Cain è sul punto di diventare una zitella. Suo fratello ha bloccato ogni gentiluomo intenzionato a corteggiarla. Lei non lo avrebbe mai ammesso in pubblico, ma in cuor suo era felice che il fratello agisse a quel modo.E' innamorata da sempre di un solo uomo. Il problema è che lui non l'ha mai vista come una potenziale moglie. Quando Samantha viene a conoscenza dei problemi che lui ha con la sua eredità, decide che è il momento di farsi avanti. Non ammetterà di essere innamorata di lui, ma gli offre un matrimonio di convenienza. Asthey vorrebbe rifiutare un'unione simile, soprattutto con lei, che un po' detesta. Però, ora che lei si è offerta, dovrà trovare una soluzione adeguata che non offenda nessuno e scendere a patti con se stesso.

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Anche questo ballo finì e lui la riaccompagnò al suo posto. Per tutto quel tempo, non si erano detti nemmeno una parola. Ma lei aveva gradito il suo silenzio. Si era goduta appieno tutto il ballo…e il contatto con il corpo di lui. Gli sorrise, sperando che Ashtey riuscisse a intuire quanto era innamorata. Ma lui non dette segno di aver capito. Anzi, si inchinò e si accomiatò. Ecco, era tutto finito prima ancora di cominciare!.

Lord Asthey la lasciò sola e se ne andò dai suoi amici. Il sorriso di Samantha vacillò un po’. Doveva andarsene, prima che tutti si accorgessero di quanto soffriva. Senza dire niente a nessuno si voltò e uscì dalla sala da ballo. Kaitlin poteva benissimo cavarsela da sola. Marian era ancora lì, dopo tutto ... Samantha riuscì a malapena a evitare di scoppiare in un pianto dirotto prima di potersi rifugiare in camera sua. Una volta chiusa la porta si gettò sul letto, e si abbandonò ai singhiozzi.

Quando non ebbe più lacrime da versare, si sedette e si asciugò il viso. Ecco qua, quel che è fatto è fatto. Ora l’unica cosa da fare era rialzarsi e cercare un uomo che l’amasse veramente. Quello stupido di Ashtey non sapeva cosa si era perso!

Se solo fosse riuscita a fargli credere che ...

Capitolo Primo

Londra 1825

Jason Thompson, il Conte di Asthey, si appoggiò allo schienale della sua poltrona nello studio del Coventry Club e si accigliò guardando la lettera, l'ultima tra le tante, inviatagli dall'avvocato di suo nonno che chiedeva un abboccamento con lui. Non voleva averci a che fare. Suo nonno materno, il duca di Wilmington, era sempre stato buono con lui. Se non fosse stato per suo nonno, sarebbe stato sul lastrico già tanto tempo fa. Suo padre si era mangiato al gioco tutte le sue sostanze quando Jason era poco più di un adolescente. Qualche anno dopo era morto in circostanze oscure. Nessuno riuscì ad affermare con sicurezza che si fosse trattato di suicidio, ma ciò non frenò i pettegolezzi.

La maggior parte delle persone che lo conoscevano pensò che si fosse ammazzato perché non riusciva a far fronte ai debiti. Fu quando arrivarono i creditori di suo padre a esigere il pagamento, che la sua vita cambiò improvvisamente e in modo terribile. Jason era ancora un ragazzo inesperto delle cose della vita, ma ne ricevette una lezione che non avrebbe mai dimenticato e che avrebbe forgiato la sua personalità. Quegli uomini indegni avevano cominciato a ricattare sua madre e a trattarla come una donna di malaffare, e non di rado erano riusciti anche ad umiliare il giovane Jason. A volte temeva che avrebbero ucciso anche lui. Ma resistette, per timore che, se lui fosse morto, sua madre avrebbe potuto fare una fine ancora peggiore: diamine, forse non avevano nemmeno bisogno di ammazzarlo, per abusare di lei!

Quegli uomini non erano veri creditori, ma gente del racket. Erano spietati assassini, e non riuscire a saldare il proprio debito equivaleva a una condanna a morte. Fu allora che Jason cominciò a chiedersi se la morte di suo padre non fosse stato invece un omicidio.

Alla fine, lui e sua madre erano riusciti a sopravvivere per miracolo, ma quell’ atroce esperienza aveva segnato Jason a vita. Il Duca suo nonno li aveva salvati da una brutta fine e aveva saldato i debiti. Jason si era rifiutato di lasciare la sua casa, ma sua madre era andata a vivere con il padre. Diceva di sentirsi più sicura nella sua vecchia casa. Jason invece aveva scelto una strada diversa. Aveva imparato a sparare ed era diventato un tiratore esperto. Poi aveva iniziato ad andare in giro armato. In seguito aveva preso anche lezioni di pugilato, per essere in grado di difendersi anche se malauguratamente si fosse trovato disarmato. In ogni caso, nessuno avrebbe più potuto offenderlo o alzare le mani su di lui.

Ormai, erano sei mesi che il Duca suo nonno era morto. Era strano, quindi, che Jason si fosse rifiutato di conoscere il nuovo Duca? Non gli piaceva suo zio, e si era rifiutato perfino di andare a stringergli la mano nel castello di Wilmington. E non vedeva alcun motivo per questo abboccamento con l’ avvocato del nonno. Tanto, la maggior parte del Ducato era stata pignorata, e quindi la sua eredità sarebbe stata sicuramente esigua. Jason era riuscito a mettere a frutto i pochi fondi che gli concedevano l’unico suo possedimento reale, la tenuta Ashtey. Tuttavia, anche questo stava per finire, perché le entrate non riuscivano a coprire le spese per mantenere una tenuta così grande.

Con quell’andazzo, avrebbe perso la proprietà nel giro di un anno, o al massimo due. La tenuta aveva bisogno di ristrutturazioni importanti, e la maggior parte dei suoi latifondisti cercava di provvedere da solo come poteva. Jason non sapeva cosa doveva fare al riguardo. Prendere per moglie una donna ricca poteva essere una valida opzione. Certo, avrebbe risolto tutti i suoi problemi finanziari, ma un matrimonio così gli avrebbe anche lasciato tanto amaro in bocca. Odiava l'idea di sposarsi solo per soldi. Onestamente, odiava completamente l'idea del matrimonio, alla luce di quello che era successo tra i suoi genitori. Avrebbe preferito rimanere libero, piuttosto che rendere infelice una povera donna.

"Che cosa fate qui, tutto solo, con quella faccia?"

Shelby avanzò verso di lui, a passi lenti. Jason alzò lo sguardo e si accigliò. I capelli scuri dell’amico erano arruffati, forse a causa del forte vento che soffiava fuori: dubitava che Shelby avesse ripreso con le sue vecchie abitudini di sedurre qualsiasi donna compiacente si trovasse sul cammino. Sapeva che Shelby amava sua moglie. E per il resto…beh, lui non aveva debiti o cose del genere, e non beveva neanche più. Quindi, con ogni probabilità era ormai una persona dabbene e un marito fedele. Indossava un elegante completo scuro, con panciotto verde smeraldo e camicia e cravatta bianche.

Jason batté un dito sul bracciolo della sedia. "Cosa fate voi, qui? " rispose, sollevando un sopracciglio. "Questo club è interdetto agli uomini che hanno ceduto alle tristi lusinghe del matrimonio".

Shelby ridacchiò e si sedette accanto a lui. Mentre si accomodava sul divano, disse: “Harrington ha deciso di fare alcune eccezioni. Chiaramente, nell’interesse di alcuni gentiluomini del club che hanno bisogno di aiuto. Ha convinto me e Darcy per agire in sua vece, quando lui non c’è."

"Negli ultimi tempi è spesso fuori Londra." convenne Jason. Harrington avrebbe potuto chiedere a lui di fargli da vice. Gli avrebbe fatto piacere. "Da quando è diventato padre ha nuove responsabilità.”

"No, ha nuove priorità - precisò Shelby - Ma succede, quando ci si sposa. Marian comunque l’aveva cambiato, e in meglio. Diede un'occhiata al bar. "Ho bisogno di un drink. Ne volete uno anche voi?"

"Noto che invece a voi il matrimonio non vi ha cambiato affatto – lo stuzzicò Jason - "Non vi manca Kaitlin?" Lady Kaitlin gli era sempre piaciuta. Magari, era troppo timida, ma aveva un'intelligenza acuta. Shelby non avrebbe potuto scegliere una donna migliore di cui innamorarsi. Erano due anime gemelle e si completavano a vicenda. Kaitlin era riuscita a inculcare del senno, in quella testa sballata. Da quando si era sposato, Shelby era dichiaratamente più saggio e maturo. Jason non avrebbe mai immaginato che lui e Kaitlin potessero piacersi, tuttavia era felice per loro. Magari non credeva all’amore per se stesso, ma era felice se i suoi amici più cari riuscivano a trovarlo.

Shelby agitò la mano con fastidio. "Sta prendendo il the con Samantha e Marian." Versò del brandy in due bicchieri e poi li portò da Jason. Porgendo il suo all’amico disse: “Mi ha praticamente spinto fuori dalla porta. A loro non piace la compagnia maschile in giro quando si riuniscono per spettegolare ".

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