Ora, quasi un anno dopo, la donna risultava ancora scomparsa, e non era stato trovato alcun corpo. Un nuovo messaggio appena spedito li aveva condotti nuovamente nello stesso posto. E ancora una volta, la terra mossa aveva mostrato che qualcosa, o qualcuno, poteva essere seppellito in questo punto.
E di nuovo, tutto iniziava a sembrare una sorta di crudele scherzo, che aveva trascinato la polizia fin lì, con la stessa perdita di tempo.
Mi piacerebbe mettere le mani su questo burlone.
Potrei anche mandarlo a giudizio.
Fissando il fondo della buca, Baldry chiese: “Quanto ancora dobbiamo scavare?”
Bella domanda, Wightman pensò.
Quanto ancora dovevano scavare prima di poter essere certi che faticare lì, a quell’ora della notte, fosse del tutto inutile?
“Continuate a scavare” Wightman rispose. “Immagino che stia diventando pesante. Potete fare a turno.”
Holland riprese a scavare, mentre Baldry se ne stette semplicemente sul bordo della buca. Guardando nell’oscurità circostante, Baldry disse con una smorfia: “Sceriffo, spero che stia in guardia dall’Uomo Capra.”
Wightman ringhiò sottovoce.
Non era una battuta molto divertente, dato che entrambi quei messaggi anonimi avevano fatto cenno alla vecchia leggenda. Il feroce Uomo Capra era solo un racconto del luogo, naturalmente, ma, quando Wightman era stato un bambino, la leggenda gli era sembrata abbastanza spaventosa da tenerlo sveglio di notte.
Stava per ordinare di porre fine allo scavo, quando udì una voce tremante provenire dall’interno della fossa.
“Sceriffo” Holland disse. “Avvicini la torcia.”
Wightman e Baldry si sporsero a guardare dentro.
Holland stava spostando un mucchio di terreno con la mano, scoprendo qualcosa.
Adesso la voce di Baldry sembrava spaventata.
“Oh, Gesù. Ho davvero una brutta sensazione.”
Wightman allungò una mano, puntando la torcia direttamente dove Holland stava lavorando.
“Sembra della stoffa nera” Holland osservò.
Mentre Holland spostava dell’altra terra, scorsero della vernice Bianca sul terreno nero, delle strisce bianche che sembravano costole. La stoffa faceva parte di un costume di Halloween.
La donna scomparsa doveva aver indossato esattamente quel tipo di costume, quando era sparita l’anno prima ad Halloween, un costume da scheletro, nero con ossa bianche disegnate sopra.
“Oh, no” Holland esclamò. “Oh, Cristo, no.”
Continuò a grattare via la terra a mani nude. Esitò quando scoprì la maschera del teschio.
“Sollevala” Wightman disse, sapendo benissimo quello che avevano trovato.
Holland sollevò la maschera, poi gridò e, barcollando, indietreggiò allontanandosi da quella orribile vista.
Si trattava di un altro teschio, un vero teschio. Carne essiccata era attaccata alle ossa, e c’erano dei malconci ciuffi di capelli logori sullo scalpo.
La verità investì lo Sceriffo Wightman come un maremoto.
Allison Hillis non era più una persona scomparsa.
Era morta.
Baldry si ritrasse dal bordo della fossa, piangendo terrorizzato.
Wightman stette a fissare il teschio con la bocca spalancata.
“Che cosa facciamo adesso, Sceriffo?” Holland chiese quasi sottovoce.
Per un istante, Wightman non seppe che cosa rispondere.
Che cosa significa questo? si chiese.
Perché l’informatore anonimo li aveva condotti qui, in un vicolo cieco l’anno prima, solo per ricondurceli di nuovo per poi far trovare davvero un cadavere?
E perché Allison Hillis era stata uccisa tanto per cominciare?
Wightman ricordò le parole con le lettere ritagliate contenute all’interno del messaggio , che diceva …
L’UOMO CAPRA HA ANCORA FAME
Qualunque cosa volesse dire, Wightman era sicuro di una cosa.
Ovviamente, si è trattato di un omicidio, e ce ne saranno degli altri.
Holland ripeté la sua domanda. “Che cosa facciamo adesso?”
Wightman prese un respiro lungo e profondo.
“Chiameremo l’FBI” fu la sua risposta.
A Riley parve impossibile radunare le figlie a colazione, quella mattina. Dopo aver litigato su chi avesse trascorso più tempo in bagno, April e Jilly continuavano ad entrare e uscire dalle loro camere, parlando del più e del meno. Quando finalmente scesero di sotto, iniziarono anche a prendersi in giro nel soggiorno, finché Riley ce le trascinò fuori.
Ne ho abbastanza di due ragazze? quasi si chiese.
“Forza, mangiamo” Riley continuò a dire. “Perderete l’autobus per la scuola. E non vi ci accompagnerò stamattina.”
Alla fine, riuscì a trascinare entrambe le ragazze in cucina, dove la loro governante guatemalteca, Gabriela, aveva preparato una deliziosa colazione come al solito. Appena sedettero a tavola, Jilly chiese.
“Mamma, posso avere quaranta dollari?”
“A cosa ti servono, tesoro?” Riley replicò.
“Vorrei noleggiare un costume da zombie” fu la risposta di Jilly.
Per un momento, Riley si chiese, Un costume da zombie?
Poi, ricordò: mancavano soli due giorni ad Halloween.
“Non ti serve un costume da zombie” Riley obiettò.
La sedicenne April dette un colpetto alla sorella minore e disse gioiosamente: “Te l’ ho detto che non te lo avrebbe permesso.”
Con voce lamentosa, la figlia minore disse: “Ma mi serve un costume per andare in giro a fare dolcetto o scherzetto!”
“Sei troppo grande per fare dolcetto o scherzetto”.
“Ho quattordici anni!” Jilly insisté.
“Esattamente ciò che intendo” la madre rispose, dando un morso alla colazione.
“Questo non è giusto” Jilly sbottò. “Non ho mai fatto dolcetto o scherzetto in vita mia. Sarò decisamente più vecchia l’anno prossimo . Questa sarà la mia ultima occasione.”
Riley si rattristò a quelle parole. “Non hai mai fatto dolcetto o scherzetto?”
Jilly alzò le spalle e disse lamentosamente: “Quando avrei avuto anche solo una possibilità di fare una cosa simile?”
April aggiunse: “Sai che sta dicendo la verità, mamma.”
In realtà, Riley ne era sicura: non lo aveva mai fatto prima.
Jilly era entrata nella sua famiglia soltanto di recente. L’ottobre precedente, si trovava ancora affidata ai servizi sociali a Phoenix e, prima ancora, aveva trascorso la propria infanzia con un padre violento. Riley aveva perfezionato le pratiche dell’adozione a luglio, dandole una vita più normale, ma sapeva che Jilly non aveva fatto molte cose, a quanto sembrava, andare in giro a fare dolcetto o scherzetto.
Jilly fece di nuovo spallucce. “Non lo so. Non posso andarci da sola?”
Riley rabbrividì leggermente alla sola idea.
“Assolutamente no” rispose. “Può essere pericoloso per i ragazzini che vanno in giro da soli a fare dolcetto o scherzetto. Devi andarci con qualcuno più grande. Forse può pensarci April.”
April sgranò gli occhi, allarmata.
“Non porto Jilly proprio da nessuna parte!” disse. “Devo andare a una festa!”
“Che festa?” Riley chiese.
“A casa di Scarlet Gray” April rispose. “Sono sicura di avertene parlato.”
“E io invece sono sicura che non l’hai fatto” Riley disse. “Ad ogni modo, non andrai ad alcuna festa. Sei ancora in punizione.”
April roteò gli occhi. “Dio, resterò in punizione per il resto della mia vita?”
“Solo fino al Ringraziamento” fu la risposta della madre. “Ci siamo accordate così.”
“Oh, perfetto” April esclamò, infilzando la colazione con una forchetta. “Sono in punizione ed accompagno mia sorella minore a fare dolcetto o scherzetto. Non ha proprio senso.”
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