Più Cassie ci pensava, e più era contenta che le si fosse presentato questo incarico. Dato che si trattava molto più di un semplice lavoro come ragazza alla pari, non poteva certo rifiutare. Doveva metterci anima e cuore, e assicurarsi di svolgere il lavoro al meglio, perché rappresentava un’opportunità che avrebbe potuto cambiarle la vita.
“Un tirocinio sembra stupendo ed è qualcosa che mi piacerebbe fare in futuro. Sarei felice di accettare la posizione come ragazza alla pari per ora. Grazie per avermela offerta”, disse.
La sig.ra Rossi le fece un piccolo sorriso.
“In questo caso, sei assunta. Hai con te le tue cose?”
“Sono nella mia macchina”,
“Una delle domestiche ti aiuterà a portare tutto nella tua stanza. Stasera, io e le bambine andiamo a far visita a mia madre, perciò mangeremo da lei. È la serata libera della cuoca, ma abbiamo a disposizione un servizio di consegna a domicilio. Ci sono i menù nel cassetto della cucina. Ordina ciò che preferisci e chiama dalla linea fissa. Consegnano in mezz’ora, e lo aggiungeranno al nostro conto”.
“Grazie”, disse Cassie.
La donna si sporse in avanti, e Cassie si ritrovò a fare lo stesso.
“Ti prego di non lasciar entrare nessuno in casa a meno che tu non abbia avuto conferma della loro identità. Viviamo in un quartiere ricco, ma sfortunatamente la criminalità è ovunque. Siamo stati obiettivo di ladri e scassinatori in passato. Con due bambine piccole, rapimento e traffico di minori sono sempre una minaccia, perciò devo stare all’erta. A meno che tu non stia aspettando una consegna, non lasciare entrare sconosciuti. Capito?”
Cassie annuì, sentendosi nervosa al pensiero che i bambini potessero essere l’obiettivo di qualcuno. Grazie alla sua recente esperienza in centro a Milano, sapeva che questo genere di crimini sono un rischio reale.
“Capisco. Starò molto attenta”, disse.
“Bene. Ci vediamo domani”, confermò la sig.ra Rossi.
Sollevò il ricevitore di un interfono, premette un pulsante, e parlò brevemente e rapidamente in italiano prima di posarlo nuovamente.
“La domestica sta arrivando”, disse a Cassie.
In quel momento, il telefono della sig.ra Rossi squillò.
“Ciao”, rispose, sembrando impaziente.
Rendendosi conto che sarebbe stato scortese ascoltare la conversazione, Cassie si alzò di fretta e si diresse verso la porta, per attendere la domestica all’esterno.
Uscendo dalla stanza, sentì la sig.ra Rossi dire duramente, “Abigail?”
Cassie ricordò che quello era il nome della donna che per errore le aveva detto che il lavoro come ragazza alla pari non era più disponibile.
Ci fu una pausa e poi Cassie la udì parlare di nuovo, con voce alta ed arrabbiata.
“Hai fatto un casino, Abigail. Non è accettabile, e neanche lo sono le tue scuse. Non venire a lavorare domani. Sei licenziata!”
Cassie si scostò dalla porta dell’ufficio, sperando che la sig.ra Rossi non si fosse resa conto che lei aveva udito. Si sentiva profondamente scioccata. La giovane impiegata era stata licenziata per un fraintendimento in merito ad una posizione lavorativa?
Non poteva essere l’intera storia. Dovevano esserci altre cose che aveva sbagliato. In ogni caso, Cassie sperava che fosse così. Con un brivido, si rese conto che forse questo era ciò che serviva per costruire un impero, ed era il motivo per cui così poca gente aveva successo. Errori e scuse non erano accettabili. Questo significava che lei sarebbe dovuta stare molto attenta, e fare del suo meglio per non fare casini.
Immaginò se stessa fare qualcosa di sbagliato e la sig.ra Rossi che le urlava quelle tremende parole contro, dicendole di fare i bagagli ed andarsene. Era parsa furiosa, una persona completamente diversa. Cassie non riuscì a non sentirsi dispiaciuta per la sfortunata Abigail, ma ricordò a se stessa che non aveva alcun diritto di giudicare la situazione, e non conosceva niente del loro passato.
Cassie fu felice di vedere arrivare la governante, e potersi così allontanare dalla nervosa conversazione a senso unico che poteva ancora sentire provenire dall’interno dell’ufficio. La donna in uniforme parlava solo italiano, ma le due furono in grado di comunicare a gesti.
Uscirono nel parcheggio, e la donna mostrò a Cassie dove avrebbe dovuto parcheggiare in seguito, in una piazzola coperta dietro la casa. Le diede la chiave del portone e un telecomando peril cancello, poi l’aiutò a portare le valigie al piano di sopra.
Cassie girò in automatico a destra, verso le camere dei bambini, ma la cameriera la richiamò indietro.
“No!” disse, e Cassie fu felice che questa parola fosse identica in italiano.
La cameriera indicò il corridoio dalla parte opposta del ferro di cavallo.
Cassie cambiò direzione, confusa. Aveva dato per scontato che la sua stanza fosse vicino a quelle delle bambine, in modo da poter badare a loro se avessero avuto bisogno. Dal lato opposto dell’enorme casa, non sarebbe stata in grado di sentirle se avessero pianto. La stanza della sig.ra Rossi, al centro del ferro di cavallo, era più vicina.
Ciononostante, aveva già visto quanto fossero indipendenti le bambine, per la loro età, e forse ciò voleva dire che non avevano bisogno di aiuto durante la notte – o se così fosse stato, che si sentissero sicure abbastanza per attraversare la casa e andare a chiamarla.
La sua enorme camera, con bagno privato, si trovava completamente al lato opposto del ferro di cavallo. Guardando fuori dalla finestra, Cassie vide che la stanza si affacciava su un giardino e un cortile, con una fontana ornamentale al centro.
Osservando dall’altra parte dello stesso, riuscì a vedere le finestre delle camere delle bimbe, e a dire il vero, nella luce del tardo pomeriggio, vide la testa scura di una bambina seduta alla scrivania, impegnata con i compiti. Dato che le bambine portavano la stessa coda di cavallo e avevano un’altezza molto simile, non riuscì a capire chi fosse esattamente, perché il retro della sedia copriva il vestito, che l’avrebbe invece aiutata a scoprirlo. Ciononostante, era buona cosa il fatto che potesse vederle anche dalla sua camera lontana.
Cassie voleva fare tutto il giro del ferro di cavallo e conoscere meglio le bambine, così da poter essere certa di partire col piede giusto.
Le bambine, però, stavano facendo i compiti, e poi sarebbero uscite con la madre, perciò avrebbe dovuto attendere.
Allora Cassie si occupò dei bagagli e si assicurò che la stanza e l’armadio fossero in ordine.
La sig.ra Rossi non le aveva chiesto se assumeva qualche tipo di medicinale, perciò Cassie non le aveva parlato delle pillole per l’ansia che la mantenevano stabile.
Mise i flaconi lontano dalla vista, in fondo al cassetto del comodino.
Cassie non si era aspettata di passare la prima sera da sola; si diresse verso la cucina e cercò nei cassetti finché non trovò i menù.
Il frigorifero era pieno di cibo, ma Cassie non sapeva se fosse riservato per pasti futuri, e non c’era nessuno a cui chiedere. Tutto il personale, compresa la cameriera che l’aveva aiutata, sembrava aver terminato il turno per quel giorno. Si sentì a disagio e strana al pensiero di ordinare del cibo per se stessa sul conto della famiglia la sua prima sera, ma decise che sarebbe stato meglio seguire le indicazioni della sig.ra Rossi.
C’era un telefono in cucina, perciò chiamò uno dei ristoranti della zona e ordinò una lasagna e una Coca Light. La cena arrivò mezz’ora più tardi. Non volendo sedersi a mangiare nella sala da pranzo formale, Cassie esplorò un po’. L’area al piano terra aveva molte piccole stanze, e una di loro, che lei ritenne essere una sala da pranzo per bambini, aveva un piccolo tavolo con quattro sedie.
Читать дальше