ASSASSINO ZERO
(UNO SPY THRILLER DELLA SERIE AGENTE ZERO – LIBRO 7)
J A C K M A R S
Jack Mars
Jack Mars è l’autore bestseller di USA Today della serie di thriller LUKE STONE, che include sette libri. È anche autore della nuova serie prequel LE ORIGINI DI LUKE STONE, che al momento comprende tre libri, e della serie thriller AGENTE ZERO, che al momento include sette libri.
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I LIBRI DI JACK MARS
SERIE THRILLER DI LUKE STONE
A OGNI COSTO (Libro 1)
IL GIURAMENTO (Libro 2)
SALA OPERATIVA (Libro 3)
CONTRO OGNI NEMICO (Libro 4)
OPERAZIONE PRESIDENTE (Libro 5)
IL NOSTRO SACRO ONORE (Libro 6)
REGNO DIVISO (Libro 7)
SERIE PREQUEL CREAZIONE DI LUKE STONE
OBIETTIVO PRIMARIO (Libro 1)
COMANDO PRIMARIO (Libro 2)
MINACCIA PRIMARIA (Libro 3)
SERIE DI SPIONAGGIO DI AGENTE ZERO
AGENTE ZERO (Libro 1)
OBIETTIVO ZERO (Libro 2)
LA CACCIA DI ZERO (Libro 3)
UNA TRAPPOLA PER ZERO (Libro 4)
DOSSIER ZERO (Libro 5)
IL RITORNO DI ZERO (Libro 6)
ASSASSINO ZERO (Libro 7)
UN RACCONTO DELLA SERIE AGENTE ZERO
“Non riesco a trovare Sara”.
Questo era ciò che Todd Strickland gli aveva detto al telefono. Non era nemmeno passato un giorno da quando Zero era tornato dal Belgio, dopo aver smascherato la cospirazione del presidente russo per annettere l'Ucraina con l’aiuto del presidente americano, e già ricevette una terribile notizia. Strickland aveva tenuto d'occhio Sara da quando era andata via di casa e si era trasferita in Florida, ma ora sembrava essere svanita nel nulla. Il suo numero di cellulare sembrava disabilitato e non si riusciva a determinare la sua posizione. Perfino i suoi coinquilini avevano affermato che non la vedevano da due giorni.
Mandami il suo indirizzo con un messaggio , gli aveva ordinato Zero. Vado all'aeroporto.
Poco meno di tre ore dopo si trovava fuori dalla casa sgangherata di Jacksonville, in Florida, il posto nel quale Sara abitava da poco più di un anno. Zero salì i gradini di cemento e bussò alla porta con il pugno ripetutamente e senza fermarsi, finché qualcuno alla fine rispose.
“Amico”, gli disse un adolescente biondo e magro con tatuaggi che gli correvano giù per le braccia. “Che diavolo stai facendo?”
“Sara Lawson”, gli disse Zero. “Sai dove potrebbe essere?”
Le sopracciglia del ragazzino si alzarono in un'espressione dubbiosa, ma la sua bocca si piegò in un ghigno. “Perché? Sei l'ennesimo agente che la sta cercando?”
Agente? Un brivido gli percorse la schiena. Se qualcuno che affermava di essere l'FBI si fosse già presentato a quella porta, ciò poteva significare che era stata rapita .
“Sono suo padre”. Si fece avanti, spingendo indietro il ragazzo con una spallata mentre entrava in casa.
“Ehi, non puoi fare irruzione qui!” cercò di protestare il ragazzo. “Chiamo la polizia…”
Zero si voltò verso di lui. “Sei Tommy, vero?”
Gli occhi del ragazzo biondo si spalancarono, ma non rispose.
“Ho sentito parlare di te”, gli disse Zero a bassa voce. Strickland gli aveva fornito molte informazioni mentre era in viaggio. “So tutto di te. Non chiamerai la polizia. Non chiamerai il tuo papà avvocato. Ti siederai lì, sul divano, e chiuderai quella dannata bocca. Hai capito?”
Il ragazzo aprì la bocca come se volesse dire qualcosa…
“Ho detto di chiudere la bocca”, scattò Zero.
Il ragazzo magro si ritirò sul divano come un cane preso a calci, sedendosi accanto a una ragazza che dimostrava a malapena diciott'anni.
“Sei Camilla?”
La ragazza scosse la testa. “Sono Jo”.
“Io sono Camilla”. Una ragazza latina, mora e troppo truccata, scese le scale in quel momento. “Sono la compagna di stanza di Sara”. Guardò Zero dall'alto in basso. “Sei davvero suo padre?” chiese dubbiosa.
“Sì”.
“E di cosa ti occupi?”
“Che cosa?”
“Che lavoro fai. Sara ci ha detto del tuo lavoro”.
“Non ho tempo per questi interrogatori”, mormorò alzando gli occhi al cielo. “Sono un contabile”, disse poi alla ragazza.
Camilla scosse la testa. “Risposta sbagliata”.
Zero rise, incredulo. Non mi sorprende che Sara abbia detto ai suoi amici la verità su di me. “Cosa vuoi che ti dica? Che sono una spia della CIA?”
Camilla lo guardò interdetta. “Beh… sì”.
“Davvero?” disse il ragazzino biondo sul divano.
Zero alzò le braccia, in preda alla frustrazione. “Per favore. Ditemi quando avete visto Sara per l'ultima volta”.
Camilla guardò i suoi compagni di stanza, poi il suo sguardo si spostò al pavimento. “Va bene”, disse piano. “Qualche giorno fa, stava cercando della roba, e io le ho dato…”
“Roba?” chiese Zero.
“Droga, amico. Continua”, disse il ragazzo biondo.
“Aveva bisogno di qualcosa per calmarsi”, continuò Camilla. “Le ho dato l'indirizzo del mio ragazzo. È andata lì. Poi è tornata. E la mattina dopo è uscita di nuovo. Pensavo andasse al lavoro, ma non è più tornata a casa. Non riesco a raggiungerla al telefono. So solo questo”.
Zero quasi perse la pazienza di fronte a quei ragazzini irresponsabili che avevano mandato una ragazza da sola a casa di uno spacciatore. Ma per lei ingoiò tutta la sua rabbia. Doveva trovarla.
Lei ha bisogno di te.
“Questo non è tutto quello che sai”, disse a Camilla. “Voglio il nome e l'indirizzo del tuo ragazzo”.
*
Venti minuti dopo Zero era in piedi davanti a una villetta a schiera di Jacksonville con un cancello sudicio e una lavatrice rotta sulla veranda. Secondo Camilla, questa era la casa dello spacciatore, un tizio di nome Ike.
Zero non aveva una pistola con sé. Aveva avuto una tale fretta di arrivare all'aeroporto che era corso fuori dalla porta con nient'altro che le chiavi della macchina e il telefono. Ma ora avrebbe voluto tanto averne una.
Cosa dovrei fare? Mi precipito dentro, lo prendo a calci, pretendo delle risposte? Oppure busso e faccio una chiacchierata?
Decise che, per cominciare, avrebbe optato per la seconda opzione.
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