Dawn Brower
Un Bacio Audace – Intellettuali Contro Libertini Vol. 3
UN BACIO AUDACE
INTELLETTUALI CONTRO LIBERTINI, VOL. 3
DAWN BROWER
TRADUZIONE DI: ANTONELLA MASTROPIERI
MONARCHAL GLENN PRESS
UN BACIO AUDACE (INTELLETTUALI CONTRO LIBERTINI VOL. 3)
Copyright ©2019 di Dawn Brower
website: http://www.authordawnbrower.com/
English Edition: January 2019
Traduzione: Antonella Mastropieri
Editore: Monarchal Glenn Press
Ditributore: Tektime
website: https://www.traduzionelibri.it/
Questa è un’opera di finzione. Nomi, personaggi, luoghi e organizzazioni citate sono frutto dell’immaginazione dell’autore e utilizzati in modo fittizio. Ogni riferimento a persone reali, viventi o defunte, o eventi realmente accaduti, è puramente casuale.
A volte certi inizi sono contrastanti…
Per tutti coloro che credono nell’amore a prima vista… A chi è così tanto fortunato nel trovare la persona giusta su cui poter fare sempre affidamento. Questo libro è per tutti coloro che hanno il privilegio di essere benedetti dall’amore della loro vita.
Ringrazio Elizabeth Evans, come sempre il tuo supporto e il tuo impegno significano tanto per me. Sono felice che tu sia al mio fianco e che tu sia disponibile a leggere qualsiasi cosa io scriva. Sei la migliore e non ci sono parole che possano descrivere quanto apprezzi tutto quello che fai per me.
Dicembre 1814
In un cielo blu brillante volteggiavano dei piccoli fiocchi di neve, ricoprendo il suolo di bianco infinito. Miss Natalia Benson li fissava cadere per terra dalla finestra della biblioteca. Suo padre si era rinchiuso nello studio con Louis Fornier, il Conte Foix. Un uomo che detestava e che temeva; in un paio di occasioni, era riuscito ad avvicinarsi troppo a lei e questo comportamento l’aveva fatta sentire a disagio. Sperava che suo padre non volesse fare affari con lui e Natalia non aveva ben compreso perché pensasse che il Conte lo avrebbe potuto aiutare. Sì, la ricchezza dell’uomo era ben nota in Francia; tuttavia, egli nascondeva un lato oscuro. Nero come i suoi capelli e gli occhi di cobalto che, a volte, apparivano così tanto scuri quanto le piume di un corvo.
Il Visconte Atherton era il padre di Natalia. E non aveva mai fatto mistero che la figlia fosse nata da un legame illegittimo. Se la madre non fosse morta dandola alla luce, forse lui non si sarebbe minimamente scomodato a rivendicarla. L’apatia che la Viscontessa Atherton provava nei suoi confronti era un misto di disprezzo e distacco. Natalia era stata cresciuta dalle balie e, successivamente, da un’istitutrice. Non si erano disturbati a mandarla in un collegio. Lei stessa nemmeno dubitava più che suo padre le avesse messo da parte una dote. Il suo era un destino sconosciuto e a diciotto anni avrebbe dovuto capire cosa farsene della sua vita. Il matrimonio era in fondo alla lista. Non aveva nessun pretendente, nessuna prospettiva e nemmeno una reputazione da difendere: suo padre non ne avrebbe mai preso atto a causa del suo stato di nascita. In verità, si sentiva fortunata perché almeno si era preso la briga di provvedere alla sua istruzione.
Il Conte Foix la fissava in un modo così tanto licenzioso che credeva inopportune le intenzioni che mostrava nei suoi confronti. Questa era un’altra ragione che la rendeva nervosa per l’incontro dei due uomini. Se avesse avuto a che fare con lei… Sarebbe fuggita via e non si sarebbe più voltata indietro. Forse si sarebbe dovuta preparare per l’inevitabile. Dubitava che il Conte volesse offrire un matrimonio, non che questo avrebbe fatto molta differenza per lei. Natalia non voleva avere niente a che fare con quell’uomo.
“Miss Natalia”, la chiamò una domestica. “Vostro padre mi ha chiesto di cercarvi. Deve parlarvi di alcune questioni.”
“Il Conte Foix è ancora qui?” Vi pregherei di dirmi di no…La sua apprensione crebbe con l’arrivo della domestica. Nessuno del personale era mai stato particolarmente gentile con lei. Non era un’erede legittima e non poteva permettersi nessun tipo di riconoscimento. La consideravano a malapena al di sopra di una serva. Questa domestica, per di più, non aveva mai incrociato il suo sguardo.
“Non ho la presunzione di saperlo,” rispose la domestica, dopodiché uscì subito dalla stanza. Natalia le lanciò un’occhiataccia andandosene via. Era così stanca di essere trattata in modo indegno.
Respirò profondamente e si preparò per l’imminente incontro. Di norma, suo padre la ignorava. Ma se voleva parlare con lei, allora non preannunciava niente di buono per il suo futuro. Il Visconte l’aveva mantenuta e le aveva perfino offerto dei doni nel corso degli anni. Aveva ricevuto una graziosa collana di perle e un medaglione con all’interno una miniatura di sua madre. Natalia la guardava spesso e pensava forse di assomigliarle. Aveva delle ciocche di capelli scuri della stessa tonalità di quelle di Natalia. Allo stesso modo, aveva persino lo stesso colore verde chiaro dei suoi occhi. Natalia era contenta di non aver preso nessun tratto fisico del padre. Avrebbe odiato trasformarsi in qualcuno di così tanto immorale quanto l’imbecille che l’aveva generata. Era ironico pensare che il pezzo grosso la considerasse bastarda perché nata al di fuori dei vincoli matrimoniali. Come se avesse preso lei la decisione di venire al mondo con quel disonore… Suo padre non avrebbe dovuto usare quel termine prima di lei? Era stato l’unico a non aver rispettato le sue promesse.
Forse, potrebbe vendere i suoi monili e assicurarsi un passaggio in Francia. Potrebbe essere in grado di trovare la famiglia di sua madre lì. Sì, l’Inghilterra era in guerra con loro, ma sarebbe sempre meglio di qualsiasi cosa suo padre avesse in serbo per lei. Potrebbe avere un posto dove vivere e del cibo da mangiare; tuttavia, se fosse obbligata a sposare il Conte, verrebbe torturata per il resto dei suoi giorni. Preferirebbe morire piuttosto che sopportare tutto questo.
Fissò fuori dalla finestra per un’ultima volta e poi andò nello studio di suo padre. Quando raggiunse la porta, si fermò fuori. C’erano due persone all’interno: due uomini . Le loro risate riecheggiavano dappertutto e dietro di lei. Deglutì a fatica e rimase immobile. La porta era socchiusa, così poté ascoltarli nitidamente.
“Siete sicuro di volerla sposare?” chiese suo padre. Tamburellò con le dita sullo scrittoio in modo impaziente. “Sembra una mossa azzardata solo per assaporarne il fascino.”
Il Conte rise ancora più forte. Come risposta, il suo accento francese fu pesante. “Voi, Signore, siete un padre snaturato. Perché mai vorreste cedere vostra figlia a un uomo con l’unica intenzione di farla prostituire? Il suo tono assunse un tocco divertito. A Natalia vennero i brividi lungo la schiena. Il Conte di sicuro non era un brav’uomo.
Natalia sbirciò nella fessura della porta e fece del suo meglio per restare fuori dal campo visivo del padre. Aveva sempre saputo che non gli era mai importato veramente di lei, ma faceva ancora male sentirlo liquidarla così facilmente. Non sarebbe d’aiuto ascoltare ancora la loro conversazione. Dovrebbe scappare nella sua stanza, afferrare la borsa da viaggio – la sola che avesse già preparato – e lasciare per sempre la casa del padre. Sposare il Conte sarebbe la cosa peggiore che potrebbe mai fare. Ma il padre… Era senza dubbio più orrendo di quanto avesse mai potuto immaginare.
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