Dawn Brower - Un Bacio Audace
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- Название:Un Bacio Audace
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- ISBN:9788893986137
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Il Visconte fece spallucce. “A sua madre non dispiaceva aprire le gambe per me. Non credo che mia figlia sia molto diversa. Verrà nel vostro letto di sua spontanea volontà.” Suo padre era tanto malvagio come lo era il Conte. Natalia aveva smesso di cercare qualcosa che lo riscattasse. Si era preso anche cura di lei, ma chiaramente non le aveva mai voluto bene. Meritava molto di più di quanto lui le avesse mai dato. Era giunto il momento di prendere il controllo della propria vita e lasciare la casa del padre.
“Ne siete sicuro?” Il Conte sembrava incerto. “Alcune donne non trovano piacevole essere prese da un uomo.”
“Perciò non dovete fare le cose per bene.” Il padre prese un bicchiere e bevve un sorso. “Questo che mi avete portato è un brandy raffinato. Finché continuate ad averlo a disposizione, non me ne frega niente cosa farete con lei. Sarà ufficialmente un vostro problema dopo il matrimonio.”
Natalia aveva ascoltato abbastanza. Suo padre poteva bruciare all’inferno e il Conte pure. Non voleva avere niente a che fare con nessuno dei due. Una lacrima le rigò la guancia. Se l’asciugò e corse nella sua stanza. Almeno la sua stanza non era lontana. Era vicina agli alloggi dei domestici. Dal momento che era figlia illegittima, non meritava di stare con la famiglia al piano superiore. Aveva una stanzetta con un letto angusto e un armadio minuscolo. Le aveva messo a disposizione un abito grazioso per quei momenti in cui richiedeva la sua presenza durante le cene, insieme a un vestito da giorno e uno da passeggio. Sistemò molto facilmente i due vestiti nella borsa da viaggio con i suoi pochi effetti personali. Cucì i suoi risparmi in una tasca del vestito da giorno che al momento aveva indosso.
Si precipitò nella sua stanza, afferrò la borsa e si diresse verso l’ingresso posteriore. Natalia afferrò il mantello dal gancio vicino e se lo fece scivolare addosso uscendo. Suo padre non l’avrebbe cercata subito. Era troppo impegnato a bere e a far festa con il francese nel suo studio. Il Visconte non era neanche leale verso il suo paese. Badava solo a se stesso. Natalia era completamente e assolutamente disgustata da lui. Desiderava poter rivendicare un altro uomo come padre.
La neve stava ancora scendendo e si era levato il vento. Ma non le importava. A patto che arrivasse prima al borgo di Faversham in tempo per prendere la carrozza postale, per lasciarsi tutto alle spalle così alla fine tutto sarebbe andato bene. Altrimenti la sua fuga richiederebbe più tempo per realizzarsi. Il freddo le si insinuava dentro, ma non voleva che la fermasse. Natalia continuò a muovere i suoi piedi più veloce che poté. Dopo un quarto d’ora, alla fine raggiunse i margini della città. Stavano caricando la carrozza davanti alla locanda. E non poteva lasciarla partire senza di lei. Natalia abbracciò la borsa da viaggio al petto e andò verso il capolinea. Quando raggiunse la carrozza, aveva il respiro irregolare.
“Aspettate,” disse riprendendo fiato. “Per favore… Aspettate!”
“Desiderate acquistare la corsa?”, chiese il cocchiere. Aveva dei capelli bianchi come neve che scende dal cielo, ma le tempie brizzolate. Il volto era rosso a causa dei venti invernali e le guance e il naso più rosei del resto.
“Lo faccio?” Annuì rabbiosamente. “Dove è diretta?” Natalia non aveva pensato di scoprire quale fosse il normale percorso della corriera. Non c’era stato il tempo per pianificare la partenza. E sebbene una parte di lei credeva che se in qualche modo suo padre lo avesse saputo, l’avrebbe rinnegata nel peggiore dei modi. Non l’aveva mai veramente trattata bene e le aveva dato solamente il necessario per sopravvivere. Perfino i regali non erano altro che oggetti precedentemente appartenuti a sua madre. Non gli avrebbe dato nessuna importanza. Al contrario, Natalia fece del suo meglio per concentrarsi sul vetturino. La sua risposta era essenziale per pianificare il resto del viaggio.
“Abbiamo diverse fermate.” Il cocchiere fece un cenno col capo verso la strada. “Attraverseremo Canterbury con un’ultima fermata a Dover.”
Funzionava. Avrebbe potuto vedere di trovare qualcuno che la portasse in Francia da lì. Magari un contrabbandiere… Una nave militare non porterebbe mai una donna in Francia. Specialmente con la guerra… “Vi ringrazio”, rispose. “Desidererei acquistare la corsa.”
Pagò il biglietto e salì sulla carrozza. Dentro non c’era molto spazio, ma era l’unica ad aver acquistato il biglietto. Se avesse avuto una scelta, non starebbe viaggiando con il maltempo. Natalia posò la testa contro il lato della carrozza e chiuse gli occhi. Se avesse schiacciato un pisolino forse il viaggio sarebbe stato più veloce e avrebbe dimenticato il freddo pervaderle tutto il corpo.

Natalia si svegliò di soprassalto. La carrozza le sferragliava intorno, vibrando pesantemente. La neve stava scendendo più forte di quando era salita sulla carrozza e alcuni fiocchi erano entrati dal finestrino aperto. La gonna era completamente zuppa e non riusciva più a sentire i piedi. Forse addormentarsi non era stata la migliore decisione che avesse preso. Lanciò un’occhiata in giro, ma non riuscì a distinguere quasi nulla. Erano nel bel mezzo di una tormenta ora.
Sporse la testa fuori dal finestrino e diede uno sguardo al cocchiere. Si muoveva a zigzag andando avanti e indietro in cima alla carrozza. Natalia non riusciva a capire se avesse il controllo o meno. Non riusciva a vedere bene. Temendo per la sua incolumità, fu colta dal panico. Se il cocchiere non potesse arrivare almeno fino al prossimo paese, cosa le succederebbe?
“Signore,” gridò dal finestrino, ma sembrava inutile. Non rispondeva affatto. Il vento si era levato e a stento riusciva a sentirsi urlare, ma doveva provare ancora. “Signore, tutto bene?”
Il cocchiere prese la frusta e colpì i cavalli incoraggiandoli ad andare più veloce. Aveva perso la testa? Almeno era vigile… Se i cavalli andassero più veloce, tuttavia perderebbero il controllo e si andrebbero a schiantare. Doveva trovare un modo per reggersi forte a causa di un possibile impatto. Il modo in cui la neve stava scendendo era quasi una certezza. “Signore,” gridò; il cuore le batteva forte. Natalia si aggrappò al lato del finestrino pregando di sopravvivere a quel giorno condannato. “Rallentate…” Gridando contro il vento furioso, la voce le era diventata rauca.
Ma i cavalli correvano incitati dal cocchiere. Non riusciva a sciogliere quel nodo alla gola. La neve aleggiava nel vento e tanta ne arrivò dal finestrino pungendole le guance. La carrozza oscillò ancora, serpeggiando lungo la strada. Il cielo blu intenso dell’inizio della giornata si era rabbuiato mentre la bufera infuriava.
Un botto echeggiò nel vento ed ebbe un sussulto. Natalia si tenne stretta al lato della carrozza e resistette finché la carrozza non cadde in avanti e rotolò sul lato scivolando verso il lato della strada. Perse la presa e cadde all’indietro sull’altro lato producendo un rumore sordo. La testa sbatté di lato e il dolore la attraversò. Non sentiva più il freddo, la nuova costante divenne l’agonia. La neve le cadde intorno attraversando il finestrino aperto e presto la sua faccia fu completamente fradicia. In un modo o nell’altro, avrebbe dovuto uscire dalla carrozza e trovare la strada per la città vicina. Aveva bisogno di calore, di un riparo e di togliersi di dosso i vestiti inzuppati.
Se non facesse tutto il possibile per muoversi, morirebbe in quella carrozza e la sua fuga dal padre sarebbe vana. Morirebbe sul ciglio della strada in mezzo al nulla. Non la troverebbe nessuno, almeno non prima che sia troppo tardi. Toccava a lei salvarsi. Qualcosa alla quale si era abituata nel corso degli anni. Natalia non voleva morire… Il dolore alla testa aveva iniziato a martellare più forte e presto non avrebbe potuto più contrastarlo. Roteò all’indietro gli occhi nonostante lottasse per rimanere cosciente, ma fallì.
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