Leilia roteò gli occhi al cielo. “Ah, non farmi pensare a quei tre! Ma che gli frullava nella testa, alle loro madri, quando hanno scelto quei nomi?”
“Chissà! – ridacchiò Caprecia – Forse ai cavalieri della Tavola Rotonda! Anche se mancano Lancillotto e Galahad, già Tristan, Percival e Gawain fanno un bel trio! Probabilmente non sono riusciti a fare altri figli maschi, altrimenti il gruppetto era completo! Ahahaha!”
Caprecia rimase un attimo a riflettere. “Dunque…Tristan è ancora invaghito della sua bella Salvia, quindi restano Percival e Gawain…che però ha ambizioni Hollywoodiane. Quindi ti rimane solo Percival tra cui scegliere! Che ne dici? Comunque, è proprio un bel fusto!”
Basta! Nash non ce la faceva davvero più a sopportare i loro lazzi! Si trascinò verso il bancone con le mani sprofondate nelle tasche. I tre bellimbusti di cui stavano parlando le due sorelle erano stati i suoi peggiori torturatori, al liceo! Lo avevano sempre bullizzato! Anche ora che erano passati già quattro anni, non riusciva a scuotersi di dosso il ricordo delle loro angherie! Certo, erano maturati e il loro rapporto si era fatto più civile…ma Nash non riusciva a dimenticare lo stesso.
Fece per andarsene, quando Leilia lo chiamò: “Nash! – esclamò gioiosa – Vieni, che ti faccio provare un nuovo vino!” La voce di lei era sempre musica per le sue orecchie.
Si tolse le mani dalla tasca e si sforzò di sorridere. “Davvero? E non me ne pentirò, dopo averlo bevuto?”
“Certo che no! – esclamò Leilia, teneramente – Non ti ho sempre consigliato bene?”
“Beh, la vita è lunga, c’è sempre tempo per sbagliare!” scherzò lui. Si era disegnato sulla faccia un bel sorriso, ma dentro era ferito dall’indifferenza di lei e dal discorso che aveva appena sentito. Chissà se era stata una coincidenza. Aveva letto da qualche parte che le peggiori verità vengono fuori sempre per caso…
“Oh, hai sempre voglia di scherzare…– disse Leilia, e gli versò due dita di vino in un bicchiere – Senti questo: è un Merlot che produciamo nella nostra vigna. Dimmi che ne pensi. Ho intenzione di inserirlo in negozio come Novità dell’Anno.”
“Sarà un anno di novità, a quanto pare.” mormorò lui, tristemente.
“Cosa?” chiese Leilia, confusa.
Nash aveva sperato di iniziare con lei l’Anno Nuovo, ma evidentemente Kismet Bay non era dello stesso parere. Tutti gli abitanti erano convinti che la città avesse un ruolo preciso, nella nascita di nuovi amori.
“Niente, parlavo da solo.” disse lui. Invece di assaggiare, si prese tutta la bottiglia. “Grazie, eh? – scherzò – Se dopo ci vediamo, magari ce lo beviamo assieme!”
Leilia sorrise. “Può essere un’idea. Che progetti hai per stasera?”
Era proprio la domanda che aveva intenzione di farle lui, poco prima. Al danno si aggiunge la beffa… Nicchiò. “Nulla di speciale. Penso che starò a casa da solo…”
“Hai intenzione di vedere qualcosa in tv?” chiese ancora la ragazza.
“Non lo so. Non so nemmeno se starò in piedi a mezzanotte.” Guardò di sbieco Caprecia, che cercava di rendersi invisibile. Evidentemente, si sentiva un po’ di troppo.
“Ora devo andare…” aggiunse Nash, precipitosamente. E sgattaiolò fuori della porta, con il cuore che gli martellava furiosamente nel petto…
Nash si era praticamente dileguato dall’enoteca. Leilia avrebbe voluto seguirlo. Si stava comportando in modo strano. Di sicuro qualcosa lo aveva infastidito, ma non le aveva detto niente. Leilia non capiva cosa avesse. Se solo non avesse promesso a Percival Wright di passare la notte di Capodanno con lui! Ma che cosa le era frullato per il capo? Percival era un bel ragazzo, ma Leilia non lo vedeva come probabile compagno della sua vita.
“Io vado a casa – disse a Caprecia – Ci vediamo domani in vigna.”
L’enoteca sarebbe rimasta chiusa a Capodanno, ma per le due sorelle sarebbe stata una giornata di lavoro qualsiasi. La loro proprietà, Prosperity Vineyard, si trovava distante da casa circa trenta miglia, e inoltre c’era anche una piccola fattoria all’interno a cui badare, con letti già pronti per le sorelle, quando erano costrette a pernottarvi.. O meglio, quando gli affari lo permettevano. Il che non accadeva spesso.
Leilia si diresse verso la sua vettura, accese il motore e lo fece scaldare per qualche minuto; poi si avviò verso il suo monolocale. Una volta a casa, si fece una doccia e poi si preparò per il suo appuntamento. Si augurò di non doversene pentire. Percival voleva portarla a una specie di festa che si sarebbe tenuta al Witch’s Brew quella sera, di cui sua cugina Esmeralda era per metà proprietaria. Per l’evento, avevano ordinato anche parecchie casse di Spumante Rosè, proprio da Grape Flavours. Sarebbe servito per brindare al Nuovo Anno.
Si asciugò i capelli e li spazzolò finché non divennero belli lucidi. Poi indossò una gonna blu con una spaccata laterale, e un top nero a maniche lunghe di pizzo. Infine un paio di sandali abbinati con tacco a spillo. A Leilia piaceva essere elegante, quando ne aveva l’occasione. Peccato che non capitava quasi mai!
Un sommesso bussare la distolse dai suoi pensieri. Andò ad aprire la porta, e si trovò davanti un bellissimo Percival in abito scuro e cravatta verde, che ben si abbinava al colore dei suoi occhi. Lui le porse un’unica rosa dallo stelo lungo.
“Spero che ti piaccia. Non conosco ancora i tuoi gusti.” disse.
Leilia prese la rosa e l’annusò: le piacevano tutti i fiori, anche se le rose non erano proprio le sue preferite. Ma lui non poteva saperlo.
“Grazie, è bellissima.” gli disse.
“Come te.” esclamò lui, galante. Avrebbe dovuto farle piacere ma, chissà perché, a Leilia quel complimento diede quasi fastidio.
“Sei pronta?” chiese Percival.
“Certo!” rispose lei. Forse avrebbe dovuto mettere la rosa nell’acqua, ma non lo fece. Ma allora, che stava uscendo a fare con quello? Eppure, sapeva bene che Percival non era il suo tipo! Comunque, si rassegnò all’idea di passare la serata con lui; ormai aveva accettato e non poteva certo tirarsi indietro! Prese il cappotto e seguì Percival fuori dell’appartamento.
In un baleno arrivarono al The Witch’s Brew. Appena entrata, appese il cappotto all’appendiabiti e ammirò l’illuminazione: questa volta, Tristan ed Esmeralda si erano proprio superati! C’erano minuscole luci al led dappertutto, perfino nell’angolo bar, e palloncini ovunque.
“Oh, sei arrivata! – esclamò Esmeralda, abbracciandola – Che ti porto?”
“Niente, grazie.” rispose Leilia.
Esmeralda si rivolse a Percival. “Tristan ti stava cercando. Puoi andare a vedere che vuole?”
“Sì, ora vado.” disse il ragazzo, aguzzando lo sguardo per cercare di vedere Tristan.
“Ok, divertitevi. Io vado a salutare gli altri ospiti!” esclamò Esmeralda. E se ne andò a fare quattro chiacchiere con la gente che era appena entrata. Eh, sua cugina Esmeralda era fatta così. Sempre la testa tra le nuvole!
“Ti prendo qualcosa da bere? “ chiese Percival. Leilia ebbe un moto di stizza: non l’aveva sentita, quando Esmeralda le aveva fatto la stessa domanda? Ma si trattenne. Non poteva trattarlo male per una cosa così stupida.
“No, grazie. Magari più tardi.” rispose gentilmente.
“Beh, se non ti spiace, io invece ho voglia di bere. Torno subito.” disse Percival, e la lasciò lì da sola. Leilia lo vide avvicinarsi a Tristan che in quel momento stava parlando con un tizio. Non appena lo vide, Tristan gli fece un bel sorriso. Si salutarono come se non si vedessero da tempo! Nulla di strano, ma Leilia si sentiva sempre più di cattivo umore. Erano appena arrivati al locale, e già Percival l’aveva piantata in asso per andare dal suo migliore amico! Ma non poteva biasimarlo: se Nash fosse stato nei paraggi, forse anche lei avrebbe fatto lo stesso! Con la differenza che Percival, in teoria, avrebbe dovuto comportarsi da cavaliere e lei no.
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