L. G. Castillo - Dopo La Caduta

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Finalmente riunita all’amore della sua vita, Naomi pensava di possedere l’amore eterno e la felicità. Malgrado la presenza del ribelle Lash al suo fianco, si accorge che la vita da arcangelo non è semplice. 
Quando i segreti del passato vengono finalmente rivelati, si accendono gli animi, i fratelli si scagliano uno contro l’altro, e Naomi e Lash affrontano la più grande minaccia alla propria relazione: la scelta fra l’amore, la famiglia, e il dovere.
Riuscirà questa famiglia di angeli spezzati a perdonare gli errori del passato o continuerà a portarsi le spine nel cuore, disgregando la sua unione?

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“Ah, non preoccuparti di lei. Sarà una cosa veloce.”

Naomi era combattuta fra il desiderio di seguire gli ordini di Gabrielle e quello di vedere Welita. Avrebbe voluto così tanto poterle dire della cerimonia con Lash. Era la cosa più vicina ad averla effettivamente lì con lei. “Magari è meglio se vado da sola.”

“Voglio venire con te.”

“Non voglio che tu abbia dei guai. Sei appena tornato!”

“La smetti di preoccuparti? Andrà tutto bene. E poi, a me non è stato detto di rimanere lontano dal ponte.” Sorrise. “Mi piacerebbe vederli. Saranno anche la mia famiglia molto presto.”

Lei gli buttò le braccia al collo. “Lash, mi hai reso la donna più felice al mondo. Ti amo.”

Lui si staccò per guardarla dritto negli occhi. “Qualunque cosa succeda?”

Lei sbatté gli occhi, sorpresa. “Naturalmente. Perché mi fai una domanda così stupid—”

Fece un salto sentendo che bussavano alla porta. “Chi può essere? Le uniche persone che vengono a casa nostra sono Uri e Rachel.” Naomi strinse al corpo la vestaglia e andò alla porta.

Lash le prese la mano. “Non andare.”

Lei rise. “Cosa c’è che non va oggi in te? Sei così agitato.”

“Vado io” le disse.

Naomi scosse la testa mentre lui indossava velocemente un paio di jeans. “Ti comporti come se vivessimo nella zona più pericolosa di Houston.”

Lash corse alla porta e la spalancò. Serrò la mascella e strinse le mani a pugno.

“Fratello!” gridò Jeremy entrando in casa e dandogli una pacca sulla spalla. “Sono troppo in ritardo per la tombola?”

4

Lash venne assalito da un tumulto di emozioni mentre osservava Jeremy entrare in casa. Fece un respiro profondo, ricordando a se stesso che questo era suo fratello, e il suo migliore amico di sempre. Cercò con tutte le sue forze di cancellare la visione, no, la memoria di Jeremy con Naomi.

Era un ricordo che continuava a ripresentarsi alla sua mente, anche dopo che Jeremy era partito per la sua cosiddetta pausa e Lash era andato a vivere sulla montagna con Naomi. Era il ricordo di Jeremy che offriva un anello di matrimonio al padre di Naomi, un simbolo dei vecchi tempi, quando il primogenito di una famiglia si recava dal padre di una donna per chiederla in sposa. Raphael non aveva negato che fosse effettivamente un ricordo.

E Jeremy? Non aveva bisogno di parlare—il suo sguardo diceva tutto. Lash si ricordò dell’espressione sul suo viso quando aveva visto Naomi per la prima volta. Lash non riusciva a togliersi quello sguardo dalla mente. E ora eccolo qui, che si comportava come se niente fosse.

Sebbene Naomi insistesse nel dirgli che tutti i suoi ricordi riguardavano solo lui, non poteva fare a meno di chiedersi se in passato, un passato che lei non poteva ricordare, avesse amato Jeremy. Le cose sarebbero cambiate adesso che Jeremy era tornato e lei avrebbe imparato a conoscerlo meglio? Sembrava che tutti lo amassero, persino Gabrielle.

No. Doveva credere che Naomi sarebbe stata dalla sua parte, sempre e comunque.

Stava quasi per parlare, quando Raphael entrò volteggiando dalla porta, perdendo il sorriso quando si accorse dell’espressione sul viso di Lash.

“Siamo venuti in un brutto momento?”

Puoi dirlo forte, pensò Lash. Seguì Jeremy con lo sguardo mentre l’angelo dai capelli dorati si avvicinava alla persona che Lash voleva tenere tutta per sé. Quando Naomi gli sorrise, Lash lottò contro l’istinto di prenderla e portarla il più lontano possibile dal fratello.

“Certo che no” gli disse Naomi e poi, rivolta a Jeremy: “Allora, vuota il sacco.”

Jeremy impallidì e una strana espressione gli attraversò il viso. “Uh, cosa devo dire?”

“Gli stivali. Rachel ha detto che ne hai un paio” gli disse, guardandogli i piedi con aspettativa.

Jeremy espirò rumorosamente, e il suo sorriso onnipresente riapparve. “Ci puoi scommettere!” Mise avanti un piede. “Dimmi se questi stivali non sono fighissimi.”

Lei rise. “Hai sicuramente effettuato dei cambiamenti mentre eri lontano. Mi mancano i tuoi completi, sebbene mi piaccia molto la giacca di pelle. È per questo che sei sparito per così tanto tempo? Stavi facendo shopping?”

“Perché? Ti sono mancato?” le chiese Jeremy facendole l’occhiolino.

Lash fece un passo avanti. Non gli piaceva la direzione che stavano prendendo le cose—neanche un po’.

Raphael si mise immediatamente davanti a Lash, bloccandogli il passaggio. “Sei mancato a tutti noi, Jeremiel” gli disse.

“Te ne sei andato così di corsa il giorno dopo che tu e Lash . . .” Naomi si morse il labbro e guardò nervosamente Lash. “Beh, avevo sperato che ne avreste parlato.”

“È per questo che siamo qui” disse Raphael. “Mi è stato concesso il permesso di divulgare alcune informazioni sul nostro passato. Che ne dite se ci sediamo?”

Mentre si raggruppavano in sala, Lash mise la mano in quella di Naomi con determinazione. Osservò Jeremy, seduto di fronte a loro con Raphael. C’era qualcosa di strano in lui. Sebbene stesse sorridendo, non sembrava felice. Quella scintilla speciale che attirava tutti verso di lui era sparita. In tutti gli anni in cui lo aveva conosciuto, Jeremy non aveva mai avuto l’aspetto che mostrava in questo momento. Era sempre stato il contrario: era sempre lui quello pensieroso e Jeremy quello che al suo fianco cercava di distrarlo da quale che fosse la sua preoccupazione. Lash lottò fra il desiderio di consolare il vecchio amico e quello di restare arrabbiato con lui.

Guardò gli occhi di Jeremy che zoomavano sulla mano di Naomi stretta nella sua, e poi si allontanavano di botto quando si accorgevano che Lash lo aveva beccato.

È più facile rimanere arrabbiati, pensò.

“Prima che Jeremiel se ne andasse per il suo”—Raphael guardò verso Jeremy e si schiarì la gola—“incarico prolungato, gli avevo riferito le stesse informazioni condivise con te, Lahash.”

“Hermano!” Jeremy gli presentò il pugno, ridendo. “Non lasciarmi qui come uno scemo, Fratello.”

Lash sentì che Naomi gli dava una gomitata. Da dove le viene ‘sto gomito così appuntito?

Sospirò e batté il pugno su quello di Jeremy.

Naomi sorrise. “Questo spiega perché siete stati così tanto amici per tutti quegli anni.”

“Siamo stati” sussurrò Lash sotto i baffi.

Jeremy fece una smorfia tornando a sedersi. “Sai che ti avrei parlato del mio incarico se me l’avessero permesso.”

“Sì, certo. Come dici tu.”

“Lash” lo sgridò Naomi.

Le lasciò andare la mano, offeso. “Pensavo che tu non ti fidassi di lui, e adesso sei tutta ‘facciamo la famigliola felice.’ Non so. Forse sto meglio quando non me lo ricordo, il passato.”

“Come può essere meglio per te non avere memoria della tua famiglia? Fa parte di ciò che sei” gli disse.

“Queste sono parole sagge, Naomi” le disse Raphael, con voce bassa e autorevole. Poi si girò verso Lash e lo guardò dritto negli occhi. “La persona che sei oggi scaturisce da ciò che eri ieri. Il tuo passato influenza il presente, ed è la famiglia che forma la tua crescita.”

“Vedi, è proprio questo che intendo. Sappiamo tutti che sono un fallito.” Lash si alzò in piedi e cominciò a passeggiare per la stanza. “Mi sono stati mostrati solo pochi ricordi, ma sono bastati perché io capissi che, anche allora, ero la seconda scelta—rispetto a te” disse rivolto a Jeremy.

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