Cani vagavano per le strade, facendo la guardia alle case. Abbaiarono conto di lui mentre passava, ma non si preoccuparono di inseguirlo quando videro che non rappresentava una minaccia per gli orti dei loro padroni. C’erano parecchie capre in giro e un gran numero di polli, ma Peter non riuscì a vedere gatti —loro e i conigli erano stati rinchiusi in recinti e usati come cibo. Gli animali domestici non erano più un lusso da potersi permettere. Anche gli uccelli erano scarsi; senza dubbio i ragazzini del quartiere stavano migliorando la loro mira con le fionde,
Peter si chiese il motivo che lo spingesse a vagare nei centri urbani. Le città, lo sapeva, erano trappole mortali, pronte a collassare sotto il proprio peso nell’immediato futuro, e chiunque fosse stato presente sarebbe stato travolto nella loro distruzione. Erano le, relativamente poche, persone che vivevano in campagna che avrebbero avuto un futuro migliore, anche se ne sarebbero stati ugualmente feriti. Qualsiasi persona di buon senso avrebbe dovuto capirlo e cercare di procurarsi un pezzo di terreno agricolo prima che il caos totale si impadronisse della nazione. Peter, però, era, e lo era sempre stato, un ragazzo di città, fatto per le città anche se sapeva bene che questo poteva significare la sua morte in qualsiasi momento.
Il mio problema, pensò, è che do buoni consigli ma, come tutti gli altri, non li seguo.
Forse era già troppo tardi per fare qualcosa già sette anni prima quando il suo libro, Il Collasso del mondo, aveva invaso le librerie e alimentato le polemiche. Le immense forze globali che aveva previsto stavano già lavorando per distruggere la Civiltà. La scarsità dei materiali era già diventata evidenti all’inizio degli anni ‘70, e le serie di piccole crisi avevano continuato ad aumentare senza che fosse preso alcun provvedimento per prevenirle. La divisione della società, con gruppi contro gruppi, aveva privato l’umanità della coesione necessaria per affrontare i suoi problemi. L’inflazione aveva paralizzato l’economia e gli scioperi avevano indebolito la fiducia della gente nel futuro.
In precedenza erano stati scritti molti libri che prevedevano che le condizioni sarebbero diventate critiche prima della fine del ventesimo secolo; ma erano stati tutti considerati come portatori di sventura ed esageratamente pessimistici dalla grande maggioranza delle persone, che avevano mantenuto una fiducia piuttosto naif sull’abilità dell’Umanità di risorgere, come una Fenice, dalle proprie ceneri. Poi era comparso Il Collasso del mondo , con le argomentazioni più forti e spaventose pubblicate fino a quel momento. L’allora venticinquenne Peter Stone aveva provato al di là di ogni dubbio che la civiltà era condannata entro un paio d’anni a meno che non fossero prese immediatamente delle decisioni drastiche. Aveva evidenziato anche quali fossero i passi da seguire: eutanasia obbligatoria, controllo delle nascite obbligatorio, immediata redistribuzione della ricchezza, immediata decentralizzazione della società, fine delle abitazioni unifamiliari, divieto di allevamento di animali da compagnia non dedicati all’alimentazione, una forzata migrazione delle persone per arrivare a una corretta distribuzione della popolazione, un rigoroso razionamento del cibo e dell’acqua, una gestione da parte del governo delle industrie e del lavoro e un completo controllo governativo dei trasporti, oltre a un programma di investimenti multimilionari per la coltivazione e la colonizzazione dei fondali marini.
Fu stupefacente per lui vedere come fosse diventato, praticamente in una notte, il nemico del novantacinque per cento della popolazione. Mentre alcuni intellettuali lo salutarono come “una delle menti più brillanti dei nostri tempi, ” la cosa più carina che la maggior parte delle persone fu in grado di fare fu quella di chiamarlo “quel maledetto socialista.” Alcuni erano convinti che fosse l’incarnazione del diavolo per aver semplicemente espresso l’ovvia verità. Il libro, però, vendette, milioni di copie. Era ironico, pensò Peter, che il suo libro sarebbe stato uno degli ultimi bestseller; poco dopo la sua ventesima ristampa, la maggior parte dei sindacati dei tipografi era scesa in sciopero. Per quel che ne sapeva Peter stavano ancora scioperando.
Aveva accumulato fama e fortuna quando entrambe stavano cominciando a perdere di importanza.
Era apparso in molti talk show televisivi, spiegando e dibattendo le sue convinzioni che la Civiltà, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo, stava crollando. Continuò a dire che le sue soluzioni non piacevano neanche a lui, ma che si doveva fare qualcosa di drastico per evitare un destino ancora peggiore. Nessuno lo ascoltò. I suoi nemici continuarono ad accusarlo di essere un opportunista, che faceva soldi sulle sventure del mondo, approfittando dei disastri. Fu dipinto come un criminale e marchiato come un radicale e un traditore.
Nel frattempo, tutto quello che aveva previsto si stava avverando. Gli scioperi dei lavoratori comunali portarono a un collasso dei servizi cittadini. La scarsità di benzina che aveva previsto era peggiorata a causa della guerra israeliana, che aveva distrutto il novanta tre per cento dei pozzi petroliferi arabi. Da un giorno all’altro, il mondo si trovò ad affrontare la sua crisi energetica più grave. Per mancanza di elettricità, le stazioni radiofoniche e televisive cominciarono a scomparire. Per la mancanza di carburante, i furgoni non furono più in grado di trasportare i materiali, le forniture e i prodotti finiti con l’efficienza precedente. Cominciò a mancare tutto sempre con maggior frequenza. Le comunicazioni, i trasporti e la distribuzione —i “Tre Pilastri” che Peter aveva elencato nel suo libro—peggiorarono giorno dopo giorno.
Peter girò a destra sul San Fernando Mission Boulevard e continuò a pedalare. Pali telefonici erano distanziati sporadicamente lungo i lati della strada; molti erano stati abbattuti per farne legna da ardere. Mentre passava, vide parecchie persone lavorare nei loro orti. Avrebbero probabilmente continuato a impegnarsi in quelle sciocchezze fino al giorno in cui l’acqua avrebbe smesso di uscire dai loro rubinetti. Peter rabbrividì pensando al panico che stava covando sotto la superficie, come uno spirito maligno in attesa del giorno inevitabile in cui si sarebbe liberato.
Passò sotto un cavalcavia autostradale, attraversò una strada principale e arrivò in un’area che una volta era stata un parco. Era grande tre isolati in lunghezza e uno in larghezza. Anche qui era stato fatto un tentativo di coltivarlo a mais, ma era fallito a causa della folla che si era spostata a viverci. Il parco era pieno di vecchie auto scassate che le persone avevano portato lì e stavano usando come alloggi. All’inizio, Peter si chiese che cosa li avesse spinti—le abitazioni erano l’ultima delle cose che mancavano in quel momento. Poi vide che cosa c’era davanti al parco.
Era la Missione di San Fernando, una degli edifici di culto fondati nel diciottesimo secolo da Padre Junipero Serra lungo quello che era stato poi chiamato El Camino Real. In quanto chiesa cattolica, rappresentava una delle poche organizzazioni ancora operative nel mondo contemporaneo. La missione operava come un punto di distribuzione di cibo, e considerava come uno dei suoi compiti principali quello di sfamare gli indigenti. Era questo il motivo per cui moltitudini di poveri si erano stabiliti nel parcheggio sull’altro lato della strada.
Peter provava sentimenti contrastanti nei confronti delle chiese. Non essendo religioso, tendeva a non fidarsi di loro. Era vero che ora stavano facendo un lavoro molto buono, provvedendo non solo ai bisogni materiali —come la distribuzione di cibo— ma anche curando i bisogni spirituali e tenendo alto il morale. Con il peggioramento della situazione, le persone si sarebbero sempre più rivolte alla religione come fonte di conforto. Questo andava bene per il momento ma Peter non poteva fare a meno di ricordare la Chiesa medievale fosse cresciuta fino a diventare un monolite paralizzante, che incoraggiava la superstizione e schiacciava senza pietà ogni individualità. Se l’Umanità fosse riuscita a risollevarsi e a crescere ancora, la libertà di pensiero avrebbe dovuto essere una’assoluta necessità. Peter temeva che le chiese stessero portando un sollievo a breve termine e un’oppressione di lunga durata.
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