Guido Pagliarino - Universi Mondi
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Aveva fatto un paio di passi nel salone quando avvertì, allarmandosene, un intorpidimento alle mani e ai piedi che, presto, invase il corpo. Sâarrestò rimanendo fisso sul posto. La scarsa sensibilità corporea divenne molesto formicolio e poi quasi un bruciore. Gli formicolava anche il cuoio capelluto. Iniziarono a prudergli, dentro, il cerebro e il muscolo cardiaco. Ragionò allibito: Sto per rimbambirmi del tutto e mi sta pure venendo un infarto. Pochi secondi dopo tuttavia, il bruciante formicolio prese a diminuire e, quanto prima, scemò ovunque; ma altra pena lo colpì e più gravemente: una sorta di gran manaccia invisibile gli strinse forte il cervello mentre sentì il cuore riscaldarsi fin al bruciore: âMuoio!â sbraitò.
âNon muore affatto, avvocato!â esclamò una voce sconosciuta lasciandolo esterrefatto, una voce dal tono melodioso, simile al timbro muliebre dâun potente contralto.
âChi diavâ¦!â non si contenne lui nonostante il tono tranquillo della voce, e si voltò di scatto per scoprire una presenza alle spalle: nessuno.
âAbbia un attimo di pazienza, il dolore sta per finireâ, seguitò la voce.
La sofferenza smise ed egli si sentì fisicamente bene, anzi molto bene; però sul momento non si soffermò su questo, si guardò affannato attorno e lanciò anche unâocchiata al di sotto del tavolo: nessuno. Chi aveva parlato doveva essere al di là della porta. Un ladro? Osvaldo non provava più sbigottimento, adesso, ma ira: afferrò dal piano della scrivania un piccolo ma ponderoso fermacarte in bronzo, statuetta secentesca raffigurante un cavallo e cavaliere, con base anche più pesante della figura, e uscì dâimpeto nella sala dâattesa: nessuno. Entrò nella camera che fino a giorni prima aveva osservato al lavoro le sue impiegate: nessuno. Tornò sui propri passi, ripassò per la sala dâaspetto e sâinfilò nel primo vano della propria abitazione, un disimpegno: nessuno anche qui. Non andò oltre, ché la voce non era sonata lontana dallo studio. Meccanicamente posò il pesante fermacarte sopra un tavolino al suo fianco, un poâ troppo energicamente contro una statuetta di Capodimonte, damina e cavaliere settecenteschi, che ne restò scalfita alla base. Nemmeno sâaccorse del danno e rientrò nella sala dâattesa, strepitando: âIl mio cervello è fuso! Sento voci che non ci sono!â e continuando a ragionare a mente: Il medico non mâaveva detto di possibili allucinazioni schizofreniche.
La voce da contralto risuonò un'altra volta, quieta come prima: âIl suo cervello non è fuso, avvocato, lei non sta immaginandoâ: queste parole, ripercosse da soffitto e muri, si riverberarono nella stanza châera priva dâarredi a parte otto sedie per i clienti lungo due pareti e un attaccapanni e un portaombrelli presso la porta sul pianerottolo, e al padron di casa quelle parole sembrarono dâoltretomba. Soffrì un sobbalzo al cuore e i battiti dellâorgano accelerarono.
La voce estranea continuò placidamente: âLei mi sente davvero, avvocato, attraverso un dispositivo, chiamiamolo telefonino, va bene? posizionato sul viva voce, che è in questâambiente, sulla sedia più vicina alla porta del suo studio; e la prima volta appunto nello studio lâapparecchio sâera solidificato, precisamente sulla sua scrivania, lei però non lâaveva scorto perché era apparso fra carte; così, un momento fa lâho ritrasferito qui nella sala dâaspetto e ora, avvocato, non può non vederlo: oltretutto, stavolta lâho ricomposto in tinta rossoviva e non più bianca.â
Solidificato Apparso? Ritrasferito? Ricomposto? si meravigliò Osvaldo. Vide che una sorta di telefonino câera davvero su quella seggiola. Gli sâapprossimò. Non lo toccò, solo lâosservò. Notò non trattarsi dâun moderno apparecchio intelligente multimediale ma dâun modello di dimensioni minori di quelle dâuno smartphone e dâapparenza arcaica, di quelli utili solo a conversare e a scambiare messaggini. Si fece più vicino e vide che non figurava alcuna scritta sul cellulare e châesso non aveva tasti né schermo, come se lâapparecchio fosse stato creato solo per ricevere.
Si disse ad alta voce: âNon credo alla magia e non hanno ancor inventato il teletrasporto, dunque sono davvero divenuto schizofrenico e âsto telefonino è solo nella mia testa.â
âSi sbaglia, sa?â incalzò la voce eufonica provenendo chiaramente dallâapparecchietto.
Osvaldo rispose come se quelle parole fossero state reali, senza però crederlo davvero: âDunque è stato inventato il teletrasporto, non è così?â
âSì, da un pezzo.â
âAh, ecco, signor⦠o signoraâ¦â
âIo sono maschio e mi chiamo Ornulatinval Tamagonemistralin Rutillinainon, ma per lei, avvocato, solo Or come mi si rivolgono gli amici: possiamo darci del tu?â
Osvaldo stette al gioco che, secondo lui, il malandato suo cervello gli presentava: âSì, grazie, e io sono Osvaldo.â
âCaro Osvaldo, è un onore chiamare per nome unâautorità mondiale del diritto come te; ma se permetti, ora verrei al dunque, anzi prima verrei a quel dunque che certamente tâinteressa di più, poi al dunque che interessa noi.â
âAh, ecco; e voi saresteâ¦?â
âAspetta, per favore. Intanto, la cosa che più interessa te è senzâaltro questa, che ti abbiamo guarito completamente, grazie a certi raggi terapeutici che ti abbiamo indirizzato per teletrasporto. Ora hai il fisico sanissimo dâun dodicenne, non solo gli organi ma pure i muscoli e le ossa, e se, supponiamo, tu provassi a fare cento piegamenti, non ti sarebbe impossibile. Comunque te lo confermeranno le nuove analisi ospedaliere cui vorrai sottoporti, dato che oggi e nei giorni seguenti continuerai a sentirti meravigliosamente bene: i medici si sbalordiranno del tuo ristabilimento, quelli non credenti parleranno di remissione spontanea, gli altri penseranno a un miracolo; invece, semplicemente, le nostre scienze sono molto avanti rispetto alle vostre, e intendo non solo quelle fisiche ma anche le scienze sociali; e pure lâetica: epistemologia, scienze ed etica sono improntate appieno a ciò che vostri pensatori chiamano umanesimo sapienziale-scientifico. Scopo dei nostri intellettuali è sempre e solo il bene della persona che mai è considerata uno strumento ma sempre e solo fine primario della ricerca: non come accade, purtroppo per voi, sulla vostra Terra dove, tante volte, lâepistemologia, la scienza e la tecnica sono state e sono antiumaniste. Basti pensare a cose come lo Zyklon B Gas e le V1 e V2 del vostro Hitler o agli attuali esperimenti su feti umani.â
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