Robert Sawyer - Origine dell'ibrido

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Origine dell'ibrido: краткое содержание, описание и аннотация

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Mary Vaughan e Ponter Boddit, due scienziati che vogliono avere un figlio. C’è un ostacolo, però: lei appartiene alla specie Homo sapiens ed è nata nel nostro universo, lui è un Neanderthal evoluto e rappresenta la specie dominante di un mondo parallleo. La tecnologia per susperare il gap biologico esiste: è nelle mani di uno scienziato Neanderthal che vive nelle solitudini del suo mondo. Il problema, tuttavia, non è come raggiungerlo, ma come superare la violenza e il razzismo di una pianeta pieno d’odio. Il nostro.

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— Gesù! — gridò una donna accanto a Bandra, ma Mary non poté capire perché. Poi la donna si voltò verso l’uomo che aveva spintonato Ponter e, incredibilmente, si inginocchiò ai suoi piedi.

Intanto, la voce di Dick Clark era diventata isterica: — Non posso lavorare, con questo str… tra i…

Mary aveva la gola secca, stava per svenire. Bandra la afferrò per il braccio: — Mèr, stai bene?

Lei si costrinse ad annuire.

— Gesù! — urlò di nuovo la donna. Mary scosse la testa. — No — mormorò. Non era affatto Gesù.

Era Maria.

La beata Vergine Maria.

— Ponter — disse Mary, con la voce tremante — la vedi anche tu? La vedi?

— Chi? — chiese lui.

— Proprio lì! — rispose lei, indicando. Poi usò la mano per farsi il segno della croce. — Lì!

— Mèr, qui intorno ci sono mezzo milione di…

— Ma lei risplende… — disse Mary, abbassando il tono.

Ponter si voltò verso Louise, il che spinse Mary a fare altrettanto. La ragazza aveva gli occhi spalancati; ripeteva sottovoce alcune parole, che le si potevano leggere sulle labbra: — Mon Dieu, mon Dieu…

— Anche Louise la vede! — fece Mary, pur rendendosi conto, con una parte di sé, della forzatura.

Poi tornò a osservare la forma luminosa che le stava davanti, sullo sfondo dei grattacieli.

Bandra le stringeva ancora il braccio. Un’altra donna cadde in ginocchio, supplicando: — Maria! Vergine santa e benedetta! — Ma era rivolta nella direzione opposta.

— Guardate! — si levò un altro grido dalla folla. — L’astronave madre!

Mary alzò gli occhi. Le lame del riflettori s’incrociavano nel cielo nero; nient’altro.

— Mèr! — Questo era Ponter. — Mèr, stai bene? Che sta succedendo?

Un uomo si mise a frugare all’interno del cappotto. Per un secondo Mary temette che stesse per estrarre una pistola, invece sfilò un portafoglio gonfio e mostrò le banconote che conteneva. — Prenda! — disse a Mary. — Prenda liberamente! — Poi ripete l’offerta a Ponter. — Io ne ho troppi.

Un’esclamazione diversa proveniva intanto dalle spalle di Mary: — Allah u akbar!

E di fronte: — Il Messia è tornato tra noi!

E da sinistra: — Prendimi! Portami con te, Signore!

E da destra, un canto: — Alleluia!

A Mary spiaceva di non avere portato con sé il rosario. La Madonna le faceva cenno di avvicinarsi.

— Mèr! — gridava Ponter. — Mèr!

Dietro di lei, c’era chi piangeva sommessamente. Altri, davanti, non riuscivano a smettere di ridere. Altri ancora si nascondevano il viso tra le mani, o applaudivano, o alzavano le braccia al cielo.

Un uomo urlava: — Chi è là? Chi è là?

E una donna: — Vattene!

E un altro: — Benvenuti sulla Terra!

Un uomo perse i sensi, ma la folla era così fitta che non cadde al suolo.

— È il giorno del Giudizio!

— Il primo contatto!

Mahdi! Mahdi!

Una donna intonò: — Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato…

Un uomo implorava: — Mi dispiace. Davvero…

Qualcuno strillava: Non è possibile! Tutto questo non può essere!

— Mèr! — Ponter la afferrò e la fece voltare. Distogliendola dalla visione.

— No, lasciami. Lei è qui.

— La folla sta impazzendo. Andiamocene finché siamo in tempo.

Mary si liberò con una forza insospettabile.

— Adikor, Bandra! Presto! — La voce di Ponter, tradotta da Christine, le rimbombava nella testa, coprendo le parole della Vergine. Mary usò un dito, piegato ad artiglio, per cercare di rimuovere l’impianto cocleare. Ma Ponter ancora non taceva: — Dobbiamo portare Mèr e Loti via di qui!

Luce bianca, perfettamente bianca. Con scintillii multicolori ai margini. Il cuore si espandeva, l’anima si elevava…

Bang!

Un uomo, un bianco sui quarant’anni, sparava a qualcosa; aveva i lineamenti contorti per l’orrore. Fece fuoco più volte. Le persone colpite a morte rimanevano in piedi, sostenute dalla massa.

Alle grida di estasi si sovrapposero urla inorridite.

— Bandra, fa’ strada! — disse Ponter. — Io prenderò Mèr. Adikor, tu occupati di Lou.

Mary sudava freddo. Ponter voleva portarla via da…

“No” si intromise la parte razionale di lei. “Non c’è nessuna Madonna.”

“Sì invece!” gridava un’altra parte di lei.

“No.”

Ma ecco che all’improvviso Mary si sentì presa e sollevata da una forza. Fluttuava sospesa al di sopra della strada.

Perché Ponter se la stava caricando in spalla. Davanti a loro, Bandra fendeva la folla; Ponter si inseriva nello spazio creato dalla neanderthal prima che la massa umana si ricompattasse. Si stavano dirigendo in un punto in cui la calca era meno fitta, verso ciò che rimaneva delle corsie di emergenza.

Mary si guardava a destra e sinistra nel tentativo di recuperare il contatto con la Vergine. Notò che dietro di loro veniva Adikor, con Louise sulle spalle.

Li assalì un uomo dall’aria svanita. Ponter non ebbe difficoltà a evitare il suo pugno. Ma nel frattempo si inserì un altro uomo, gridando: — Vade retro, Satana!

Ponter cercò di scansare anche le manate del nuovo arrivato, ma mancava lo spazio. L’aspetto dell’aggressore, venne in mente a Mary, era simile… no, era identico a quello di una persona posseduta. Mollò un gancio alla mascella di Ponter; che stavolta reagì, colpendolo di piatto al torace. Perfino in quel baccano, si avvertì lo scricchiolio delle costole. L’uomo crollò lungo disteso. Mentre si allontanavano a fatica, il corpo venne sommerso e calpestato dalla folla.

Il paesaggio, agli occhi di Mary, ballava violentemente a causa degli scossoni, ma di colpo riuscì a individuare la sfera geodetica e scintillante, del diametro di due metri, che iniziava la sua discesa lungo l’asta. Era improbabile che ci fosse ancora qualcuno dotato della presenza di spirito necessaria a compiere la manovra; doveva esistere un meccanismo computerizzato.

Luci psichedeliche. Riflettori. Laser che sciabolavano tra nubi di ghiaccio secco.

Altre grida. Altri spari. Vetri infranti. Allarmi. Un poliziotto a cavallo che finiva disarcionato.

— Maria! — si sgolava Mary. — Salvaci!

— Ponter, attento! — esclamò Adikor.

Si era avvicinato un uomo con in mano una sbarra di ferro. Ponter scattò su un lato, abbattendo varie persone, per evitare che il palanchino gli sfondasse il cranio.

Bandra si voltò e afferrò l’uomo per il polso. Di nuovo, scricchiolio di ossa. La sbarra tintinnò sul marciapiede.

Mary cercava ancora la Madre di Dio. La sfera in cima alla ex sede del “New York Times” era a metà percorso. Avevano quasi raggiunto la 42a Strada.

E il cielo esplose.

L’esercito degli angeli!

No.

Anche i fuochi d’artificio dovevano essere programmati, per cui erano iniziati all’ora esatta. Si allargò una coda di pavone luminosa, cui seguirono scie rosse, bianche, blu.

Ponter muoveva le gambe come pistoni di un camion. Qui la folla era più rada, e il gruppo poté acquistare velocità. Bandra era sempre in testa; Adikor e Louise seguivano Ponter e Mary. Avevano iniziato l’anno correndo nella notte. — Maria, Vergine santa! — invocava Mary.

— Torna! Lasciati vedere!

Il quartier generale dell’ONU si trova a un solo un chilometrò e mezzo a est di Times Square. Per arrivarci, avevano impiegato un’ora e mezza, lottando contro il traffico e la calca, ma alla fine erano sani e salvi all’interno.

Le visioni si erano interrotte poco dopo mezzanotte, sparendo all’improvviso così come erano venute. Mary aveva un mal di testa che la trapanava, oltre a sentire un vuoto interiore. — Tu che cosa hai visto? — chiese a Louise.

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