Al limite della radura Mangia-Foglie si alzò ed emise un ululato lamentoso e terribile, l’espressione di un dolore insopportabile.
— Se voi aveste tagliato uno dei nostri alberi — continuò Human, — se aveste ucciso un solo padre, noi saremmo venuti nella notte e vi avremmo dato la morte, dal primo all’ultimo. E anche se qualcuno fosse sopravvissuto, i nostri messaggeri avrebbero raccontato la storia alle altre tribù, e nessuno di voi avrebbe lasciato vivo queste terre. Perché non avete ucciso noi , per l’omicidio di Pipo e di Libo?
D’un tratto Mandachuva arrivò davanti a loro, respirando affannosamente. Il maiale si gettò lungo disteso nella polvere, protendendo le mani verso Ender. — Io ho tagliato il suo corpo con queste mani! — gridò. — Io cercavo di onorarlo, e ho ucciso il suo albero per sempre!
— No — disse Ender. Prese le mani di Mandachuva e le strinse. — Ognuno di voi credeva di salvare la vita dell’altro. Lui ti offese, e tu… gli facesti del male, sì, lo uccidesti, ma tutti e due pensavate di agire per il bene dell’altro. Ora tu conosci la verità, e noi anche. Sappiamo che non volevi uccidere. E tu sai che quando colpisci con il coltello un umano lui muore per sempre. Questa è l’ultima norma del nostro patto, Human: mai dare a un umano la terza vita, perché noi non possiamo averla.
— Quando riferirò questa storia alle mogli — disse Human, — voi sentirete le loro grida di dolore per Pipo e Libo levarsi terribili come il rumore degli alberi che si spezzano nella tempesta.
Il maiale si volse a parlare brevemente con Urlatrice, poi si alzò in piedi. — Ora andate — disse a Ender.
— Non hai ancora tradotto a lei i termini del patto.
— Dovrò parlare a tutte le mogli insieme. Loro non oserebbero riunirsi mentre voi siete qui, all’ombra dell’albero-madre, senza nessuno che protegga i nuovi nati. Freccia vi guiderà fuori dalla foresta. Aspettami sul fianco della collina, dove Rooter sorveglia il cancello. Dormi, se puoi. Io presenterò il patto alle mogli, e cercherò di spiegare che dobbiamo comportarci con le altre tribù con la stessa amicizia che voi avete mostrato con noi.
D’impulso Human allungò una mano a toccare l’addome di Ender, con fermezza. — Il mio patto personale lo faccio ora — disse. — Io ti onorerò per sempre, ma non ti ucciderò mai.
A sua volta Ender poggiò il palmo di una mano sull’addome peloso del maiale. Le protuberanze che sentì erano calde ed elastiche. — Anch’io ti onorerò per sempre — dichiarò.
— E se faremo questo accordo fra la tua tribù e la mia — chiese Human, — mi darai l’onore della terza vita? Mi lascerai crescere e bere la luce?
— È possibile farlo in fretta? Voglio dire, non nel modo lento e terribile che…
— E fare di me un albero silenzioso? Un albero che non sarebbe mai padre? Senza onore, capace solo di nutrire con la linfa gli stupidi macios, e di dare il mio legno ai fratelli quando verranno a cantare?
— Non c’è qualcun altro che potrebbe farlo al mio posto? — domandò Ender. — Uno dei fratelli, che conosca meglio il vostro modo di vivere e di morire.
— Tu non capisci — disse Human. — Soltanto così la tribù saprà che la verità è stata detta. Tu dovrai darmi la terza vita, e io la dovrò dare a te, o non ci sarà nessun accordo. Io ho già detto che non ucciderò te , Araldo; ed entrambi vogliamo che il trattato ci sia.
— Va bene, lo farò — disse Ender.
Human annuì, ritrasse la mano e tornò a voltarsi verso Urlatrice.
— Oh, Dio! — sussurrò Ouanda, — ma lei non ha un po’ di cuore?
Ender non rispose. Si limitò a seguire in silenzio Freccia fra le ombre che chiudevano la radura. Novinha diede il suo cilindretto illuminante al maiale, che cominciò a giocherellare come un bambino divertendosi ad allargare il raggio, a restringerlo, e a far nascere giochi di ombre fra gli alberi e i cespugli. Ender non aveva ancora visto un maiale d’umore così giulivo e spensierato.
Ma dietro di loro udirono poco dopo le voci delle mogli echeggiare in un coro disarmonico e angoscioso, una canzone che a tratti si spezzava in un groviglio di ululati strazianti. Human aveva detto loro la verità sulla morte di Pipo e di Libo, sul dolore che l’aveva accompagnata e sul suo significato ineluttabile. E sul motivo che aveva indotto i due uomini a non uccidere Mandachuva e Mangia-Foglie. Nessuno riuscì a dir parola finché non furono lontani da quelle voci, e fra gli alberi centenari non ci fu altro rumore che quello dei loro passi sul terreno molle.
— Quella era la messa funebre in onore di mio padre — mormorò Ouanda.
— E del mio — disse Novinha. Gli altri sapevano che stava parlando di Pipo, e non dell’ormai da lungo tempo scomparso Os Venerado, Gusto.
Ma Ender si sentiva escluso da quella conversazione. Non aveva conosciuto i due xenologi, e non poteva partecipare dei ricordi e del lutto dei suoi compagni. Si sentiva stranamente, morbosamente attratto dagli alberi della boscaglia. Ognuno di loro era stato un maiale un tempo, una creatura vivente fatta di carne e di emozioni. I maiali potevano parlare con loro, cantare, comunicare, capire in qualche modo ciò che dicevano. A lui era impossibile. Per lui quegli alberi non erano gente , non avrebbero mai potuto essere gente. Se avesse affondato il coltello nel corpo di Human non sarebbe stato un delitto agli occhi dei maiali, ma con quel gesto gli avrebbe strappato l’unica vita che lui poteva capire e riconoscere come vita. Come maiale Human era un vero raman, un compagno. Come albero, dal punto di vista di Ender, non sarebbe stato nulla di troppo diverso da una pietra. Una pietra tombale.
E ancora una volta , pensò, mi si chiede di uccidere. Anche se m’ero ripromesso di non farlo mai più.
D’un tratto si sentì prendere sottobraccio. Era Novinha, che stringendoglisi al fianco ebbe un sorriso timido. — Lascia che mi appoggi a te — gli disse. — Con questo buio sono cieca come una talpa.
— lo ho un’ottima visione notturna — si offrì volonterosamente di aiutarla Olhado, alle loro spalle.
— E se tu tenessi chiusa la bocca? — sussurrò Ela, tirandolo indietro. — Mamma vuole camminare con lui, sciocco!
Ma Novinha e Ender avevano udito chiaramente il mormorio della ragazza, e si scambiarono un’occhiata, ridendone in silenzio fra loro. Novinha aderì alla sua spalla, mentre proseguivano fra i cespugli. — Credo che avrai il cuore di fare quella cosa — gli disse sottovoce, in modo che soltanto lui potesse sentire.
— Abbastanza empio e freddo? — borbottò lui, cercando di fingere un tono sarcastico. Ma la sua voce suonò triste e amara.
— Abbastanza pietoso — disse Novinha, — da conficcare il ferro rovente nella ferita se questo è l’unico modo di cauterizzarla.
E poiché sapeva cosa fossero le ferite dell’anima, quelle che aveva invano tentato di cauterizzare da sola, Ender non le poté negare il diritto di parlare così. Le credette, e quelle parole gli diedero la forza di pensare con più distacco al sanguinoso lavoro che lo attendeva.
Con quell’idea a tormentarlo non avrebbe mai creduto che sarebbe riuscito a dormire. Ma quando una mano di Novinha lo scosse gentilmente e la sua voce gli mormorò qualcosa all’orecchio, riaprì gli occhi. S’accorse d’essere all’aperto, disteso sull’erba capim, con la nuca poggiata in grembo a Novinha. Era ancora buio.
— Stanno arrivando — disse lei sottovoce.
Ender si alzò a sedere. Quand’era ragazzo riusciva a svegliarsi del tutto all’istante, ma a quei tempi era sotto la disciplina militare. Ora gli occorsero alcuni secondi per orientarsi. Ela e Ouanda erano sveglie e piuttosto infreddolite; Olhado dormiva; Quim si stava stiracchiando disteso lì accanto. L’albero in cui Rooter viveva la sua terza vita si alzava a pochi metri da lì. E a poca distanza, al di là del recinto, alcune luci indicavano la presenza delle case di Milagre, mentre la cattedrale e il monastero erano ombre scure alla sommità della collinetta più alta.
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