Nella direzione opposta c’era la foresta, e dalla nera parete d’alberi stavano scendendo Human, Mandachuva, Freccia, Orcio, Mangia-Foglie, Calendar, Verme, Bark-Dancer e parecchi altri i cui nomi neppure Ouanda conosceva. — Quelli non li ho mai visti — disse la ragazza. — Devono provenire da altre case dei maschi.
Un’altra riunione? si chiese stancamente Ender. Ma la sola cosa che importa davvero qui è il trattato. Human sarà riuscito a comunicare alle mogli il nuovo modo di concepire il mondo?
Human aveva fra le braccia un fagotto. Ricoperto di foglie. Senza dir nulla lo depose a terra davanti a Ender e lo svolse con cura. Era un rotolo di carta, il printout uscito da un computer.
— La Regina dell’Alveare e l’Egemone - spiegò Ouanda a bassa voce. — La copia che Miro gli ha dato.
— L’accordo — annunciò Human.
Solo in quel momento loro si accorsero che il printout era arrotolato al contrario, con la parte non stampata all’esterno. E su di essa, alla luce di uno stick illuminante, videro file di lettere scritte a mano. Erano grandi, e in uno stampatello piuttosto goffo. Ouanda era sbalordita. — Non abbiamo mai parlato loro dell’inchiostro — ansimò, — e non gli abbiamo mai insegnato a scrivere!
— Calendar ha imparato a fare le lettere — disse Human, — scrivendole con uno stecco nella polvere. E Verme ha fatto l’inchiostro, con sterco di cabras e macios tritati. È così che voi fate i trattati, no?
— Sì — disse Ender.
— Se non lo scrivessimo sulla carta, potremmo non ricordarlo nello stesso modo.
— Questo è vero — annuì Ender. — Avete fatto bene a metterlo per iscritto.
— Abbiamo fatto alcuni cambiamenti. Li hanno voluti le mogli, e io ho pensato che tu li avresti accettati. — Human batté un dito sulla carta. — Voi umani potrete fare un accordo con altre tribù di Piccoli, ma non un accordo diverso da questo. E non potrete insegnare loro cose che non avete insegnato a noi. Sei d’accordo?
— Naturalmente — disse Ender.
— Questo era il punto più facile. Ora, cosa succederà se non saremo d’accordo sulle regole? Ad esempio, se litigassimo su dove finisce la vostra terra e comincia la nostra? Così Urlatrice ha detto: che la Regina dell’Alveare sia il giudice fra gli umani e i Piccoli. Che gli umani siano giudici fra i Piccoli e la Regina. Che i Piccoli siano giudici fra la Regina e gli umani.
Ender dovette chiedersi fino a che punto quel principio sarebbe stato applicabile. Lui era quasi l’unico uomo vivente a ricordare quanto terrore avevano sparso gli Scorpioni tremila anni addietro. I loro corpi di insetto avevano popolato gli incubi dell’umanità dalla preistoria. Con che animo la gente di Milagre li avrebbe accettati come giudici?
Così, è difficile. Ma non più difficile dell’impegno che abbiamo chiesto ai maiali. - Sì — disse. — Possiamo accettare anche questo. È una buona idea.
— Passiamo al prossimo cambiamento — disse Human, e rivolse a Ender un sogghigno. L’effetto fu grottesco, perché le facce dei maiali non erano fatte per imitare le espressioni umane. — È per questo che c’è voluto del tempo. Tutte queste modifiche.
Ender gli restituì il sogghigno.
— Se una tribù di Piccoli non firma il trattato con gli umani, e se attacca le tribù che hanno firmato, noi siamo liberi di andare in guerra contro di essa.
— Cosa intendi per «attacco»? — volle sapere Ender. Se con quel termine definivano una semplice offesa, una clausola simile avrebbe ridotto a nulla la proibizione di combattere.
— Attacco — disse Human, — è quando loro vengono nella nostra terra e uccidono i fratelli o le mogli. Non c’è attacco quando si limitano a dire che esiste uno stato di guerra, oppure vengono a discutere i patti per cominciare una guerra. Ma attacco è se arrivano e combattono senza aver prima discusso un patto. Poiché noi ci siamo impegnati a non cominciare mai una guerra, l’attacco di un’altra tribù è il solo modo in cui una guerra potrebbe succedere. Sapevo che lo avresti chiesto.
Il maiale mostrò quello che avevano messo per iscritto, e infatti nella clausola era specificata chiaramente anche la definizione di ciò che era un attacco.
— Anche questo è accettabile — disse Ender. Significava che la possibilità di guerra non sarebbe stata rimossa per molte generazioni, forse per secoli, perché tanto sarebbe occorso per riunire sotto il trattato tutte le tribù del pianeta. Ma molto prima che l’ultima tribù faccia questo passo , pensò Ender, i benefici dell’esogamia pacifica saranno evidenti e pochi resteranno inchiodati alle loro usanze belliche.
— Ora l’ultimo cambiamento — continuò Human. — Con questo, le mogli intendono punirti per averle costrette a una discussione così difficile. Ma io credo che tu non la vedrai come una punizione. Poiché a noi è proibito darvi la terza vita, con questo trattato anche agli umani sarà proibito portare i Piccoli nella terza vita.
Per un momento Ender pensò che le sue preghiere fossero state esaudite: non avrebbe dovuto fare la cosa che Pipo e Libo avevano deciso di rifiutare.
— Dopo l’inizio del trattato — disse Human, — tu sarai il primo e l’ultimo umano a darci questo dono.
— Io preferirei… — cominciò a dire Ender.
— So cosa preferiresti, Araldo, amico mio — disse Human. — Per te questo sembra un omicidio. Ma per me… quando a un fratello è dato il diritto di passare alla terza vita come un padre, lui sceglie allora il suo più grande rivale o il suo più fedele amico per compiere l’atto. Tu, Araldo… fin da quando imparai lo stark e lessi La Regina dell’Alveare e l’Egemone , io ti attesi. Molte volte dissi a mio padre, Rooter, che di tutti gli umani tu saresti stato il solo a comprenderci. E poi giunse la tua astronave, e Rooter mi disse che a bordo c’eravate tu e la Regina, così seppi che eri venuto per farmi questo dono, se io avessi agito bene.
— Tu hai agito bene, Human — sospirò Ender.
— Qui — disse il maiale. — Vedi? Abbiamo firmato il trattato come usano gli umani.
In calce all’ultimo paragrafo dell’accordo erano scritte laboriosamente, quasi crudelmente, due parole. — Human — lesse Ender ad alta voce la prima. Ma l’altra non riuscì a capirla.
— È il vero nome di Urlatrice — spiegò il maiale. — Guarda-Stelle. È poco abile con il bastoncino scrivente… le mogli non usano gli utensili molto spesso, perché sono i fratelli a fare i lavori. Così mi ha chiesto di dirti qual è il suo nome, e che lo ha ottenuto perché guardava sempre il cielo. Ha detto che allora non lo sapeva, ma stava aspettando che tu venissi.
Tanti individui e tante speranze riposte in me , pensò Ender. E da ultimo tutto dipenderà da loro. Da Novinha, da Miro, da Ela, che mi hanno chiamato. Da Human e da Guarda-Stelle. E anche da quelli che avevano paura della mia venuta.
Verme si fece avanti con un vasetto d’inchiostro; Calendar aveva portato la penna. Era uno stecco affilato, con una fessura sulla punta e un pozzetto che si riempì d’inchiostro quando Ender lo inzuppò nel calamaio. Dovette intingere il pennino cinque volte per poter scrivere il suo nome. — Cinque! — annuì gravemente Freccia. Ender ricordò che il numero cinque era prodigioso per i maiali. Era stato un caso, ma se volevano considerarlo di buon auspicio tanto meglio.
— Porterò il trattato al nostro governatore e al vescovo — disse.
— Di tutti i documenti mai firmati nella storia dell’umanità… — commentò Ouanda. Nessuno aveva bisogno che finisse la frase. Human, Mangia-Foglie e Mandachuva riavvolsero con attenzione il rotolo nelle foglie e lo consegnarono, non a Ender, ma a Ouanda. E d’un tratto lui si rese conto, con terribile certezza, di cosa significava quel gesto. I maiali avevano ancora del lavoro per lui, un lavoro che richiedeva l’uso di entrambe le mani.
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