— Sì, in verità lo so — annuì Salter Wherry, con un nuovo sorriso. — Il mio scopo non è quello di pungolarla. È quello di chiederle quanto ci vorrà, per un qualunque motivo, prima che le consentano di riprendere gli esperimenti con i soggetti umani, anche con, come dice lei, volontari bramosi di offrirsi.
Judith serrò le mani l’una sull’altra, con forza. Il suo volto era impassibile. Quanto sapeva, lui? Era proprio sull’orlo della nuova ricerca.
— Potrebbero volerci anni prima che questi esperimenti vengano autorizzati — rispose infine.
— O forse un’eternità. Si ricordi che la procrastinazione è la più micidiale forma di diniego. — Stava pigiando con forza, dominando quell’incontro, e lo sapevano entrambi. — E ricordi, come nell’Ecclesiaste, che per ogni cosa c’è una stagione, e un dato tempo per ogni scopo sotto il cielo. Il suo tempo è adesso, il suo scopo è qui su questa stazione. Lei dovrebbe cogliere questa occasione. Su PSS-One lei non sarà legata alle regole che hanno paralizzato il suo Istituto di ricerca sulla Terra. Qui, sarà lei a creare le regole.
Judith sollevò lo sguardo su di lui. Aveva ripreso il proprio autocontrollo. — Qui è lei a stabilire tutte le regole.
Salter Wherry sorrise, e per un attimo riaffiorò la bocca sensuale dell’uomo più giovane. — Lei è male informata. Ammettiamo pure che ci sono certe regole sulle quali insisto. Tutto il resto è negoziabile. Mi dica quali esperimenti desidera condurre. Mi stupirebbe se non li approvassi tutti. Per iscritto. Se sarà questo il caso, verrà quassù?
Finalmente Salter Wherry prese posto sulla sedia davanti a lei.
— Forse — fu la risposta di Judith. — La sua offerta è più che generosa.
— E se vogliamo essere realistici, siamo d’accordo che le cose non vanno bene giù sulla Terra? Molto bene. Non le farò nessuna pressione. Ma ho ancora una domanda. Lei ha detto a Hans Gibbs che questo incontro era una cosa assolutamente essenziale: se non ci fosse stato un colloquio faccia a faccia non ci sarebbe stato nessun accordo. Molto insolito. Me ne ha spiegato la ragione… la credibilità di cui gode presso la gente che lavora per lei ne sarebbe uscita diminuita se non mi avesse incontrato. Ma lei ed io sappiamo che questo è un nonsenso. Il suo prestigio e la sua reputazione hanno abbastanza peso presso il suo staff da rendere un incontro sia inutile che irrilevante. Allora, perché voleva incontrarmi?
Judith fece una lunga pausa prima di rispondere. La sua successiva osservazione avrebbe potuto far infuriare Salter Wherry al punto che tutto il suo interesse per reinsediare lassù l’Istituto avrebbe potuto svanire. Ma lei aveva necessità di conquistarsi un certo vantaggio psicologico.
— Mi è stato detto che lei ha certi gusti e preferenze personali. Che lei non avrebbe mai, in nessuna circostanza, trattato direttamente con una donna. E che lei si era inoltre autorecluso senza più alcuna speranza. Le sue abitudini sessuali non mi riguardano, ma io non potrei lavorare con qualcuno con cui mi vengano negati i contatti personali. Potrei lavorare con lei soltanto se sarà possibile incontrarci per discutere i problemi che si presenteranno.
— Perché ha bisogno dei miei input? — chiese lui alla fine. — Cerchiamo di essere realistici. Nel suo lavoro il mio contributo non sarebbe nulla di più che rumore e distrazione.
— Non è questo il punto. I miei rapporti richiedono una certa logica, indipendenti dal genere e dalla personalità. Altrimenti diventerebbero impraticabili.
Lui tornò a sorridere. — E lei finge che ci sia logica nei suoi attuali rapporti con l’impenetrabile burocrazia delle Nazioni Unite? È meglio per lei se non insisto.
Salter Wherry si alzò in piedi. — Ha la mia parola. Se verrà quassù avrà accesso alla mia persona. Ma a mano a mano che lei invecchierà, imparerà che la logica è un lusso al quale dobbiamo talvolta rinunciare. La maggior parte della razza umana tira avanti senza di essa. Lei è, innegabilmente, una donna: mi permetta di distruggere un’altra voce, dicendole che la trovo una donna attraente. Non c’è dubbio che mi sia incontrato con lei faccia a faccia. Questo per le illazioni oziose. Quando tornerà sulla Terra forse vorrà diffondere la voce che molti dei «fatti noti» su di me sono semplici invenzioni. Anche se so che questo non modificherà la percezione che il pubblico ha di me.
Salter Wherry si era fermato davanti a lei, il suo atteggiamento indicava chiaramente che l’incontro era finito. Judith rimase seduta.
— Lei mi ha fatto un’ultima domanda — disse. — Perché ho insistito per avere questo colloquio? Le ho dato una risposta. Adesso credo di avere anch’io il diritto di farle un’altra domanda.
Lui annuì. — Mi pare giusto.
— Perché ha acconsentito a incontrarmi? Stando ad Hans Gibbs lei avrebbe certamente rifiutato. Credo che il problema della narcolessia sia importante per lei, ma così importante? Non lo credo.
Salter Wherry si chinò un po’, portando il suo volto rugoso proprio davanti a quello di Judith. Appariva molto vecchio e molto stanco. Poté percepire la stanchezza nei suoi occhi, molto in fondo, sotto il fuoco e il ferro. Quando finalmente sorrise, quegli occhi avevano un’espressione sognante.
— Lei è una persona straordinaria. Poca gente vede un secondo livello di finalità, salvo che per se stessi e i propri obbiettivi. Mi rifiuto di mentirle, e sono sicuro che le sue motivazioni si collocano più in profondità di quanto abbiamo raggiunto durante questo incontro. Perciò lei mi dovrebbe credere quando dico questo. Oggi, lei e il suo staff, trovereste le mie altre motivazioni difficili da accettare, perciò non gliele offrirò. Ma un giorno lei conoscerà le mie ragioni.
Fece una lunga pausa, poi aggiunse a bassa voce: — E adesso che l’ho incontrata, credo che lei le approverà.
Si girò e si stava già dirigendo verso la porta prima che Judith potesse formulare una risposta. Il colloquio con Salter Wherry era finito.
— La Terra è stata considerata per secoli come una gigantesca macchina in grado di autoregolarsi, di assorbire tutti i cambiamenti, grandi e piccoli, diluendo i loro effetti fino a quando non diventavano invisibili su scala globale. L’umanità ha dato per scontata quella stabilità. Incuranti delle conseguenze, abbiamo guardato le foreste che venivano spazzate via, i laghi avvelenati, i fiumi dannati e deviati, le montagne livellate, intere pianure scavate per estrarne il contenuto di minerali e combustibile. E non è successo nulla di disastroso, la Terra ha tollerato gli insulti e ha ripristinato lo status quo.
«Sempre, fino ad ora. Fino a quando, alla fine, è stato superato un certo punto critico. L’allontanamento da uno stato costante si segnala in molti modi: l’aumento delle temperature degli oceani, le siccità e le inondazioni. Una perdita diffusa dello strato superficiale del suolo, un fallimento massiccio dei raccolti, e il crollo delle industrie ittiche a livello mondiale.
«Sono state proposte molte soluzioni, ma adesso nessuna di esse può anche soltanto venir tentata. Tutte richiedono una certa pratica nel campo della conservazione, l’inversione di certi cambiamenti. Questo è impossibile. Con una popolazione mondiale che si avvicina agli otto miliardi, tutti i margini per tentare degli esperimenti sono scomparsi da tempo. A mano a mano che le risorse diventano più scarse, la pressione perché venga aumentata la produzione cresce sempre più. Le nazioni più ricche praticano un crescente livello d’isolazionismo e di cautela, quelle povere hanno raggiunto il punto della più assoluta disperazione. I materiali prodotti nello spazio non sono altro che un rigagnolo, là dove sarebbe necessaria una inondazione.
Читать дальше