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William Tenn: Gli uomini nei muri

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William Tenn Gli uomini nei muri

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Una vita da topi, una vita da scarafaggi: così si diceva degli ebrei chiusi nei ghetti dell’Europa Centrale, dei popoli schiacciati dall’occupazione nazista. Ma qui, su questa Terra invasa da strapotenti, invincibili, torreggianti mostri, la vita da scarafaggi è, per l’uomo, una realtà letterale. Tribù nomadi ormai ridotte allo stato primitivo si aggirano in un groviglio di cunicoli, condotti, gallerie; il loro stato normale è il terrore, il loro unico scopo e sopravvivere fino a domani; il loro universo è quello cieco e senza speranza degli insetti, degli infimi parassiti che infestano le crepe e i segreti passaggi dei muri di casa. Ma c’è, in questa esistenza disperata, una tenacia, un accanimento, un coraggio che gli insetti non conoscono. Non è facile liberarsi, una volta per tutte, dei fastidiosi e formicolanti terrestri...

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«Una volta e tre volte» disse l’Aùgure, con voce che andava facendosi man mano sempre più chiara e ferma. «Una volta e tre volte i nostri antenati hanno dato a Eric il suo nome. In un modo e in un altro modo. Una volta e tre volte hanno detto quello che diventerà perché possa essere utile alla loro Scienza. E voi tutti avete udito, e io pure ho udito, e anche Eric ha udito.»

Confuso e perplesso, Eric si chiese quale fra le tante incomprensibili parole pronunciate dalla Voce degli antenati fosse il suo nome. Aspettò che fosse Ottilie a pronunciarlo. Era tanto ansioso che respirava appena.

«Un occhio elettrico» disse Ottilie. «Ecco cosa ci dice la Scienza degli antenati. Un occhio elettrico per la messa a fuoco» ripeté. E poi: «Vedrete meglio, vedrete più lontano, vedrete più chiaro, così ha dichiarato la macchina a Eric. Quello che gli antenati vogliono da lui è inequivocabile. Inequivocabile è quello che Eric dovrà essere per riconquistare la Terra che è nostra di diritto.»

Grazie alla macchina, grazie agli antenati! Il messaggio era chiaro. Ma che cosa significava?

Ottilie l’Aùgure, si volse verso Eric, che stava solo, in disparte, e ora si era eretto in tutta la persona e guardava gli altri con aria di sfida.

«Eric» disse la donna. «Eric l’Unico, ora tu andrai a compiere il tuo Furto. Se riuscirai e tornerai vivo, diventerai un uomo. E come uomo, non sarai più Eric l’Unico, ma sarai Eric l’Occhio. Eric lo Scrutatore, colui che troverà la strada per l’Umanità. Eric darà il fatto loro ai Titanici, grazie al suo occhio, al suo occhio vigile, al suo occhio elettrico, che vedrà meglio, più chiaro e più lontano. Perché così hanno detto i nostri antenati, e voi tutti avete udito.»

Finalmente Eric poté tirare un gran sospiro, imitato da tutta l’Umanità che pendeva dalle labbra di Ottilie. Eric l’Occhio: ecco il suo destino. Se fosse riuscito a commettere il Furto. Ma doveva riuscire.

Rita la Raccoglitrice di Ricordi e sua figlia Harriet la Cantastorie riportarono la macchina nel sacrario, una nicchia scavata nella parete dietro al Tumulo Reale. Nonostante che fosse impegnata in un compito sacro, la giovane Harriet continuò a tenere gli occhi fissi su Eric. Adesso era diventato una persona importante, o almeno lo sarebbe diventato al ritorno del Furto. Eric notò che anche altre giovani in età da marito lo guardavano nello stesso modo.

Quando Ottilie, tornata al suo ruolo di Prima Moglie del Condottiero, ebbe ripreso il suo posto accanto a Franklin, il giovane andò a porsi davanti al tumulo e, agitando la lancia, cominciò la danza rituale, intonando un canto di promesse per l’Umanità:

«Io sono Eric l’Occhio
Eric l’Occhio Elettrico,
Eric che Vede Meglio,
che Vede più Chiaro,
che Vede più Lontano.
Eric lo Scrutatore
Eric che trova la strada
per l’Umanità.
Vi siete sperduti?
Io vi aiuterò
a ritrovare la strada.
Il cunicolo si divide
in troppe biforcazioni?
Io vi indicherò quella
che vi condurrà a casa.
Vi sono nemici,
trappole nascoste,
pericoli che si annidano nell’ombra?
Io li vedrò
e vi avvertirò in tempo.
Io guiderò
la schiera dei guerrieri
e vedrò per loro…»

E continuò a cantare e a danzare finché Franklin non l’interruppe con un gesto, esclamando: «Così sarà quando avrai eseguito il Furto. Parlamene.»

«Andrò nella casa dei Titanici» annunciò fieramente Eric. «Ci andrò solo, senza compagni ma con le mie armi, come si addice a un guerriero. Ruberò ai titanici, incurante del pericolo. E porterò il ricavato del mio Furto all’Umanità, perché abbia a goderne.»

Franklin annuì e pronunciò la risposta di rito. «Belle parole, e degne di un guerriero. Che cosa prometti di rubare ai Titanici? Sai che, al primo Furto, bisogna promettere, prima, e mantenere la promessa.»

Ci siamo! Eric guardò suo zio, in cerca di aiuto. Ma Thomas il Distruggitrappole guardava da un’altra parte. Eric si passò la lingua sulle labbra. Beh, dopo tutto non c’era niente di male… E i giovani iniziati avevano il diritto di scegliere liberamente, per quello che riguardava il primo Furto.

«Prometto che commetterò un Furto nella terza categoria» dichiarò con un tremito appena percettibile nella voce.

La sua dichiarazione ebbe un effetto superiore al previsto. Franklin, il Padre di Molti Ladri, si lasciò sfuggire un’esclamazione di stupore. Balzò in piedi e fissò attonito Eric.

«Terza categoria, hai detto?» chiese. Il ventre e le braccia flaccide erano scossi da un tremito. «Terza?»

Spaventatissimo, Eric si limitò a fare un cenno di assenso.

Franklin si volse a sua moglie Ottilie, e tutti e due cercarono con gli occhi, tra le file dell’Umanità, Thomas il Distruggitrappole che stava ritto in mezzo ai componenti della sua banda, e che era rimasto imperturbabile.

«Che roba è questa, Thomas?» chiese il capo, dimentico del cerimoniale. «Dove vuoi arrivare? Perché tuo nipote ha scelto la terza categoria?»

Thomas lo guardò con aria innocente. «Dove voglio arrivare, io? E cosa c’entro? Io non ne so niente. È stato il ragazzo a scegliere la categoria. Se vuole la terza, sono affari suoi. Cosa c’entro io?»

Il capo lo fissò a lungo, senza parlare, poi si rivolse a Eric e disse brusco: «Bene. Hai scelto. Terza categoria. E adesso, si dia inizio alla festa.»

Con quanta gioiosa aspettativa aveva atteso la festa che avrebbe fatto seguito alla cerimonia dell’iniziazione!. Ma ora la sua gioia era guastata. Gli pareva di essere coinvolto in qualcosa che avrebbe arrecato danno all’Umanità, anche se non avrebbe saputo dire cosa o perché.

Di solito, un iniziato che stava per prendere parte al suo primo Furto era al centro dell’interesse generale. Tutti gli si accalcavano intorno, tutti volevano parlare con lui. Ma durante il pranzo, il capo rivolse a Eric solo le domande strettamente richieste dal cerimoniale, e la sua attenzione era palesemente concentrata su Thomas il Distruggitrappole.

Di tanto in tanto, il capo scambiava un’occhiata con Ottilie come se volesse dirle qualcosa, anche se non aprì mai bocca. Dopo essersi guardati, come di comune accordo, Franklin e Ottilie si voltavano a guardare di nuovo lo zio di Eric.

Tutti i membri dell’Umanità si rendevano conto della tensione che gravava sulla festa. Gaiezza, risate, allegria, usuali in quel genere di feste, mancavano quasi completamente. La banda dei Distruggitrappole si teneva stretta attorno al suo comandante, con aria tesa e sospettosa. Altri capibanda, come Stephen Fortebraccio e Harold il Lanciatore, avevano l’aria preoccupata, come se fossero assillati da gravi problemi.

Anche i bambini erano insolitamente tranquilli. Servivano i cibi preparati dalle donne, poi tornavano di corsa ai loro posti e mangiavano tenendo gli occhi spalancati fissi sugli adulti.

Eric provò una profonda sensazione di sollievo quando Franklin emise il rutto di cerimonia, si stiracchiò e si sdraiò sul pavimento del cunicolo. Dopo pochi minuti, il capo russava sonoramente.

La notte aveva avuto ufficialmente inizio.

4

Al termine del periodo di riposo, non appena il capo si fu svegliato sbadigliando e proclamando in tal modo che era l’alba, la banda di Thomas il Distruggitrappole si mise in cammino.

Eric, ancora soprannominato ufficialmente l’Unico, portava le preziose fasce della virilità nella bisaccia dei viveri che le donne gli avevano preparato in previsione di un viaggio della durata di alcuni giorni. In realtà, il ritorno era previsto prima del prossimo periodo di riposo. Nel corso di un’incursione nel territorio dei Titanici, però, poteva succedere qualsiasi cosa.

Avanzavano in fila indiana, in formazione militare, distanziati in modo che ciascun uomo potesse intravvedere quello che marciava davanti a lui. Per la prima volta nel corso della sua carriera militare, Eric portava solo le punte di lancia che sarebbero servite a lui personalmente. Armi e vettovaglie in sovrappiù erano legate alla schiena del nuovo apprendista che marciava dietro a Eric e lo guardava con lo stesso sguardo, in cui si mescolavano paura e invidia, con cui Eric aveva guardato fino al giorno prima gli altri guerrieri.

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