— Quei jet di assetto sono sempre stati troppo vulnerabili. Ormai Armonista avrà installato qualcos’altro. — Con la mente spaziò al di là delle parole. — I costruttori del Ringworld hanno sempre considerato i jet di assetto una soluzione temporanea per garantire sicurezza. Costruirono la griglia di superconduttore per muovere magneticamente il sistema, facendo leva sul sole. Armonista controlla questo sistema.
— Tiri a indovinare.
— E colgo nel segno. Sono un difensore. Liberami, Ultimo, e uscirò dalla tua proprietà.
— Come ti senti?
— Confinato. Sono storpio. Non posso combattere e non posso fuggire. Penso molto più velocemente di quanto non abbia mai saputo fare. Vedo molte risposte. Anche questo mi pone confini, in un certo modo. Se ogni volta vedo la risposta giusta, non ho scelta. Armonista ha un piano. Non interferirò, a meno che non minacci i miei D-figli, ma dovrei parlare con lui. Ci sono cose che devo fare prima, tutto qui. E tu? Hai un piano?
— Svignarmela, alla prima occasione.
— Bene. Ricordi dove Armonista lavorava sulla Needle ? Hai occhi-rete là dentro?
— Sotto Olympus Mons.
— La Long Shot è là? Funziona?
— Ha smontato la nave e l’ha rimontata. Da allora non l’ha provata.
— E l’automed di Carlos Wu?
— Non è stato toccato.
— Ancora disseminato a terra?
— Sì.
— Aspetta che io provochi un diversivo. Poi porta a bordo della Long Shot l’automed in condizione di lavoro. Puoi farlo?
L’urlo di un’orchestra impazzita. — Perché dovrei anche solo pensare a commettere un furto nel terreno di un difensore?
— Ma avrai a fianco un difensore. Ultimo, siamo di fronte a una data di scadenza. Armonista non penserà ai nostri comodi. Agirà non appena potrà, perché non può prevedere quando la Guerra Periferica andrà al diavolo. Se non ci allontaniamo presto dal Ringworld, tu perderai per sempre la tua casa e io la mia. E peggio.
Seguì un momento di silenzio, interrotto da Louis. — Pensi che potresti tenermi prigioniero fino al momento di passarmi ad Armonista. E ottenere qualcosa. Sai perché non puoi farlo? Ricordi i tre sedioli su braccio snodabile, nella Sala Difesa Meteore?
— Ricordo.
— Ad Armonista ne serve uno solo.
Ultimo capì. Era pronto come alcuni altri difensori. — Triunvirato.
— Me li ha fatti vedere di proposito. Un messaggio, una promessa. Armonista, Proserpina e io. Ha estrapolato un difensore Pak superstite e sapeva che mi avrebbe fatto mangiare l’albero-di-vita. Non si aspettava che restassi in libertà. Probabilmente se ne frega se sono storpio come un antico schiavo greco. Ha bisogno del mio input. Non può calcolare bene come me i risultati della Guerra Periferica. Vedi, puoi vendermi ad Armonista, ma dovrai vedertela con me, dopo.
— Sei libero di muoverti per la nave — disse Ultimo.
— Dammi accesso al comando principale dei dischi passatoio. Devo riscrivere alcune istruzioni.
— Per rendere più difficile rintracciarti? Ti aiuto.
— Me e un paio d’altre persone. Non mi serve aiuto.
Riprogrammato il sistema di dischi passatoio, si trasferì nello scomparto da carico della Needle. Ne trasse una tuta pressurizzata: non gli si adattava bene, vista la sua nuova figura fisica, ma gli sarebbe servita. Prese anche una fune, occhiali ingranditori, una torcia laser.
Si mise a battere alcuni tasti sui comandi del disco passatoio e traslò.
Era in orbita. Aveva previsto quella possibilità. Le regolazioni che voleva erano quelle dispiegate più di recente e alcune si riferivano a cataste di servizio orbitanti. Spese qualche istante a guardare in basso la faccia del Ringworld. Quella era una regione che non aveva mai visto nei particolari, posta in parte fra i Grandi Oceani. C’erano deserti ocra e minuscole cicatrici di crateri d’impatto e tre piccoli grumi di nubi: cicloni. Armonista non faceva riparazioni, se non era costretto. Forse sarebbe stato contento di trovare luoghi dove il terreno era scalzato fino allo scrith.
Non vide veicoli aerei o spaziali. Meglio di quanto non avesse previsto. Ormai la Guerra Periferica si sarebbe potuta estendere giù fino alla superficie. Aveva ancora tempo. Ma avrebbe dovuto fare quel viaggio collaterale malgrado la Guerra Periferica. Non accadeva spesso che un difensore avesse scelta. Batté sui tasti un’altra regolazione.
Sempre in orbita, ma in un altro punto. Una telecamera della ARM delle dimensioni di un moscerino ora lo fissava da due metri.
Era proprio nei guai! Adesso la ARM aveva un avvistamento verificato di un difensore. O la tuta pressurizzata e la Needlema contorta avrebbero nascosto abbastanza a lungo la sua natura? Batté in fretta sui tasti e sparì.
La notte del Ringworld non era particolarmente buia. Lì non c’era niente, a parte sabbia e arbusti e la catasta di servizio di Armonista e la calma superficie di un mare. Louis si aggirò lì intorno per un poco, ma non vide orme sulla sabbia.
C’era però un lieve odore.
Erano stati lì, ma non si erano trattenuti a lungo. Avevano un’aviobici con cui giocare. Louis girò intorno all’isola e usò gli occhiali ingranditori per esaminare la riva lontana. Una aviobici sarebbe risaltata.
Niente. Riprovare.
Chissà dove. Louis comparve e rimase intrappolato fra rami e spine. Si guardò e tastò intorno, prime di tentare movimenti. Le spine non facevano grandi danni alla pelle coriacea. Dietro il duro guscio della faccia, la mente sogghignò.
Armonista aveva mandato una catasta di servizio a incontrarsi con l’aviobici di Louis.
Sei mesi fa. Forse Roxanny, pilotando l’aviobici, si era spostata varie volte prima di rinunciare. La programmazione di Armonista avrebbe retto: la catasta di servizio avrebbe seguito l’aviobici. Per quanto Roxanny ne sapeva, l’aviobici poteva essere coperta di sensori e di telecamere. Forse alla fine lei era finita in una giungla e aveva lasciato che piante spinose crescessero sia sull’aviobici sia sulla catasta di servizio.
Louis procedette a cauti tagli, usando la torcia laser. La boscaglia cominciò a prendere fuoco. Male. Louis strisciò giù fra le spine, girò intorno al bordo del disco passatoio, graffiandosi e tagliando altri arbusti mentre procedeva. Spense il disco passatoio e fece sollevare la catasta di piastre levitanti prima di rimanere arrostito.
La foresta si estendeva parecchio, seguendo un fiume, e lui era comparso al centro. Ora, dall’alto, aveva un’ottima visuale. Dove sarebbe andato, un paio di forestieri, dopo avere abbandonato il mezzo di trasporto?
Non lontano. Wembleth avrebbe condotto Roxanny al più vicino centro civile: lui sapeva che gli stranieri erano ben accolti ovunque. Seguendo a valle il fiume, qualcosa avrebbero trovato.
Louis trovò un piccolo villaggio alla confluenza di due fiumi. Si avvicinò alle case a forma di cono. Da qualche parte una voce gridò: — Vasneesit! — e Louis pensò: “ Stet!”
Nella foresta si era sviluppato un incendio. Una colonna di fumo da richiamare l’attenzione, proprio dove Roxanny e Wembleth avevano lasciato il loro veicolo. Guardando in direzione dell’incendio, avrebbero visto una catasta di piastre levitanti stagliate contro il fumo. E allora? Si sarebbero nascosti o sarebbero fuggiti?
Nascosti. Non potevano battere in velocità una catasta di servizio.
Louis annusò. Popolazione tra 1000 e 1500 individui, carnivori dall’odore, pochi anziani, un mucchio di parassiti, ma poche malattie. E…
Laggiù. Louis scese nella piazza del villaggio. La gente locale si radunava. Uomini e donne bassi, robusti, d’aspetto lupesco. Occhi incassati. Mascelle aguzze un po’ sporgenti.
Un anziano gli rivolse la parola. Louis non capì la lingua, ma cercò di tranquillizzare l’uomo, con il linguaggio del corpo. Non funzionò e allora Louis lo prese per il naso e lo buttò a terra. Un breve incontro dimostrativo e l’uomo gli strisciò ai piedi.
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