Larry Niven - I figli di Ringworld

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I figli di Ringworld: краткое содержание, описание и аннотация

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Ringworld, il Mondo Anello: un gigantesco universo artificiale con un diametro di un milione di miglia che galleggia nello spazio remoto, e in cui vivono centinaia di razze diverse. Louis Wu è l’uomo che l’ha scoperto e che ora è prigioniero di una malvagia entità aliena appartenente alla razza dei Burattinai. Questo essere imprevedibile sta per provocare una guerra di proporzioni galattiche, attaccando astronavi di tutte le razze dello Spazio conosciuto. Ma se la guerra ci sarà, Ringworld verrà distrutto e fra le stelle non resterà che un ponte di cenere.

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Louis si ritrovò sul terreno a gridare di dolore. Si sentiva come se gli avessero spappolato tutte le ossa della gamba sinistra fino all’anca. Roxanny sparò in cielo, abbassò il braccio e imprecò.

Quando rimise a fuoco la vista, Louis vide che la pistola era puntata dritto su di lui, da meno di un metro. Sopra la cresta, la palla di fuoco stava morendo. Dal bagliore emerse una nave spaziale in fase di atterraggio. Sul terreno c’era ancora un’aviobici. L’altra non era in vista, al pari di Hanuman, Accolito e Wembleth. Claus giaceva sulla schiena, con la testa quasi staccata, sventrato.

Roxanny lo tenne sotto tiro. — Perché non ti sparo e basta?

— Roxanny, non farlo — disse Louis Wu, maestro di sarcasmo. Non osava muoversi e non riusciva a pensare. Pazienza. Un ventenne si sarebbe spezzato sotto la furia negli occhi di lei. — Non spararmi. Ti porterò con l’aviobici dove vuoi. Solo, non posso muovermi.

Wembleth sbucò da dietro un albero, vide la pistola in pugno a Roxanny e si ritrasse.

— Non mi serve la tua aviobici — disse Roxanny.

— Ora abbiamo una nave. Wembleth! Sali a bordo e siediti. Luis, puoi alzarti?

Futz , no! — disse Louis.

Roxanny si chinò e lo prese fra le braccia. La gamba penzolò, come priva d’ossa. Louis urlò di dolore e lei lo lasciò quasi cadere. Accecato dal dolore, Louis si perdette il resto.

Era disteso sulla schiena. Sul soffitto scorreva una sorta di talk show, ma le voci non erano abbinate. Ah: il sonoro era spento. Le voci risuonavano da qualche tempo contro uno sfondo rumoroso che Louis attribuì a una nave da guerra.

— Avevo fratelli, una volta — disse Wembleth, con il tono di chi parla sotto l’effetto di farmaci. Il congegno traduttore suonava preciso e attento. — Sono stato nella loro casa di zolle, quando mio padre e io ci siamo trasferiti a…

— Vi trasferite spesso? — intervenne con tono di comando una voce che Louis non aveva mai sentito.

— Sì — rispose Wembleth.

Roxanny gli aveva sparato. Fino a che punto era grave? Wembleth aveva la mente confusa e difficoltà a non divagare dal racconto. E quelli avrebbero appreso troppo anche da Luis Tamasan, se lo avessero interrogato. Louis cercò di muoversi.

Non aveva grande sensibilità. Un formicolio alla base della nuca. Riusciva a muovere gli occhi e, un poco, la testa. Vedeva solo che era nudo, supino, immobilizzato in una sorta di cavalletto di tortura… o nella scatola di rianimazione di un automed militare. Il rumore di fondo faceva pensare a una nave da guerra. Louis ascoltò le voci, cercò di distinguerle.

Agente maschio: — … fratelli?

— Fratelli scelti. Cresciuti più in fretta di me… rimasti con i loro, per trovare compagnia…

— Hai visto molte specie di umani?

— Venti… trenta… Ho fatto rishathra con…

Louis credette di capire che cos’era accaduto lassù. Una nave sotto il pavimento del Ringworld aveva sparato proiettili di antimateria. Nessun bisogno di trovare un ciclone già sul posto. Un proiettile per strappare via l’isolamento di schiuma di scrith per la difesa dai meteoriti. Un altro per praticare un foro nel pavimento di scrith e il territorio superiore, abbastanza grande per offrire un varco a un piccolo trasporto truppe. Un’idea folle, maligna, semplice e diretta. Lui avrebbe dovuto prevederla, anziché fare complicati piani di viaggio a lunga distanza.

Wembleth disse: — Non potete andare da nessuna parte, se non sapete… rishathra… non provate a immaginare…

Voce di Roxanny: — Guerra? Non combattete mai…

— Visto carnivori combattere erbivori… mangiato anch’io. Questo intendi?

— Ook.

Mmm? Girare la testa non era facile: Luis era bloccato in una rete e aveva perduto la sensibilità dal collo in giù. Ma lì c’era Hanuman, in una gabbia abbastanza grande da contenere uno Kzin. Incrociarono lo sguardo in reciproca comprensione. Poi qualcosa bloccò la visuale di Louis. Roxanny Gauthier era dietro a un uomo tozzo, forse originario di Jinx, e tutt’e due portavano giubbotti di volo con le mostrine della ARM. L’uomo si sporse su Louis, valutandolo.

— Tu saresti Luis Tamasan — disse.

— Già — rispose Louis Wu.

— Hai assalito uno dei miei.

“Sono vissuto per rimpiangerlo.” — Mi spiace.

— Sono il maggiore Schmidt. Tu sei un prigioniero civile. Questo ti dà alcuni diritti, ma sei in condizioni troppo brutte per esercitarli. Quegli storditori stordiscono solo se sei a una certa distanza, ma tu in pratica eri addosso al detec Gauthier. Hai avuto le ossa ridotte a schegge dall’anca al ginocchio. L’automed può guarirti, se non ti muovi per un poco. Cinque giorni.

Tanj. Meglio fare il bravo… — Grazie, signore. Immagino che senza il suo aiuto sarei rimasto storpio per tutta la vita.

Il maggiore sogghignò. — Oh, sì! Ora posso liberarti le braccia? Così potresti mangiare. Altrimenti sarai nutrito per endovena.

— Non cercherò di liberarmi — disse Louis.

— Ti faresti gran male, se ci provassi.

Il solletico alla nuca scese lungo la spina dorsale, le braccia tornarono in vita, il sinistro molto sensibile, illividito dal gomito alla punta delle dita… e scese ancora, finché… “Ahiiii!”… e di nuovo su per due centimetri. Louis sentiva ancora lividi lungo le costole, ma non quel frammentato grido di sofferenza che iniziò con l’anca sinistra. Con la coda dell’occhio vide Schmidt manipolare un telecomando video. Il talk show scomparve; il Ringworld tornò in vista, riversandosi dal soffitto e lungo le pareti rettangolari. Schmidt chiese: — Da dove sei venuto?

— Ruotatelo. Ancora. Bene. Signore, quello è il Grande Oceano. Guardi lungo il bordo a favore di spin… — Cominciò a descrivere il villaggio di Tessitori dov’era vissuto nell’ultimo anno. Persone, case, il fiume, le visite ai Pescatori, l’occhio-rete che Ultimo (“Chiron”) aveva spruzzato sulla parete di roccia di un burrone. Gli ARM non avevano modo di controllare. Se avessero potuto, i Tessitori avrebbero raccontato storie di Louis Wu e di Ultimo, due Vashneesht impegnati in una sorta di guerra. Ma cominciava ad avere la mente annebbiata. Da molto tempo non si sbronzava, ma si sentiva proprio come ubriaco.

Schmidt zoomò sulla regione del Grande Oceano. — Vivi qui? E i tuoi genitori? Chi altri? Una famiglia Kzin? Il burattinaio di cui ci hai parlato?

— No, Chiron no. Finagle sa dove vive Chiron. — Rimpianse di non poter soffocare la risatina. Non riusciva a dominare la lingua. — Gli Kzinti non vivono nel villaggio, provengono da qualche parte del Grande Oceano. — Se avessero spinto, avrebbe rivelato un’altra verità parziale: che Chmeee viveva fra gli Kzinti che si erano impadroniti della Mappa della Terra, indigeni e tutto.

Il maggiore Schmidt disse: — Un mucchio di Kzinti si chiama Chmeee. Chmeee era una sorta di eroe leggendario. Cosa significa, Mappa della Terra?

Louis capì d’avere straparlato, pensando ad alta voce. Schmidt ripeté: — Mappa della Terra? — con un tono d’acciaio nella voce.

— Signore, lì. — Indicò sul soffitto il Grande Oceano, dove i continenti della Terra erano disposti intorno al Polo Nord, centomila miglia a favore di spin rispetto alla Mappa di Marte. Adesso sapeva di non poter mantenere segreti. Forse lo avevano drogato, forse era solo colpa degli analgesici. Avrebbe resistito più che poteva e poi avrebbe detto loro il suo nome e avrebbe visto Roxanny esplodergli in faccia.

Roxanny disse: — Futz. Tengono umani in schiavitù?

Luis: — Homo habilis. Riproduttori Pak.

Schmidt: — Inalterati? Come gli scheletri nella gola di Olduvai?

Luis: — Mai visto uno. Vorrei vederli.

— Sono forse un po’ deviati? — disse Schmidt: chiaramente parlava per un registratore. — Da quanto già sappiamo, mille miliardi di riproduttori Pak hanno avuto 250.000 anni per evolversi senza difensori che eliminassero i mutanti. Gli Kzinti avrebbero fatto una riproduzione selettiva. Comunque quegli animali non si sarebbero evoluti in veri esseri umani, giusto, Luis?

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