• Пожаловаться

Ben Bova: I condannati di Messina

Здесь есть возможность читать онлайн «Ben Bova: I condannati di Messina» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию). В некоторых случаях присутствует краткое содержание. Город: Milano, год выпуска: 1972, категория: Фантастика и фэнтези / на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале. Библиотека «Либ Кат» — LibCat.ru создана для любителей полистать хорошую книжку и предлагает широкий выбор жанров:

любовные романы фантастика и фэнтези приключения детективы и триллеры эротика документальные научные юмористические анекдоты о бизнесе проза детские сказки о религиии новинки православные старинные про компьютеры программирование на английском домоводство поэзия

Выбрав категорию по душе Вы сможете найти действительно стоящие книги и насладиться погружением в мир воображения, прочувствовать переживания героев или узнать для себя что-то новое, совершить внутреннее открытие. Подробная информация для ознакомления по текущему запросу представлена ниже:

Ben Bova I condannati di Messina

I condannati di Messina: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «I condannati di Messina»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Farà piacere ai nostri lettori siciliani sapere che in un futuro più o meno lontano Messina è destinata a diventare sede del supergoverno mondiale. La città, certo, non sarà più la stessa. Torri e palazzi fantascientifici domineranno, lo stretto; uomini dotati d’immenso potere e carichi d’immense responsabilità guarderanno pensosi verso la Calabria; e celebri scienziati di tutto il mondo si ritroveranno, sbigottiti, a Messina, trasportati qui con le buone e con le cattive insieme alle loro famiglie. Una gravissima decisione è stata presa al più alto livello: ancora una volta la scienza sta per mettere in pericolo mortale non solo la società ma l’umanità stessa. E la scienza deve essere messa in condizioni di non nuocere. L’ordine spietato (o pietoso?), necessario (o criminale?) partirà da Messina.

Ben Bova: другие книги автора


Кто написал I condannati di Messina? Узнайте фамилию, как зовут автора книги и список всех его произведений по сериям.

I condannati di Messina — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «I condannati di Messina», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема

Шрифт:

Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Tutti si irrigidirono. La stanza piombò in un silenzio assoluto. Si sarebbe detto che nessuno osasse respirare, e meno di tutti Lou. Era ancora seduto sul pavimento, circondato dai ragazzi che lo guardavano a bocca aperta. Felix era rimasto voltato a metà verso l’impietrito Zonk.

Lentamente, molto lentamente, Felix si girò verso Lou. Le tavole sudicie del pavimento scricchiolarono sotto il suo peso. Felix aveva la faccia inespressiva e dura come il leone del manifesto.

— Come hai detto?

Sono morto comunque, pensò Lou. Poi disse forte: — Se non hai paura di niente e di nessuno, non avrai paura di aiutarmi a raggiungere l’aeroporto. Stanotte. Adesso.

Felix, per un minuto abbondante, fissò Lou, cupo, senza battere ciglio. Poi lentamente aprì la bocca e scoppiò a ridere. Il sogghigno si trasformò in una risata profonda, fragorosa, che faceva tremare la stanza. Anche i ragazzi si misero a ridere.

— Sei un bel tipo, uomo bianco, davvero un bel tipo, a parlarmi così. — Felix, ridendo sgangheratamente, tornò vicino al tavolo. — Hai del fegato. Non molto cervello, forse, ma del fegato sì. — Si lasciò cadere sulla seggiola con tale violenza che Lou temette di vederla andare in pezzi.

Felix scosse la testa, sempre ridendo. — E così, tu mi sfidi a darti una mano. Che colpo, questo, che colpo magnifico!

Lou si alzò in piedi. — E va bene, visto che fa tanto ridere. O mi aiuti, o mi ammazzi, o mi lasci libero. Scegli.

Felix, con un gesto della mano, disse: — Devi avere un po’ di sangue nero nelle vene, tu. Hai del fegato, e va bene. Ma adesso ascoltami: se ti lascio andare, ti fanno fuori prima dell’alba, lo sai? Se ti do una mano, scateno una guerra. Ma… zitto bamboccio, non sarà facile farti la pelle, se hai avuto il fegato di sfidarmi.

Si voltò verso Zonk. — Va’ a prendere la macchina.

— Vuoi…

— Il tipo vuol dare un’occhiata al JFK — disse Felix. — Da anni non l’ho più rivisto neanch’io. E tu ci sei mai stato?

Zonk, con gli occhi sbarrati, scosse la testa.

— Sei pronto a fare la guerra, al nostro ritorno?

Zonk annuì. Gli altri fecero altrettanto.

— Bene, va’ a prendere la macchina allora. Al ritorno, ci fermeremo alla città alta, a cercare rinforzi. Faremo vedere ai Piedipiatti che sarà bene che ci pensino due volte, prima di scatenare una guerra.

— Questo si chiama parlare — disse Zonk, andando verso la porta.

La macchina era una due porte decrepita, coperta di ruggine, scrostata, con i sedili sfondati, il cambio automatico da tempo fuori uso, le luci guaste e senza radio. Comunque, funzionava. Tra sussulti, rantoli e gemiti, funzionava.

Filarono sferragliando lungo la superstrada, con l’aria che fischiava dai finestrini difettosi. Zonk era raggomitolato sul sedile posteriore, semiaddormentato. Anche Lou aveva voglia di dormire. Dalla punta del cranio ai piedi scalzi, era tutto pesto e indolenzito. Gli faceva male il piede che si era ferito senza neppure accorgersene. Comunque, non riusciva a dormire. Dentro, era teso come in un urlo di terrore.

Una volta superato il ponte, la superstrada correva sopraelevata. Di fronte, l’orizzonte si tingeva di grigio. In quel quartiere, gli edifici erano più bassi e meno ammucchiati che a Manhattan.

Felix era quasi schiacciato dietro il volante. Rise sottovoce. — Certa gente nasce proprio con la camicia. Tu hai del fegato, non c’è dubbio, ma soprattutto hai una fortuna sfacciata.

Lou lo guardò. Nella luce scialba e fredda delle prime ore del mattino, Felix sembrava diverso.

— Ma non hai ancora capito? — gli chiese Felix.

— Non so…

Il nero si girò faticosamente sul sedile troppo stretto per un gigante come lui e diede un’occhiata a Zonk, che dormiva profondamente.

Poi disse a Lou: — Credi che siano bastate le tue parole per salvare la pelle dalla furia di un branco di decenni? Lo credi davvero? — E scoppiò a ridere.

VI

Lou osservò attentamente Felix, che si limitò a ridacchiare tra sé, senza aggiungere altro. In quel momento, nel chiarore dell’alba si profilarono le strutture del JFK. Felix uscì dalla superstrada, e infilò una via d’accesso all’aeroporto.

— Dove vai? — chiese Lou.

— Dobbiamo farci belli per superare i cancelli dell’aeroporto.

Si infilarono nel posteggio di un centro vendite, aperto tutta la notte. Felix svegliò Zonk, e tutt’e tre si avviarono verso l’ingresso riservato ai clienti. Lou aveva il piede che gli faceva molto male.

Le porte d’accesso erano chiuse, ma su un lato c’era l’apertura di sicurezza. Lou disse forte, al ricevitore, il numero della propria carta di credito e si fece fotografare.

— Questo numero di credito è di Albuquerque nel Nuovo Messico — annunciò l’elaboratore del centro, impassibile. — Ci vorrà qualche minuto per il controllo.

Felix disse: — Aspetteremo.

— Se la polizia mi sta realmente cercando — disse forte Lou, preoccupato, — adesso hanno in mano la mia carta di credito e la fotografia e…

— Spiacente di avervi fatto attendere — disse l’elaboratore, senza ombra di rammarico. — Il controllo è finito. Entrate pure e acquistate quello che volete entro un limite di diecimila dollari.

Felix era raggiante. — Proprio quello che ho sempre cercato: un amico con un buon credito.

I viali e i negozi del centro vendite erano deserti. Felix spedì Zonk in un negozio di abbigliamento maschile, e, tenendo Lou per un braccio, si diresse verso una farmacia.

— Stai zoppicando. Il piede ha bisogno di cure.

— Poco fa, sulla macchina — disse Lou mentre entravano nel locale, — che cosa intendevi dire quando parlavi della mia fortuna?

Felix scoppiò a ridere. — Ah, sì. Be’, sei un uomo fortunato, ma non per quello che immagini tu. Non ti sei mai chiesto perché alla testa dei Gatti Selvaggi c’è un uomo della mia età? Ho più di trent’anni, sai?

— Ma di cosa stai partendo?

— Siediti qui — disse Felix, — mentre vado a cercarti qualcosa per il piede.

Lou si mise a sedere in una sedia di plastica, di fronte a uno scaffale che prendeva tutta la parete, pieno di articoli farmaceutici. Felix passò lentamente in rassegna lo scaffale, trovò quello che cercava in una delle vetrine e premette i pulsanti che spedivano i prodotti nel contenitore apposito. Dopo di che ritornò da Lou, carico di antibiotici e di bendaggi plastici spray.

— Ascolta — disse mentre spruzzava con un disinfettante il piede di Lou incrostato di sangue. — Io sono un insegnante. Lavoro per il Centro Riabilitazione. Cerco di far entrare un po’ di buon senso nelle teste di questi ragazzi. L’unico modo per riuscirci è di unirsi a loro, di guidarli, di cercare di portarli, piano piano, dove si vuole. È più di un anno che sono qui, nella città. Sono riuscito a stabilire collegamenti tra un territorio e l’altro. Mi sforzo di farli pensare a qualcosa che non sia solo sesso e guerra. Ci vorranno altri dieci o dodici anni, prima che si comportino da esseri civili, al livello dell’età della pietra.

— E loro non sanno…

Felix scoppiò a ridere. — Davvero, amico, se lo sapessero a quest’ora avrei già fatto la fine che per poco non hai fatto tu! — Si accigliò. — Alcuni miei colleghi sono stati scoperti. Non è piacevole pensare a che cosa gli è capitato.

— E perché lo fai?

Felix si strinse nelle spalle. — E chi lo sa? Ma non possiamo lasciare quei ragazzi abbandonati a se stessi. Troppe generazioni se ne sono lavate le mani, in passato. E ogni anno è stato sempre peggio, sempre peggio, finché siamo arrivati a questo punto. Qualcuno deve pure dargli una mano. In un certo senso, siamo in debito con loro. Non sono diventati selvaggi da soli. Sono stati spinti. E se qualcuno non interviene e spingerli nella direzione opposta, andranno avanti così, ammazzando e morendo.

Читать дальше
Тёмная тема

Шрифт:

Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «I condannati di Messina»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «I condannati di Messina» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё не прочитанные произведения.


Отзывы о книге «I condannati di Messina»

Обсуждение, отзывы о книге «I condannati di Messina» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.