— … è questo il mondo da cui siamo stati esiliati. Un mondo dove poche persone hanno il potere di distruggere la vita dei migliori scienziati del pianeta, insieme con le loro famiglie. Un mondo dove i selvaggi sono padroni delle metropoli e dove mostri civilizzati tentano di rovesciare il governo.
Si rivolse a Kaufman. — E in questo mondo voi desiderate tornare! Immaginiamo per un momento che ci sia concesso di farvi ritorno; immaginiamo che il governo cambi idea e ci restituisca la libertà. Che cosa se ne faranno del nostro lavoro? C’è da fidarsi a confidare ai capi le nostre conoscenze? O meglio, c’è da fidarsi di loro? Che cosa li tratterrà dal mandarci di nuovo in esilio? Nessuno si preoccupa di noi. Cercano soltanto il potere che la nostra scienza può conferire loro. Il meglio che hanno saputo trovare per noi è stato l’esilio!
Fissando le telecamere, Lou disse: — Non abbiamo nessuno a cui rivolgerci, tranne noi stessi. La scelta appartiene a noi. Possiamo continuare a girare in orbita, morendo lentamente, sperando che un giorno o l’altro il governo ci consenta di tornare. Ma desideriamo veramente tornare? Non credo. Ho visto quel mondo laggiù e, nonostante la sua bellezza, non voglio farvi ritorno. In questo universo con tutte le sue stelle e lo spazio infinito c’è sicuramente un angolo dove costruire un mondo migliore per noi e per i nostri figli. Io dico che dobbiamo andare alle stelle.
Lou si abbandonò contro lo schienale, svuotato e tremante. Poi, le luci attirarono la sua attenzione. Il voto lo lasciò sconvolto: le luci verdi soverchiavano le poche spie rosse.
La gente, fuori dello studio, rideva e batteva le mani. Qualcuno fischiava fortissimo. La porta si aprì e Lou vide Kori e Greg che gli venivano incontro, sorridendo.
Lou sapeva che in quel momento Bonnie era nel suo alloggio, nella sua cabina. Pronta a lasciare il satellite. Ormai, probabilmente, non piangeva più. Era inutile piangere, adesso. Il dolore non sarebbe stato lenito dalle lacrime, né dalle parole, e neppure dai rimpianti.
— È un errore tremendo — diceva Kaufman, scuotendo la testa. — Tutto quello che desideriamo o di cui abbiamo bisogno è qui, e voi tre ci costringete a voltare le spalle a tutto. Ci obbligate ad abbandonare le nostre case e a puntare nel vuoto. Lassù, non c’è niente per noi, Christopher. Niente!
Niente, pensò Lou. Tranne l’universo.
FINE