Джанни Родари - Favole al telefono

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Il pianeta della verità

La pagina seguente è copiata da un libro di storia in uso nelle scuole del pianeta Muri, e parla di un grande scienziato di nome Brun (nota, lassù tutte le parole finiscono in «un»: per esempio non si dice «la luna» ma «lun lun»; «la polenta» si dice «lun polentun», eccetera). Ecco qua:

«Brun, inventore, vissuto duemila anni, attualmente conservato in un frigorifero, dal quale si risveglierà tra 49000 secoli per ricominciare a vivere. Era ancora un bambino in fasce quando inventò una macchina per fare gli arcobaleni, che funzionava ad acqua e sapone, ma invece che semplici bolle ne uscivano arcobaleni di tutte le misure, che si potevano distendere da un capo all'altro del cielo e servivano a molti usi, anche per appendervi il bucato ad asciugare. All'asilo infantile, giocando con due bastoncelli, inventò un trapano per fare i buchi nell'acqua. L'invenzione fu molto apprezzata dai pescatori, che l'usavano come passatempo quando il pesce non abboccava.

In prima elementare inventò: una macchina per fare il solletico alle pere, una pentola per friggere il ghiaccio, una bilancia per pesare le nuvole, un telefono per parlare con i sassi, il martello musicale, che mentre piantava i chiodi suonava bellissime sinfonie, eccetera.

Sarebbe troppo lungo ricordare tutte le sue invenzioni. Citiamo solo la più famosa, cioè la macchina per dire le bugie, che funzionava a gettoni. Per ogni gettone si potevano ascoltare quattordicimila bugie. La macchina conteneva tutte le bugie del mondo: quelle che erano già state dette, quelle che la gente stava pensando in quel momento, e tutte le altre che si sarebbero potute inventare in seguito. Quando la macchina ebbe recitato tutte le bugie possibili, la gente fu costretta a dire sempre la verità. Per questo il pianeta Mun è detto anche il pianeta della verità».

Il marciapiede mobile

Sul pianeta Beh hanno inventato un marciapiede mobile che gira tutt'intorno alla città. Come la scala mobile, insomma: soltanto che non è una scala, ma un marciapiede, e si muove a piccola velocità, per dare alla gente il tempo di guardare le vetrine e per non far perdere l'equilibrio a quelli che debbono scendere e salire. Sul marciapiede ci sono anche delle panchine, per quelli che vogliono viaggiare seduti, specialmente vecchietti e signore con la sporta della spesa. 1 vecchietti, quando si sono stancati di stare ai giardini pubblici e di guardare sempre lo stesso albero, vanno a fare una crociera sui marciapiedi. Stanno comodi e beati. Chi legge il giornale, chi fuma il sigaro, si riposano.

Grazie all'invenzione di questo marciapiede sono stati aboliti i tram, i filobus e le automobili. La strada c'è ancora ma è vuota, e serve ai bambini per giocarci alla palla, e se un vigile urbano tenta di portargliela via, prende la multa.

Cucina spaziale

Un mio amico cosmonauta è stato sul pianeta x213, e mi ha portato per ricordo il menù di un ristorante di lassù. Ve lo ricopio tale e quale:

ANTIPASTI

- Ghiaia di fiume in salsa di tappi

- Crostini di carta asciugante

- Affettato di carbone

MINESTRE

- Rose in brodo

- Garofani asciutti al sugo d'inchiostro

- Gambe di tavolini al forno

- Tagliatelle di marmo rosa al burro di lampadine

tritate

- Gnocchi di piombo

PIATTI PRONTI

- Bistecca di cemento armato

- Tristecca ai ferri

- Tristezze alla griglia

- Arrosto di mattoni con insalata di tegole

- Do di petto di tacchino

- Copertoni d'automobile bolliti con pistoni

- Rubinetti fritti (caldi e freddi)

- Tasti di macchina da scrivere (in versi e in prosa) PIATTI DA FARSI

- A piacere

Per spiegare quest'ultima espressione, un po' generica, aggiungerò che il pianeta x213, a quanto pare, è interamente commestibile: ogni cosa, lassù, può essere mangiata e digerita, anche l'asfalto della strada. Anche le montagne? Anche quelle. Gli abitanti di x 213 hanno già divorato intere catene alpine.

Uno, per esempio, fa una gita in bicicletta: gli viene fame, smonta e mangia la sella, o la pompa. 1 bambini sono ghiottissimi di campanelli.

La prima colazione si fa così: suona la sveglia, tu ti svegli, acchiappi la sveglia e la mangi in due bocconi.

La caramella istruttiva

Sul pianeta Bih non ci sono libri. La scienza si vende e si consuma in bottiglie.

La storia è un liquido rosso che sembra granatina, la geografia un liquido verde menta, la grammatica è incolore e ha il sapore dell'acqua minerale. Non ci sono scuole, si studia a casa. Ogni mattina i bambini, secondo l'età, debbono mandar giù un bicchiere di storia, qualche cucchiaiata di aritmetica e così via.

Ci credereste? Fanno i capricci lo stesso.

- Su, da bravo, - dice la mamma, - non sai quanto è buona la zoologia. È dolce, dolcissima. Domandalo alla Carolina - (che è il robot elettronico di servizio).

La Carolina, generosamente, si offre di assaggiare per prima il contenuto della bottiglia. Se ne versa un dito nel bicchiere, lo beve, fa schioccare la lingua:

- Uh, se è buona, - esclama, e subito comincia a recitare la zoologia: «La mucca è un quadrupede ruminante, si nutre di erba e ci dà il latte con la cioccolata».

- Hai visto? - domanda la mamma trionfante.

Lo scolaretto nicchia. Sospetta ancora che non si tratti di zoologia, ma di olio di fegato di merluzzo. Poi si rassegna, chiude gli occhi e trangugia la sua lezione tutta in una volta. Applausi.

Ci sono, si capisce, anche scolaretti diligenti e studiosi: anzi, golosi. Si alzano di notte a rubare la storia-granatina, e leccano fin l'ultima goccia dal bicchiere. Diventano sapientissimi.

Per i bambini dell'asilo ci sono delle caramelle istruttive: hanno il gusto della fragola, dell'ananas, del ratafià, e contengono alcune facili poesie, i nomi dei giorni della settimana, la numerazione fino a dieci.

Un mio amico cosmonauta mi ha portato per ricordo una di quelle caramelle. L'ho data alla mia bambina, ed essa ha cominciato subito a recitare una buffa filastrocca nella lingua del pianeta Bih, che diceva pressappoco:

anta anta pero pero penta pinta pim però,

e io non ci ho capito niente.

Il pulcino cosmico

L'anno scorso a Pasqua, in casa del professor Tibolla, dall'uovo di cioccolata sapete cosa saltò fuori? Sorpresa: un pulcino cosmico, simile in tutto ai pulcini terrestri, ma con un berretto da capitano in testa e un'antenna della televisione sul berretto.

Il professore, la signora Luisa e i bambini fecero tutti insieme: «Oh», e dopo questo oh non trovarono più parole.

Il pulcino si guardava intorno con aria malcontenta.

- Come siete indietro su questo pianeta, - osservò, - qui è appena Pasqua; da noi, su Marte Ottavo, è già mercoledì.

- Di questo mese? - domandò il professor Tibolla.

- Ci mancherebbe! Mercoledì del mese venturo. Ma con gli anni siamo avanti di venticinque.

Il pulcino cosmico fece quattro passi in su e in giù per sgranchirsi le gambe, e borbottava: - Che seccatura! Che brutta seccatura.

- Cos'è che la preoccupa? - domandò la signora Luisa.

- Avete rotto l'uovo volante e io non potrò tornare su Marte Ottavo.

- Ma noi l'uovo l'abbiamo comprato in pasticceria.

- Voi non sapete niente. Questo uovo, in realtà, è una nave spaziale, travestita da uovo di Pasqua, e io sono il suo comandante, travestito da pulcino.

- E l'equipaggio?

- Sono io anche l'equipaggio. Ma ora sarò degradato. Mi faranno per lo meno colonnello.

- Be', colonnello è più che capitano.

- Da voi, perché avete i gradi alla rovescia. Da noi il grado più alto è cittadino semplice. Ma lasciamo perdere. La mia missione è fallita.

- Potremmo dirle che ci dispiace, ma non sappiamo di che missione si trattava.

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