La Lochner rispose: “L’Agente Paige è appena passata a salutare.”
La voce disse: “Salve, Agente Paige. Sono l’Agente Cole, nel veicolo appostato dietro alla sua casa. Con me ci sono anche gli Agenti Cypher e Hahn.”
Riley sorrise. Quelli erano tutti nomi familiari, di agenti ben rispettati.
Riley rispose: “Mi fa piacere avervi qui.”
“Il piacere è nostro” l’Agente Cole rispose.
Riley era stupita dalla comunicazione tra i due furgoni. Vide le immagini del furgone dietro casa sua su un paio di schermi della Lochner. Ovviamente, nulla poteva accadere ad una squadra senza che l’altra lo sapesse immediatamente.
Riley trovò conforto anche nel vedere la grande quantità di armi all’interno del furgone. La squadra ne aveva a sufficienza per respingere un piccolo esercito, se necessario.
Ma non poté fare a meno di chiedersi se sarebbe stato sufficiente a battere Shane Hatcher. Lasciò dunque il furgone ed entrò in casa, cercando di tranquillizzarsi.
Nemmeno Shane Hatcher avrebbe potuto superare tutto quell’apparato di sicurezza.
Eppure, non riusciva a fare a meno di ricordare il messaggio che aveva appena ricevuto.
Non mi dica che non l’avevo avvertita.
Quando Riley entrò, l’abitazione sembrava stranamente vuota.
“Sono a casa” gridò.
Nessuno rispose.
Dove sono tutti? Il senso d’allarme cominciò a mutare in panico.
Shane Hatcher era riuscito ad evitare tutti i controlli?
Riley si sforzò di non immaginare che cosa potesse essere accaduto, in quel caso. Il battito ed il respiro accelerarono, mentre si precipitava in soggiorno.
Tutti e tre i ragazzi, April, Liam e Jilly erano lì. April e Liam stavano giocando a scacchi, e Jilly invece, era impegnata con un videogioco.
“Non mi avete sentito?” chiese.
Tutti e tre sollevarono lo sguardo, guardandola con espressioni vuote. Erano tutti ovviamente concentrati sulle loro attività.
Stava per chiedere loro dove fosse Gabriela, quando sentì la voce di quest’ultima proprio dietro di lei.
“E’ a casa, Señora Riley? Ero di sotto, e mi è sembrato di averla sentita arrivare.”
Riley sorrise dinnanzi alla tarchiata donna guatemalteca.
“Sì, sono appena entrata” disse, respirando normalmente ora.
Con un cenno di benvenuto e un sorriso, Gabriela si voltò e si diresse in cucina.
April distolse lo sguardo dalla partita che stava giocando con Liam.
“Va tutto BENE, mamma? Sembri agitata.”
“Sto bene” fu la risposta di Riley.
April rivolse di nuovo la sua attenzione alla partita.
Riley si concesse un istante per meravigliarsi di quanto matura sembrasse la sua figlia quindicenne. Era magra, alta e mora, con gli stessi occhi nocciola di Riley. April aveva affrontato molti pericoli durante gli ultimi mesi. Ma sembrava che stesse molto bene ultimamente.
Riley guardò Jilly, una ragazza più piccola con la pelle olivastra e grandi occhi neri, che stava per adottare. Al momento, Jilly era seduta di fronte ad un grande schermo, impegnata a sparare ai cattivi.
Riley si accigliò un po’. Non amava particolarmente i videogiochi violenti. Ai suoi occhi facevano sembrare la violenza, specie quella provocata dalle armi da fuoco, troppo affascinante e troppo addolcita. Credeva che esercitassero una cattiva influenza specialmente sui ragazzi.
Eppure, tutto considerato, pensava che forse quei giochi erano innocui rispetto alla stessa esperienza di Jilly. Dopotutto, la tredicenne era sopravvissuta a veri orrori. Quando Riley aveva trovato Jilly, la ragazza stava tentando di vendere il proprio corpo, colta da una profonda disperazione. Grazie a lei, ora aveva una chance di una vita migliore.
Liam distolse lo sguardo dalla scacchiera.
“Ehi, Riley. Mi stavo chiedendo …”
Esitò prima di formulare la sua domanda.
Liam era l’ultimo arrivato in casa. Riley non aveva alcuna intenzione di adottare il ragazzo ,alto ed allampanato con i capelli rossi e gli occhi blu. Ma l’aveva salvato da un padre ubriaco che lo aveva picchiato. Aveva bisogno di un posto dove vivere al momento.
“Che cosa c’è, Liam?” Riley gli chiese.
“Va BENE se partecipo ad una gara di scacchi domani?”
“Potrei andarci anch’io?” aggiunse April.
Riley sorrise di nuovo. Liam ed April avevano una storia, quando il ragazzo era venuto a vivere lì, dormendo in soggiorno, ma avevano promesso di tenere la loro relazione in sospeso, per il momento. Dovevano essere hermanos solamente, come aveva richiesto Gabriela: solo fratello e sorella.
A Riley piaceva Liam, soprattutto per via dell’influenza positiva che il brillante ragazzo esercitava su April. Aveva fatto sì che la ragazza s’interessasse agli scacchi, alle lingue straniere e allo studio in generale.
“Certo che potete andarci entrambi” la donna disse.
In quello stesso istante, avvertì nuovamente la preoccupazione crescere in lei. Prese il cellulare, trovò alcune foto di Shane Hatcher, e le mostrò a tutti e tre i ragazzi.
“Ma dovete stare attenti a Shane Hatcher” disse. “Avete queste foto sui vostri cellulari. Tenete sempre a mente il suo aspetto. Chiamatemi subito, se vedete qualcuno che assomiglia a lui.”
Liam ed April rivolsero a Riley uno sguardo sorpreso.
“Ce l’hai già detto” Jilly disse. “E abbiamo guardato quelle foto mille volte. E’ cambiato qualcosa?”
Riley esitò per un momento. Non intendeva spaventare i ragazzi. Ma sentiva che avevano bisogno di essere messi in guardia.
“Ho ricevuto un messaggio da Hatcher poco tempo fa” disse. “Era …”
Esitò ancora.
“Era una minaccia. Ecco perché voglio che stiate tutti in guardia.”
Con sorpresa di Riley, Jilly le rivolse un grosso sorriso.
“Questo significa che non dobbiamo andare a scuola anche quando le vacanze di primavera saranno finite?” chiese.
Riley era stupita dalla noncuranza di Jilly. Si chiese per un attimo se la ragazza non avesse avuto una buona idea. Doveva tenere i ragazzi fuori dalla scuola? E Liam ed April non dovevano andare alla gara di scacchi l’indomani?
Prima che finisse di riflettere, April esclamò: “Non essere sciocca, Jilly. Naturalmente dovremo continuare ad andare a scuola. Non si può mettere in pausa la nostra vita.”
Poi, rivolgendosi a Riley, la ragazza aggiunse: “Non è una vera minaccia. Persino io lo so. Ricordi quello che è successo a gennaio?”
Riley ricordava tutto fin troppo bene. Hatcher aveva salvato April e l’ex-marito di Riley, Ryan, da un killer che intendeva vendicarsi contro Riley. Ricordava anche come Shane Hatcher avesse restituito il killer legato e imbavagliato, così che Riley potesse gestirlo a sua discrezione.
April proseguì: “Hatcher non ci farebbe del male. Ha fatto di tutto per salvarmi.”
Forse April ha ragione, pensò Riley. Almeno per quanto riguardava lei e gli altri ragazzi. Ma era contenta che gli agenti fossero posizionati fuori.
April alzò un po’ le spalle ed aggiunse: “La vita va avanti. Dobbiamo tutti continuare a fare ciò che abbiamo sempre fatto.”
Jilly disse: “E ciò vale anche per te, mamma. E’ un bene che tu sia tornata a casa prima. Hai molto tempo per prepararti per stasera.”
Per un secondo, Riley non riuscì a ricordare che cosa volesse dire Jilly.
Poi le venne in mente: aveva un appuntamento quella sera con il suo affascinante ex- vicino, Blaine Hildreth. Era il proprietario di uno dei ristoranti informali, più alla moda, lì a Fredericksburg. Doveva passare da lì a prendere Riley, e portarla ad una meravigliosa cena.
April saltò in piedi.
“Ehi, è giusto!” esclamò. “Forza, mamma. Andiamo di sopra, ti aiuterò a scegliere qualcosa da indossare.”
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