Kate Wilhelm - La casa che uccide
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- Название:La casa che uccide
- Автор:
- Издательство:Mondadori
- Жанр:
- Год:2004
- Город:Milano
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Milton si strinse nelle spalle. «Come potevano? Pensano che l’aspirapolvere del sistema automatico di pulizia sia entrato in funzione mentre Rich si trovava in ascensore, e che abbia aspirato tutta l’aria facendogli perdere i sensi prima che si rendesse conto di quello che stava accadendo. Forse l’ascensore si è fermato e le porte si sono bloccate. Dal momento che era solo ed è morto soffocato, quella è stata l’unica spiegazione che sono stati in grado di fornire. Non aveva segni sul collo, né altri particolari indicavano che le cose fossero andate diversamente. Nessuno di noi è riuscito a trovare una spiegazione migliore» aggiunse.
«D’accordo. E Gary Elringer, invece, com’è morto?»
«Dopo cena nessuno lo aveva più visto. Un paio di persone che guardavano il film lo avevano sentito ridere ma nessuno aveva notato che ore fossero. L’ipotesi della polizia è che per qualche ragione sia dovuto passare nella stanza dell’idromassaggio cadendo dentro alla vasca, e che poi il computer abbia chiuso il telo di copertura imprigionandolo nell’acqua. Il computer inoltre aveva surriscaldato terribilmente l’acqua per cui non c’è da stupirsi che abbia attivato per sbaglio anche la copertura.»
«Non si parlava di acqua surriscaldata negli articoli di giornale. Quanto era calda?»
«Quando a qualcuno è venuto in mente di verificare la temperatura con un termometro segnava cinquantasette gradi, ma penso che fosse stata parecchio più calda all’inizio. Quando abbiamo aperto la copertura sono uscite nuvole di vapore. Il calore ha impedito che si potesse constatare con esattezza l’ora del decesso. Forse è morto anche prima di Rich. Hanno detto che nel caso di Gary si è trattato di una morte per annegamento.»
Nonostante il caldo d’agosto Constance rabbrividì.
«Ha detto che il computer ha memorizzato gli spostamenti di Rich e Gary per tutta la sera? Può fare una cosa simile?»
«Gliel’ho detto, è una vera meraviglia. Non ho mai visto niente di simile. Dal momento del nostro arrivo fino a quando Alexander ha bloccato il programma, il computer ha registrato gli spostamenti di ognuno all’interno della casa rilevando al contempo la loro identità. Secondo il tabulato, Gary andò nella sala idromassaggio da solo, e prima dell’arrivo della squadra di soccorso non entrò nessun altro.»
Charlie guardò l’avvocato con un’aria cupa, poi si voltò a osservare il terzo gatto, Candy, dal soffice manto arancio e bianco, che vagava sull’erba ingiallita. La coda ritta, camminava contraendone l’estremità. Quella gran cacciatrice dagli occhi color zucchero bruciato era come se stesse segnalando la propria presenza a ogni preda nel suo raggio d’azione. Ashcam raccolse le gambe sotto al corpo, pronto a spiccare un salto. Candy lo ignorò e Ashcam, attratto da qualcosa che si muoveva nell’erba, ci balzò sopra. Candy proseguì verso la terrazza e quando si accorse della presenza dello straniero si fermò, drizzò il pelo lungo la schiena, appiattì le orecchie e miagolò a Constance e Charlie con una voce graffiante e roca. Ashcan fuggì in preda al terrore mentre Brutus si alzò e si allontanò disgustato. Charlie ritornò a guardare Milton Sweetvvater.
«Che cosa ha fatto il computer per convincere la polizia che era veramente impazzito?»
Milton inspirò profondamente e annuì come a dire "Bravo!". «Negli articoli non si fa cenno a niente di tutto questo, ma naturalmente lei ha ragione. La polizia era arrivata da circa un’ora quando le luci hanno cominciato ad accendersi e a spegnersi qua e là. Porte che sino a poco prima si erano aperte solo sfiorandole rimanevano chiuse, mentre se ne aprivano altre. Alexander Randall era fuori di sé. Poi ci fu il tocco finale: nella serra venne immesso un potente insetticida in concentrazione sufficiente a uccidere chiunque si fosse trovato a respirarlo, e questo fece scattare un allarme. Fortunatamente a quell’ora non c’era nessuno nella serra. Penso sia stato questo a convincerli che la casa era un’assassina.»
«Ah. E lei cosa ne pensa?»
«Non è possibile» rispose Milton senza esitazione. «Se lo fosse saremmo rovinati.»
Charlie lo guardò, inarcò le sopracciglia e prese la bottiglia di birra ormai quasi vuota. «Che cosa vuole? Perché è venuto qui?»
«Giusta domanda. Quello che le ho esposto a grandi linee è lo scenario su cui stiamo lavorando. Dopo il funerale e dopo le formalità legali, si supponeva che le cose tornassero, per quanto possibile, alla normalità. Bastava solo riorganizzare e pianificare il futuro dell’azienda, ma improvvisamente Beth Elringer, la vedova, ha cominciato a sollevare delle obiezioni e Bruce Elringer si è schierato con lei. Ormai all’interno della società c’è una frattura ampia e profonda come quella che divise il Mar Rosso. Nella situazione in cui ci troviamo nessuno ha abbastanza voti per prendere delle decisioni. La società andrà a picco se non potrà progredire. Le cose funzionano così nell’industria informatica, nessuno può starsene a guardare e aspettare. Lo scorso giovedì c’è stata un’assemblea degli azionisti, e tutti hanno urlato agli altri le proprie ragioni per tre ore finché ho proposto di assumere un investigatore privato per chiarire la situazione. Bruce ha avuto anche un’altra idea, e alla fine abbiamo deciso di prendere in considerazione entrambe le proposte.»
«Bruce Elringer? Lui cosa crede che sia accaduto?»
«Pensa che Beth abbia ucciso il marito.»
Charlie emise un leggero sibilo.
«Gran brutta situazione» commentò Milton con una certa amarezza. «A ogni modo, Bruce ha invitato tutti a tornare a Smart House il prossimo fine settimana per ricostruire i momenti salienti di quell’ultimo giorno, e dimostrare che Beth ha avuto l’opportunità di uccidere Rich e Gary. Bruce ha anche individuato un movente e delle prove indiziarie. Alcuni di noi hanno protestato contro la richiesta di Bruce e preteso che accettasse la presenza di una figura professionale come la sua. Ecco perché sono qui.» Milton inspirò profondamente.
Senza dire nulla Charlie si allontanò e tornò con altre due bottiglie di birra. Constance si versò il tè rimasto e per molto tempo nessuno parlò.
«Se andiamo da Spirelli, non riusciremo a parlare perché quel dannato fisarmonicista comincia a suonare alle otto» disse infine Charlie con un’aria pensosa. «Io propongo di andare da El Gordo. Voi che ne pensate?» Poi, rivolgendosi a Milton con un tono quasi cordiale: «Temo di avere un sacco di domande da farle.»
5
A tarda sera Charlie e Constance si misero a parlare approfittando del fresco della camera da letto, i cuscini dietro la schiena, il televisore accesso, l’audio abbassato. Fuori dalla porta della stanza Brutus miagolava per entrare. I gatti non sopportavano che chiudessero la porta, e con l’aria condizionata accesa Charlie e Constance la tenevano chiusa.
«Se lo faccio entrare gironzolerà per la stanza cinque minuti e poi comincerà a miagolare per uscire di nuovo» disse Charlie. «Fai finta di non sentirlo. Che impressione ti ha fatto Sweetwater?»
«È spaventosamente viscido e scaltro. È un tipo affascinante. Assomiglia a Gregory Peck e sfortunatamente lo sa. Tocca a te ora.»
«È un genio del computer» disse Charlie, come se questo riassumesse le sue impressioni.
«Da quel che ha detto, lo sono tutti.»
«Lo so» borbottò. Brutus alzò la voce e Charlie imprecò contro di lui. Per un istante vi fu silenzio, poi Ashcan emise un verso stridulo e si udirono gli altri gatti correre all’impazzata per il corridoio. Charlie sospirò, si alzò dal letto e uscì in corridoio accompagnato dalla risatina di Constance.
Condusse i tre gatti verso la porta scorrevole che dava accesso alla terrazza, li fece uscire e rimase fuori per un minuto. I lampi giocavano con le nubi verso ovest, ma erano troppo distanti perché si potesse udire il rombo del tuono. L’aria era pesante, minacciosa e dannatamente calda, decretò Charlie. Poi un lampo balenò in cielo e questa volta il fragore del tuono si fece sentire distintamente, molto più vicino.
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