«Che ha fatto alla zampa?» chiese Gray, tanto per parlare, mentre si adeguava alla nuova situazione. Diede una pacca sul fianco al cane mentre passava, meritandosi in cambio un colpetto di coda.
«Congelamento. Mutti l’ha raccolto dalla strada molto tempo fa.»
«Mutti?»
«Mia nonna. Ti sta aspettando.»
Dal fondo del negozio giunse una voce. «Fiona?»
«C’è il compratore americano , nonna. Mutti ti riceverà nel suo ufficio.» La ragazza, Fiona, lo condusse verso il retro. Il cane, dopo aver finito il suo caffè mattutino, li seguì, a ridosso di Gray.
A metà del negozio, passarono davanti a una piccola scrivania attrezzata con un registratore di cassa, un computer e una stampante Sony. A quanto sembrava, l’era moderna aveva preso piede anche lì.
«Abbiamo un sito web tutto nostro», spiegò Fiona, notando il suo sguardo.
Superata la cassa, entrarono in una stanza sul retro. Lo spazio era organizzato più come un salotto che come un ufficio. C’erano un divano, un tavolino e due sedie. Anche la scrivania nell’angolo sembrava servire soprattutto da appoggio per la piastra elettrica e il bollitore per il tè piuttosto che per funzioni impiegatizie. Contro una delle pareti, però, era allineata una serie di casellari. Più su, una finestra con le sbarre lasciava passare la luce del mattino, a illuminare l’unica occupante dell’ufficio.
La donna si alzò e gli porse la mano. «Dottor Sawyer», disse, usando il nome che Gray aveva assunto per la missione. Evidentemente aveva fatto qualche ricerca su di lui. «Sono Grette Neal.»
La donna aveva una presa ferma. Era magra come un chiodo e, sebbene molto pallida, sprizzava salute da tutti i pori. Indicò a Gray una delle sedie. Aveva modi informali quanto i suoi abiti: jeans blu scuro, una camicetta turchese e un paio di modeste scarpe da tennis nere. I lunghi capelli argentei erano pettinati lisci, ad accentuare un contegno serio, ma gli occhi le brillavano di arguzia e ironia.
«Ha già conosciuto mia nipote.» Grette Neal parlava un inglese scorrevole e spedito, ma l’accento danese era evidente. Ben diverso da quello della nipote.
Gray guardò alternativamente l’anziana diafana e la ragazza dalla pelle scura. Non c’era nessuna somiglianza, ma Gray non si pronunciò in proposito. Aveva questioni più importanti da chiarire. «Sì, ci siamo conosciuti. In effetti, sembra che oggi io abbia già incontrato due volte sua nipote.»
«Ah, con la sua curiosità uno di questi giorni Fiona si caccerà in un bel guaio.» Il rimprovero di Grette fu addolcito da un sorriso. «Le ha restituito il portafogli?»
Gray inarcò un sopracciglio. Si tastò la tasca posteriore. Vuota.
Fiona infilò una mano in uno scomparto dello zaino e gli porse il portafogli di cuoio marrone.
Gray lo agguantò subito. Si ricordò che la ragazza lo aveva urtato mentre andava dal negozio al caffè. Non erano state soltanto impazienza e maleducazione.
«Per favore non si offenda», lo rassicurò Grette. «È il suo modo di dire buongiorno.»
«Ho già guardato tutti i suoi documenti», disse Fiona con un’alzata di spalle.
«Allora, per favore, restituisci il passaporto a questo giovanotto, Fiona.»
Gray controllò l’altra tasca. Sparito. Per amor di Dio!
Fiona gli lanciò il documento blu con l’aquila degli USA sulla copertina.
«È tutto?» chiese Gray, perquisendosi.
Fiona scrollò le spalle.
«Di nuovo, perdoni l’esuberanza di mia nipote, per favore. A volte diventa troppo protettiva.»
Gray le fissò entrambe. «Qualcuna di voi sarebbe così gentile da spiegarmi che cosa sta succedendo?»
«Lei è qui per indagare sulla Bijbel di Darwin, giusto?» domandò Grette.
«La Bibbia», tradusse Fiona.
Grette annuì, rivolta alla nipote. Il lapsus rivelava un’evidente ansia riguardo all’oggetto.
«Rappresento un acquirente che potrebbe essere interessato», rispose Gray.
«Sì, lo sappiamo. E ieri ha passato tutta la giornata a fare domande ad altre persone, su altri oggetti in vendita all’asta Ergenschein.»
Gray inarcò le sopracciglia per la sorpresa.
«Noi bibliofili siamo una piccola comunità, qui a Copenhagen. Le voci girano alla svelta.»
Gray si accigliò. Pensava di essere stato più discreto.
«Sono proprio le sue indagini che hanno contribuito alla mia decisione di mettere all’asta la mia Bibbia di Darwin. L’intera comunità è in subbuglio a causa del crescente interesse per i trattati scientifici dell’epoca vittoriana.»
«Perciò è un buon momento per vendere», aggiunse Fiona, con un po’ troppa fermezza, come a voler concludere una recente discussione. «Siamo già in arretrato di un mese con l’affitto dell’appartamento…»
Le sue parole furono interrotte da un cenno. «È stata una decisione difficile. La Bibbia fu acquistata da mio padre nel 1949. Custodiva gelosamente quel volume. C’erano scritti a mano i nomi della famiglia, fino a dieci generazioni prima dell’illustre Charles. Ma la Bibbia è anche d’interesse storico. Ha accompagnato Darwin durante il suo viaggio attorno al mondo a bordo della Beagle. Non so se lei ne è al corrente, ma Charles Darwin un tempo prese in considerazione di entrare in seminario. In questa Bibbia c’è l’uomo religioso a confronto con lo scienziato.»
Gray annuì. Evidentemente la donna stava tentando di suscitare il suo interesse. Era stato tutto uno stratagemma per coinvolgerlo ancora di più nell’asta e per ottenere il prezzo migliore? In un modo o nell’altro, Gray poteva usare la cosa a proprio vantaggio. «E qual è il motivo per cui Fiona mi ha seguito?»
Grette assunse un’aria stanca. «Le rinnovo le mie scuse per la sua invadenza. Come dicevo prima, ultimamente c’è stato molto interesse per alcuni oggetti dell’epoca vittoriana e questa è una piccola comunità. Sappiamo tutti che alcune delle transazioni sono avvenute sul mercato… diciamo grigio , per non dire nero. »
«Ho sentito alcune voci in proposito», replicò lui, lezioso, sperando di stuzzicarla a dargli qualche altra informazione.
«Alcuni acquirenti hanno ritrattato i prezzi offerti o pagato con proventi illeciti, assegni protestati, eccetera. Fiona cercava soltanto di proteggere i miei interessi. A volte si spinge un po’ oltre, ricorrendo a talenti che farebbe meglio a lasciarsi alle spalle.» La donna inarcò un sopracciglio, a mo’ di rimprovero alla nipote.
D’un tratto Fiona prese a interessarsi particolarmente delle assi del pavimento.
«Un anno fa ci fu un signore che trascorse un mese intero a fare ricerche nei miei schedari, sulla documentazione storica relativa ai proprietari», proseguì Grette, indicando con un cenno del capo la parete coi casellari. «Per poi pagare il privilegio con una carta di credito rubata. Mostrò particolare interesse per la Bibbia di Darwin.»
«Perciò dobbiamo essere particolarmente caute», ribadì Fiona.
«Sa chi era quel signore?» chiese Gray.
«No, ma me lo ricorderei se lo rivedessi. Un tipo strano, pallido.»
Fiona si animò. «La banca ha condotto un’indagine per frode e ha scoperto dei collegamenti con la Nigeria e il Sudafrica. Non sono riusciti ad andare oltre. Quel maledetto bastardo si è coperto le spalle.»
Grette aggrottò le sopracciglia. «Modera il tuo linguaggio, signorina.»
«Perché un’indagine così accurata per un semplice insoluto?» chiese Gray.
Ancora una volta, Fiona fu affascinata dalle assi del pavimento.
Grette fissò la nipote con aria severa. «Ha il diritto di sapere.»
«Mutti…» Fiona scosse la testa.
«Sapere cosa?»
Fiona gli lanciò un breve sguardo infuocato. «Lo dirai ad altri e otterremo soltanto metà del prezzo.»
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