JAMES CHASE - Piombo e tritolo
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«Bugsey?»
«Si.»
Fenner inspiro lentamente. «Come lo sai tu, tutto questo?»
La paura aveva sfinito Miller completamente, e gli aveva lasciato solo la calma della morte. Disse, come se fosse molto stanco: «Stavo per uscire quando sei arrivato tu. Thayler mi ha telefonato. Bugsey lo ha trovato per telefono e gli ha detto dove si nascondeva la Leadler. Thayler mi ha detto di raggiungerlo. Lui intanto passava a prendere Usignolo.»
Fenner drizzo la schiena e usci dalla cabina di corsa. «Dagli col motore» grido a Kemerinski. «Dobbiamo tornare subito.»
«Non va piu di cosi. Altrimenti scoppia» rispose Kemerinski.
«Allora, fallo scoppiare» disse Fenner. «Voglio andare piu in fretta.»
Quando la barca infilo il porto di Key West, Fenner disse: «Alex, porta Miller da Noolen. Digli di tenerlo nascosto finche non arrivo io, poi lo consegneremo alla polizia.»
«Diavolo! Perche non gli dai uno spintone e lo buttiamo di sotto?»
Fenner fece gli occhiacci. «Fai come ti ho detto.»
Schaife stava accostando al molo. Saltarono tutti a terra. Poi Fenner vide la berlina parcheggiata nell'ombra. Grido: «Giu… buttatevi giu!» e si butto a terra per primo.
Dal finestrino della macchina comincio a crepitare il fuoco. Fenner impugno la rivoltella e sparo tre volte. Gli altri si erano appiattiti per terra, tranne Miller che sembrava troppo sconvolto per fare qualsiasi cosa. Un nugolo di proiettili lo colpi al petto e lui stramazzo al suolo senza un gemito.
All'improvviso, Scalfoni si alzo in piedi, prese la rincorsa verso la macchina, e lancio la sua ultima bomba. Proprio mentre la scagliava, si porto l'altra mano alla gola e cadde in avanti pesantemente. La bomba, avendo il tiro raccorciato, esplose violentemente e rovescio la macchina su un fianco.
Fenner si alzo in piedi, gridando come un pazzo, correndo verso la strada e sparando. Tre uomini sgusciarono da sotto la macchina. Uno di loro trafficava con un Thompson. Sembravano tutti intontiti dall'esplosione.
Fenner sparo all'uomo con il Thompson, che cadde in avanti. Schaife avanzava correndo, assali uno dei due uomini rimasti e lo butto a terra mentre lo picchiava in testa con il calcio della rivoltella.
Il terzo uomo si volse di scatto e punto la rivoltella su Fenner, che quasi non si accorse del filo di sangue che gli scorreva sulla guancia. Lo raggiunse con un calcio nelle gambe e con un pugno sul polso gli fece volare la pistola, poi si chino su di lui, tramortendolo con il calcio della pistola.
Mentre si rialzava, un'altra macchina spunto dall'angolo della strada. Cominciarono a mitragliare dal finestrino.
"Questa volta, e la fine" penso Fenner. Movendosi a zig zag, si nascose dietro la berlina rovesciata. Le pallottole scheggiavano il selciato ai suoi piedi. Schaife, mentre cercava di mettersi al riparo, lancio un urlo e comincio a rotolare su se stesso. Un'altra mitragliata dalla macchina, e cadde a terra.
Nascosto dietro la berlina, Fenner sparo quattro colpi, poi alzo gli occhi per vedere chi era rimasto. Alex e Kemerinski erano rimasti sulla barca.
Vide Kemerinski aprire il fuoco con il mitra. La notte si rianimava di spari e di esplosioni.
L'investigatore decise che era tempo di andarsene. Alex e Kemerinski, dalla loro posizione, potevano affrontare un qualsiasi numero di scagnozzi.
Voleva tornare alla villetta. Aspetto il momento piu propizio, poi, sempre utilizzando la macchina rovesciata come schermo contro il fuoco, indietreggio e s'infilo nel vicolo piu vicino. Da lontano gli giunsero i fischi dei poliziotti, e si affretto a infilare un altro vicolo. C'erano troppe cose da fare ora, per rischiare di incappare nella polizia.
Un tassi gli sfreccio accanto, mentre Fenner svoltava sul corso principale. Correndogli accanto, Fenner fece segno all'autista, che freno. Fenner spalanco la portiera, dando l'indirizzo della villetta. «Fai presto, amico» disse. «Voglio dire, molto presto.»
Il tassista schiaccio a fondo l'acceleratore e il tassi parti rombando. «Che cosa sta succedendo al porto?» chiese tenendo gli occhi fissi sulla strada.
«Pare che si sia scatenato l'inferno.»
«Certo» rispose Fenner, appoggiandosi allo schienale. «Inferno e la parola giusta.»
Il tassista sporse la testa dal finestrino e sputo. «Sono contento di andare nella direzione opposta. E pericoloso restare da quelle parti.»
Fenner non lascio che il tassista lo portasse proprio davanti alla villetta.
Lo fece fermare all'angolo della via e percorse di corsa il pezzo di strada che gli restava. C'erano le luci accese, e mentre risaliva il vialetto circolare, vide qualcuno che si allontanava dalla soglia. Infilo una mano dentro la giacca e sfilo la rivoltella dalla fondina.
Un ragazzo con un cappello a visiera si fermo al suono della voce di Fenner, e lo raggiunse. Era un fattorino. «Siete voi il signor Fenner?» chiese.
«Certo. Hai un telegramma per me?»
Il ragazzo gli consegno una busta. Mentre Fenner scarabocchiava una firma, il ragazzo disse: «Ho suonato per un pezzo. Ci sono le luci accese, ma non c'e in casa nessuno.»
Fenner gli diede la mancia. «E cosi che la facciamo in barba ai ladri, figliolo» gli spiego, e si diresse verso la casa. Infilo il telegramma in tasca, apri la porta d'ingresso, ed entro.
Nel salotto c'era Bugsey, steso a terra, in una pozza di sangue scuro.
Fenner lo guardo. Non c'era niente da fare, Bugsey era morto stecchito. Estrasse la rivoltella e si diresse in punta di piedi verso la stanza da letto.
C'era Thayler seduto su una sedia in tubolare, con un'espressione di sorpresa dipinta sul viso. Un filo di sangue rappreso gli correva dalla bocca alla camicia. Gli occhi erano vuoti e fissi.
«Bene, bene» disse Fenner a voce alta e guardo la stanza. Era facile capire cosa era successo. Thayler era seduto, con la faccia alla porta. Probabilmente stava parlando con Glorie. Poi doveva essere entrato qualcuno che Thayler conosceva. Thayler, dopo aver alzato gli occhi, visto chi era, s'era rassicurato, ma questo qualcuno doveva avergli sparato al petto. Fenner gli si avvicino e gli tocco la mano. Stava diventando fredda, ma conservava ancora una traccia di tepore.
Una sedia scricchiolo, come se qualcuno l'avesse spostata. Il rumore veniva dalla cucina. Fenner rimase immobile, tendendo l'orecchio. La sedia scricchiolo ancora. Fenner si accosto alla porta e guardo fuori. Poi, movendosi con molta cautela, entro in cucina, la rivoltella in mano.
Era Usignolo, che si reggeva in piedi, aggrappato allo schienale di una sedia. Aveva in mano un'automatica dalla canna corta ma appena riconobbe Fenner lascio cadere la mano su un fianco.
«Ferito?» chiese Fenner. C'era qualcosa nell'atteggiamento di Usignolo, che si aggrappava alla sedia, che gli fece fare quella domanda.
«Mi ha preso al ventre» rispose Usignolo lentamente. Cerco di girare attorno alla sedia, e come Fenner si avvicino per aiutarlo, replico febbrilmente: «Non toccarmi.»
Fenner si ritrasse e lo guardo mentre si sedeva faticosamente sulla sedia.
Quando si fu sistemato, il sudore gli rigava la fronte.
«Stai calmo» disse l'investigatore. «Chiamo un dottore.»
Usignolo scosse il capo. «Devo parlare» disse. «Nessun dottore mi puo piu aiutare.» Si piego lentamente in avanti, premendo l'avambraccio contro lo stomaco.
«Che e successo?»
«Ho sparato a Thayler, e quel cane di Bugsey ha preso me. Credevo di potermi fidare di lui. Mi ha sparato cinque colpi, prima che io potessi aprir bocca. Poi l'ho sistemato.»
«Perche uccidere Thayler?» domando Fenner.
Usignolo fisso cupamente il pavimento. Quando parlo, la sua voce era molto cupa. «Hanno ucciso Ricciolina. Cosi siamo pari. Volevo ammazzare anche Carlos, ma credo che ormai non ce la faro.»
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