JAMES CHASE - Piombo e tritolo
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Fenner si fermo. «Si, piccola» le disse. «Stamattina hai proprio una bella faccia.»
Ricciolina spalanco gli occhioni. «Santo Dio» esclamo. «Non lo digerisco bene questo genere di complimenti.»
«Non importa. E sempre una sorpresa vederti.»
Ricciolina mordicchio la punta della penna. Lo guardo, seria. «Ci sei dentro, ora?» chiese.
Fenner annui.
«Hai visto Pio?»
«L'ho visto.»
Ricciolina tiro un sospiro. «Non ti pare un bel ragazzo?»
«Io non lo definirei cosi. Non dirmi che ti piace.»
Ricciolina rispose con amarezza: «Che ti importa di chi mi piace?»
A Fenner baleno un'idea. Si sedette sull'orlo della scrivania. «Un momento piccola, non prenderla cosi. Carlos e qualcosa per te?»
«Nessuno e qualcosa per me» rispose Ricciolina. «Ti spiace di non mettere il naso nei miei affari?» Ma i suoi occhi la tradivano e Fenner ci lesse dentro parecchio.
Si alzo in piedi e sorrise. «Certo, certo» disse. «Non fraintendermi. Credevo che ti piacesse appoggiare la tua bella testolina ricciuta sulla mia spalla e raccontarmi tutti i tuoi guai.»
«Ebbene, ti sei sbagliato» ribatte lei. «Non ho guai di nessun genere.»
Fenner sorrise di nuovo ed usci in strada. Cosi stavano le cose, penso.
Ricciolina aveva preso una cottarella per Carlos, ma lui la trascurava. Doveva essere duro soffrire per un verme come Carlos.
Gironzolo un po' per le viuzze, a volte tornando sui propri passi, fermandosi in qualche bar a bere, sempre attento a scoprire se qualcuno lo stesso pedinando. Quando si convinse che non c'era nessuno, torno verso il centro.
Quando ebbe raggiunto l'edificio della Polizia Federale, indugio fuori, guardando molto attentamente la strada; infine si decise a entrare e prese l'ascensore.
L'agente federale si chiamava Hosskiss. Si alzo in piedi da dietro la scrivania e tese una mano umidiccia.
Fenner la strinse e si lascio cadere pesantemente sulla poltrona di fronte.
Estrasse dalla tasca interna della giacca alcuni documenti e li tese al funzionario di polizia.
«Mi chiamo Fenner. Questa e la mia licenza di agente investigativo. Sono qui per conto di un cliente che abita in questa citta, e vorrei farvi sapere alcune cose.»
Hosskiss esamino le carte, si acciglio, poi chiese: «Fenner? Siete quello che ha risolto il caso Blandish?»
Fenner annui.
«Ah, bene, lieto di conoscervi.» Hosskiss sorrise. «Ero amico di Brennan. E stato lui a raccontarmi come ando quella faccenda. Ma certo, saro ben contento di potervi essere d'aiuto.»
«Non posso dirvi il nome del mio cliente. Comunque, sto cercando una ragazza. Non so in che modo, ma c'e implicato Carlos. Io sono stato introdotto da Carlos sotto falso nome e ingaggiato nella sua banda. Voglio che lo sappiate per evitare che uno dei vostri mi metta le mani addosso. Stanotte andro assieme a Reiger a ritirare un carico di cinesi. Partiremo verso le otto. Ho pensato che poteva farvi comodo saperlo.»
La sbuffata che Hosskiss diede in risposta era molto significativa.
«Accidenti!» esclamo. «Pare che non vi rendiate conto del vespaio in cui vi siete messo. Se Carlos dovesse subodorare qualcosa, sarete dato in pasto ai pescecani. Quell'individuo e il serpente piu pericoloso che ci sia sulla costa.»
Fenner fece spallucce. «Lo so» disse. «Sono stato attento. Credo che non mi abbia visto nessuno venire qua. Perche non avete ancora eliminato quella banda?»
«Non ci sono prove. Sappiamo che cosa fanno, ma non li abbiamo mai presi con le mani nel sacco. Ci sono aeroplani e lance di guardia appostate lungo tutta la costa, ma ci sfuggono costantemente. Una volta che siamo riusciti a beccarli, non avevano niente a bordo. Sono dei duri, quelli. Sono pronto a scommettere che hanno buttato a mare i cinesi, appena hanno visto che il nostro battello si avvicinava.»
Fenner si gratto la testa. «Se questa notte ci sorprendete, dovete fare in modo di non incriminarmi. Mi piacerebbe vedere Reiger messo in gattabuia, ma io devo essere libero di continuare le mie indagini.»
«Ci penso io a questo. Non volete dirmi di che cosa si tratta?»
Fenner scosse il capo. «Per il momento, no» rispose cautamente. «Forse avro bisogno del vostro aiuto per la ripulitura finale, ma per il momento tutto cio di cui ho bisogno e che mi lasciate libero, se per caso dovesse succedermi qualcosa.» Si alzo in piedi.
Hosskiss gli strinse la mano. «Sapete per caso da dove partite, e fin dove arrivate, stanotte?»
Fenner scosse il capo. «No» rispose «dovrete trovarci da soli.»
«Vi troveremo, vi troveremo. Il Golfo pullulera di barche, stanotte.»
Ridisceso in istrada, Fenner si diresse verso il porto per incontrarsi con Bugsey. Salirono insieme al Flager Hotel.
Carlos era solo quando entrarono nell'appartamento numero 47. Li saluto con un cenno. «Esci, e fatti un riposino» disse a Bugsey.
Questi parve sorpreso, ma usci. Carlos guardo in faccia Fenner. Poi chiese: «Che ci sei andato a fare nel locale di Noolen, ieri sera?»
«Lavoro con la tua gente, ma non sono obbligato a giocare con loro, no?»
Carlos replico: «Non hai giocato ieri sera. Sei salito nell'ufficio di Noolen. Perche?»
Fenner fece lavorare il cervello. Carlos rimase fermo, immobile, la mano infilata nella giacca.
«Ci ero andato per giocare, ma Noolen mi ha mandato a chiamare e mi ha detto di andarmene. Non vuole gente della tua banda nel suo locale» spiego Fenner.
Carlos continuo: «Hai cercato di parlare con la Leadler. Perche?»
«Perche no?» Fenner penso che si stava avventurando su un terreno pericoloso. «Chi non ci proverebbe con una ragazza come quella? Era sola, e ho pensato di attaccar discorso. Che cosa sai sul suo conto?»
Carlos si aggrotto. «E una cosa che non t'interessa. Non mi piace il tuo modo di fare, Ross. Queste due storielle che mi hai raccontato sono troppo facili. Ti terro d'occhio.»
Fenner alzo le spalle. «Ti stai rammollendo» disse, sdegnoso. «Hai forse paura di Noolen?»
Carlos gli fece un brusco cenno col capo. «Puoi andare» sibilo, e si accosto alla finestra.
Fenner usci dalla stanza, pensieroso. Quel farabutto non era cosi scemo come credeva. Doveva giocare le sue carte con molta attenzione. Disse a Bugsey: «Vengo subito da te. Devo telefonare all'albergo per avvertirli che non rientrero stanotte.»
Si chiuse in una cabina telefonica e chiamo Noolen. Bugsey resto fuori a gironzolare. Fenner disse, tenendo la voce bassa: «Noolen? Sono Ross.
Stammi a sentire, Carlos ha una spia nel tuo Casino. Ha saputo che abbiamo parlato insieme, e sa anche altre cose. Quel direttore cubano, ce l'hai da molto tempo?»
«Due mesi.» La voce di Noolen suonava preoccupata. «Lo terro d'occhio.»
«Si» replico Fenner. «Io lo licenzierei sui due piedi, fossi te» e riappese.
Usci dalla cabina e prese Bugsey per braccio. «Non bisogna prendersela» gli disse. «Pare che avro del lavoraccio da fare, stanotte.»
Bugsey gli cammino al fianco. Disse con un tono di voce basso, confidenziale: «Io invece ho un appuntamento con una ragazza» socchiuse gli occhi e sorrise.
Fenner comparve da Usignolo alle otto meno due minuti. Reiger e Miller erano gia arrivati. Miller stava lubrificando un fucile mitragliatore. Alzarono la testa entrambi, quando Fenner entro nel laboratorio.
«Ha l'aria di voler piovere» disse Fenner.
Reiger grugni, ma Miller disse, con un tono falsamente amichevole: «E proprio quello che vogliamo, un po' di pioggia.»
«Ce l'hai la rivoltella?» chiese Usignolo a Fenner, a bassa voce.
Fenner scosse il capo.
Usignolo si avvicino a un cassetto e ne trasse una grossa automatica.
Reiger alzo la testa di scatto. «Lui non vuole una rivoltella.»
Usignolo non gli fece caso. Consegno la rivoltella a Fenner. Reiger comincio ad agitarsi. «Ti ho detto che non vuole una rivoltella» ripete, alzandosi in piedi.
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