Anton Barrili - Tra cielo e terra - Romanzo

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Vedendo lei da vicino, discorrendo con lei, Maurizio non potè trattenersi dal pensare a sua cugina e al dolorino acuto che gli aveva lasciato nell’anima quella splendidissima e formosissima bionda.

– Ecco – diceva egli tra sè, – una donna bella vi colpisce, v’infiamma, vi fa soffrire come un dannato. Poi se ne presenta un’altra più bella, magari nel suo stesso genere, il che è veramente il colmo dell’audacia; e lì per lì, senza cancellarvi l’immagine della prima, senza distruggervi in cuore la memoria degli antichi tormenti, ve ne rende innocua la sensazione, sterile e vano il pensiero. Come ho potuto soffrir tanto per quella là? Quella là, certamente; è il modo d’indicar la figura che è passata, non lasciando più desiderio di sè. Anche le donne, alla lor volta, sentono e ragionano così; anch’esse hanno «quello là» da giudicare in forma sommaria, mandandolo a farsi benedire. E il meglio, dopo tanta esperienza, il meglio sarebbe di esser tutti filosofi, uomini e donne, di cansare gli innamoramenti fatali, di prendere un po’ più alla leggera le cose del cuore, fragili e fugaci alla fin fine come tutte le altre. —

Ma queste cose si possono pensare, non fare. Sono le occasioni, quelle che vengono addosso, quando meno ci si pensa; sono le circostanze, quelle che imprigionano, quando meno si crede di restarci impigliati. La donna che si ama di più, che più dovrà farci soffrire, non è sempre la più bella, contro cui c’era modo di mettersi in guardia a tempo opportuno. Un amico di Maurizio aveva fuggito i lacci di due meravigliose creature: poi si era ucciso per una piccola strega dei mari del settentrione, secca stecchita a quel modo, che quando l’aveva veduta la prima volta gli era parsa un’aringa affumicata.

Maurizio di Vaussana stette un paio d’ore alla Balma, ragionando di cento cose. Cadde anche il discorso sulle cause del suo ritiro precoce dal servizio: ma s’intende che nè il generale lo incalzò troppo con le domande, nè egli credette necessario di dire la verità tutta quanta. Si toccano mal volentieri certi tasti più intimi, quando non si è tra connazionali: e il signore della Balma e il signore del Castèu, quantunque appartenenti pel sangue alla medesima valle, non erano di una medesima patria. Maurizio trovò il modo di dire che da un pezzo sentiva il bisogno di attendere agli interessi di casa sua. Vivendo il babbo, era una cosa; morto il babbo era un’altra. Da principio, correndo ad ogni tanto voci di guerre possibili, aveva stimato necessario di restare al suo posto di combattimento: ma oramai, sfumata ogni probabilità di vicine «complicazioni europee», le voci della sua terra erano state più forti, ed egli, di marinaio che era diventato, ritornava a fare il gentiluomo di campagna.

– Per nostro vantaggio; – disse il generale. – E speriamo che ci restiate per sempre. Ma il miglior modo d’incatenarvi qui, sarà quello di darvi moglie. Non fate conto di prenderla? —

Maurizio sorrise. Che idea! c’era egli proprio bisogno di prender moglie, per vivere e non annoiarsi della vita? Ma questo, che pensò, non lo disse. Infatti, sarebbe stata una grande scortesia verso una buona intenzione, e più ancora verso quell’uomo che l’aveva presa bellissima. Rispose invece con un «perchè no?» a fior di labbra, che lo impegnava fino ad un certo punto, lasciandogli la porta aperta per una brava ritirata.

– Del resto – soggiungeva, – una moglie non si trova lì alla prima voltata di strada. Non è anche conveniente per la felicità, di trovar prima l’amore, donde sia facile poi avviarsi al matrimonio?

– Un altro vi risponderebbe: prima il matrimonio; l’amore verrà poi, e non sarà che più forte, perchè fondato sulla conoscenza, sulla stima reciproca; – ripigliò il generale. – Ma queste sono le vie battute dal ragionamento, e voi amate le vie strane. Per una di queste, infatti, siete salito alla Balma. Innamoratevi dunque, signor Maurizio, e sposate. Per voi, ultimo dei Sospelli di Vaussana, è anche un debito d’onore verso i vostri maggiori, che hanno diritto di veder continuato il lustro di un buon nome. —

Il signor Maurizio non sorrise più, s’inchinò ringraziando. Poco dopo, essendo la sua prima visita durata oltre i termini della convenienza, si alzò per prender commiato.

– Badate, amico; – gli disse il generale, prendendogli affettuosamente la mano e stringendola forte tra le sue; – qui non siamo in città, da vederci una volta alla settimana: siamo qua tutti i giorni, mattina e sera. Del resto, ora che conoscete anche il mio ospite, non sarà più il caso per noi di lasciarlo solo, quando verremo a scovarvi nel vostro Castèu. —

Le accoglienze erano state molto cordiali da parte del generale, e gentili da parte della contessa Gisella; Maurizio poteva esser contento dei suoi vicini della Balma. Bastavano esse per dirgli il carattere dei signori Matignon? Le prime visite per solito non contano, in quest’ordine d’indagini e di scoperte; nessuno si fida a questi incontri preliminari, a questi semplici contatti di superficie, dove le regole della buona creanza e i luoghi topici della conversazione son tutto.

Pure, tanto è forte nell’uomo l’abito dell’indurre, Maurizio se ne partiva dalla Balma con una opinione formata, se non ancora dal suo raziocinio, certamente dalle sue sensazioni. E l’opinione era questa: che i signori della Balma erano ottima gente; il conte un allegro compagnone, con qualche scatto d’imperiosità, derivato dalla abitudine del comando, dall’abuso della caserma e della piazza d’armi, ma del resto un buon diavolo, e piacevole in società, quantunque, fuori dagli argomenti militari, un po’ tavola rasa; la contessa una bella bambinona, senza grande istruzione anche lei, ma buona, una vera pasta di zucchero, felicissima di obbedire a quel gran marito e ai suoi grandi mustacchi, di cui sembrava infatuata, come se fossero ancor biondi. Pensando a quella coppia, gli tornavano a mente due colombi che aveva visti un giorno a Pisa, espressi dallo scalpello di uno scultore, collocati l’uno di rimpetto all’altro, intenti a tuffare il becco nel latte di una tazza d’alabastro; donde a lui era venuto il pensiero che da un momento all’altro, solo che si chinassero un tantino di più, ci sarebbero cascati a capo fitto.

Affogar nel latte, che morte! E non c’era anche il pericolo di annoiarsi un pochino, con tanto latte per tutto pasto? Veramente, per rompere la monotonia c’era l’ospite, il capitano Dutolet. Ma c’era proprio? o non era piuttosto l’ombra di un ospite? Quel ragno grigio si poteva creder benissimo, dalle apparenze, un compito cavaliere: doveva anch’essere un valoroso della buona specie, poichè era molto modesto, non parlava mai delle sue imprese di guerra, e, quando il suo generale vi accennava, egli cercava subito di sviare il discorso. Ma era di poco aiuto, Dio buono, anzi di nessun aiuto in una conversazione. E dovevano esserci ogni giorno alla Balma molte ore di noia.

Anch’egli, il signor Maurizio, si sarebbe annoiato al Castèu, senza i suoi libri, senza il suo disegno di scrivere un’opera. Ah, come voleva mettersi presto al lavoro! Su presto, adunque, in ordine i libri, le carte, gli strumenti; e fatto ciò, sùbito un buon orario da imprigionarcisi dentro, come il filugello nel bozzolo. Egli ricordava benissimo a questo proposito la massima di un suo vecchio professore al collegio di Marina: «i sistemi fanno e non fanno, il metodo è tutto».

Per dar sesto alle cose sue ci sarebbero volute ancora cinque o sei giornate di lavoro. Disgraziatamente, non erano più giornate intiere, ma mezze: alle dodici, ora del desinare, il legnaiuolo era congedato. Come fare altrimenti? Il generale era venuto con la sua signora a visitare la contessa Albertina; gran miracolo che non si ripeteva più da sei mesi. E in quella visita, il conte Matignon de la Bourdigue aveva rinnovato a Maurizio il suo avvertimento: «Siamo in casa tutti i giorni, mattina e sera, sera e mattina». Poveri colombi, sugli orli d’una tazza di latte! La vita della campagna è sana; ma chi non ci ha niente da fare, Dio misericordioso!.. Si cerca di essere in tre; quando in tre non si sente sollievo, bisogna trovar modo di essere in quattro.

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