Luigi Albano - I Gesuiti Assomigliano A Gesù Come Il Diavolo A Dio

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La presente edizione digitale è stata elaborata e digitalizzata sulla base dell'ultima edizione del 1865 pubblicata in Firenze dalla Tipografia Claudiana con il titolo ”Gesù e Gesuita” di Napoléon Roussel (15 novembre 1805 - 1878).
L'originale del libro in argomento, ha sopravvissuto sufficientemente per non essere più protetto dai diritti di copyright che sono scaduti per diventare di pubblico dominio. 
Parte del testo è stata mantenuta in originale (sia l'ortografia che la punteggiatura così come i modi di scrivere alternativi es. Lepanto/Lèpanto chierici/cherici, e simili), rettificando senza annotazioni i minimi errori tipografici.
La realizzazione di questo e-book ha richiesto una lunga e complessa opera di revisione, assemblaggio, modifica ed impaginazione nonché di inserimento della copertina, di titoli, di collegamenti ipertestuali, tabelle dei contenuti ed altri elementi non presenti nell'opera originale.
””....un gesuita, con la bolla Unigenitus alla mano, divenne l'arbitro della Francia e la riempì di terrore.
Vescovi fatti suoi schiavi, vegliavano al letto di morte del Gran Re e gli interdissero la riconciliazione e l'oblio; più tardi, questo frate ritornò polvere, ma il suo spirito gli sopravvisse.
Chi non si rammenta dei biglietti della confessione? 
Moribondi, per non essersi associati agli odi dei Gesuiti, morirono senza ricevere i conforti della Chiesa. 
La forza del gesuitismo è personale e isolata, relativa ne è la debolezza; i Gesuiti sono forti come ordine, deboli come difensori della Santa Romana Chiesa.
Simili ai Cinesi con cui hanno tanto praticato e la cui vanità pone Pechino in mezzo al globo terrestre, i Gesuiti si credono situati nel cuore e nelle viscere del cristianesimo. 
Obliando la loro recente data si danno a credere che la religione cattolica non possa esistere senza di essi.
Nulla uguaglia la finezza del loro istinto individuale: ciò che riguarda l'interesse diretto, immediato dell'ordine; ciò che ha provocato, nutrito, compiuta la sua potenza è un prodigio di perseveranza e di saper fare. 
Ma quanto la sua vista è penetrante in una direzione e corta e personale, è altrettanto debole, indecisa, allorché tenta di stabilirsi sui destini generali del cattolicesimo. 
Questo spettacolo l'abbaglia e l'acceca. 
Abile nel calcolare le sorti di un intrigo prolungato, ma circoscritto, il Gesuitismo è incapace di crearsi un largo orizzonte. 
Lo spirito di questa società non può innalzarsi sino all'imparzialità. 
Di buonissima fede ella ha sempre veduto nella sua propria conservazione il pegno più sicuro, la condizione indispensabile ed unica della durata del simbolo di Roma. 
Preoccupata in questa egoistica idea non seppe mai liberarla da tutti i minuti interessi di convento e di confessionale: da ciò, l'ostinato rifiuto di costituirsi uno dei raggi del comune centro, la incorreggibile presunzione di essere ella stessa il centro dell'aggregazione cristiana, l'impossibilità radicale di subordinare i minimi vantaggi dell'ordine all'interesse generale della Chiesa. 
Ad esempio dei parlamentari del tempo della Fronda che violavano le leggi per salvare regolamenti, i gesuiti sono meno disciplinati di quel che si crede, o almeno non si sottopongono che ad una disciplina locale, particolare; e siccome la loro tendenza è di formare uno Stato nello Stato , non eccettuata la Santa Sede, impongono Roma all'universo ed essi si impongono a Roma.
In queste grandi crisi dove la Chiesa, la fede, lo spirito religioso sono minacciati, la miseria dello spirito gesuitico è estrema: la onde per mancanza di risoluzione la società di Gesù si perse in questo periodo del secolo VXIII di cui abbiamo abbozzato la storia. 
Si rimane forse sorpresi della mediocrità di alcuni motivi, della oscurità di alcuni incidenti che fecero cacciare i gesuiti da tutto il mondo cattolico; non potersi concepire che un avvenimento, fino allora senza esempio sia stato prodotto da cause frivole e leggere in apparenza; ma però si consideri che ad onta delle numerose nostre rivelazioni fondate su documenti inediti ed autentici, parecchie di queste cause sono per anche involte in un mistero di cui non abbiamo cercato dissimulare le tenebre.
Il velo onde la politica dei tempo le ha involte non è ancora rimosso.
La facilità con cui un ordine sì potente scomparve non da una sola contrada, ma da tutte; non da paesi nemici dal cattolicismo, ma precisamente dai più cattolici regni, prova che era venuta la sua ora, e che, secondo un'espressione popolare ma energica, non ci voleva che una goccia d'acqua per far traboccare il vaso. 
Infatti, i monarchi e loro ministri più non respiravano sotto la pressione del gesuitismo. 
Non potevano concepire un progetto, fare un passo, darsi ad un'intrapresa qualunque senza trovare i gesuiti come testimoni a loro fianco,come denunziatori a Roma e come ostacolo dappertutto.

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Nella primavera del 1839, Roussel lasciò Marsiglia e si diresse a Parigi ove divenne l'editore del periodico "L'Espérance" Fu il responsabile di questa pubblicazione per diversi anni, riscuotendo molto successo, sino a diventare l'organo non ufficiale della società per la difesa degli interessi generali dei protestanti francesi. Roussel ricopriva il posto di membro del consiglio amministrativo di questa società. Sempre a Parigi nel 1847 creò una scuola di evangelizzazione pratica, impresa terminata a causa della rivoluzione del 1848. Nell'ottobre 1863 accettò di diventare pastore della Chiesa Evangelica di Lione . Dopo pochi anni una strana malattia misteriosa cominciò a mostrare i suoi primi sintomi e rendeva i suoi pensieri più rigidi, la sua stanchezza era sempre più evidente, camminava a un ritmo sempre più lento. Nel luglio 1868 Roussel lasciò Lione e la sua Chiesa - come conseguenza di scrupoli di coscienza innescati da una sorta di crisi teologica che aveva subito in quel periodo e si ritirò a Mentone. Morì nel 1878 all'età di 73 anni.

Stemma Papa Clemente XI Stemma Papa Clemente XI

Premessa

Olilu e la sua storia

Considerazioni

Documenti giustificativi

Conclusioni

bibliografia

In ordine di data di pubblicazione:

" Storia della caduta de Gesuiti nel secolo XVIII del C. Alessio di Saint-Priest ", prima versione, pubblicata in Firenze dalla Tipografia di Simone Birindelli nell'anno 1848;

" La Morale Gesuitica ", - sconoscesi l'autore - ossia dottrine morali e politiche, casi di coscienza ed aforismi dei Gesuiti, testualmente estratti e tradotti dalle opere degli scrittori della Compagnia di Gesù, edito in Napoli nell'anno 1861;

" Gesù e Gesuita ", di N. Roussel, pubblicato in Firenze dalla Tipografia Claudiana nell'anno 1865;

l'autore

Napoléon Roussel è nato il 15 novembre 1805 a Sauve comune francese attualmente situato nel dipartimento del Gard nella regione della Linguadoca - Rossiglione.

Quando i suoi genitori notarono il suo desiderio di conoscenza, lo inviarono nel 1825 a studiare presso l'Istituto Teologico di Ginevra.

Nel 1829 terminò gli studi teologici e nel 1831 fu nominato pastore a Saint-Etienne (Loira, Rodano-Alpi).

Nel 1835, dopo pochi anni dalla nomina a pastore Roussel iniziò a pubblicare testi polemici diretti contro la Chiesa Cattolica Romana, sino a quando il Concistoro di Saint-Etienne mise fine al suo ministero.

In seguito fondò una Chiesa indipendente con alcuni amici e alla fine del 1835, si recò in Algeria per studiare l'opportunità di stabilire una missione tra i coloni francesi, ma la missione in Algeria non ebbe successo, perché i coloni non erano interessati

Al ritorno dall'Algeria, Roussel rimase ancora a Marsiglia, ove il locale Concistoro, dopo aver ascoltato il suo sermone, lo invitò a diventare pastore della Chiesa locale.

Nella primavera del 1839, Roussel lasciò Marsiglia e si diresse a Parigi ove divenne l'editore del periodico "L'Espérance"

Fu il responsabile di questa pubblicazione per diversi anni, riscuotendo molto successo, sino a diventare l'organo non ufficiale della società per la difesa degli interessi generali dei protestanti francesi.

Roussel ricopriva il posto di membro del consiglio amministrativo di questa società.

Sempre a Parigi nel 1847 creò una scuola di evangelizzazione pratica, impresa terminata a causa della rivoluzione del 1848.

Nell'ottobre 1863 accettò di diventare pastore della Chiesa Evangelica di Lione .

Dopo pochi anni una strana malattia misteriosa cominciò a mostrare i suoi primi sintomi e rendeva i suoi pensieri più rigidi, la sua stanchezza era sempre più evidente, camminava a un ritmo sempre più lento.

Nel luglio 1868 Roussel lasciò Lione e la sua Chiesa - come conseguenza di scrupoli di coscienza innescati da una sorta di crisi teologica che aveva subito in quel periodo e si ritirò a Mentone.

Morì nel 1878 all'età di 73 anni.

i Gesuiti raccorciavano il decalogo

ed allungavano il simbolo

Stemma Papa Clemente XI

premessa

"".... un gesuita, con la bolla Unigenitus alla mano, divenne l'arbitro della Francia e la riempì di terrore.

Vescovi fatti suoi schiavi, vegliavano al letto di morte del Gran Re e gli interdissero la riconciliazione e l'oblio; più tardi, questo frate ritornò polvere, ma il suo spirito gli sopravvisse.

Chi non si rammenta dei biglietti della confessione?

Moribondi, per non essersi associati agli odi dei Gesuiti, morirono senza ricevere i conforti della Chiesa.

La forza del gesuitismo è personale e isolata, relativa ne è la debolezza; i Gesuiti sono forti come ordine, deboli come difensori della Santa Romana Chiesa.

Simili ai Cinesi con cui hanno tanto praticato e la cui vanità pone Pechino in mezzo al globo terrestre, i Gesuiti si credono situati nel cuore e nelle viscere del cristianesimo.

Obliando la loro recente data si danno a credere che la religione cattolica non possa esistere senza di essi.

Nulla uguaglia la finezza del loro istinto individuale: ciò che riguarda l'interesse diretto, immediato dell'ordine; ciò che ha provocato, nutrito, compiuta la sua potenza è un prodigio di perseveranza e di saper fare.

Ma quanto la sua vista è penetrante in una direzione e corta e personale, è altrettanto debole, indecisa, allorché tenta di stabilirsi sui destini generali del cattolicesimo.

Questo spettacolo l'abbaglia e l'acceca.

Abile nel calcolare le sorti di un intrigo prolungato, ma circoscritto, il Gesuitismo è incapace di crearsi un largo orizzonte.

Lo spirito di questa società non può innalzarsi sino all'imparzialità.

Di buonissima fede ella ha sempre veduto nella sua propria conservazione il pegno più sicuro, la condizione indispensabile ed unica della durata del simbolo di Roma.

Preoccupata in questa egoistica idea non seppe mai liberarla da tutti i minuti interessi di convento e di confessionale: da ciò, l'ostinato rifiuto di costituirsi uno dei raggi del comune centro, la incorreggibile presunzione di essere ella stessa il centro dell'aggregazione cristiana, l'impossibilità radicale di subordinare i minimi vantaggi dell'ordine all'interesse generale della Chiesa.

Ad esempio dei parlamentari del tempo della Fronda che violavano le leggi per salvare regolamenti, i gesuiti sono meno disciplinati di quel che si crede, o almeno non si sottopongono che ad una disciplina locale, particolare; e siccome la loro tendenza è di formare uno Stato nello Stato , non eccettuata la Santa Sede, impongono Roma all'universo ed essi si impongono a Roma.

In queste grandi crisi dove la Chiesa, la fede, lo spirito religioso sono minacciati, la miseria dello spirito gesuitico è estrema: la onde per mancanza di risoluzione la società di Gesù si perse in questo periodo del secolo VXIII di cui abbiamo abbozzato la storia.

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