John Florio - Giardino di Ricreatione
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Conuiensi ogni rimedio, ad un mal'estremo.
Cacco tiraua le vacche a riuerscio.
Chi diuide il mel con l'orso, n'ha la minor parte.
Chi guida imprese, persuada e faccia.
Chi ha a far con Tosco, non conuien' esser losco.
Chi falla in fretta, piange adagio.
Chi pone miele in vaso nuouo, pruoui se tien' acqua.
Con l'error d'altri, il proprio si conosce.
Caro è ciò, che si compra co' preghi.
Ciò che vuoi che si taccia, taci.
Cessando le cagioni, cessan gli effetti.
Chi è stolto ne la colpa, sia saggio nella pena.
Cercar miglior' pane, che di fromento.
Contar spesso, è amicitia longa.
Chi va piano, va sano.
Chi fà le pignatte, le può rompere.
Chi di paglia fuoco fà, molto fumo altro non hà.
Cosa fatta per forza, non vale vna scorza.
Cento carra di pensieri, non pagan' un'oncia di debito.
Chi fà quello che può, non è tenuto a far più.
Chi dona al'indegno, due volte perde.
Chi tosto dà, due volte dà.
Chi va al molino, è forza s'infarini.
Chi ha moglie, ha pena & doglie.
Chi fa la robba, non la gode.
Chi non ha cuore, o memoria, habbia gambe.
Chi ne castiga vno, cento ne minaccia.
Chi cerca, truoua.
Chi d'altri si ride, se stesso condanna.
Cosi tosto muore il capretto, come la capra.
Chi dorme, non piglia pesce.
Chi non sa scorticare, guasta la carne, e la pelle.
Compra il letto d'un gran debitore.
Color laudiamo, di cui il pan mangiamo.
Conosci prima che amar, se è dolce o amar.
Come canta il capellano, cosi risponde il sagrestano.
Carità onge, peccato ponge.
Chi è cascato, non può rileuar' il cascato.
Cuor contento, gran talento.
Carne di castrato e motton, è mangiar da ghiotton.
Cauallo di paglia, cauallo di battaglia.
Compare di Puglia, costa caro, e poi ti spoglia.
Cosa rara, è cara.
Competentia, s'auuicina a differentia.
Come l'acqua l'imonditie, la dottrina laua il vitio.
Corpo mal sano, fa ben bella vrina.
Cio che si vsa, non ha scusa.
Consiglio dopo il fatto, non vien' a buon effetto.
Cosa immoderata, non può esser di durata.
Carne, vino, e pane, fanno perder la fame.
Corruccio di fratelli, fa più che dui flagelli.
Consiglio in vin, non ha mai buon fin.
Compagno allegro per camino, ti serue per roncino.
Corda triplicata, è di gran durata.
Cio che è raso, non si può tondere.
Cauallo rognoso, non si cura d'esser strigliato.
Canta ad un folletto, ti farà un petto.
Conuersatione in giouanezza, fraternità in vecchiezza.
Col vento s'accende, e spegne il fuoco.
Cane vecchio, fa buona caccia.
Carne giouane, e pesce vecchio.
Chi vuol riposare, conuien trauagliare.
Chi vuol'esser discreto, celi il suo secreto.
Cattiua conuersatione, rende sospitione.
Col tamburro, non si piglian le lepri.
Credi al vantatore, come al mentitore.
Chi ha arte, ha beneficio, & officio.
Chi serue al comun, non ha salario d'alcun.
Chi fugge il giudicio, se stesso condanna.
Chi prende, si vende, & è villan se non rende.
Chi non ha esca al'hamo, s'affatica e pesca in vano.
Chi prega il villano, si trauaglia in vano.
Chi per altri prega, per se va tentando.
Chi sano lega, sano dislega.
Chi ha da esser' impiccato, non sia mai negato.
Credi a Roberto, che ne è esperto.
Chi schernisce il zoppo, dee esser dritto.
Carne vecchia, fa buon brodo.
Corui con corui, non si cauano mai gl'occhij.
Chi pecora si fà, il lupo la mangia.
Chi fa male, odia il lume.
Chi muta stato, muta conditione.
Cane vecchio, non baia in darno.
Corte Romana, non vuol pecora senza lana.
Chi vuol soprasapere, per bestia si fà tenere.
Come il sauio con ragione, cosi il matto col bastone.
Chi non ha seruito, non sa comandare.
Chi tardi arriua, male alloggia.
Chi di gatto nasce, o sorgij piglia, o graffia.
Chi ha bella moglie, non è tutta sua.
Chi non s'arischia, non guadagna.
Chi dorme d'Agosto, dorme a suo costo.
Chi dura le fatiche, i premij goda.
Chi chiama Dio, non è contento.
Chi chiama il Diauolo, è disperato.
Chi viue in speranza, magra fà la danza.
Chi ben serue e tace, è domandator verace.
Carne fà carne, pesce fa vesce.
Can baioso senza forza, vendine la scorza.
Cauallo corrente, sepoltura aperta.
Cauallo negro, od è orbo o pegro.
Chi ha fame, non truoua cattiuo pane.
Cercar brighe, col fuscelino.
Chi non può al'asino, dij al basto.
Chi trouò il consiglio, inuentò la salute.
Chi vuol ch'i caualli non sudino, tengagli magri.
Chi non sa adulare, non sa regnare.
Chi s'alliena il serpe in seno, è poi pagato di veleno.
Chi crede senza pegno, mostra non hauer' ingegno.
Cosa che piace, è mezza venduta.
Chi conosce se stesso, altrui non nuoce.
Chi non sà commandare, vbidir sappia.
Chi a piedi non pon mente, inciampar si vede souente.
Chieder la pace armato, è tristo giorno.
Chi vuol ben comandar', a far comincij.
Consiglio veloce, pentimento tardo.
Contra Dio, non è consiglio.
Con le chiaui d'oro, s'apre ogni porta.
Chi semina in lacrime, miete in essulatione.
Come i volti, cosi sono i pareri diuersi.
Consuetudine, è vna seconda natura.
Chi tocca pece s'imbratta le mani.
Chi va in letto senza cena, tutta notte si dimena.
Chi mal ti vuole, male ti sogna.
Chi ben dorme, non sente pulci.
Chi non guarda inanzi, riman di dietro.
Chi non può far pompa, faccia foggia.
Chi perde la robba, perde il consiglio.
Chi più sà, meno presume.
Chi solo si consiglia, solo si pente.
Col pane, tutti i guai son dolci.
Cuor forte, rompe cattiua sorte.
Casta è colei, che senza tema è casta.
Col dito parla il sciocco.
Chi vuol regnar con languida man, regni.
Comprar liti a contanti.
Chi gode vna volta, non stenta sempre.
Chi compra la scopa, può anche comprar' il manico.
Chi sà mentire, sa regnare, e chi nol sa, non ha.
Chi non vuol briga con alcuno, offenda ogniuno.
Chi può ragione oprar', non opri forte.
Chi può possedere, non speri.
Con l'amor proprio, è sempre l'ignorantia.
Chi vuol' molti amici, non ne ha nissun perfetto.
Col tempo ogni amor manca, ogni odio ha fine.
Chi ama, loda.
Chi si giustifica dalla legge, cade dalla gratia.
Chi va co' virtuosi, è un di quegli.
Callunnia torce il ver, col verisimile.
Chi viue in libertà, non tenti il fato.
Chi non vsò guistitia, non troui misericordia.
Clemenza, lode, asprezza, biasm', adduce.
Chi dal' mondo è lodato, del mondo è.
Chi troppo nel'honor presume, in vergogna muore.
Con occhio grato, il merto si discerna.
Chi ama me, ama il mio cane.
Chi vuol venir meco, porti seco.
Casa nuoua, chi non ci porta, non ci truoua.
Che colpa ne ha la gatta, se la massaia è matta?
Chi con occhio vede, con il cuor crede.
Chi ben viue, ben muore.
Chi tò moglier, tò pensier.
Chi ti vede di giorno, non ti cerca di notte.
Chi si marita in fretta, stenta adagio.
Chi vna volta è scottato, l'altra volta soffia sù.
Chi non si fida, non viene ingannato.
Chi ha mal vicino, ha mal mattino.
Chi seruigio fà, seruigio aspetta.
Chi tace, confessa.
Chi semina spini, non vadi scalzo.
Chi l'ha da natura, fino a la fossa dura.
Chi viue in corte, muore su 'l pagliaio.
Chi non va per mare, non conosce il timor di Dio.
Chi si lauda da se stesso, s'incorona d'infamia.
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