Una volta fuori, inspirò a fondo l’aria fresca, poi andò dritta alla macchina. Quando anche Ellington uscì dalla casa, lei stava già aprendo la portiera dal lato del passeggero.
“Tutto ok?” le chiese avvicinandosi all’auto.
“Sì” disse. “Solo che non sopporto le persone che se ne fregano completamente del sangue del loro sangue.”
Stava per salire in macchina quando la porta della casa di Tammy Manning si aprì. Entrambi guardarono Rita scendere i gradini con una corsetta. Li raggiunse ed emise un sospiro tremante.
“Oddio, mi dispiace per prima” disse. Mackenzie notò che anche Rita sembrava respirare molto meglio, adesso che era fuori. “Le cose tra la mamma e Delores non vanno molto bene, da quando papà è morto. Quando poi Delores è diventata una scrittrice benestante, la mamma si è quasi sentita offesa.”
“Non c’è bisogno che ci racconti dei vostri problemi personali” disse Ellington. “Ognuno di noi ha i suoi.”
“Ditemi la verità... Delores... credete che la troveranno? Credete che possa essere da qualche parte, morta?”
“È decisamente troppo presto per dirlo” disse Mackenzie.
“È stato... insomma, qualcosa faceva pensare ad un’azione premeditata?”
Mackenzie ripensò ai vetri colorati di nero. Era sicura di avere ancora delle scaglie di vernice sotto le unghie. Ma le indagini erano troppo indietro per rivelare quel dettaglio ai famigliari – almeno fino a quando non avessero scoperto altro.
“Anche questo non possiamo dirlo con certezza” disse.
Rita annuì. “Grazie per averci avvertite. Quando scoprite qualcosa, chiamate direttamente me. Per ora lasciate perdere mia madre. Non so quale sia il suo problema. Lei è solo... non lo so. Una donna che sta invecchiando che ha lasciato che la vita la prendesse a calci senza prendersi la briga di rialzarsi.”
Diede loro il suo numero, poi tornò lentamente a salire i gradini. Li salutò con un cenno mentre Ellington usciva dal parcheggio e si allontanava dalla casa.
“Allora, che ne pensi?” chiese Ellington. “È stato un viaggio a vuoto?”
“No. Penso che adesso conosciamo abbastanza Delores da sapere che avrebbe chiamato, se i suoi programmi fossero cambiati e se fosse stata in grado di chiamare.”
“Come fai ad esserne certa?”
“Non ho detto che ne sono certa. Però, da quello che ho capito da Tammy e Rita, Delores stava cercando di riavvicinarsi alla sua famiglia. Rita ha detto che il suo rapporto con la madre era teso. Non credo che Delores si sarebbe scomodata per chiedere se poteva passare a trovarla se non c’era speranza di riconciliazione. E se è quello il caso, sicuramente avrebbe chiamato se i suoi programmi fossero cambiati.”
“Forse ha avuto un ripensamento.”
“Ne dubito. Quando madri e figlie si allontanano... è dura. Delores non avrebbe fatto un passo avanti per poi fare marcia indietro.”
“Un’analisi da strizzacervelli” disse Ellington. “Sono colpito.”
Mackenzie non fece caso al complimento. Stava pensando a sua madre, una donna con cui non parlava da molto tempo. Era così facile rovinare una relazione che in teoria doveva essere fondamentale nella vita di ogni donna. Lei sapeva tutto delle madri che deludevano i figli, quindi poteva relazionarsi a Delores.
Si chiese se Delores Manning pensasse a sua madre in quei momenti disperati. Ammesso, certo, che Delores Manning fosse ancora viva.
Mackenzie sapeva che l’ufficio dell’FBI più vicino a Bent Creek si trovava ad Omaha, nel Nebraska. Il pensiero di tornare in Nebraska in veste ufficiale la intimidiva, ma allo stesso tempo le sembrava perfetto. Eppure fu più che sollevata quando Heideman chiamò per informarli che la base attuale per le operazioni del caso era la stazione di polizia di Bent Creek.
Lei ed Ellington arrivarono lì quella sera, poco dopo le sei. Entrando, Mackenzie fu assalita di nuovo dalla sensazione di essere una delle poche donne a lavorare nelle forze dell’ordine. Erano gli sguardi al limite del misogino che alcuni degli uomini in uniforme le stavano rivolgendo. A quanto sembrava, il cambio di divisa e di titolo non era servito a niente. Gli uomini l’avrebbero continuata a considerare di seconda classe.
L’unica differenza adesso era che non gliene fregava niente se questo offendesse qualcuno. Era lì per conto dell’FBI, per aiutare l’esiguo corpo di polizia locale a capire chi stesse sequestrando delle donne sulle loro strade secondarie. Non aveva intenzione di farsi trattare come quando lavorava nel Midwest come detective per la polizia statale del Nebraska.
Scoprì in breve che le sue supposizioni erano in parte errate: forse il cambio di titolo e posizione avevano sortito un qualche effetto. Infatti, quando furono accompagnati nella sala conferenze principale, vide che era stato ordinato del cibo cinese per loro. Era sistemato su un bancone in fondo alla stanza, insieme ad alcune bevande in bottiglie da due litri e spuntini vari.
Thorsson e Heideman si stavano già gustando la cena omaggio, riempiendosi i piatti di noodles e pollo all’arancia. Ellington si rivolse a Mackenzie stringendosi nelle spalle, come a dire che ci vuoi fare? poi andò anche lui al tavolo. Mackenzie lo imitò, mentre altre persone entravano e uscivano dalla sala. Quando prese posto al tavolo da riunione con una porzione di pollo al sesamo e rangoon di granchio, uno dei poliziotti che aveva visto sulla Route 14 si avvicinò porgendole la mano. Guardò il distintivo e vide che si trattava dello sceriffo.
“Agente White, dico bene?” chiese.
“Proprio così.”
“Piacere. Sono lo sceriffo Bateman. Ho sentito che lei e il suo partner siete andati a Sigourney per parlare con la madre dell’ultima vittima. Avete scoperto qualcosa?”
“No, solo una potenziale fonte di informazioni da eliminare dalla lista. Adesso però abbiamo la conferma che non abbiamo a che fare con una figlia che ha semplicemente deciso di non informare la madre dei suoi cambiamenti di programma.”
Chiaramente deluso, Bateman annuì e tornò dall’altra parte della stanza, dove due poliziotti stavano conversando.
Quando Ellington si sedette accanto a Mackenzie, entrambi guardarono verso la parte anteriore della sala. Un uomo che si era in precedenza presentato come il vicesceriffo Wickline stava sistemando fotografie e fotocopie su una lavagna con l’aiuto di calamite. Una poliziotta – l’unica altra donna nella stanza – stava scrivendo una serie di note lungo l’altro lato della lavagna.
“Sembra che siano perfettamente organizzati, qui” commentò Ellington.
Lei aveva pensato la stessa cosa. Era arrivata aspettandosi di trovare una specie di circo, come accadeva nella stazione di polizia del Nebraska, invece rimase colpita dal livello di organizzazione della polizia di Bent Creek.
Parecchi minuti più tardi, lo sceriffo Bateman si consultò con i poliziotti alla lavagna e ne accompagnò due fuori. La poliziotta rimase e prese posto al tavolo. Bateman chiuse la porta e si mise davanti a tutti. Guardò i quattro agenti dell’FBI e i tre poliziotti rimasti nella sala.
“Abbiamo ordinato la cena perché non abbiamo idea di quanto ci metteremo” disse. “Non siamo abituati alla presenza dei federali, qui a Bent Creek, quindi tutto questo è una novità per me. Agenti, vi prego di farmi sapere se posso fare qualcosa per facilitare le cose. Per ora lascio a voi la parola.”
Detto ciò si sedette, lasciando Ellington e Thorsson a scambiarsi uno sguardo confuso. Thorsson sorrise indicando la parte anteriore della sala, lasciando il comando agli agenti di Washington.
Ellington diede una leggera gomitata a Mackenzie sotto il tavolo, poi disse: “Sì, dunque, ora l’agente White spiegherà tutte le informazioni in nostro possesso, oltre alle teorie che abbiamo sviluppato.”
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