OSCURITA’ PERVERSA
(UN MISTERO DI RILEY PAIGE —LIBRO 3)
B L A K E P I E R C E
TRADUZIONE ITALIANA
A CURA
DI
IMMACOLATA SCIPLINI
Blake Pierce
Blake Pierce è l’autore della serie di successo dei misteri di RILEY PAIGE, che include i gialli intrisi di suspense IL KILLER DELLA ROSA (libro #1), IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (libro #2) e OSCURITA’ PERVERSA (#3). Blake Pierce è anche l’autore della serie dei misteri di MACKENZIE WHITE.
Avido lettore ed è da sempre ammiratore dei romanzi gialli e thriller, Blake apprezza i vostri commenti, pertanto siete invitati a visitare www.blakepierceauthor.comper saperne di più e restare in contatto.
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LIBRI DI BLAKE PIERCE
I MISTERI DI RILEY PAIGE
IL KILLER DELLA ROSA (Libro #1)
IL SUSSURRATORE DELLE CATENE (Libro #2)
OSCURITA’ PERVERSA (Libro #3)
I MISTERI DI MACKENZIE WHITE
PRIMA CHE UCCIDA (Libro #1)
INDICE
PROLOGO
CAPITOLO UNO
CAPITOLO DUE
CAPITOLO TRE
CAPITOLO QUATTRO
CAPITOLO CINQUE
CAPITOLO SEI
CAPITOLO SETTE
CAPITOLO OTTO
CAPITOLO NOVE
CAPITOLO DIECI
CAPITOLO UNDICI
CAPITOLO DODICI
CAPITOLO TREDICI
CAPITOLO QUATTORDICI
CAPITOLO QUINDICI
CAPITOLO SEDICI
CAPITOLO DICIASSETTE
CAPITOLO DICIOTTO
CAPITOLO DICIANNOVE
CAPITOLO VENTI
CAPITOLO VENTUNO
CAPITOLO VENTIDUE
CAPITOLO VENTITRÉ
CAPITOLO VENTIQUATTRO
CAPITOLO VENTICINQUE
CAPITOLO VENTISEI
CAPITOLO VENTISETTE
CAPITOLO VENTOTTO
CAPITOLO VENTINOVE
CAPITOLO TRENTA
CAPITOLO TRENTUNO
CAPITOLO TRENTADUE
CAPITOLO TRENTATRÉ
CAPITOLO TRENTAQUATTRO
CAPITOLO TRENTACINQUE
CAPITOLO TRENTASEI
CAPITOLO TRENTASETTE
CAPITOLO TRENTOTTO
CAPITOLO TRENTANOVE
CAPITOLO QUARANTA
CAPITOLO QUARANTUNO
Janine pensava di aver visto qualcosa di scuro nell’acqua, vicino alla battigia. Era grande e nero, e sembrava muoversi appena nel lento sciabordio dell’acqua.
Prese un tiro di marijuana dalla pipa e la passò al suo ragazzo. Poteva trattarsi davvero di un grosso pesce? O era un altro genere di creatura?
Janine si riscosse: non doveva lasciar galoppare a briglia sciolta la sua immaginazione, disse a se stessa. Il creare un motivo di paura poteva soltanto peggiorare le cose. Il Lago Nimbo era un enorme bacino artificiale, popolato per la pesca, proprio come moltissimi altri laghi dell’Arizona. Non si era mai sentito parlare di mostri come Nessie in quelle zone.
Improvvisamente sentì Colby dire: “Accidenti, il lago è in fiamme!”
Janine si voltò a guardare il ragazzo. Il suo viso lentigginoso e i capelli rossi brillavano nel sole del tardo pomeriggio. Il giovane aveva appena aspirato dalla pipa e stava osservando, attonito, qualcosa verso l’acqua.
Janine ridacchiò. “Sei soltanto stato illuminato” disse. “Completamente.”
“Sì, proprio come il lago” fu la risposta.
Janine si voltò e guardò verso il Lago Nimbo. Anche se il fumo non le aveva ancora fatto effetto, quello che vide la lasciò senza parole. Il sole del tardo pomeriggio aveva tinto il canyon in rosso e oro. L’acqua rifletteva i colori come un grande specchio piatto.
Le venne in mente che la parola nimbo stava per “aura” in spagnolo. Il nome era assolutamente appropriato.
Janine riprese la pipa e inspirò profondamente, sentendo il bruciore scendere piacevolmente fino in gola. Sarebbe stata bene e si sarebbe sballata da lì in poi. Sarebbe stato divertente.
Ma, che cos’era quella forma scura nell’acqua?
Soltanto un gioco della luce, Janine si disse.
Qualunque cosa fosse, avrebbe fatto meglio ad ignorarla, a far sì che non la facesse rabbrividire o spaventare. Tutto il resto era perfetto. Era il loro posto preferito, il suo e quello di Colby: meraviglioso, nascosto in una delle insenature del lago, distante dai campeggi, da tutto e tutti.
Di solito ci andavano durante i fine settimana, ma oggi avevano marinato la scuola e si erano rifugiati lì. Quella giornata di fine estate era troppo bella per essere ignorata. Era decisamente più fresco e piacevole laggiù, rispetto a Phoenix. La vecchia automobile di Colby era parcheggiata lungo la strada polverosa, alle loro spalle.
Mentre guardava in direzione del lago, iniziò a sentire l’effetto dello sballo: la sensazione di una grande ed imminente euforia. Il lago sembrava fin troppo bello da guardare, perciò volse gli occhi su Colby. Si strinse a lui e lo baciò. Il ragazzo ricambiò. Il suo sapore era favoloso. Tutto di lui era e sembrava favoloso.
Janine staccò le labbra da quelle del ragazzo e lo guardò negli occhi, dicendo tutto d’un un fiato: “Nimbo significa aura, lo sapevi?”
“Wow!” lui esclamò. “Wow.”
Sembrava che fosse la cosa più straordinaria mai sentita in tutta la sua vita. Il ragazzo era e sembrava così divertito a dire questo, come se si trattasse di una questione religiosa o di qualcosa di simile. Janine scoppiò a ridere, e Colby la imitò. Nell’arco di un paio di secondi, furono completamente intrecciati l’uno tra le braccia dell’altra, palpandosi e toccandosi.
Janine riuscì a districarsi dalle braccia di Colby.
“Che succede?” chiese il ragazzo.
“Niente” Janine rispose e, in un attimo, si levò la canotta.
Gli occhi di Colby si spalancarono. “Che cosa stai facendo?”.
“Che cosa pensi che stia facendo?” ribatté lei, iniziando a trafficare con la T-shirt del giovane, per togliergliela.
“Aspetta un attimo” Colby aggiunse. “Proprio qui?”
“Perché no? Meglio qui che sul sedile posteriore della tua auto. Non c’è nessuno a guardarci.”
“Ma forse una barca …”
Janine scoppiò a ridere. “Se anche ci fosse una barca? Che cos’importa?”
Colby a quel punto iniziò a cooperare, aiutandola a levargli la T-shirt. Erano entrambi impacciati per l’eccitazione, che si aggiungeva al brivido del proibito. Janine non riusciva ad immaginare perché non l’avessero mai fatto lì prima d’ora. Non che fosse la prima volta che fumavano erba lì.
Ma la ragazza continuava a pensare a quella forma nell’acqua. C’era qualcosa, e fino a quando non avesse scoperto che cosa fosse, l’idea avrebbe continuato ad assillarla e rovinato ogni cosa.
Col respiro affannoso, si alzò in piedi.
“Vieni” disse. “Andiamo a controllare una cosa.”
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