Morgan Rice - Bramata

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In BRAMATA (Libro #2 di Vampire Legacy), la sedicenne Scarlet Paine lotta per scoprire esattamente che cosa sta diventando. Il suo comportamento bizzarro l'ha alienata dal suo nuovo ragazzo, Blake, e si sforza di rimediare, e fargli comprendere la cosa. Ma il problema è che lei stessa non comprende che cosa le stia accadendo. Allo stesso tempo, il nuovo ragazzo, il misterioso Sage entra nella sua vita. Il loro cammino continua ad intrecciarsi, e sebbene lei provi ad evitarlo, lui la segue direttamente, nonostante le obbiezioni della sua migliore amica, Maria, che è convinta che Scarlet stia portando via Sage. Scarlet si sente trascinata da Sage, che la porta nel suo mondo, passando davanti ai cancelli della villa storica sul fiume della sua famiglia. Mentre la loro relazione si approfondisce, comincia ad imparare di più sul misterioso passato del giovane, sulla sua famiglia ed i segreti che deve celare. Trascorrono il periodo più romantico che lei possa immaginare, su una remota isola nell'Hudson, e lei è convinta di aver trovato il vero amore della sua vita. Ma poi è devastata dallo scoprire il più grande segreto di Sage: non è umano neanche lui, e dispone soltanto di poche settimane di vita. Tragicamente, proprio nel momento in cui il destino le ha portato il suo più grande amore, sembra anche voglierglielo sottrarre. Appena Scarlet ritorna alle feste del liceo, per poi andare al gran ballo, rimane coinvolta in un grande litigio con i suoi amici, che la estromettono dal gruppo. Allo stesso tempo, Vivian gestisce il gruppo delle ragazze popolari, per renderle la vita un inferno, portando ad un confronto inevitabile. Scarlet è costretta a sgattaiolare via furtivamente, peggiorando persino le cose con i suoi genitori, e presto si sentirà pressata su tutti i fronti. La sola luce nella sua vita è Sage. Ma continua ancora a tenerla lontana dai suoi segreti, e Blake ritorna, determinato a seguirla. Caitlin, intanto, è decisa trovare un modo per annullare il vampirismo di Scarlet. Ciò che scopre la conduce in un viaggio per trovare l'antidoto, nel profondo di biblioteche di libri rari e librerie, e non si fermerà davanti a nulla pur di ottenerlo. Ma potrebbe essere troppo tardi. Scarlet sta cambiando rapidamente, è a malapena in grado di controllare ciò che sta diventa. Lei vuole finire con Sage – ma il fato sembra disegnare la loro separazione. Mentre il libro culmina in un intreccio colmo di azione e scioccanti colpi di scena, Scarlet dovrà fare una scelta enorme – che cambierà il mondo per sempre. Quanto sarà disposta a rischiare per amore?

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“Um … ciao,” lei disse, senza sapere che cosa aggiungere. Dopotutto, non erano nemmeno stati presentati.

“Non intendevo spaventarti,” lui le rispose.

Lei adorava la sua voce. Era dolce e gentile, ma potente al contempo. Aveva un tono dolce, sebbene il suo tono fosse in qualche modo autoritario. Avrebbe potuto ascoltare per sempre la sua voce.

“Sono Sage,” lui disse, tendendole la mano.

“Lo so,” lei disse, mentre gliela stringeva.

Il tocco della sua pelle fu elettrizzante. Nel momento in cui lui strinse la mano ghiacciata di lei nella sua, che era invece calda, una scossa partì dal braccio ed attraversò tutto il corpo di Caitlin.

“E' una piccola città,” la ragazza aggiunse, cercando una spiegazione, sebbene si sentisse in imbarazzo. Quello fu un gesto stupido; non avrebbe dovuto ammettere di conoscere il suo nome: questo la fece sembrare disperata.

Ma, un attimo, lei pensò. Perché stava facendo questi pensieri? Dopotutto, era l'uomo di Maria. Oppure no?

“La tua mano è così fredda,” Sage disse, mentre le guardava il palmo.

Scarlet lo ritirò, autoconsapevole.

“Scusa,” gli disse, alzando le spalle.

“Non mi hai detto il tuo nome,” lui disse.

“Oh, mi dispiace, pensavo che lo sapessi,” lei disse, poi aggiunse, “non che io sia famosa, popolare o qualcosa del genere. E' solo che … ecco è una piccola città, sai?”

Stava già impaperandosi e peggiorava ad ogni frase. Si comportava sempre così quando diventava nervosa di fronte ai ragazzi.

“Comunque, mi chiamo Scarlet. Scarlet Paine.”

Lui sorrise.

“Scarlet,” ripeté.

Amava il suono del suo nome pronunciato da lui.

“Il colore di molte cose. Vino, sangue o rose. Naturalmente, io preferisco l'ultimo,” Sage aggiunse con un sorriso.

Scarlet gli sorrise anche lei. Chi si esprimeva in quel modo? si chiese. Era come se provenisse da un'altra epoca, da un altro luogo. Lei stava morendo dalla voglia di saperne di più su di lui.

“Che cosa ci fai qui?” chiese, poi si rese conto di essere sembrata troppo aggressiva. “Non per essere aggressiva. Ma voglio dire, che cosa stai facendo di fronte alla mia casa?”

Lui apparve stordito per un istante.

“Sì,” lui disse. “Tempismo singolare, no? Ero in città, e ho pensato di fare un giro. Sono nuovo del posto, e ho pensato di vedere dove conducono queste strade. Non pensavo che portassero a te.”

Scarlet si sentì meglio. Almeno, non stava sorvegliando la sua casa o una cosa simile.

“Ecco, non c'è molto da vedere. Questa città si estende solo per pochi isolati in ogni direzione. Ancora pochi isolati di là, ed ecco tutto.”

Lui sorrise. “Sì, stavo cominciando a rendermene conto da solo.”

Improvvisamente, Ruth corse verso di lui e gli saltò addosso, leccandogli la mano.

“Non saltare,” Scarlet la rimproverò.

“Non preoccuparti,” lui disse.

Sage s'inginocchiò e accarezzò gentilmente Ruth sul capo con il palmo della mano, grattandola dietro le orecchie. Ruth si abbassò e gli leccò una guancia. La cagna cominciò a guaire e Scarlet poté dire che a lei il ragazzo piaceva davvero. Era scioccata. Ruth era sempre così protettiva con lei, e non l'aveva mai vista comportarsi così con un estraneo.

“Che bella bestia. Non è così, Ruth?” lui disse.

Ruth si alzò e lo leccò di nuovo, e lui la baciò sul naso.

Scarlet era stupita.

“Come sapevi che il suo nome è Ruth?”

Lui si alzò, colto di sorpresa.

“Um … l'ho letto. Sulla targhetta del suo collare.”

“Ma la targhetta è rovinata,” lei disse. “Voglio dire, riesco a malapena a leggerla.”

Lui alzò le spalle e sorrise.

“Mi hanno sempre detto che ho una buona vista,” replicò.

Ma Scarlet non ne era convinta. La targhetta era rovinata, e la scritta non si leggeva quasi più: non riusciva a capire come lui avesse potuto leggerla. Questo la spaventò. Come sapeva il nome della cagna?

Ma, allo stesso tempo, si sentiva a proprio agio intorno a lui. E, dato lo stato in cui si trovava, le piaceva avere compagnia. Non voleva che se ne andasse. Ma al contempo, pensò a Maria e a quanto sarebbe stata arrabbiata se fosse passata e l'avesse vista con lui. Sarebbe stata così gelosa. Probabilmente l'avrebbe odiata per il resto della sua vita.

“Tu rappresenti un mistero qui in città,” Scarlet disse. “Il nuovo ragazzo. Nessuno sa molto di te. Ma molte persone muoiono dalla voglia di farlo.”

“Davvero?” lui alzò le spalle.

Scarlet attese, ma lui non aggiunse altro.

“Allora … ecco … qual'è la tua storia?” lei gli chiese.

“Immagino che tutti ne abbiano una, giusto?” ribattè Sage, poi si voltò e guardò verso l'orizzonte, come se stesse riflettendo su che cosa dirle.

“Immagino che la mia sia noiosa,” osservò. “La mia famiglia … si è trasferita qui di recente. Perciò, eccomi qua, a terminare il mio ultimo anno di liceo.”

“Ho sentito che hai … una sorella?”

Un sorriso si formò all'angolo della sua bocca.

“Le voci si spargono qui, non è vero?” chiese con un gran sorriso.

Scarlet arrossì. “Mi dispiace,” lei esclamò.

“Sì, ne ho una,” le rispose, senza però andare a fondo.

“Scusa, non intendevo farmi i fatti tuoi” lei disse.

Sage la guardò e i loro sguardi si fusero — e, per un istante, Scarlet sentì tutto il mondo cominciare a sciogliersi. Per la prima volta quel giorno, tutte le sue preoccupazioni abbandonarono la sua mente. Si sentì trasportata.

Lei voleva smettere di guardarlo, tenere i propri sentimenti sotto controllo, voleva richiamare i pensieri relativi a Maria e costringersi a cacciare il giovane dalla sua mente. Ma non riusciva a farlo. Era bloccata.

“Sono lusingato che tu l'abbia fatto,” Sage esclamò.

Continuò a fissarla, poi dopo un istante, aggiunse, “Ti andrebbe di fare una passeggiata con me?”

Il cuore cominciò a batterle forte. Lei voleva passeggiare con lui. Lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Ma una parte di lei era spaventata. Era ancora sconvolta per il tempo trascorso con Blake. Non si fidava di se stessa, dei suoi stessi sentimenti, del suo corpo, delle sue reazioni. E temeva di tradire la sua migliore amica — anche se, in realtà, Maria non aveva alcun diritto su Sage. Soprattutto, non si fidava di se stessa. Qualunque cosa fosse accaduta tra lei e Blake, quell'impulso di nutrirsi poteva ancora ripresentarsi. Per quanto desiderasse saperne di più, sentiva il bisogno di proteggerlo.

“Mi dispiace,” lei disse. “Non posso.”

Scorse la delusione nello sguardo del ragazzo, mentre annuiva. “Capisco.”

Improvvisamente Scarlet sentì sbattere le porte all'interno della sua casa, poi udì due voci che diventavano via via più forti. Erano i suoi genitori che litigavano. Ora poteva sentirli persino da lì. Un'altra porta sbatté, e lei si voltò preoccupata a guardare in direzione della casa.

“Mi dispiace, ma devo tornare dentro ora” disse, girandosi verso Sage per salutarlo.

Ma non vi era alcun segno di Sage. Da nessuna parte. Ne rimase scioccata.

La ragazza guardò in entrambe le direzioni, percorse l'intero isolato, ma non c'era nulla. Era incomprensibile. Era come se fosse appena svanito nel nulla.

Si chiese come potesse essere riuscito ad andarsene via tanto in fretta. Era impossibile.

E dove poteva essere andato? Era ancora in tempo per raggiungerlo? Perché, ora, sentiva un fortissimo desiderio di stare con lui, di parlargli. Capì in un attimo che aveva appena compiuto il più stupido errore della sua vita, rifiutando quell'invito a passeggiare. Ora che se n'era andato, ogni atomo di lei lo desiderava. Era stata una vera sciocca. Si odiava per questo.

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