“Versailles,” Polly disse, fornendogli la risposta, come se gli avesse letto la mente.
Lui la guardò, e lei gli sorrise.
“E' dove viviamo. Sei in Francia. Nel 1789. E sono sicura che Aiden ti accoglierà in mezzo a noi, sempre che Maria lo permetta.”
Sam la guardò, con aria interrogativa.
“Maria?” le chiese.
Il suo sorriso si allargo e scosse la testa. Si voltò e saltellò per il campo, diretta al palazzo. Frattanto, ribattè:
“Perché, Maria Antonietta, naturalmente!”
*
Sam camminò al fianco di Polly, fino all'immensa scalinata marmorea, diretti verso le porte d'entrata del palazzo. Man mano che si avvicinavano, Sam notava sempre nuovi particolari. La magnificenza e le proporzioni di quel palazzo erano incredibili. Tutto intorno a lui, in ogni direzione, c'erano persone che credeva facessero parte della corte reale, con alcuni degli abiti più belli che avesse mai visto. Non riusciva a credere di trovarsi davvero in quel posto. Se qualcuno gli avesse detto che stava sognando, gli avrebbe creduto. Non era mai stato in presenza di un re prima di allora.
Naturalmente Polly non aveva smesso di parlare e Sam si costrinse a concentrarsi su quello che stava dicendo. Apprezzava che gli stesse intorno, gli piaceva la sua compagnia, sebbene prestarle attenzione fosse davvero difficile. La trovava anche carina. Ma c'era qualcosa in lei che lo rendeva incerto: non capiva se fosse attratto da lei o se gli piacesse soltanto come amica. Con le sue ex, era stata passione a prima vista. Con Polly, era più come una sorta di cameratismo.
“Vedi, la famiglia reale vive qui,” Polly disse, “ma anche noi viviamo qui. Ci vogliono qui. Dopotutto, siamo la miglior protezione che hanno. Viviamo insieme in quella che potresti definire un'amichevole armonia. Serve ad entrambi. Con questa enorme foresta, possiamo cacciare illimitatamente, un gran posto in cui vivere, e un'ottima compagnia. E, in cambio, collaboriamo nella protezione della famiglia reale. Senza contare che alcuni di loro sono dei nostri, comunque.”
Sam la guardò, sopreso.
“Maria Antonietta?” le chiese.
Polly annuì leggermente, come se provasse a mantenere un segreto, ma non ne fosse in grado.
“Ma non dirlo a nessuno,” sussurrò. “E anche qualcun altro. Ma la maggior parte dei reali è umana. Vogliono stare in mezzo a noi. Ma ci sono delle regole strette qui, e non è consentito. Siamo noi e loro, e non è permesso superare il confine. Ci sono alcuni membri della famiglia reale che non vogliono che abbiamo troppo potere. E anche Maria insiste su questo”.
“Ad ogni modo, questo è proprio un posto favoloso. Non posso immaginare che tutto questo finisca. Ci sono feste dopo feste, balli infiniti, danze, concerti …. Ci sarà l'evento più incredibile di tutti questa settimana. Un'opera, in realtà. Ho già scelto che cosa indossare.”
Appena si avvicinarono alle porte, diversi servi si precipitarono ad aprile. Le porte dorate erano imponenti, e Sam le guardò, stupito, mentre varcava la soglia.
Polly si incamminò per un enorme corridoio in marmo, come se lei stessa fosse la padrona del palazzo, e Sam si affrettò a tenere il passo. Mentre avanzano, Sam si guardava intorno, stupito da tutta quella opulenza. Percorsero infiniti corridoi pavimentati in marmo, con enormi candelabri appesi al soffitto, che illuminavano dozzine di specchi dorati. La luce del sole filtrava e si spingeva in ogni direzione.
Passarono di porta in porta, e, infine, entrarono in un enorme salotto, fatto anch'esso di marmo, con colonne tutte intorno ad esso. Diverse guardie si misero sull'attenti appena Polly entrò.
Polly scoppiò a ridere, senza dar segno di averlo notato. “Veniamo anche per allenarci qui,” disse. “Le loro attrezzature sono le migliori. Aiden ci costringe ad un programma duro. Sono sorpresa che mi abbia permesso di saltarlo per venire da te. Devi essere molto importante.”
“Allora dov'è?” Sam chiese. “Quando potrò incontrarlo?”
“Accidenti, sei impaziente, non è così? E' un uomo molto impegnato. Potrebbe decidere di incontrarti tra un po' di tempo. O potrebbe decidere di farlo subito. Non preoccuparti, saprai quando intenderà incontrarti. Dai tempo al tempo. Nel frattempo, mi è stato chiesto di mostrarti la tua camera.”
“La mia camera?” Sam chiese, sorpreso. “Aspetta un attimo. Non ho detto che posso restare qui. Come ho detto, devo davvero trovare mia sorella,” Sam cominciò a protestare quando un'enorme serie di doppie porte si aprì dinnanzi a loro.
Un gruppo di cortigiani entrò all'improvviso, raccolto intorno ad una donna che trasportavano su un trono reale.
Lo poggiarono a terra; appena lo fecero, Polly s'inchinò, indicando a Sam di fare lo stesso. Lui obbedì.
Una donna, e poteva trattarsi solo di Maria Antonietta, scese dal trono lentamente, facendo diversi passi verso di loro, e si fermò proprio davanti a Sam, facendogli cenno di alzarsi. Lui, di nuovo, obbedì.
La regina guardò Sam dall'alto in basso, come se fosse un oggetto interessante.
“Allora, tu sei il nuovo ragazzo,” lei disse, impassibile. I suoi occhi verdi bruciavano con un'intensità che lui non aveva mai visto, e potè, tuttavia, percepire che lei apparteneva alla sua stessa specie.
Infine, dopo quella che sembrò un'eternità, lei annuì. “Interessante.”
Ciò detto, passò dritta davanti a loro, e il suo entourage la seguì rapidamente.
Ma una ragazza si attardò; chiaramente, faceva parte della corte. Sembrava avere circa 17 anni, ed indossava un abito blu in velluto, dalla testa ai piedi. Aveva la pelle più bella che Sam avesse mai visto, lunghi e ricci capelli biondi e profondi occhi del colore del mare. Li fissò dritti su Sam, che ricambiò.
Lui si sentì indifeso davanti al suo sguardo, incapace di guardare altrove.
Era la ragazza più bella che avesse mai visto.
Dopo svariati secondi, lei fece un passo in avanti, e lo guardò negli occhi ancor più profondamente. Gli porse la mano, con il palmo verso il basso, chiaramente aspettandosi che lui la baciasse. Si muoveva lentamente, con una posa orgogliosa.
Sam le prese la mano e fu elettrizzato al tocco della sua pelle. Tenne ferme le dita di lei e le baciò.
“Polly?” la ragazza disse. “Non vuoi presentarci?”
Non era una domanda. Era un ordine.
Polly si schiarì la gola, con riluttanza.
“Kendra, Sam,” lei disse. “Sam, Kendra.”
Kendra, Sam pensò, guardandola negli occhi, sorpreso da come lo guardasse aggressivamente, come se lui fosse già una sua proprietà.
“Sam,” lei echeggiò, sorridendo. “Un po' semplice. Ma mi piace.”
Kyle sfasciò il sarcofago di pietra con un singolo pugno. Lo distrusse in un milione di pezzi, e uscì fuori dalla tomba, in piedi e pronto ad entrare in azione.
Girovagò e si guardò intorno, pronto a combattere contro chiunque si avvicinasse. Infatti, sperava proprio che qualcuno gli si avvicinasse per sfidarlo. Questo viaggio nel tempo era stato particolarmente noioso, ed era pronto a scatenare la sua rabbia su qualcuno.
Ma, guardandosi intorno rimase deluso accorgendosi che la stanza era vuota. C'era soltanto lui.
Lentamente, la sua rabbia cominciò a scemare. Almeno, era finito nel posto giusto, e poteva già percepire che era l'epoca giusta. Sapeva di essere molto più esperto nei viaggi nel tempo rispetto a Caitlin: perciò era in grado di riapparire nel luogo e nel tempo voluto, in modo più specifico. Si guardò intorno, e con grande soddisfazione, comprese di essere finito esattamente dove intendeva essere: Les Invalides.
Les Invalides era un luogo che aveva sempre amato, che era sempre stato importante per i più malvagi della sua specie. Era un mausoleo, con profondi sotterranei, costruito in marmo; era adornato splendidamente, con i sarcofagi allineati lungo le pareti. L'edificio aveva una forma cilindrica ed un soffitto alto decine di metri, che culminava in una cupola. Era un luogo austero, il perfetto luogo di riposo per tutti i soldati d'elite di Francia. Era anche il sito, Kyle lo sapeva, in cui un giorno Napoleone sarebbe stato sepolto.
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