La casa era vuota, e Kate non poteva sentire la presenza di nessuno nelle vicinanze, quindi perlustrò rapidamente l’ambiente. Non sapeva cosa sperava di trovare. Una fiala di veleno risparmiata per una rivale, magari. Un diario che descrivesse nel dettaglio tutte le torture che aveva programmato di infliggere a qualcuno. C’era un diario, ma anche alla prima occhiata, Kate poteva vedere che descriveva soltanto i sogni e le speranze della giovane che aveva incontrato al mercato.
La verità era che Kate non poteva trovare una sola ragione per cui Gertrude Illiard meritasse di morire, e anche se l’avesse uccisa prima, Kate trovata abominevole il pensiero di assassinare qualcuno senza motivo. Le veniva la nausea solo al pensiero di farlo.
Sentì il baluginio di una mente che si avvicinava e rapidamente si nascose sotto al letto, cercando di pensare, cercando di decidere cosa fare. Non era che questa giovane donna ricordasse a Kate di se stessa, perché non poteva immaginare che la figlia del mercante conoscesse la vera sofferenza, o avesse il desiderio di tenere in mano una spada. Non era neanche simile a Sofia, perché la sorella di Kate sapeva tirare fuori qualcosa di ingannevole quando ne aveva bisogno, e quel genere di dura praticità che derivava dal dover vivere con niente. Questa ragazza non avrebbe mai passato le settimane a fare finta di essere qualcosa che non era, e non avrebbe mai sedotto un principe.
Mentre un servitore entrava nella stanza, riordinando in preparazione del ritorno della padrona, Kate mise la mano attorno al ciondolo che aveva al collo, pensando all’immagine della donna che vi si trovava dentro. Forse era per questo. Forse Gertrude Illiard combaciava con l’immagine dell’innocenza nobile che si presentava a Kate quando pensava ai suoi genitori. Ma cosa significava? Significava che non poteva ucciderla? Toccò l’anello che si trovava vicino al medaglione, quello che doveva essere di Sofia. Sapeva cosa avrebbe detto sua sorella, ma quella non era una scelta che Sofia si sarebbe mai trovava nella posizione di dover prendere.
Poi Gertrude entrò nella stanza, e Kate capì che avrebbe dovuto presto fare la sua scelta. Siobhan stava aspettando, e Kate dubitava che la pazienza della sua insegnante sarebbe durata all’infinito.
“Grazie, Milly,” disse Gertrude. “Mio padre è a casa?”
“Non dovrebbe tornare prima di due ore, signorina.”
“Allora penso che farò un pisolino. Mi sono svegliata prestissimo oggi.”
“Certo, signorina. Baderò che non vi disturbino.”
La servitrice uscì, chiudendo la porta della stanza alle sue spalle. Kate vide degli stivali decorati che venivano scalzati dai piedi e riposti vicino al suo nascondiglio, sentì lo spostamento sul letto sopra di lei quando Gertrude Illiard vi si sedette. Le tavole di legno scricchiolarono mentre si sdraiava, e Kate continuò ad aspettare.
Doveva farlo. Aveva visto cosa sarebbe successo se non l’avesse fatto. Siobhan l’aveva reso piuttosto chiaro: Kate le apparteneva adesso, e poteva fare con lei quello che voleva. Kate era legata saldamente a lei come se il suo debito fosse stato venduto a chiunque altro. Più saldamente, perché ora non era solo la legge della terra a dare a Siobhan il potere su di lei, ma la magia della fontana.
Se avesse deluso Siobhan in questo, al meglio si sarebbe trovata cacciata in un qualche inferno vivente, costretta a sopportare cose che avrebbero fatto apparire la Casa degli Indesiderati come un palazzo. Al peggio… Kate aveva visto i fantasmi di coloro che avevano tradito Siobhan. Aveva visto quello che soffrivano. Kate non si sarebbe unita a loro, a qualsiasi costo.
Doveva solo continuare a ricordare a se stessa che si trattava di una prova.
Osservò i pensieri di Gertrude mentre si addormentava, notando il loro ritmo mutevole mentre scivolava nel torpore. Ora c’era silenzio attorno alla stanza, dato che i servitori stavano alla larga per permettere il riposo della padrona. Era il momento perfetto. Kate sapeva di dover agire ora, o mai più.
Scivolò fuori da sotto il letto senza fare un solo suono, alzandosi in piedi e guardando Gertrude Illiard. Nel sonno sembrava ancora più innocente, la bocca leggermente aperta mentre stava sdraiata con la testa posata su uno dei due cuscini di piume d’oca.
È una prova, disse Kate a se stessa, solo una prova. Siobhan mi fermerà prima che la uccida.
Era l’unica cosa che avesse senso. La donna della fontana non aveva ragione per volere la morte di questa ragazza, e Kate non avrebbe mai creduto che potesse essere così capricciosa. Ma come poteva passare la prova? L’unico modo che poteva scorgere era di tentare effettivamente di uccidere questa ragazza.
Kate rimase ferma contemplando le opzioni. Non aveva veleni, e non avrebbe neanche saputo il modo migliore di somministrarli se li avesse avuti, quindi questo era escluso. Non c’era modo di orchestrare un incidente lì. Come avrebbe potuto fare invece in mezzo alla strada. Poteva tirare fuori un coltello e tagliare la gola di Gertrude, ma questo avrebbe concesso a Siobhan una possibilità di intervenire? E se avesse colpito troppo veloce da non poter salvare il bersaglio della sua prova?
C’era una risposta ovvia, e Kate la contemplò, sollevando uno dei cuscini di seta. C’era un paesaggio presso il fiume ricamato sopra, i fili ruvidi sotto alle sue dita. Lo tenne tra le mani, spostandosi così da portarsi sopra a Gertrude Illiard, il cuscino in posizione.
Kate percepì il cambiamento nei pensieri della giovane mentre udiva qualcosa, e vide i suoi occhi aprirsi di scatto.
“Cosa… cosa c’è?” chiese.
“Mi spiace,” disse Kate, e abbassò il cuscino.
Gertrude lottò, ma non era abbastanza forte per spostare Kate. Con la forza che la fontana le aveva dato, Kate poteva tenere facilmente al suo posto il cuscino. Poteva sentire la giovane che lottava per trovare uno spazio per respirare, o gridare, o combattere, ma Kate tenne il peso sul cuscino, senza permettere il minimo passaggio d’aria.
Avrebbe voluto rassicurare Gertrude che sarebbe andato tutto bene, dirle che in un secondo Siobhan l’avrebbe fermata. Avrebbe voluto dirle che per quanto sembrasse brutto ora, sarebbe andato tutto bene. Ma non poteva. Se l’avesse fatto c’era il rischio che Siobhan capisse che non stava trattando questa situazione come reale, costringendola quindi ad andare avanti. C’era troppo rischio che Siobhan gettasse la sua anima nelle profondità infernali della fontana.
Doveva essere forte. Doveva continuare.
Kate tenne il cuscino sul viso di Gertrude mentre la ragazza si dimenava e si avvinghiava a lei. Tenne il cuscino fermo su di lei anche quando gli sforzi iniziarono a farsi più deboli. Quando rimase immobile, Kate si guardò attorno, aspettandosi in parte che Siobhan apparisse dal nulla per congratularsi con lei, ridare vita a Gertrude Illiard e dichiarare la cosa fatta.
Ma c’era solo silenzio.
Kate tirò via il cuscino dal volto della giovane, e sorprendentemente lo vide ancora pacifico nonostante la violenza dei secondi precedenti. Non c’era vita in quell’espressione, niente dell’animazione che Kate vi aveva visto quando l’aveva seguita nella città.
Конец ознакомительного фрагмента.
Текст предоставлен ООО «ЛитРес».
Прочитайте эту книгу целиком, на ЛитРес.
Безопасно оплатить книгу можно банковской картой Visa, MasterCard, Maestro, со счета мобильного телефона, с платежного терминала, в салоне МТС или Связной, через PayPal, WebMoney, Яндекс.Деньги, QIWI Кошелек, бонусными картами или другим удобным Вам способом.