Jessie aveva l’impressione che tra tutte e due avessero tanti di quegli appuntamenti che tenere traccia dei nomi era davvero una sfida. Guardò verso Carter Harrington, che stava spostando il peso da un piede all’altro, evidentemente a disagio, come se la conversazione si stesse addentrando in un territorio che avrebbe preferito evitare. Lei era dibattuta se questo fosse il momento di entrare proprio in quei luoghi, ma Dolan la anticipò tuffandocisi a capofitto.
“Signorina Cantu,” disse, il tono che perdeva ogni pretesa di calore. “È piuttosto evidente che lei ci sta nascondendo alcune cose. Non so se lei ne sia consapevole, ma mentire a un agente federale è un crimine.”
Jessie si sentì sprofondare il cuore nel petto. La ragazza era già fragile, e minacciarla sembrava controproducente.
“Non sto ment…” iniziò a dire Gabby.
Dolan la interruppe.
“Anche dire che non sta mentendo potrebbe essere interpretato come menzogna,” le fece notare. “C’è sicuramente qualcosa nei suoi partner e in quelli della signorina Claire che lei sta evitando di condividere con noi. Capisco. Non vuole incriminarsi. Ma il fatto è che alla fine scopriremo tutto comunque. Le uniche domande sono: sarà prima o dopo, e lei sarà di aiuto o no? Se sarà prima e lei ci sarà di aiuto, possiamo essere molto disponibili. Se sarà più tardi e lei non ci aiuta, potremmo rivelarci molto duri.”
Gabby sembrava terrorizzata. Jessie tentò di tamponare un poco le cose senza pestare troppo i piedi a Dolan. Cercò di non fare né la poliziotta buona, né tantomeno quella cattiva.
“Gabby, il tuo aiuto in questo momento potrebbe fare la differenza nel permetterci o meno di catturare chiunque abbia fatto questa cosa a Claire. Ogni secondo che ci troviamo al buio è un altro secondo in cui il killer può nascondere il suo coinvolgimento e coprire le tracce. Non vuoi essere responsabile di questo, vero?”
La ragazza scosse la testa.
“E non vuoi neanche affrontare accuse di ostruzione in un’indagine federale,” aggiunse Dolan con forza.
“No,” sussurrò Gabby.
“E allora sentiamo,” aggiunse l’agente.
“Non abbiamo infranto nessuna legge,” insistette lei con voce lamentosa. “Solo… uscivamo con un sacco di tipi. Più che altro più grandi, a volte sposati.”
“Siete delle escort?” chiese Dolan, rifiutandosi di ammansirsi.
“No!” rispose lei con fermezza. “Lasciavamo solo che ci comprassero delle cose. Ogni tanto facevamo bingo, e uno di loro diventava un… sì, insomma, uno che ci poteva mantenere.”
“Capisco,” disse Dolan, sforzandosi ammirevolmente di mantenere una voce neutra e priva di giudizio questa volta.
“Beh, è questo che cerchiamo,” disse lei prima di voltarsi verso Harrington e aggiungere: “Senza offesa.”
“Credimi,” disse Jessie, “niente di tutto questo è uno shock per lui. Sapeva in cosa si metteva. Vai avanti.”
“Quindi, quando una di noi trovava uno di questi ricconi, lui di solito acconsentiva a pagarci l’affitto o altre cose del genere. A volte poteva durare qualche settimana. A volte andava avanti per mesi. Di solito avevamo una rotazione di uomini. Ma a volte si trasformava in qualcosa di più. Una di noi magari diventava una specie di amante professionista per un po’ di tempo. Alla fine rompevamo quando la cosa si faceva noiosa. A volte era l’uomo a finirla, soprattutto quando sospettava che la moglie potesse scoprirlo.”
“Come poteva fare la moglie a scoprirlo?” chiese Jessie. “E ricorda quello che ha detto l’agente Dolan sul mentire all’FBI.”
“È possibile che io o Claire dicessimo al tizio che la moglie poteva venire a sapere la verità. Di solito questo li spaventa. A volte ci davano anche un piccolo extra per assicurarsi che mantenessimo il silenzio.”
“Questa si chiama estorsione,” sottolineò Dolan.
“Cosa?” chiese Gabby, sinceramente ignara.
“Non volevate potare avanti le relazioni?” chiese Jessie rapidamente, non volendo inciampare su questioni secondarie. “Magari sperando che il tizio lasciasse sua moglie per voi?”
“Ma scherza?” chiese Gabby, mostrandosi quasi insultata. “Ho ventitré anni. Non sono pronta a mettere su famiglia. In questo modo posso avere tutti i benefici, ma continuare a fare festa senza trovarmi il collare al collo. Il senso di tutto questo sistema è di divertirsi senza dover lavorare troppo per farlo. Cioè, magari quando sarò più grande farò famiglia, tipo a ventisei anni o giù di lì. Ma adesso voglio solo spassarmela.”
Ci fu un lungo silenzio nella stanza. Nessuno sembrava come reagire a quella bomba di verità. Jessie cercò di convincersi che nella mente di Gabby lei doveva essere decisamente una ‘vecchia’, essendo ormai vicina ai trent’anni.
“Come trovavate questi tizi?” riuscì a chiedere alla fine.
“C’è un sito. Si chiama “Look of Love” o ‘LOL’ in breve. Aiuta i tipi benestanti di una certa età a conoscere e fissare appuntamenti con ragazze giovani e amichevoli. Quello che succede dopo sta a loro.”
“Si registra un profilo sul sito?” insistette Jessie.
“Sì, così i tizi possono trovare le ragazze che sono il loro tipo. E allo stesso tempo il sito può fare un controllo sulla sicurezza dell’uomo in questione.”
Jessie e Dolan guardarono verso Harrington, che si era ritirato nell’angolo del salotto e stava guardando fuori da una delle enormi finestre che si affacciava su Santa Monica.
“Lei si è sottoposto a uno di questi controlli?” gli chiese Dolan.
Harrington si girò verso di lui, sospirò profondamente e si avvicinò.
“Sì,” ammise.
“Non era preoccupato che questo sito la classificasse come cliente?” chiese Jessie curiosa.
“Ne ho sentito parlare tramite un amico che ha garantito per esso. Conosce il tipo che gestisce il sito, quindi c’è una certa responsabilità. E poi è un circolo piuttosto esclusivo. Ci sono tra i quindici e venti clienti e meno di cento ragazze. È nell’interesse di tutti tenere le cose ben protette.”
“Avremo bisogno del nome del gestore del sito,” gli disse Jessie.
Harrington parve sbiancare.
“Ma come ha detto Gabby,” tentennò, “non c’è niente di illegale. È solo un servizio di appuntamenti molto esclusivo.”
“Non abbiamo intenzione di farlo chiudere,” gli assicurò Jessie, anche se l’idea era allettante. “Dobbiamo solo accedere al profilo di Claire e allo storico dei suoi appuntamenti.”
“Direte che avete avuto le informazioni da me?” piagnucolò lui.
“Solo se sarà necessario,” disse Dolan, mostrando quella che Jessie considerò essere una maggiore deferenza nei suoi confronti che verso Gabby.
“Non si preoccupi,” disse lei aspramente. “Credo che riuscirà a tenere la cosa nascosta a sua moglie, almeno fino al processo.”
“Cosa?” chiese lui, sinceramente inorridito.
“Signor Harrington,” disse Jessie, sapendo che si stava divertendo più di quanto avrebbe probabilmente dovuto. “Quando prenderemo questo assassino, lui andrà a processo. Lei dovrà testimoniare in pubblica udienza. Quindi farà bene a escogitare un piano per spiegare alla signora Harrington della sua qui presente partner. Forse farebbe bene a chiamarla prima che torni da qualsiasi genere di viaggio stia attualmente facendo, quello che l’ha portata ad adagiarsi comodamente in compagnia di Gabrielle. Le auguro buona fortuna.”
Jessie era rimasta a bocca aperta.
“Puoi ripetere, scusa?” chiese incredula.
“Mi hai sentito benissimo,” le disse Dolan mentre stavano nel vialetto di fronte alla villa di Harrington. “Ora che il caso è chiuso, io me ne torno alla stazione.”
“Il caso non è chiuso,” puntualizzò Jessie. “C’è un assassino con gli occhi iniettati di sangue là fuori da qualche parte.”
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