«Accenni a figli?»
«No. Nessun figlio.» DeMarco allora fece una pausa, e parve cogliere ciò su cui stava speculando Kate. «Stai pensando al tessuto, giusto? Che sembra una specie di coperta da bambini.»
«Sì, è quello che stavo pensando. Ma se i Langley non avevano figli, non penso che ci siano dei collegamenti ovvi da scovare.»
«Non credo di aver mai visto un collegamento ovvio con qualcosa» disse DeMarco con una risatina incerta.
«È vero» disse Kate, però sentiva che uno ce ne doveva essere. Persino con le vittime apparentemente casuali, c’erano delle cose che avevano in comune.
Entrambe le coppie erano sul finire dei cinquant’anni, all’inizio dei sessanta. Entrambe erano sposate. La moglie di ciascuna coppia aveva un pezzo di quella che sembra essere una coperta ficcato in gola.
Perciò sì… c’erano delle similarità, ma non portavano ad alcun vero collegamento. Non ancora, comunque.
«Agente DeMarco, pensi di poter fare una o due telefonate per assicurarti che possiamo avere un ufficio al dipartimento di polizia locale?»
«Già fatto» disse lei. «Sono piuttosto sicura che Duran si sia occupato di tutto prima ancora che arrivassimo qui.»
Duran pensa di conoscermi così bene, pensò Kate, un po’ irritata. Però, d’altra parte, pareva che la conoscesse davvero maledettamente bene.
Kate guardò ancora la casa, le foto, le macchie di sangue. Avrebbe dovuto scendere di più nei dettagli di ciascuna coppia se voleva andare da qualche parte. E avrebbe avuto bisogno di un qualche risultato della scientifica sui pezzi di tessuto. Date le similarità tra le due scene, presumeva che una buona vecchia ricerca di base, più di tutto, avrebbe scoperto piste e indizi.
Tornarono alla macchina, Kate ricordò di nuovo che avevano cominciato la giornata esageratamente presto. Quando vide che erano appena passate le dieci del mattino, ne fu in qualche modo rinvigorita. Avevano ancora la maggior parte della giornata davanti a loro. Magari, se fosse stata fortunata e il caso si fosse evoluto come pensava che potesse fare, sarebbe stata di ritorno a Richmond entro la fine del weekend per vedere Michelle un’altra volta – se, ovviamente, Melissa l’avesse permesso.
Vedi, prese la parola la parte più saggia di lei mentre si rimetteva dietro al volante della macchina. Persino nel bel mezzo di sanguinosi omicidi multipli, stai pensando a tua nipote – alla tua famiglia. La cosa non ti dice niente?
Immaginava di sì. Ma persino mentre metteva piede nell’ultimo quarto della sua vita, era ancora molto difficile ammettere che nella vita c’era qualcosa di più del suo lavoro. Particolarmente difficile quando si trovava sulle tracce di un assassino che, sapeva, in ogni momento avrebbe potuto uccidere ancora.
Era stata organizzata per Kate e DeMarco una piccola sala conferenze in fondo al dipartimento di polizia della città di Roanoke. Una volta arrivate alla stazione, una piccola e corpulenta donna alla portineria le accompagnò attraverso l’edificio fino alla stanza. Non appena sedettero e cominciarono a installare una postazione di lavoro di fortuna, si sentì bussare alla porta.
«Avanti» disse Kate.
Quando la porta si aprì, videro una faccia familiare – Palmetto del dipartimento di polizia di stato, l’uomo un po’ torvo che le aveva accolte davanti alla residenza dei Nash molte ore prima quello stesso giorno.
«Vi ho viste tornare per di qua mentre firmavo tutti i documenti» disse Palmetto. «Sto uscendo, per tornare a Chesterfield tra qualche ora. Ho pensato di venire a vedere se c’era altro con cui potevo aiutarvi.»
«Niente di grosso» disse Kate. «Per caso ha saputo che è stato trovato un pezzo dello stesso tessuto nella gola di Bethany Langley?»
«Non l’ho saputo prima di mezz’ora fa. Apparentemente una di voi ha chiamato il laboratorio per chiedere una foto.»
«Sì» disse DeMarco. «E pare che corrisponda a quello che ci ha dato lei.»
Al sentir menzionare il pezzo di tessuto, Kate sistemò la busta di plastica datale da Palmetto sulla tavola. «Per come stanno le cose adesso, è l’unica prova solida che abbiamo che colleghi gli omicidi in modo concreto.»
«E la scientifica su quello non ha trovato praticamente niente» disse Palmetto. «A parte il DNA della signora Nash.»
«Nemmeno il rapporto della scientifica che sto vedendo del tessuto dei Langley offre qualcosa» disse DeMarco.
«Eppure potrebbe valer la pena fare un giro al laboratorio della scientifica» disse Kate.
«Allora buona fortuna» disse Palmetto. «Quando ho parlato con loro del tessuto dei Nash, non sapevano niente.»
«Lei è stato coinvolto in qualche modo nella scena dai Langley?» chiese Kate.
«No. Sono arrivato subito dopo l’accaduto. Ho visto i corpi e ispezionato il posto, ma non c’era niente. Quando parlate con la scientifica, però, chiedete dei capelli trovati sulla biancheria pulita. Non sembravano appartenere alla signora Langley, così faranno dei test.»
«Prima di andare» disse Kate «vuole proporre qualche teoria?»
«Non ne ho» disse Palmetto seccamente. «Dall’indagine che ho fatto io, pare non esserci assolutamente nessun collegamento tra i Nash e i Langley. Il tessuto in gola, però… qualcosa di così personale ed esplicito per il killer deve collegarli in qualche modo, giusto?»
«È quello che penso io» disse Kate.
Palmetto diede un piccolo schiaffo scherzoso alla porta e poi Kate lo vide sorridere per la prima volta. «Sono sicuro che lo troverà. Ho sentito parlare di lei, sa? Molti di noi del dipartimento hanno sentito parlare di lei.»
«Ne sono sicura» disse lei con una smorfia.
«Più che altro cose belle. E poi ha mollato la pensione per catturare uno qualche mese fa, no?»
«Può dire così.»
Palmetto, vedendo che Kate non aveva intenzione di starsene lì a crogiolarsi nell’adulazione, le fece spallucce. «Chiami i ragazzi dello stato, se ha bisogno di qualcosa per questo caso, agente Wise.»
«Lo farò» disse Kate mentre Palmetto se ne andava.
Quando Palmetto ebbe chiuso la porta alle sue spalle, DeMarco scosse scherzosamente la testa. «Non ti stanchi mai di sentire la gente cantare le tue lodi?»
«Sì, a dire il vero» disse Kate, ma non con maleducazione. Anche se era edificante che le venisse ricordato tutto ciò che aveva fatto durante la carriera, nel profondo sapeva che aveva sempre fatto solo il suo lavoro. Forse con un po’ più di passione degli altri, ma era stato solo quello – un lavoro ben fatto… un lavoro che sembrava non riuscire a lasciarsi alle spalle.
Dopo qualche minuto e un po’ d’aiuto dal sistemista della stazione, Kate e DeMarco ebbero accesso al database della stazione. Lavorarono insieme, esaminando il passato dei Nash e dei Langley. Nessuna famiglia aveva una fedina penale di un qualche tipo. Anzi, entrambe le famiglie avevano dei documenti che rendevano difficile immaginare che qualcuno provasse rancore nei loro confronti. Per quanto riguardava i Langley, erano stati genitori affidatari per qualche anno delle loro vite, quindi si erano sottoposti a controlli rigorosi sul loro passato molte volte. I Nash erano pesantemente coinvolti nella loro chiesa, ed erano stati in molte missioni all’estero negli ultimi vent’anni, soprattutto in Nepal e in Honduras.
Kate abbandonò la cosa dopo un po’ e cominciò ad andare avanti e indietro per la stanza. Usò la lavagna della sala conferenze per annotare appunti, sperando che vedere tutto scritto in un solo posto l’aiutasse a concentrarsi. Ma non c’era niente. Nessun collegamento, nessun indizio, nessuna chiara rotta verso la quale dirigersi.
«Anche tu, eh?» disse DeMarco. «Niente?»
«Finora no. Penso che magari procediamo con quello che abbiamo davvero invece di cercare di trovare qualcosa di nuovo. Penso che dobbiamo rivalutare i tessuti. Anche se i test della scientifica non hanno dato niente, magari il tessuto stesso può portarci da qualche parte.»
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