Blake Pierce - Prima Che Insegua

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Da Blake Pierce, autore di successo del libro IL KILLER DELLA ROSA (un best-seller con più di 1200 recensioni da cinque stelle), è in arrivo il volume #13 della serie di gialli mozzafiato di Mackenzie White, PRIMA CHE INVIDI.Quando sulle rive del piovoso Stretto di Puget vengono rivenuti dei corpi e non ci sono piste, il caso viene affidato all’agente speciale dell’FBI Mackenzie White. Convinta che si tratti di ordinari omicidi che faciliteranno il suo ritorno operativo in campo, Mackenzie dovrà presto ricredersi.In lotta contro il tempo e contro un numero crescente di vittime, Mackenzie si ritrova a dover entrare nella mente psicopatica del serial killer, intrappolata in un gioco del gatto con il topo. Alle prese con il difficile rientro al lavoro dopo la gravidanza, inizia a domandarsi se tutto questo non sia troppo per lei da gestire.Quando sembra che le cose non potrebbero andare peggio, ecco una svolta sconvolgente, che nemmeno lei avrebbe potuto prevedere.Thriller-noir psicologico dalla suspense mozzafiato, PRIMA CHE INSEGUA è il libro #13 in una nuova, avvincente serie—con un nuovo, irresistibile personaggio— che vi terrà incollati alle pagine fino a tarda notte.  Di Blake Pierce è anche disponibile il best-seller IL KILLER DELLA ROSA (Un Mistero di Riley Paige — Libro #1), con più di 1200 recensioni da cinque stelle, da scaricare gratuitamente!

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Sembrava più grande, ora, nell’inserzione sul giornale. Ma santo cielo, era ancora sexy. Più sexy che mai. Le calze a rete, i tacchi a spillo e il seno coperto solo dal logo del negozio gli rendevano quasi doloroso guardarla.

Forse era stato quello a scatenare la voce che adesso gli echeggiava nella mente. La prima volta che l'aveva sentita, si era recato al Sixteenth Street Diner a tarda notte per vedere se lavorasse ancora lì. Presumeva che fosse così, visto che lì era trattata come una dea. Aveva un aspetto abbastanza gotico da attirare certe persone, ma era anche in grado di tirare fuori una bellezza più classica, che piaceva agli sportivi e agli uomini maturi in piena crisi di mezza età. L'aveva vista andarsene con mance da cinquanta dollari da parte di uomini che avevano preso solo del caffè e della torta – anche se era certo che la torta dovesse essere un’allusione sessuale.

E infatti era ancora lì. L'aveva persino servito, portandogli il suo bagel, la pancetta e il tè con un sorriso e una scollatura sufficienti a ricordargli le tante fantasie che aveva avuto su di lei al college. Aveva persino commentato che si ricordava di lei dagli anni dell’università, quando serviva lui e i suoi amici. Sembrò apprezzare il fatto che lui se la ricordasse, ma poiché era una cameriera che si vestiva a quel modo e faceva affidamento sulle mance, era difficile capire se fosse sincera o meno.

Ora stava rievocando quel sorriso guardandola uscire dall'ingresso posteriore della tavola calda. Era l'1:18 del mattino. Cadeva una leggera pioggerellina, anche se sembrava sempre così, in quella triste città. Lui indossava un impermeabile, ed era seduto sui gradini di un vecchio negozio di dischi che era per lo più nascosto dietro la tavola calda.

Uccidila dopo il lavoro. Non permetterle di arrivare a casa.

La guardò, ricordando quando parlava con lui e i suoi amici tre anni prima, cercando di ottenere una buona mancia. Sorrideva, dando loro pacche sulle spalle o sulla schiena a volte, chinandosi sapientemente quando serviva il cibo per offrire un colpo d'occhio nella sua scollatura.

Uccidila dopo il lavoro. Non permetterle di arrivare a casa.

Non c'era un parcheggio dietro la tavola calda. Aveva controllato la stessa sera in cui era entrato per vedere se lavorasse ancora lì. Dopo essere uscito, era rimasto ad osservare alcuni dipendenti andare e venire, notando che tutti avevano percorso un isolato a piedi e poi avevano attraversato la strada fino al piccolo parcheggio coperto che si trovava all'angolo.

Secondo i suoi calcoli, aveva esattamente quattro minuti per agire da quando lei sarebbe uscita dall'ingresso posteriore. Quattro minuti per arrivare dal retro della tavola calda alla sua auto. La vide accigliarsi alla vista della pioggia, quindi usare la borsetta per coprirsi i capelli e poi partire con una corsetta verso il marciapiede.

Visto che si era messa a correre, seppur a passo lento, immaginò che i quattro minuti sarebbero diventati tre. Con un senso crescente di anticipazione nel cuore, si alzò in piedi e la seguì. Quando la donna fu completamente fuori dalla vista, ormai sul marciapiede e diretta in fondo all'isolato, anche lui accelerò. Riprese un ritmo regolare una volta salito anche lui sul marciapiede. Guardò in entrambe le direzioni e vide solo tre persone, oltre alla cameriera. Due camminavano mano nella mano nell'altra direzione. Il terzo era un uomo dall'aspetto rozzo, probabilmente un senzatetto, a giudicare dal suo abbigliamento, che guardava la cameriera con grande interesse mentre attraversava la strada verso il parcheggio.

Superò il senzatetto, assicurandosi di mantenersi ad una certa distanza dalla cameriera. Quando lei entrò nel parcheggio – non attraverso l’ingresso per i veicoli, bensì dalla porta laterale che conduceva all'ascensore – accelerò, attraversando di corsa la strada. La pioggia lo colpiva in viso e sembrava spronarlo ad andare avanti.

Scelse di usare l'ingresso principale. Nel gabbiotto non c’era nessuno, ma sapeva che chi entrava con l'auto doveva ritirare un biglietto dalla macchinetta automatica vicino al cancello. Si infilò tra il divisorio giallo e il muro, intrufolandosi nel parcheggio. L’edificio aveva solo due piani, quindi sapeva che la ragazza era salita al secondo piano. Si precipitò verso le scale, con le scarpe bagnate che producevano suoni stridenti sul cemento.

Quando raggiunse la cima delle scale, il cuore gli martellava in petto. Aprì silenziosamente la porta della tromba delle scale, appena in tempo per vederla. Era circa a metà del corridoio posteriore, e si stava avvicinando all'auto mentre frugava con una mano nella borsetta. Quando lui iniziò ad accorciare la distanza tra loro, aveva tirato fuori le chiavi.

E si era anche accorta di lui. Lo guardò solo per un momento, per poi rivolgere la sua attenzione alla portiera. Era un'auto vecchia, quindi doveva sbloccarla manualmente con la chiave, non con l'apertura centralizzata. Quando inserì la chiave, lui iniziò a correre di nuovo.

Uccidila dopo il lavoro. Non permetterle di arrivare a casa.

Ma era la prima volta per lui. Non era sicuro di poterlo fare. Forse, se il suo viso non gli fosse stato così familiare, se non avesse fantasticato così tanto su di lei al college...

Il comando era più forte nella sua testa, ora. Era quasi come se qualcuno lo stesse seguendo, urlandoglielo nell'orecchio.

Lei lo vide correrle incontro. Cominciò a muoversi più velocemente e, nel farlo, le caddero le chiavi. Lui le sentì tintinnare sul pavimento e seppe di averla in pugno.

Mentre si avvicinava alla macchina, lei abbandonò gli sforzi per sfuggirgli. Adesso che era ormai vicino, notò un lampo di riconoscimento nei suoi occhi. Fu quasi contento quando pensò che forse si ricordava di averlo visto due sere prima.

“Cosa...?”

Ma fu l'unica cosa che riuscì a dire.

A quanto pareva, poteva farcela.

Anzi, fu più che felice di farlo.

Tirò fuori il martello dalla tasca interna dell'impermeabile, come un pistolero del Vecchio West che estrae l'arma. Prima che la bocca di lei iniziasse a formare la seconda parola, il martello si schiantò contro le sue labbra.

Per un attimo, il suono del martello che la colpiva ripetutamente quasi sovrastò il fragore della pioggia che cadeva sempre più forte, riecheggiando nel parcheggio.

CAPITOLO UNO

Mackenzie guardò il numero sulla bilancia digitale e provò un senso di trionfo di cui quasi si vergognò. La cifra diceva che era finalmente tornata al peso che aveva prima della gravidanza. Anzi, aveva due chili in meno. Non era mai stata una donna ossessionata dal peso, ma quel numero le dimostrava che riprendere un certo senso di normalità era possibile. Certo, si era abituata ad essere una madre e aveva accettato il fatto che la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

Ma, per qualche ragione, aveva faticato a perdere i chili presi in gravidanza. Gli ultimi cinque erano stati parecchio ostinati e ci era voluto molto più tempo di quanto lei o il suo medico si aspettassero. E ora, finalmente, se n'era liberata. Ci erano voluti quasi otto mesi e anche un caso pericoloso che l'aveva vista scalare il versante di una montagna, ma finalmente era tornata al suo peso ideale. E, per di più, non riusciva a ricordare l'ultima volta che si era sentita così in forma.

Scese dalla bilancia e cercò di dire a se stessa che non c'era nulla di male a crogiolarsi in quelle piccole vittorie. La sua depressione post-partum era durata quanto i chili di troppo e, proprio come gli ultimi, non sembrava voler andare da nessuna parte per il momento.

“Che stai facendo?”

Mackenzie si voltò verso la porta del bagno e vide Ellington in piedi sulla soglia. Guardò verso il basso, come se non si sarebbe mai aspettato di vedere sua moglie su una bilancia.

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