“Gran bel lavoro.”
Webber sembrò illuminarsi a quel complimento, mentre tornava in fretta verso la parte più bella della città. Nel frattempo, iniziò di nuovo a cadere una leggera pioggia, anche se il cielo era prevalentemente di un azzurro splendente.
Ci vollero meno di due minuti prima che il telefono di Webber suonasse. Rispose subito, pronunciò solo poche parole e poi riattaccò con un sorrisetto eccitato in faccia.
“Quell'ordine di Amazon è stato effettuato da un portatile a un indirizzo a circa sei minuti da qui” la informò.
In quel momento Mackenzie capì che, a volte, certe cose erano semplicemente universali. Lavorava con Ellington da così tanto tempo che aveva quasi dimenticato cosa significasse vivere l'entusiasmo di un altro agente. E in quell'eccitazione, né lei né Webber dissero nulla. Era quasi come andare sulle montagne russe, quando prima chiacchieri e scherzi del più e del meno e poi la sbarra di metallo si abbassa e all'improvviso arriva il momento di partire. Entrambi rimasero seduti senza dire una parola, mentre Webber accelerava e si dirigeva verso l'indirizzo che gli era stato dato.
Mackenzie si sentiva un po' in colpa per il fremito che provava. Con Ellington, le cose erano diventate rapidamente prevedibili nella routine lavorativa. Si nutrivano l'uno dell'altra e, di tanto in tanto, riuscivano a comunicare in maniera quasi telepatica. Ma a fronte di questi vantaggi, c'era anche un lato negativo: tutto ciò era diventato banale, quasi noioso. Mentre Webber sfrecciava per le strade, affrontando una curva ad una velocità tale che la parte posteriore dell'auto sbandò leggermente, Mackenzie si domandò se questo fosse esattamente ciò di cui aveva bisogno. Un piccolo scossone di adrenalina nella sua carriera, dopo essere finalmente uscita dal suo lungo congedo di maternità, avrebbe potuto fare miracoli per lei.
Raggiunsero l'indirizzo nel giro di quattro minuti. Webber fermò l'auto in un piccolo parcheggio. Si trattava di un appartamento che faceva parte di un piccolo complesso costruito per sembrare un'unica grande casa. Quando Webber scese dall'auto, Mackenzie lo seguì, senza fare domande. Lui si voltò a guardarla, come se volesse vedere se avrebbe preso lei il comando, ma lei glielo lasciò.
Non c'era alcuna fretta nel suo passo, mentre si dirigeva verso la porta dell'appartamento. La corsa in auto era stato per raggiungere il domicilio il più velocemente possibile; l'ordine di Amazon era stato piazzato poco più di un'ora prima, il che significava che Ken Grainger avrebbe potuto essere uscito appena piazzato l'ordine o in qualunque momento dopo di allora. Ma ora che erano qui, era il momento di scoprirlo: era ancora lì, oppure non c'era più.
Webber bussò alla porta. Entrambi udirono dei movimenti dentro casa e un suono molto basso che Mackenzie pensava potesse essere qualcuno che sussurrava.
Webber bussò di nuovo, questa volta più forte. Qualche istante dopo, un giovane che sembrava poco più che ventenne aprì la porta. Portava i capelli corti e indossava una canotta bianca con pantaloncini larghi.
“Sì?” disse, cercando di apparire tranquillo e rilassato. “Posso aiutarvi?”
“È lei Ken Grainger?” chiese Webber.
“Chi? No, amico.”
“E come si chiama?”
Il ragazzo sembrava quasi offeso. Fece un passo avanti sulla soglia, cercando di sembrare un duro. “Hai bussato tu alla mia porta, amico. Chi sei tu?”
Webber estrasse distintivo e carta d'identità con movimenti lenti e risoluti. Mackenzie trattenne un sorriso quando vide lo stupore sul volto del ragazzo.
“Agente Webber, FBI. Questa è la mia partner, l'agente White. Allora, le rifaccio la domanda. Come si chiama?”
“Toby Jones. L'FBI? Che succede?”
“Stiamo cercando un uomo di nome Ken Grainger” spiegò Webber. “Siamo abbastanza sicuri che sia stato qui di recente.”
“No. Sono solo, amico.”
“Le dispiace se entriamo a controllare?” Chiese Mackenzie.
“Non vi serve un mandato o roba simile?”
“In genere sì” disse Webber. “Ma abbiamo informazioni secondo cui qualcuno ha usato la carta di credito di Ken Grainger da un portatile a questo indirizzo nell'ultima ora e dieci minuti. Quindi a lei la scelta: possiamo interrogarla per il furto della carta di credito di Grainger, oppure può farci entrare per assicurarci che non sia qui.”
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