E a dire il vero, non sembrava affatto una cattiva prospettiva.
Mentre osservava il sole che iniziava a tramontare sulle colline rocciose e color ruggine, sentì il rumore di un veicolo che si avvicinava. Voltandosi, vide approssimarsi un grosso camper.
Ne fu leggermente sorpresa. Aveva scelto quella strada panoramica secondaria, perché aveva immaginato che sarebbe stata da sola, specialmente in quel periodo dell’anno.
Fu ancora più sorpresa, quando il guidatore accostò il veicolo a margine della strada e parcheggiò accanto al suo. Quel camper molto più grande faceva sembrare minuscolo il suo piccolo camper improvvisato ma, del resto, era capitato lo stesso con la maggior parte delle case mobili incontrate nelle aree di campeggio.
Dev’essere bello … tutto quel lusso su ruote.
Il guidatore uscì dal veicolo. Era un uomo comune ma di aspetto gradevole.
Guardò Brett e disse …
“Ehi, non ti ho vista al Campeggio di Wren West?”
Ripensandoci, l’uomo e il suo veicolo sembrarono a Brett familiari; forse lo aveva incrociato nel campeggio in cui era stata la notte precedente. Rientrava nella tipologia di uomini che aveva incontrato frequentemente nei campeggi: più grande di età e ovviamente con una posizione finanziaria di gran lunga migliore. In genere, un’intera famiglia viaggiava con loro.
“Forse è così” rispose.
“Sono Pete” l’uomo si presentò.
“Io sono Brett.”
“Piacere di conoscerti, Brett.”
“Piacere mio” Brett replicò. “Dove sei diretto?”
“Al Campeggio Beavertail” Pete rispose.
“Anch’io” Brett ribatté. “A quanto pare è a circa dieci minuti d’auto da qui.”
Pete annuì e sorrise. “Sì, infatti.”
Poi, si avvicinò all’insegna che diceva PERCORSO ESCURSIONI e restò a fissare le colline per un istante.
Infine rivolse lo sguardo a Brett, dicendo: “Sembra che tu sia arrivata qui dopo un’escursione.”
Brett sapeva che non era difficile intuirlo, visto che indossava ancora lo zaino.
“Esatto” esclamò.
Pete la guardò strizzando gli occhi. “Potrei provare il percorso anch’io. Me lo consigli?”
Brett si mostrò un po’ meravigliata alla domanda.
Disse: “Um, è davvero un bel percorso, ma … è piuttosto tardi ora, non credi? Presto sarà buio.”
Pete sospirò deluso.
“Immagino sia vero” disse. “Forse tornerò qui domani.”
L’uomo fissò di nuovo le colline per alcuni istanti, poi si diresse al proprio camper.
Poi, si voltò e disse a Brett: “Ti andrebbe di venire dentro per una birra?”
Brett fu sorpresa e contenta al contempo per l’offerta. Non si era portata nulla da bere ad eccezione di bottiglie d’acqua e alcune bibite analcoliche per quel viaggio, e una buona birra fresca sembrava rinfrescante. Inoltre, le sarebbe davvero piaciuto poter dare un’occhiata all’interno di quel camper.
“Mi farebbe piacere” rispose.
Una volta all’interno, vide che il camper sembrava ancora più spazioso di quanto apparisse dall’esterno. Aveva una zona cucina di notevoli dimensioni, dotata di fornello, e un letto sufficientemente grande da ospitare più di una persona: una coppia con un bambino o due, forse.
Ciò nonostante, quell’uomo sembrava viaggiare da solo. Brett immaginava che avrebbe finito per viziarsi tremendamente se avesse viaggiato con un camper del genere. Il suo veicolo non era molto equipaggiato; in sostanza, aveva solo un materasso.
Pete indicò una porta e disse: “Sei sulla strada da un po’ di tempo ormai. Forse vorresti usare il mio bagno.”
Brett soffocò un piccolo sussulto.
Un vero bagno!
Naturalmente, non poteva essere molto più grande di un ripostiglio. Ma, rispetto ai servizi igienici nei ristoranti, nelle stazioni di servizio e nelle strutture pubbliche nei campeggi, questo sarebbe stato un vero lusso.
“Grazie!” rispose.
La donna aprì la porta ed entrò nello stanzino. La porta sbatté chiudendosi alle sue spalle, e si ritrovò nella totale oscurità.
Strano, lei pensò.
Il bagno non aveva almeno una finestra?
Tastò intorno alla parete accanto alla porta, in cerca di un interruttore della luce, ma non riuscì a trovarlo. Ad ogni modo, doveva aspettarsi che ci fosse corrente elettrica finché il camper non fosse collegato appropriatamente ad una linea?
Si voltò per andarsene, ma si accorse che il chiavistello della porta non funzionava.
Dev’essere rotto.
Allora disse timidamente …
“Ehi, sono bloccata qui dentro.”
Non ci fu alcuna risposta.
Iniziando ad essere preoccupata, a quel punto, s’infilò una mano in tasca, prese il cellulare e attivò la torcia.
Quando il fascio di luce iniziò ad illuminare intorno, la paura si impadronì di lei.
Questo non era un bagno.
Forse lo era stato, una volta, ma ora era privo di tutti i soliti impianti.
Si trovava in un semplice spazio rettangolare, con pareti e soffitto ricoperti di piccole piastrelle quadrate con minuscoli forellini.
Piastrelle acustiche, comprese subito.
La stanza era insonorizzata?
La sua paura aumentò sempre di più.
Quando gli occhi si adeguarono all’ambiente, vide che le piastrelle erano bucate e graffiate.
Le pareti erano macchiate e schizzate di qualcosa di rosso.
Sangue!
Quando lei sentì il chiavistello della porta che iniziava a sferragliare, iniziò a gridare.
Ma sapeva che sarebbe stato inutile.
Quando la porta cominciò ad aprirsi, Brett Parma seppe che stava per morire.
Un uomo gigantesco, quasi simile a un bue, si avvicinò al microfono e iniziò a parlare.
“Sono onorato di presentare …”
Improvvisamente la sua voce tonante fu interrotta da un rimbombo che riempì tutto l’enorme auditorium.
Il rumore, anche se di breve durata, quasi fece venire un colpo a Riley Sweeney, che, tuttavia, un paio di secondi dopo sogghignava nervosamente insieme al resto dei diplomati dell’Accademia dell’FBI. Si sapeva che il Direttore dell’FBI Bill Cormack aveva una voce profonda e tonante, che causava scompiglio negli impianti audio.
Sarebbe meglio se spegnesse il microfono, Riley pensò.
Con una voce tanto potente, senza dubbio l’uomo era in grado di farsi sentire da tutti i presenti senza molti problemi.
Invece, sorridendo con ironia, il Direttore Cormack riprese a parlare di nuovo al microfono, a tono molto più moderato questa volta.
“Sono onorato di presentare i diplomati di quest’anno dell’Accademia dell’FBI di Quantico. Congratulazioni a tutti voi per aver affrontato tutte le sfide delle ultime diciotto settimane.”
Riley rimase colpita da quelle parole.
Diciotto settimane!
Se solo avessi avuto diciotto settimane complete!
Aveva saltato quasi due settimane, trascorse ad inseguire un brutale killer, anziché a partecipare alle lezioni ed ai vari addestramenti alla base.
Il suo mentore, l’Agente Speciale Jake Crivaro, l’aveva strappata via dall’Accademia, senza molti complimenti, per farla lavorare ad un caso in West Virginia: si era trattato di un caso davvero orribile di un killer che uccideva le sue vittime, avvolgendole nel filo spinato.
Dopo quell’esperienza, recuperare il tempo perso all’Accademia era stato difficile. Aveva invidiato gli altri studenti, che avevano più tempo per un compito così impegnativo. Ma, alla fine, Riley sapeva che quel giorno non si sarebbero diplomati tutti i 200 studenti che avevano iniziato con lei: alcuni avevano fallito e altri avevano semplicemente gettato la spugna.
Riley era orgogliosa di essere riuscita ad ottenere il diploma, nonostante tutto; tornò a rivolgere la sua attenzione al discorso del Direttore Cormack.
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