“Ce l’ha infatti. Terry Easton è un avvocato locale.”
“Sanguisughe.”
“Su questo ha ragione. Quindi, suppongo, Signor—”
“John Hardy. Può chiamarmi Slim. Mi chiamano tutti così.”
“Slim?”
“Non chieda, è una storia lunga.”
“Come preferisce. Quindi, suppongo, Signor Hardy, che non sia veramente interessato nei miti e nelle leggende locali. Da dove viene, da Scotland Yard sotto copertura?”
“Mi piacerebbe. Servizi segreti militari, in congedo. Ho aggredito un uomo che in realtà non si faceva mia moglie. Ho scontato la mia pena, e sono uscito con un set di vecchie abilità e un problema di alcolismo che si sarebbe presto manifestato.”
“E ora?”
“Investigatore privato. Lavoro soprattutto nella zona di Manchester. Il digiuno forzato mi ha fatto venire così a nord.” Si accarezzò la pancia gonfia. “Non si lasci ingannare, è solo birra ed acqua.”
Non sapendo se Slim stesse dicendo la verità o se scherzasse, l’uomo abbozzò un sorriso. “Beh, Signor Hardy, il mio nome è Arthur Davis, sono l’ispettore capo del nostro piccolo corpo di polizia qui a Carnwell, anche se date le dimensioni del dipartimento si fa fatica a chiamarlo tale. Se non mi sbaglio ha cercato di contattarmi a proposito di un caso irrisolto. Joanna Bramwell?”
“Esordisce sempre così dopo una telefonata persa?”
Arthur diede una risata così baritonale che fece fischiare le orecchie a Slim. “Stavo tornando a casa. Ho pensato di cercarla. Ora, vuole dirmi di cosa si tratta? Ben Orland è un vecchio amico e l’unica ragione per cui ho accettato di parlare con lei. Ci sono casi ormai chiusi, e poi c’è il caso Joanna Bramwell. Un caso che la nostra comunità è sempre stata felice di mantenere archiviato.”
“C’è qualche ragione in particolare?”
“Perché le interessa?”
Senza chiedere, Arthur entrò nel drive-in di McDonald’s, offrendo a Slim una tazza di caffè fumante.
“Io ci metto tre di zucchero,” disse Arthur, aprendo una bustina. “Lei?”
Slim abbozzò un sorriso stanco. “Un goccio di whiskey se ce l’ho a portata,” rispose. “Ma lo prendo amaro. Doppio, se possibile.”
Arthur accostò l’auto e spense il motore. Filtrato dalla luce dei lampioni, il viso del comandante di polizia ricordava la superficie lunare, una serie di crateri bui.
“Glielo dico senza giri di parole, dovrebbe lasciar perdere il caso,” disse Arthur, sorseggiando il suo caffè con lo sguardo fisso davanti a sé, verso il parapetto che li separava dalla rotonda della tangenziale. “Il caso di Joanna Bramwell mise in ginocchio uno dei migliori capi di polizia che ci siano mai stati a Carnwell. Mick Temple fu il mio mentore. Condusse il caso e subito dopo andò in pensione, all’età di cinquantatré anni. Si impiccò l’anno seguente.”
Slim aggrottò la fronte. “Tutto questo per una ragazza morta sulla spiaggia?”
“Lei è un uomo dell’esercito,” disse Arthur. Slim annuì. “Immagino che abbia visto cose di cui non le piace parlare. Se non dopo un drink, dopo non riesce a parlare d’altro, vero?”
Slim osservò i fari delle auto che si confondevano sulla tangenziale. “Un’esplosione,” sussurrò. “Un paio di stivali e un cappello stesi sulla sabbia. Tutto il resto… scomparso.”
Arthur rimase in silenzio per qualche secondo, come se stesse processando l’informazione e lasciando passare un po’ di tempo in segno di rispetto. Slim non aveva parlato del suo vecchio plotone per vent’anni. Bill Allen non era scomparso completamente, chiaro. Avevano trovato alcuni pezzi del suo corpo.
“Mick ha sempre sostenuto che fosse tornata indietro,” disse Arthur. “L’hanno trovata sulla spiaggia, come se la corrente l’avesse riportata a riva. È stato a Cramer Cove, immagino? Fu trovata a trenta metri dal livello delle onde primaverili. Non avrebbe potuto arrivare fin lì senza che qualcuno l’avesse trascinata.”
“O senza essersi trascinata.”
Arthur alzò la mano, come per rimuovere il pensiero dalla sua mente.
“Nel rapporto ufficiale si afferma che i due passanti che l’hanno trovata devono averla spostata, per allontanarla dalle onde, ma entrambi erano abitanti del posto. Avrebbero dovuto sapere che la marea si stava abbassando.”
“Ma era morta?”
“Sì. Dichiarata tale dal medico legale. Ufficialmente, è annegata. È stata portata all’obitorio e poi sepolta.”
“E basta? Nessuna investigazione?”
“Non avevamo nulla a cui aggrapparci. Niente che suggerisse che fosse qualcosa di più di un semplice incidente. Nessun testimone, nessuna prova circostanziale. Era stato un incidente, nient’altro.”
Slim sorrise. “Perché chiamarlo caso irrisolto quindi? Per definizione è un caso rimasto senza soluzione, o mi sbaglio?”
Arthur tamburellò le dita sul cruscotto. “Mi ha beccato. L’hanno dimenticato tutti, tranne chi come me si ricorda di Mick.”
“Cos’altro sa a riguardo?”
Arthur volse lo sguardo a Slim. “Le ho detto abbastanza, credo. Perché non mi dice lei cosa sta facendo per le strade di Carnwell, in cerca di informazioni?”
Slim pensò di rifilare una bugia al capo della polizia. Dopotutto, se avesse aperto il vaso di Pandora, coinvolgendo la polizia, non sarebbe mai stato pagato. Alla fine, disse, “Ho un cliente con un’ossessione per Joanna. Sto cercando di capire il perché.”
“Che tipo di ossessione?”
“Una, ehm, misteriosa.”
“Lei è uno di quei pazzoidi caccia-fantasmi?”
“Non lo ero, fino alla settimana scorsa.”
Arthur grugnì. “Beh, potrebbe partire da qui. Ha mai sentito parlare di Becca Lees?”
Slim aggrottò la fronte, scavando nella memoria. Aveva visto questo nome da qualche parte—
“La seconda vittima,” disse Arthur. “Cinque anni dopo la prima. 1992. Ce ne fu una terza nel 2000, ma ci arriveremo.”
“Dovrei scrivermelo da qualche parte?”
Nella penombra, il gesto di Arthur poteva essere interpretato come un assenso o un’alzata di spalle. “Io non le sto dicendo nulla,” disse. “Scoprirà tutto da solo, alla fine.”
“Ma approverebbe se il caso archiviato di Joanna Bramwell venisse... rispolverato un po’?”
“Mick era un caro amico,” disse Arthur.
Slim percepì che la questione era chiusa. “Cos’ha per me?”
“Becca Lees aveva nove anni,” continuò Arthur. “Fu ritrovata tra le piscine naturali a sud della spiaggia durante la bassa marea.”
“Annegata,” disse Slim, ricordando i dettagli della storia. “Morte accidentale.”
“Nessun graffio,” aggiunse Arthur. “Sono stato il primo ad arrivare sul posto. L’ho—” Slim sentì che stava trattenendo le lacrime. “— l’ho girata io.”
“Ho sentito parlare molto delle correnti di risacca,” disse Slim.
“Era ottobre,” disse Arthur. “Più o meno questo stesso periodo dell’anno. C’erano le vacanze di metà semestre, ma a causa di un temporale la spiaggia era coperta di detriti. La piccola Becca, stando alla madre, era andata là per raccogliere dei bastoncini per un progetto scolastico.”
Slim sospirò. “Lo feci anch’io una volta. E ha deciso di fare una nuotatina, ed è stata portata via dalla corrente.”
“La madre la lasciò lungo la strada proveniente da Carnwell. Tornò a prenderla un’ora dopo, ed era troppo tardi.”
“Crede che sia stato un omicidio?”
Arthur batté sul cruscotto con una ferocia che fece sussultare Slim.
“Dannazione, io so che stato un omicidio. Ma cosa potevo fare? Non si uccide qualcuno in spiaggia a meno che non ci sia la bassa marea. E sa perché?”
Slim scossò la testa.
“Si lasciano impronte. Ha mai provato a cancellare delle impronte dalla sabbia bagnata? Impossibile. Ma c’erano solo quelle di Becca. Tutto qua. Sul bagnasciuga, c’era un punto in cui le onde si erano ritirate. La ragazza venne trascinata dall’acqua fino alle rocce, dove rimase bloccata quando le onde si ritirarono.”
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