Gerardo D'Orrico - Un Soffitto Di Cenere

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Questo libro è il secondo manuale-racconto sulla vita contemporanea, e diario personale scritto da me. La vera gioia che il nostro tempo restituisce tramite le esperienze, non un ritrovato delle nuove tecnologie ma una funzione in diversi periodi storici e geologici, cosa lo ha già creato secondo delle spiegazioni, sugli avvenimenti e le loro soluzioni. Una passeggiata alla luce del Sole, dei fatti e degli incanti a volte mai svelati, forse troppo nuovi e insoliti, in una collettività che già da tempo ne presenta delle necessita, come di una voce più ampia e slanciata, uno strumento per insistere meglio la giornata davvero e non in sogno.
Diario scritto in modo semplice per una forma artistica testuale, a giustificare anche un’esperienza iniziale e incolta odierna. In stile l’Ulisse di James Joyce diventa un libro di bene intesa come forma di vita, di arte del presente, fondamentale per esistere liberi, vivi e di certo. Il periodo delle sedici lettere contenute raggiunge d’aprile 2007 a ottobre 2008.

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Quindi oggi non tutto è bene, non tutto e entrato… non dire te l’avevo detto, il veleno sarà così, la vita non è eterna, come farai a tornare a casa senza un angelo, senza mangiare e dormire, senza capire nemmeno perché sei stato vivo. Ecco non ci siamo stati tutti assieme ma, uno per uno, non nascondete il bene sig. Nessuno, vivi è lascia vivere… quanti modi ci sono per morire in queste ideazioni mal create, solo uno per vivere, non ce l’avevano mai detto, questi grandi capoccioni moderni, così continua anche oggi, anche se sembra un diminutivo o un maggiorato e così viviamo da soli, per meglio dire continuiamo nell’impossibilità di cercare un’equazione decente o, un prodotto cartesiano che ci produce, invece di un’emozione diversa dall’amore o, poi un complice per il male. Sarà tardi per cui non ci dobbiamo lamentare, è già troppo quello che abbiamo, troppo veramente, un’esagerazione… vediamo quel prodotto da mangiare in cucina dice qualcosa, poi le solite salite su e giù per le scale mah, cercando di non incontrare qualcuno è impossibile, avremmo forse sbagliato anno, sai loro lo fanno a tutti quell’uso.

Chi l’errore l’ho lascerà nel male, cosa pensa di creare un cestino, un foro. Qui veramente ci sono solo dei bei prodotti confezionati, solo da utilizzare da tempo, così per dir nuovi, e poi non si può aumentare mentre quello che stava facendo un male non era un cestino ma, solo tutte le malattie messe assieme nel vuoto o, cosa fa perdere il bene da quanto ho capito, sembrano un essere cresciuto che cresce è non capisce se non a volte, se poi loro ti trovano che hai capito, ti aggrediscono così, fino a quando le pizze e le torte non son finite… loro sono se non deserti, piccolezze come tutte le malattie, buon appetito.

“Per uscire da una trappola…” Ciao, G.

3. La canzone del futuro

14.09.2007

Per capire un bene serve essere iscritti caro, da ciò serve però esser vivi cioè svegli non dormienti, quindi il seguito… mi stupisco a volte ritrovandomi nel futuro ch’è oggi, guardando la tecnologia che mi trovo, pensando il futuro davvero arriva. Quello per cui si combatte di sicuro si vince, un primo problema resta sempre riuscire a restarci anche noi, corporalmente per vederlo. Tutto sarà finito, così comincia la teoria di una vita migliore, impacchettabile, consumabile, perché noi siamo finiti e compiuti disegni, teorie che impressionano il nostro giorno. Disegni primitivi che hanno dato l’inizio, saranno la traccia di una porta al futuro, una porta ch’elimina il tempo e apre la mente a un attimo, senza la percezione del dolore o del sentimento.

Davvero succede un bene, si realizza l’immagine del nostro sogno… senza tempo si apre la storia, senza invidie o mali di sorta. Trova un linguaggio comune o creati un software, la base di un discorso si costruisce nelle realtà più o meno umane, nel ricordo d’aver avuto degli antenati. Arte non è sofferenza ma una parte della liberazione perché dopo soffrirne, il fastidio non mi è mai stato a genio, nessun dilemma in generale per cominciare le complicazioni sono un disastro, abbiamo fatto cos’era necessario almeno una volta al giorno, se poi per abitudine ti organizzi e vivi nell’anno zero sette, potrai aver fiducia investire, non imbrogliarti con quelle idee, al caso è vero che liberano.

Quando l’acqua sarà finita mi metterò in aspettativa, non si soffre per niente di cumulativo, non ci manca niente sarà solo un illusione blasfema del mondo, hai fatto tutto fidati, non esiste il doppio del nulla in una unità umana, al più sarà una piccola escoriazione poi solo fantasia o depressione, non esistono persone non compensate del giorno, a pensarci bene è una persona o un oggetto a noi vicino, che comprende quello che ci manca, ci vogliono togliere il futuro, l’avvenire o cosa faremo, mi sembrano solo altri modi per farci crepare noi al posto loro. Quante guerre poi la pace non esiste, hai un cronometro per capire da quando ciò che stato non sarà o, non è mai. I problemi sono linee di morte, non avere sarà ancora morte, parole che non si possono usare, sono la morte del pensiero o posti dove ci fanno stare è non puoi dirlo, perché tanto nessuno ci crederà, un classico. Si vede di colpo chi è un male, il dove nessuno può dire d’esser stato, poi non esistono posti dove si è stati che non si possono dire.

“Cosa devi fare, si chiama futuro.” C iao G.

4. Aracnofobia

20.11.2007

L’uscita non esiste… non mi sembra una chiave per risolvere i nostri problemi, forse serve fare senza nient’altro, solo uno studio interiore per trovare un’uscita. Insieme tutto è più bello, un essere diventa con il pensare dire, fare, baciare o crepare… quando non ci saremo più, non guardare noi ma la parte che c’era. Il potere è sempre stato un corpo, la mente un costruttore, ora non si sa dove si va a portare, un compimento. Restare nel bene resta il contatto con tutte le cose che hai, un continuo flusso di persone in nascita, ci fa rinascere in vita, gli altri vivono perché tu sei un passato, un adulto, quel che vedi è cos’hai prodotto.

Lo Stato era il bene che non c’era, cosa procede deve essere migliore, delle cose che non funzionano. La base del non ragionamento umano è male, il discorso si deve fare lontano dagli occhi e dalla testa, da un libro o da un foglio di appunti non confonderti sulla posizione, anche in cucina per infornare si intende l’eliminazione. Siamo beni del mondo, da ciò saremo tutto nel mondo, un male è una perdita di tempo.

Andare contro il bene significa stare male di persona, una confusione di base. Continuando ci si deve spostare, tipo se y si sposta da x in modo infinito, succede che l’equazione sarà irrisolvibile. Il comunismo è un sogno, noi non siamo tutti uguali… quindi lo Stato non è ancora arrivato al lavoro o, un male continua in tutto vero? Lo Stato sarà un bene in arrivo, ma che poi si supera quando mai è stato. Qui niente è vero, superare per respirare è un’altra ragione, quindi se y non è x, un altro mondo si può invertire in concreto, il resto poi è tutto un vero falso credimi non c’è immaginazione, o ci sono le persone che ‘l problema l’hanno davvero.

Il rispetto non sanno cos’è, non dirglielo nemmeno, non ce ne sarebbe stato bisogno, ma quindi l’aria era stata tagliata a fettine, non c’è rimasto quasi niente, un quesito era a piani pieni di problemi d’altri, l’esempio di come diventa difficile pensare la realtà degli altri. Una ragnatela è il gusto di non esserci, il male capisce. Sì è vero, è già tutto pronto cosa serve e cosa non serve, ma che brutto mondo ci prospetta la vita che normalmente prosegue, da oggi vota Craxi, dove non c’è, non ci sarà.

“L’incontro non succede non è vero? Ci sono forze che condizionano il nostro interesse principale, il non esistere può essere una denuncia al male. Il sociale a volte, persone confuse con oggetti.”

5. Rimanere senza uguali

22.12.2007

Quello che siamo stati è già sufficiente per vivere e per ridere, come ‘l futuro è il frutto più bello che la vita ci possa dare. L’aria si assapora, i sapori e le voci delle persone sono cose nuove che accendono i sensi, alla fortuna d’incontrarci ancora o, al caso di non esserci mai visti, senza il pericolo di cadere e non vedere più. Il potere è vita, senza rancore… mi è piaciuto abbandonare la perdizione per la credenza, quella luce falsa e quel tanfo di putrefazione per la vita, il profumo, l’odore. Il ricordo d’esser finito, com’era prima per la celebrazione di cos’è oggi. Sorprendermi che ‘l futuro esiste, vedere tutto rivalutato, anche me stesso. Vivere felice un compiuto domani, l’aria fresca e pagata, una leggera bruciatura nel cervello che ci permette di respirare, senza il ricordo di quelle persone che volano e parlano male. Liberi di non esserci, vivere e non credere alle fantasie malsane di tutto ‘l mondo. Persone possono essere medicine o anche malanni, la rete internet degli umani è la verità che ci costruisce, mai buttare cosa si è guadagnato con l’esperienza, serve sempre. Quello che potevamo fare lo possiamo solo noi, l’esistenza è come un oggetto. Credere sarà l’esistenza, chi crede esiste. Un piccolo volo di ossa, di carne, di spirito, verso una sicurezza intellettuale che prende il frutto di un corpo risanato, per colpa sua. Respira la realtà di un pensiero singolo e poi ch’è difficile renderlo concreto, come in principio c’eravamo noi poi una catastrofe persistente che non va via, una macchia che non può più andare via, siamo tutti nati, chi arriva è perduto.

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